A partire dal 30 giugno scorso, le 200 aziende farmaceutiche aderenti all’Associazione delle imprese del farmaco, hanno iniziato a “svelare”
i loro rapporti economici con professionisti, operatori, organizzazioni
sanitarie, società scientifiche, strutture sanitarie pubbliche e
private, università, associazioni dei malati e soggetti privati in cerca
di quattrini e notorietà.
Tutto questo grazie all’entrata in scena del Codice europeo sulla trasparenza, altrimenti detto Disclosure Code, cui hanno aderito le aziende di oltre 30 Paesi.
Anche l’Italia si è quindi adeguata ufficialmente al codice di trasparenza della Federazione Europea delle Industrie Farmaceutiche [EFPIA], che prevede la pubblicazione online, sui siti web delle singole aziende aderenti a Farmindustria,
delle somme elargite ai medici per partecipare a corsi di formazione e
aggiornamento, partecipazioni a congressi, ma anche consulenze, progetti
di ricerca e promozione vendite.
Dalle prime analisi sembra sia stato
raggiunto l’obiettivo del 70% dei medici che hanno dato il proprio
consenso alla pubblicazione dei dati. Tuttavia, è davvero singolare
come, quasi in contemporanea con questo provvedimento, molte aziende
aderenti a Farmindustria hanno deciso di sospendere
da quest’anno i pagamenti ad operatori sanitari che parlano di farmaci o
vaccini a soggetti che possano prescriverli o influenzarne la
prescrizione. Ovvero, si è trovato il modo di nascondere moltissima polvere sotto il tappeto.
Tra i primi a pubblicare online nomi e importi ricevuti, la AMGEN che dichiara il 90% di adesioni tra i medici e un totale di 5,9 milioni di euro per ricerca e sviluppo [ovvero studi clinici, non clinici osservazionali], 1,8 milioni per consulenze ad operatori sanitari e 5,2 milioni destinati alla formazione.
Per l’italiana MENARINI, l’adesione è stata del 73% dei medici, 33 i milioni investiti in ricerca e sviluppo e 8,7 milioni di euro per la formazione e 860mila per le consulenze.
Adesioni al 90% per SANOFI PASTEUR che investe 523mila euro in ricerca e sviluppo, 128mila per le consulenze e 423mila euro per la formazione continua, mentre circa 44mila euro per far partecipare medici a congressi. Spiccano 27mila euro elargiti alla Società Italiana di Pediatria.
Da PFIZER ITALIA [report 1 , report 2], che ha avuto l’80% di adesioni, sono stati spesi 24 milioni, di cui 5 in ricerca e sviluppo e 1,2 in consulenze.
La GLAXO SMITH KLINE
ha investito sui medici italiani e sulle organizzazioni sanitarie
italiane ben oltre 11 milioni di euro [oltre 20 miliardi delle vecchie
lire]. Di questi solo 5.009.147,63 sono andate nella ricerca e nello
sviluppo con il rimanente 54,61% investito in altre attività che non
avevano nulla a che fare con la ricerca. Solo la GSK, a vario titolo
[compensi, viaggi ed alloggi], ha versato ad alcuni componenti del Teamvaxitalia 5mila euro e al sito Vaccinarsi.org
qualcosa come 24mila euro. In sostanza, sono state elargite briciole e
noccioline in compenso a quanto finanziato dal Ministero della Salute [495mila euro di soldi pubblici a partire da gennaio 2017] per posizionare il sito Vaccinarsi.org
in alto fra i motori di ricerca, in modo che diventi più visibile, e
monitorare la rete perché la crescente sfiducia nelle vaccinazioni
genera molto timore in taluni venditori di malattia.
Anche alla FIMP di Roma, alias Federazione Italiana dei Medici Pediatri, una sorta di holding mezzo sindacale e mezzo commerciale, sono stati elargiti più di 56mila euro.
Tuttavia, più che i soldi e le costose
campagne pubblicitarie, crediamo che la differenza sia determinata dal
livello informativo e dalla capacità di ascoltare, parlare, e
trasmettere informazioni sinceramente ai genitori.
Proseguire ad ignorare l’epidemia crescente di autismo, e negare con ostinata arroganza le cause riferite dai genitori [in primis vaccini], si sta rivelando sempre più un boomerang per taluni commercianti.
Così come appare quantomai paradossale
che medici che si fanno pagare viaggi ed alloggi dalle aziende
farmaceutiche [questa non è attività scientifica] poi vadano in giro a
reclamare azioni punitive contro coloro che si pagano congressi,
aggiornamenti, formazione e viaggi, di tasca propria, ed hanno parecchi
dubbi sull’attuale pratica vaccinale perché sono testimoni diretti dei
problemi che i vaccini causano nei loro piccoli pazienti.
Molti dei soldi spesi dalle aziende farmaceutiche sono indirizzati anche ai cosiddetti opinion leaders,
ovvero individui ingaggiati appositamente dalle aziende farmaceutiche
che formano [come margherite in un campo] intere agenzie di
comunicazione per annunciare imminenti catastrofi e spingere [dietro
l’impulso dei cattivi maestri] a diffidare della verità seminando il
discredito.
Tuttavia, risulta incomprensibile con quale autorevolezza
scientifica siano ingaggiati dei cuochi, degli alimentaristi, delle
grafiche pubblicitarie, delle ragioniere, dei gioiellieri truffaldini e
dei bloggers da strapazzo, per portare contributi scientifici al tema
dei vaccini. Al massimo, tutti costoro potrebbero portare contributi di ciarlataneria.
Infondo, è un dato di fatto che tutti costoro non sono in grado di fornire contributi scientifici [se non i soliti bla bla bla gne gne gne] e nemmeno gli opinion leaders
che conosciamo reggono un serio confronto scientifico. Infatti, è già
accaduto che taluni si siano presentati in alcuni convegni dov’era stato
approntato un contraddittorio, muniti di slides preparate
dall’industria a cui hanno promesso i loro servigi, e non erano nemmeno
in grado di spiegarne i contenuti. Si arriva addirittura al limite del
grottesco e dell’illegalità quando qualcuno di quest’ultimi è chiamato
come ausiliario per il Consulente Tecnico d’Ufficio [CTU]
di causa giudiziaria, e l’unico metodo scientifico che conosce è quello
di censurare le numerose prove documentate presentate dalle famiglie,
rischiando altresì un procedimento penale a proprio carico per aver indotto in errore i Giudici, falsato il procedimento e aver commesso il reato di falsità in atti commessa da Pubblico Ufficiale.
Non siate stupiti dalla presenza delle Associazioni di settore dei malati.
Il numero di Associazioni coinvolte nell’industria della salute è
enorme. Sappiate che non hanno lo scopo di curarvi e di mantenervi sani.
Basta leggere i loro statuti, indagare sull’attività dei componenti dei
loro comitati scientifici, e ci si rende conto che mirano a promuovere
la malattia, per ottenere più fondi e proteggere i propri iscritti, che
sono i medici e i rappresentanti delle società farmaceutiche.
Per
coprire questo imbroglio reclutano inconsapevoli genitori che, nel
momento del bisogno, nel migliore dei casi, sono letteralmente
abbandonati al loro destino, mentre nel peggiore dei casi sono
sottoposti a ricatti di vario genere pur nella legittima richiesta di
vedere assicurati i propri diritti. Di fatto, il finanziamento delle
Associazioni di settore dei malati rappresenta il vero e nuovo punto di
leva delle società farmaceutiche. Una forza vergine, di grande impatto
nei confronti della politica quando questa deve prendere una decisione.
L’industria della salute controlla la scienza e la società:
da chi decide che farmaco usare per una data patologia, a chi prescrive
e a chi di quelle prescrizioni e raccomandazioni è il destinatario …..
perché business is business.
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fonte: https://autismovaccini.org/2016/08/16/soldi-soldissimi/
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