Per la prima volta l'Industria farmaceutica è obbligata a mettere online i contributi versati a medici e operatori della salute
Per la prima volta l'industria farmaceutica è obbligata a mettere nero su bianco tutti i contributi versati ai professionisti della salute come camici bianchi, società scientifiche e associazioni di malati.
Ciò che già si sapeva, ma rimaneva avvolto da un'ombra di mistero, sarà messo online, come richiesto nel Codice di trasparenza della Federazione europea dei produttori. Inutile dire che il giro d'affari è milionario: in tanti versano "bonus" (fino a qualche centinaia di migliaia di euro) e in tantissimi, soprattutto medici, li ricevono.
I mezzi usati già li sappiamo: attraverso l'utilizzo di società scientifiche o ospedali dove lavorano medici e dirigenti, aziende che organizzano incontri, agenzie di viaggio, alcune associazioni di pazienti e chi si occupa della formazione. Potendo operare su più fronti, l'industria farmaceutica riesce ad arrivare a tutti i protagonisti della filiera, da chi stila le linee guida per l'uso dei farmaci, a chi li prescrive (i medici) e poi li assume (il destinatario della ricetta). Il tutto in modo perfettamente legale.
Vediamo di dare qualche numero: Novartis e Pfizer, due grandi industrie farmaceutiche, hanno versato contributi a rispettivamente 3.500 e 2.000 operatori della salute, come attestano le tabelle sul suo sito, per congressi o "consulenze". In questo caso non parliamo sempre di cifre alte, il più delle volte oscillano tra mille fino a un massimo di 4-5 mila euro.
Organizzazioni sanitarie, società scientifiche e associazioni di pazienti
I contributi più importanti arrivano invece alle "organizzazioni sanitarie", per mezzo di sponsorizzazioni o "donazioni". In questo modo l'associazione degli ematologi ha preso 170mila euro dalla Jansenn (azienda farmaceutica con sede in Belgio), quella dei cardiologi 400mila euro dalla Amgen (società internazionale di biotecnologia) e i reumatologi 312mila euro dalla Pfizer (azienda farmaceutica americana). Per non parlare di società scientifiche organizzatrici di convegni o corsi di formazione (ECM) come Edra spa di Milano, che l'anno scorso ha ricevuto 2,3 milioni di euro dalla Novartis, la stessa azienda farmaceutica che ha pagato 1,8 milioni a Collage spa di Palermo, azienda organizzatrice di congressi e business travel per operatori sanitari.
Anche le associazioni dei pazienti ricevono "finanziamenti" dall'industria: qualche migliaio di euro per le piccole realtà di provincia fino a cifre più importanti per quelle più strutturate, come nel caso dell'Epac (portale dei pazienti con epatiti e malattie al fegato), che ha ricevuto più di 300mila euro da aziende produttrici di farmaci (costosissimi) contro l'epatite C (Janssen, Gilead, Abbvie). O Cittadinanzattiva, impegnata nella difesa degli interessi dei malati, che ha ricevuto 60mila euro sempre da Abbvie. O ancora Federanziani, una delle associazioni oggi più potenti, che ha ricevuto 270mila euro dalla Glaxo (Gsk) e 240 mila dalla Pfizer.
fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/big-pharma-soldi-medici.php
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