E’ curioso andare in un negozio di biologico e vedere le farine di vario genere, spesso di pregiatissime qualità, vendute in confezioni trasparenti. Mi sembra davvero un controsenso, esporre brutalmente un’ottima farina a fonti di luce artificiali o naturali.
Aziende che si prodigano in una coltivazione rispettosa dell’ambiente e dei prodotti, dalla semina fino alla macinazione, e poi cadono incredibilmente in questo gravissimo errore che vanifica gran parte o tutto l’ottimo lavoro fatto precedentemente.
Dal momento in cui un seme viene aperto,
macinato o polverizzato inizia inesorabilmente un processo di
ossidazione, di irrancidimento e di degradazione che in un tempo più o
meno breve altera o disattiva completamente molti fattori benefici che
questo racchiude. Infatti, tutto ciò che viene macinato subisce
velocemente l’effetto negativo di vari fattori, tra cui la luce, che
innesca un irreversibile processo di fotodegradazione.
La fotodegradazione è un processo di
degradazione a catena, innescato dalla luce naturale (sole), ma anche
artificiale (lampade ad incandescenza e a fluorescenza). La luce
naturale proviene dall’esterno, interessa le vetrine e raggiunge gli
scaffali. Le luci artificiali sono quelle che illuminano i negozi, ma
anche quelle particolari che illuminano i frigoriferi, i singoli
scaffali e altre condizioni espositive.
Quali sono i componenti di un alimento che subiscono i maggiori danni dalla luce?
- Vitamine: A, B12, D, Acido folico, K, B6 e B2;
- Pigmenti: antocianine, carotenoidi, clorofille, mioglobina, emoglobina;
- Amminoacidi: triptofano, fenilalanina, tirosina, istidina;
- Grassi: grassi insaturi, fosfolipidi.
Questo discorso lo possiamo
tranquillamente estendere anche alle erbe medicinali, spezie, semi
oleosi e molto altro, che subiscono una frantumazione o una
polverizzazione e poi vengono venduti in confezioni o in barattoli
assolutamente trasparenti. Anche i vari tipi di oli vegetali e succhi di
frutta e verdura sono spesso venduti in contenitori trasparenti.
A volte, spendiamo di più credendo di
consumare un cibo salubre, ma invece ci sbagliamo. Quel cibo, dal
momento in cui è stato confezionato può aver perso la gran parte dei
suoi principi attivi o nutritivi.
Francesco Perugini Billi©copyright
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