venerdì 2 settembre 2016

L’invasione USA-NATO-Turchia della Siria

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Il “fallito” golpe della CIA in Turchia casus belli per la guerra in Medio Oriente?

A metà luglio, il presidente Erdogan puntava il dito contro la CIA, accusando l’intelligence degli Stati Uniti di aver appoggiato il fallito colpo di Stato diretto contro il suo governo. I funzionari turchi indicavano il deterioramento delle relazioni USA-Turchia a seguito del rifiuto di Washington di estradare Fethullah Gülen, presunto architetto del fallito colpo di Stato. Il ministro della Giustizia di Erdogan Bekir Bozdag fu categorico: 
Se gli Stati Uniti non ce lo daranno (Gulen), sacrificheranno le relazioni con la Turchia per il bene di un terrorista“. 
L’opinione pubblica è stata portata a credere che le relazioni con gli Stati Uniti non solo erano peggiorate, ma che Erdogan aveva promesso di ristabilire l'”asse dell’amicizia” con Mosca, e anche la “cooperazione nella difesa”. Era una bufala.

L’invasione turca della Siria
L’attuazione dell’invasione turca avveniva con consultazioni regolari con Stati Uniti e NATO sul coordinamento della logistica militare, dell’intelligence, delle comunicazioni e delle operazioni di terra e aeree, ecc. Per essere efficacemente effettuati, tali sforzi militari richiedevano un coeso e “amichevole” rapporto Stati Uniti-Turchia. Non si tratta di un’iniziativa militare frammentata.

L’Operazione Scudo dell’Eufrate della Turchia non ci sarebbe stata senza il sostegno attivo del Pentagono, che infine invoca la guerra alla Siria. Lo scenario probabile da metà luglio a metà agosto vedrebbe ufficiali di Stati Uniti, NATO e Turchia coinvolti attivamente nella pianificazione della nuova fase della guerra ala Siria: l’invasione delle forze di terra turche, sostenuta da Stati Uniti e NATO.

Il fallito colpo di Stato pone le basi dell’invasione
1. Le purghe massicce nelle forze armate e nel governo furono attuate immediatamente dopo il colpo di Stato di luglio. Furono pianificate da tempo.
Furono arrestati subito 2839 militari e 2745 giudici e pubblici ministeri… In meno di una settimana 60000 persone furono licenziate o arrestate e 2300 istituzioni chiuse”… ” (Vedi Felicity Arbuthnot, Global Research, 2 agosto 2016)
2. Il golpe doveva fallire. Erdogan sapeva del colpo di Stato come anche Washington. Non c’era alcuna cospirazione diretta dalla CIA contro Erdogan. Al contrario, il fallito colpo di Stato era con ogni probabilità progettata dalla CIA in collaborazione con Erdogan, volto a consolidare e rafforzare il regime di Erdogan e radunare i turchi dietro il loro presidente e la sua agenda militare “in nome della democrazia”.
3. Le purghe nelle forze armate avevano lo scopo di sbarazzarsi dei vertici militari che si opponevano all’invasione della Siria. La CIA ha aiutato Erdogan a redigere le liste di ufficiali, giudici e alti funzionari governativi per arrestarli o licenziarli? I media turchi furono presi di mira, e molti furono chiusi.
4. Erdogan usò il colpo di Stato del 15 luglio per accusare Washington di sostenere il movimento di Gulen mentre il riavvicinamento con Mosca è falso. Volò a San Pietroburgo il 9 agosto, per un incontro a porte chiuse con il Presidente Putin. Con ogni probabilità, lo scenario di una spaccatura tra Ankara e Washington assieme alla storia sul “mio amico Putin” fu approvata dall’amministrazione Obama, nell’ambito di una manovra dell’intelligence accuratamente affiancata dalla disinformazione dei media. Erdogan aveva promesso, secondo i media occidentali: 
di ripristinare l”asse dell’amicizia’ tra Ankara e Mosca durante la spaccatura crescente tra Turchia e occidente“.
5. Mentre “rammendava i legami” con la Russia, l’apparato militare e d’intelligence della Turchia partecipava alla pianificazione dell’invasione della Siria settentrionale in collegamento con Washington e il quartier generale della NATO a Bruxelles L’obiettivo di fondo è confrontarsi ed infine indebolire gli alleati della Siria: Russia, Iran e Hezbollah. A San Pietroburgo, subito dopo il fallito colpo di Stato del 15 luglio, Erdogan ringraziava il “caro amico” Vladimir Putin. 
Il fatto che Putin mi abbia chiamato il giorno dopo il tentato golpe fu un fortissimo fattore psicologico”, disse alla conferenza stampa congiunta. “L’asse dell’amicizia tra Mosca e Ankara verrà ripristinato“, disse. Telegraph, 7 agosto 2016
Forse Putin sa che il fallito colpo di Stato, segretamente sostenuto dalla CIA, era destinato a fallire Si sospetta che l’intelligence russa sapesse della manovra e fosse informata dei piani d’invasione della Turchia?:  
“La vostra visita oggi, nonostante una situazione interna molto difficile, indica che tutti noi vogliamo riprendere il dialogo e ripristinare le relazioni tra Russia e Turchia”, disse Putin nell’incontro al Palazzo di Costantino della città… Putin disse che la Russia avrebbe “passo dopo passo” tolto le sanzioni,… Erdogan, a sua volta promise di sostenere i grandi progetti energetici russi in Turchia, tra cui la costruzione della prima centrale nucleare e il gasdotto verso l’Europa. Disse anche che i due Paesi avrebbero accelerato la “cooperazione nella difesa”, ma non disse altro”. 
 L’incontro Putin-Erdogan a San Pietroburgo fu interpretato dai media come un riavvicinamento con Mosca in risposta al presunto coinvolgimento della CIA nel colpo di Stato fallito. Secondo il Washington Post, l’improvvisa inversione nelle relazioni USA-NATO-Turchia non si ebbe nonostante l’incontro “amichevole” di Erdogan con Putin: 
La NATO è irritata insistendo sul fatto che la Turchia, il cui presidente questa settimana ha visitato Mosca promettendo una nuova cooperazione con l’uomo che ha ripetutamente chiamato “caro amico”, il Presidente russo Vladimir Putin, rimane un “prezioso alleato”, la cui appartenenza all’alleanza “non è in discussione”. In un comunicato pubblicato solo sul sito, la NATO ha detto che risponde alle “speculazioni della stampa sulla posizione della NATO sul fallito colpo di Stato in Turchia e l’adesione della Turchia alla NATO“. 
Un articolo privo di senso. In realtà, Pentagono, NATO, Alto Comando turco e Israele sono collegati permanentemente. Israele è un membro de facto della NATO, ha un completo mutuo rapporto militare e d’intelligence con la Turchia. Con l’invasione della zona di frontiera nel nord della Siria e l’afflusso di carri armati e blindati turchi, il rapporto Turchia-Russia è in crisi. E questo è l’obiettivo ultimo della politica estera degli Stati Uniti.

Le forze russe agiscono al fianco dell’alleato siriano
In che modo Cremlino e Alto Comando della Russia risponderanno a ciò che costituisce l’invasione via terra USA-Turchia-NATO della Siria? Come si confronteranno con le forze turche e affini? Si suppone che la Russia eviti il confronto militare diretto. Dopo gli Stati Uniti, la Turchia è il più pesante nella NATO. 

Per quanto sia limitata ad un piccolo territorio di confine, l’operazione turca costituisce un’importante svolta nella guerra in Siria: l’invasione di un Paese sovrano in deroga al diritto internazionale. Lo scopo di Washington rimane il “cambio di regime” a Damasco. L’iniziativa militare è un preambolo per un maggiore impegno militare della Turchia supportato da USA-NATO? 

In molti aspetti, la Turchia agisce da ascaro degli Stati Uniti:
L’incursione della Turchia è sostenuta da supporto aereo, droni e forze speciali degli Stati Uniti, secondo il WSJ. Sopratutto per evitare che Russia e Siria pensassero di reagire all’invasione. La Turchia si muove in Siria non solo con il proprio esercito, ma con migliaia di “gruppi di opposizione ribelli”, tra cui le brigate dell’ELS sostenute dagli alleati degli Stati Uniti al-Qaida/Nusra/Sham e dagli infanticidi di al-Zinqi che formano l’avanguardia. Il territorio siriano gli viene ceduto dai militari turchi, semplicemente scambiando il controllo di un gruppo terroristico (SIIL) con quello di altri più accettabili ai media e più vicini a regime di Erdogan, Stati Uniti, Arabia Saudita e Qatar. Detto ciò, lo SIIL non ha resistito all’avanzata turca, semplicemente si è “sciolto” (o ha cambiato casacca?)”. Moon of Alabama
Le forze siriane hanno le capacità di confrontarsi con le forze di terra turche senza sostegno russo e iraniano? Come reagirà Teheran all’afflusso di forze turche? Verrà in soccorso dell’alleato siriano? 

Un “incidente” potrebbe essere usato come pretesto per giustificare una grande guerra della NATO. 

L’articolo 5 del Trattato di Washington (documento di fondazione della NATO) dichiara sotto la dottrina della “sicurezza collettiva” che un attacco contro uno Stato membro dell’Alleanza atlantica (ad esempio la Turchia) è un attacco a tutti gli Stati membri dell’Alleanza. Incontri pericolosi. Con l’incursione delle forze di terra turche, il confronto militare con gli alleati della Siria, Iran e Russia, è una possibilità concreta che potrebbe portare all’escalation oltre la Siria.

Incontro pacificatore tra Biden ed Erdogan 

Il vertice Erdogan-Biden
Dal punto di vista di Washington, l’invasione pone le basi per una possibile annessione di una parte del Nord della Siria da parte della Turchia, aprendo la via alle operazioni di terra USA-NATO dirette contro la Siria centrale e meridionale. Erdogan incontrava il vicepresidente Biden il 23 agosto, dopo l’afflusso dei carri armati turchi nel nord della Siria. L’invasione è attentamente coordinata con gli Stati Uniti che forniscono un’estesa protezione aerea. Non c’è frattura tra Ankara e Washington, tutto il contrario: 
E’ difficile credere che la Turchia veramente sospetti gli Stati Uniti del tentativo di decapitare il gruppo dirigente della nazione con un violento, fallito colpo di Stato solo il mese scorso, solo aver condotto operazioni congiunte con gli Stati Uniti in Siria con le loro forze militari ancora sul territorio turco. Ciò che è molto più probabile è che il colpo fosse inscenato per simulare una frattura USA-Turchia, ingannare la Russia e permettere alla Turchia l’ampia epurazione di tutti gli elementi nelle forze armate turche che potevano opporsi all’incursione in Siria, quella che si svolge ora“. (Vedasi The New Atlas, Global Research, 24 agosto 2016) 
I rapporti dei media trasmettono l’illusione che il vertice Biden-Erdogan discutesse dell’estradizione del presunto architetto del fallito colpo di Stato Gulen. Una cortina fumogena. Joe Biden, che aveva anche incontrato Erdogan a gennaio, ha dato il via libero di Washington all’incursione militare USA-Turchia-NATO in Siria.

La questione curda
L’invasione non è diretta contro lo SIIL, protetto da Ankara, ma contro le forze siriane e le YPG curde, “ufficialmente” sostenute dagli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno sostenuto SIIL e al-Qaida che operano a braccetto con gli invasori turchi. L’invasione è anche parte di un vecchio piano della Turchia per creare un “santuario” nel nord della Siria da utilizzare per estendere le operazioni militari USA-NATO-Turchia verso il centro della Siria. Washington ha avvertito gli alleati curdi a non affrontare le forze turche: 
Biden ha detto ai curdi, che secondo la Turchia intendono instaurare uno Stato lungo un corridoio al confine, in collaborazione con la popolazione curda della Turchia, “non possono, non devono, e in ogni caso non avranno il sostegno statunitense se non mantengono” ciò che ha detto essere l’impegno a ritirasi ad est“. 
Washington senza dubbio infine si scontrerà con Ankara sui piani della Turchia d’espansione territoriale nel nord della Siria. Il vecchio obiettivo di Washington è creare uno Stato curdo nel nord della Siria, nel quadro della frammentazione territoriale di Siria e Iraq. Con amara ironia, il piano “Nuovo Medio Oriente” prevede anche di annettere parte della Turchia allo Stato curdo. In altre parole, il nuovo obiettivo ottomano dell’espansione territoriale della Turchia sconfina col piano di Washington di frammentare Iraq, Siria, Iran e Turchia. In altre parole, il piano imperiale degli USA è indebolire la Turchia come potenza regionale. 

Il Pentagono ha definito la tabella di marcia militare: “La via per Teheran passa per Damasco”. L’invasione del nord della Siria crea le condizioni per una grande guerra. Inoltre, all’ordine del giorno degli Stati Uniti c’è il vecchio obiettivo della guerra all’Iran. A tal proposito, la strategia militare degli Stati Uniti consiste in gran parte nel creare le condizioni affinché i loro fedeli alleati (Turchia, Arabia Saudita, Israele) affrontino l’Iran, agendo per conto degli interessi degli Stati Uniti. Vale a dire “fare il lavoro al posto nostro”.

Mappa del Nuovo Medio Oriente
 
Nota: la seguente mappa fu preparata dal Tenente-Colonnello Ralph Peters, e pubblicata sull’Armed Forces Journal nel giugno 2006, Peters è un ex-colonnello dell’US National War Academy. (Copyright Tenente-Colonnello Ralph Peters 2006). Anche se la mappa non riflette ufficialmente la dottrina del Pentagono, fu utilizzata in un programma del Collegio di difesa della NATO per alti ufficiali. La mappa, così come altre simili, probabilmente fu utilizzata dall’US National War Academy e dai centri di pianificazione militare. Il fallito colpo di Stato era effettivamente sostenuto dalla CIA, ma il fallimento fu coordinato con il presidente Erdogan. Era un’operazione d’intelligence che doveva ingannare l’opinione pubblica.


Prof. Michel Chossudovsky, Global Research, 29 agosto 2016

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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