lunedì 22 agosto 2016

Omeopatia per bambini iperattivi (ADHD)

 La terapia omeopatica personalizzata con il giusto rimedio fornisce un'alternativa efficace e sicura per il trattamento di bambini con ADHD

Nel 2004 i medici americani hanno scritto più di 28 milioni di prescrizioni per farmaci contro la sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Attention deficit hyperactivity disorder, abbreviato in ADHD) e, nel giro di pochi anni (si parla del 2008), questa cifra è aumentata notevolmente, superando i 39 milioni. A dispetto di queste altissime cifre riguardanti potenti psicofarmaci prescritti ai nostri bambini, il Washington Post ha rivelato i risultati di un ampio studio clinico multicentrico finanziato a livello federale che "Ha confermato l'assenza di differenze a lungo termine tra i bambini che prendevano costantemente le medicine e quelli che non l'avevano mai fatto". (Vedantam, 2009).

L'iperattività e le sindromi a essa correlate (sindrome da deficit di attenzione - ADD - e Sindrome da deficit di attenzione e iperattività - ADHD -) sono diventate il disturbo psichiatrico infantile più diffuso in America. Uno dei farmaci più comuni per la cura di questi problemi è il Ritalin, che ormai viene impiegato così spesso da essersi guadagnato il soprannome di "vitamina R".

Inizialmente, il fatto che il Ritalin sia un farmaco dalle caratteristiche simili a quelle dell'anfetamina può stupire e lasciare perplessi, poiché si potrebbe pensare che renda i bambini iperattivi ancora più agitati. Al contrario, se prescritto a questo genere di pazienti, riesce a calmarli. Ironicamente, l'uso di qualcosa che causa sintomi simili a quelli che il malato mostra, segue il principio base dell'omeopatia ("Il simile cura il suo simile").

Di fatto, il Ritalin e altre medicine di uso comune (ad esempio la digitale, la nitroglicerina, la colchicina più certi vaccini, compresi i vaccini antiallergici) possono causare alcuni dei sintomi per i quali vengono assunti, tuttavia non sono considerati veri "rimedi omeopatici" per il fatto che gli omeopati usano dosi molto inferiori e molto più sicure di queste sostanze nella loro pratica. Inoltre, i rimedi omeopatici vengono scelti in base alle caratteristiche individuali dei pazienti e delle loro malattie.

Sebbene il Ritalin e gli altri psicofarmaci prescritti ai bambini che soffrono di ADD o ADHD possano portare benefici a breve termine, ricerche recenti hanno dimostrato che non ci sono effetti positivi sul lungo periodo. Già di per sé questo è preoccupante, ma la parte peggiore (riportata persino da articoli di Newsweek) è il fatto che "Non esistono studi clinici definitivi e a lungo termine a rassicurare i genitori confermando che questo genere di stimolanti non causa disturbi occulti ai loro figli". Oggi come oggi, sono molte infatti le persone convinte degli effetti negativi di queste medicine.

Gli effetti collaterali più comuni dei farmaci per la cura di ADD/ADHD sono: agitazione, ansia, tremori, mal di testa, reazioni allergiche, stordimento, dolori addominali, aritmie, innalzamento della pressione e psicosi (con allucinazioni). Nei bambini può inoltre verificarsi la perdita di appetito, che è causa in parte di una significativa riduzione dell'altezza. Di fronte a conseguenze sistemiche così serie, bisogna certamente riconoscere che queste medicine potrebbero influenzare in modo molto importante la vita di chi le prende.

Di certo è bene che genitori e medici provino ed esplorino attentamente tutti i sistemi di cura più sicuri prima di ricorrere ai farmaci convenzionali usati per questo genere di problemi. I rimedi omeopatici, ad esempio, costituiscono una valida alternativa e svariati studi in doppio cieco pubblicati su riviste di medicina hanno confermato che si ottengono buoni risultati e terapie molto più sicure. Bisogna dire che attualmente non sono molte le ricerche che hanno testato l'efficacia dei rimedi omeopatici. Inoltre, non tutti gli studi effettuati hanno mostrato l'efficacia dei trattamenti, tuttavia, data la positività di alcuni di essi e la sicurezza dei rimedi omeopatici in generale, è possibile prendere in considerazione un trattamento omeopatico prima di ricorrere a qualcosa di più rischioso.

Di sicuro la ricerca continuerà, ma nel frattempo i lettori possono trarre beneficio dal sapere che esistono diversi sistemi nella pratica della medicina omeopatica. Questo significa che, per quanto uno stile possa dare buoni risultati (come mostrato da certi studi), non è detto che lo stesso valga anche per gli altri. Allo stesso modo, se uno studio non mostra benefici evidenti di uno stile di prescrizione omeopatica, non è detto che lo stile stesso non sia valido.
In altre parole, prendendo un esempio dalla medicina tradizionale: se un antibiotico non risulta efficace nel trattamento di un'infezione, non è detto che un antibiotico diverso dia gli stessi risultati.

La sfida dell'omeopatia consiste nel fatto che, al pari dell'agopuntura, la sua efficacia dipende molto dal praticante, dalla sua conoscenza del sistema e dalla sua abilità nell'individuare e scegliere il rimedio giusto per il paziente e la sua particolare malattia. Nonostante sia molto difficile fornire i trattamenti individuali adeguati, ci sono buone possibilità che i bambini possano godere di effetti positivi a lungo termine se i genitori provano ad adottare terapie più sicure.

Uno studio comparativo sul Ritalin e il trattamento omeopatico

Numerosi studi dedicati a test sul Ritalin hanno dimostrato la sua efficacia a breve termine. Nel nostro caso, la domanda è: che differenze ci sono rispetto ai trattamenti omeopatici?

Lo studio svizzero
Uno studio condotto in Svizzera ha preso in considerazione un campione di 115 bambini (92 maschi, 23 femmine) con una diagnosi di ADD/ADHD all'età media di 8,3 anni (Frei e Thurneysen, 2001). I pazienti sono stati curati inizialmente con rimedi omeopatici scelti sulla base della loro situazione individuale. Chi non mostrava miglioramenti significativi passava al Ritalin e veniva valutato nuovamente dopo tre mesi. Dopo una terapia della durata media di circa tre mesi e mezzo, il 75% dei bambini ha reagito positivamente all'omeopatia, mostrando un tasso di miglioramento del 73%. Il 22% dei piccoli è stato curato con il Ritalin e ha mostrato un tasso di miglioramento del 65%.

I bambini sono stati valutati sulla base del Conners Global Index (CGI), la scala più accurata che viene impiegata per misurare il grado di iperattività e i sintomi del deficit di attenzione. Quelli che hanno risposto al trattamento omeopatico, hanno anche mostrato un miglioramento del 55% sul CGI, mentre quelli che hanno risposto al Ritalin, un abbassamento del 48%. Tre bambini non hanno risposto a omeopatia e Ritalin, uno ha abbandonato lo studio prima della fine. I ricercatori hanno così concluso che il trattamento omeopatico e i benefici che ha dimostrato erano comparabili al Ritalin e ai suoi effetti, senza però gli effetti collaterali.

Poiché lo studio svizzero mancava di un gruppo di controllo che assumeva un placebo, non è possibile dire se i risultati positivi siano stati ottenuti grazie al rimedio omeopatico o grazie alla presa del caso (o una combinazione di entrambi). Comunque sia, secondo questa ricerca, il 75% dei bambini con ADD/ADHD ha tratto beneficio dal "pacchetto" offerto dagli omeopati, che si è dimostrato migliore di quello dei normali pediatri. Gli scettici insistono nel dire che i rimedi omeopatici sono dei placebo, ma così facendo, senza volerlo, suggeriscono anche la tesi metafisica secondo cui ogni omeopata possiede magici poteri curativi speciali, soprattutto visto che la maggior parte delle persone che si rivolgono a essi soffre di problemi cronici per i quali le terapie a lungo termine della medicina convenzionale non hanno trovato una soluzione adeguata.

Un importante studio pubblicato sullo "European Journal of Pediatrics"
A differenza della ricerca precedente, questo studio è stato realizzato in doppio cieco e con il gruppo di controllo placebo. Includeva inoltre un sofisticato sistema di ricerca che prevedeva un effetto "crossover". In sostanza, metà dei pazienti iniziava ad assumere un placebo, l'altra metà un rimedio omeopatico, poi, dopo sei settimane, le terapie venivano scambiate. In questo modo, era possibile confrontare i risultati dei bambini sia con la terapia omeopatica, sia con i placebo.

Il famoso European Journal of Pediatrics ha pubblicato un articolo che includeva due studi: uno studio clinico osservazionale seguito da uno studio randomizzato in doppio cieco. Queste sperimentazioni hanno concluso che l'omeopatia ha effetti positivi sui bambini che soffrono di sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Frei, Everts, von Ammon, et al, 2005). Sono stati esaminati 83 bambini tra i 6 e i 16 anni a cui era stato diagnosticato l'ADHD sulla base dei criteri della quarta edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders.

Prima dello studio randomizzato in doppio cieco e con gruppo di controllo, i soggetti sono stati curati con rimedi omeopatici prescritti individualmente. I 62 pazienti che hanno mostrato un miglioramento di almeno il 50% sul Conners' Global Index sono stati poi ammessi alla sperimentazione. A questo punto, sono stati divisi in due gruppi e hanno ricevuto un trattamento omeopatico per sei settimane seguito da un placebo per altre sei settimane (braccio A) o viceversa (braccio B).

All'inizio del trial e dopo ogni periodo di crossover, i genitori hanno comunicato i risultati del test sul CGI e i pazienti sono stati sottoposti a esami neuropsicologici. Il punteggio del CGI è stato nuovamente valutato alla fine di ogni periodo di crossover e altre due volte in un follow-up a lungo termine. All'inizio dello studio in crossover, i valori di performance cognitive come la percezione visiva globale, l'impulsività e l'attenzione divisa erano migliorati sensibilmente nel trattamento aperto (valore P < 0,0001). Durante lo studio in crossover, i punteggi CGI riportati dai genitori erano molto più bassi (questo significa che i bambini stavano "meglio") con la terapia omeopatica (1,67 punti di media) che con il placebo (valore P = 0,0479). Infine, i punteggi CGI sono migliorati del 37% e del 63% durante un periodo di osservazione a lungo termine di 14 settimane (valore P < 0,0001). Anche gli insegnanti hanno riferito un miglioramento nel gruppo della terapia omeopatica rispetto a quello del placebo (rispettivamente del 28% per il CGI e del 37% nella scala degli insegnanti).

Una caratteristica interessante di questo studio stava nel fatto che gli omeopati hanno visitato i pazienti una sola volta, incontrando successivamente solo i genitori per il follow-up. Questa strategia mirava a minimizzare il contatto dei medici con i bambini in modo da ridurre il possibile aiuto psicologico che da esso poteva derivare.

Uno studio in doppio cieco condotto usando uno stile nuovo e non convenzionale di omeopatia
Non si dovrebbe avere problemi ad ammettere che non tutti gli studi clinici verificano l'efficacia dei rimedi omeopatici. Poiché i risultati dell'omeopatia si valutano meglio quando i rimedi vengono selezionati individualmente per ogni paziente, l'efficacia deve attribuirsi piuttosto agli omeopati, che possono prescrivere i rimedi in una maniera migliore o più accurata rispetto ad altri praticanti.

Uno studio randomizzato in doppio cieco con gruppo di controllo è stato condotto su un campione di 43 bambini tra i 6 e i 12 anni che corrispondevano ai criteri dell' ADHD secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (Jacobs, Williams, Girard, et al, 2005). I 43 soggetti hanno ricevuto in maniera casuale una presa del caso omeopatica e, di seguito, un rimedio omeopatico adatto alle loro esigenze oppure un placebo. I pazienti sono stati visitati da degli omeopati ogni 6 settimane su un periodo di 18 settimane. In questo studio pilota si è utilizzato un sistema di omeopatia nuovo e non convenzionale chiamato "metodo Bombay" (o "metodo Sensation" ).

A livello statistico, non sono state registrate differenze nelle variabili di outcome primario o secondario, (incluse il CGI e varie altre scale di riferimento) tra gruppi che prendevano rimedi omeopatici e gruppi sotto placebo. In ogni caso, molte delle valutazioni di outcome hanno mostrato miglioramenti significativi (statisticamente e cinicamente) per entrambi i gruppi.

Questo studio pilota non ha fornito prove a supporto dell'effetto terapeutico di rimedi omeopatici selezionati individualmente su bambini con l' ADHD, ma i ricercatori hanno concluso che l'effetto terapeutico generale del "pacchetto" omeopatico (la presa del caso e il rimedio) ha sortito effetti positivi, riservandosi la possibilità di ulteriori valutazioni.

Uno studio comparativo in doppio cieco su omeopatia e placebo
Il dottor John Lamont, psicologo del sud della California, ha condotto uno studio su 43 bambini che soffrivano di sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Lamont, 1997). Ha assegnato in maniera casuale un placebo a metà dei soggetti, un rimedio omeopatico all'altra metà. Il ricercatore, i genitori e i bambini non sapevano a chi fosse stato dato il rimedio e chi avesse ricevuto invece il placebo.

Le valutazioni dei miglioramenti sono state basate su un punteggio relativo al comportamento e all' ADHD assegnato da genitori o persone addette alla cura dei bambini ed è stata usata una semplice scala a 5 punti dove si aveva: -2 (grosso peggioramento); (-1) lieve peggioramento; (0) nessun cambiamento; +1 (lieve miglioramento); +2 (grosso miglioramento). Genitori e responsabili sono stati contattati telefonicamente dieci giorni dopo l'assunzione del rimedio/placebo e di nuovo dopo due mesi.

Per evitare potenziali influenze da parte dell'omeopata, si è evitato qualunque genere di contatto dopo la presa del caso iniziale. Anche il rimedio non è stato dato direttamente dagli omeopati ma spedito per posta.
Tutti I bambini che hanno partecipato all'esperimento provenivano da famiglie adottive o da genitori sotto la supervisione dei servizi sociali. L'età media era di 10 anni e le etnie di appartenenza erano varie: il 47% dei soggetti era ispanico, il 35% afroamericano e il 18% caucasico.

Sono stati ammessi alla sperimentazione solo bambini che corrispondevano a determinati criteri per l' ADHD sulla base del Diagnostic and Statistical Manual of the American Psychiatric Association. Pazienti già in cura con farmaci per questo disturbo potevano essere selezionati solo se la terapia era iniziata da almeno sei settimane. Questo perché il Dr. Lamont non ha ritenuto opportuno accettare bambini che avevano appena cominciato coi farmaci poiché non sarebbe stato possibile accertare la causa dei miglioramenti, se la medicina omeopatica o quella convenzionale.
A metà dei bambini è stato dato un rimedio omeopatico scelto appositamente, all'altra metà un placebo che somigliava a un rimedio omeopatico. La somministrazione è durata dieci giorni. Dopo dieci giorni, la metà che aveva ricevuto il placebo ha cominciato a prendere un rimedio omeopatico apposito. Bambini e genitori non sapevano dei placebo poiché il ricercatore non voleva influenzarli con la consapevolezza del fatto che i "veri" farmaci sarebbero stati somministrati al secondo giro.

È stato usato un solo rimedio omeopatico alla potenza 200C. Questa decisione è stata presa sulla base di un piccolo studio pilota condotto su 15 pazienti dall'omeopata incaricato. La ricerca ha mostrato la tendenza verso una maggiore efficacia della diluizione 200C rispetto alla 30C.
La media dei punteggi di miglioramento dopo dieci giorni era: 0,35 per il gruppo placebo e 1,00 per il gruppo trattato con l'omeopatia (valore P = 0,05). I miglioramenti più importanti sono stati notati dopo il terzo giorno, mentre alcuni soggetti sono migliorati dopo dieci giorni.
Dopo dieci giorni, i bambini che avevano ricevuto un placebo sono passati alla prescrizione omeopatica e i loro punteggi sono stati comparati con quelli precedenti. La media dei punteggi di miglioramento è stata: 0,35 per il gruppo placebo e 1,13 dopo la somministrazione di un rimedio omeopatico (valore P = 0,02).
Se i genitori non riferivano evidenti miglioramenti, l'omeopata prescriveva un secondo o un terzo rimedio. Comparando i risultati dopo questi rimedi, si è registrato un miglioramento di 1,63 dal gruppo del rimedio omeopatico e un punteggio di 0,35 (valore P = 0,01) per il gruppo placebo.

Oltre all'osservazione dei miglioramenti a dieci giorni dall'assunzione del rimedio omeopatico, consulti di follow-up hanno riportato un miglioramento costante e progressivo nelle condizioni della maggior parte dei pazienti. Tirando le somme, dopo due mesi il 57% dei bambini ha avuto miglioramenti costanti, il 24% ha mostrato miglioramenti per diversi giorni o settimane a seguito del trattamento omeopatico ma è tornato alle condizioni iniziali dopo l'intervista bimestrale. Il19% dei soggetti ha riferito miglioramenti solo durante l'assunzione del rimedio omeopatico (ma probabilmente questo miglioramento era imputabile all'effetto placebo).

Un secondo rimedio omeopatico è stato dato a 18 dei 43 soggetti, 7 soggetti ne hanno preso un terzo. Dieci giorni dopo l'assunzione di ogni rimedio, i risultati sono stati verificati tramite telefonate di controllo e, se non si erano registrati miglioramenti, si stabiliva la prescrizione di qualcosa di diverso.
Solo tre bambini sono stati esclusi dallo studio a causa di cambiamenti nel dosaggio di medicinali anti-ADHD dopo il trattamento omeopatico.
In sostanza, questo studio ha dimostrato che gli effetti della medicina omeopatica erano relativamente rapidi (di solito agiva nel giro di tre giorni), inoltre, un follow-up eseguito due mesi dopo ha riportato un miglioramento progressivo e prolungato nel 57% dei bambini.

La valutazione della Cochrane Collaboration
La Cochrane Collaboration è un gruppo di ricercatori di fama internazionale che ha lo scopo di valutare la ricerca sanitaria. Riguardo al trattamento omeopatico dei bambini con problemi di ADD/ADHD, l'organizzazione si è espressa così: "Al momento sono poche le prove dell'efficacia dell'omeopatia nel trattamento dell' ADHD" (Coulter and Dean, 2007). Dunque, è importante sottolineare che si parla di "poche prove" (che dunque esistono) in merito all'efficacia dell'omeopatia nella cura di questi problemi.
Bisogna dire che la Cochrane Collaboration ha degli standard piuttosto alti riguardo al concetto di "efficacia", inoltre, ha considerato l'esistenza di "poche o nessuna prova" anche nel caso di terapie mediche convenzionali e comunemente utilizzate sulle quali i governi, le compagnie di assicurazione e i privati hanno investito miliardi e miliardi di dollari.

A complicare il tutto sta il fatto che le ricerche sulla medicina omeopatica sono tutte molto diverse tra loro e quindi risulta più difficile valutarle nel complesso. Per questa ragione, i ricercatori della Cochrane hanno consigliato: "Una indagine più mirata per testare protocolli di trattamento diversi."
In ogni caso, bisogna aggiungere che la ricerca sull'omeopatia è molto ridotta rispetto a quella che si fa in merito alla medicina convenzionale, per il fatto che i governi virtualmente non stanziano fondi in favore di essa e perché la cosiddetta "industria omeopatica" è considerevolmente più piccola rispetto a quella delle grandi case farmaceutiche.

Comunque, la valutazione della Cochrane Collaboration in merito alla ricerca omeopatica sui bambini con l' ADD/ADHD ha giustamente menzionato l'alta qualità del lavoro svolto in merito in alcuni degli studi citati in precedenza (Frei, et al, 2005; Jacobs, et al 2006), riconoscendo il fatto che varie ricerche sull'omeopatia utilizzano diversi sistemi di trattamento omeopatico.
Per concludere, si deve ricordare il più famoso dei principi di Ippocrate, ovvero: "Primum, non nocere" ("Per prima cosa, non nuocere"), un consiglio diretto ai medici ma di certo utile anche per i genitori.

Legami tra pesticidi e ADHD
Un articolo su questo argomento non sarebbe completo se non menzionasse alcune ricerche piuttosto recenti e importanti che dimostrano un forte legame tra l'esposizione di bambini ai pesticidi e l' ADD/ADHD (Bouchard, Bellinger, Wright, et al, 2010). Gli studi di un gruppo di ricercatori di Harvard (ma non solo), pubblicati sulla famosa rivista Pediatrics, hanno mostrato che l'esposizione agli organofosfati a livelli comuni per i bambini americani potrebbe contribuire alla diffusione dell' ADHD.

Andando più nello specifico, grazie all'uso di dati cross-section derivati dal National Health and Nutrition Examination Survey (2000-2004) i ricercatori hanno analizzato un campione di 1139 bambini rappresentativo della popolazione generale americana e hanno scoperto che 190 di essi rispondevano ai criteri di valutazione per l' ADHD.

Per determinare il carico delle sostanze sull'organismo, sono state valutate sei concentrazioni urinarie di dialchilfosfato (DAP). I ricercatori hanno scoperto la presenza di uno o più metaboliti di questa sostanza nel 94% circa dei bambini esaminati. Inoltre, nelle urine del 64% dei soggetti è stato rilevata la presenza di dimetilalchilfosfato (DMAP), un comune prodotto chimico. I bambini che presentavano le concentrazioni più alte, soprattutto di questa sostanza, avevano il doppio delle probabilità di soffrire di ADHD rispetto a quelli che ne presentavano livelli non rilevabili.
Infine, una concentrazione urinaria di metaboliti degli organofosfati dieci volte superiore (!) è stata associata a un aumento delle probabilità di una diagnosi di ADHD che andava dal 55 al 72%.

Pesticidi contenenti organofosfati sono stati associati in passato a problemi del neurosviluppo che riguardavano memoria, concentrazione e iperattività. I ricercatori hanno condotto studi simili su bambini esposti con regolarità ai pesticidi (ad esempio quelli che vivevano in fattorie commerciali o nelle immediate vicinanze di esse). La ricerca basata sul National Health and Nutrition Examination Survey è stata la prima nel suo genere a non aver limitato il suo campo di analisi a bambini che erano stati sicuramente esposti a queste sostanze.

Questa nuova ricerca non aveva legami con l'omeopatia, tuttavia, possiamo dire che studi precedenti hanno mostrato effetti positivi dei rimedi omeopatici su soggetti umani e animali esposti a veleni ambientali (Ullman, 2011).


FONTI:
Bouchard MF, Bellinger DC, Wright RO, Weisskopf MG. Attention-deficit/hyperactivity disorder and urinary metabolites of organophosphate pesticides. Pediatrics. 2010 Jun;125(6):e1270-7. Epub 2010 May 17.
Coulter M, Dean M. Homeopathy for Attention Deficit/Hyperactivity Disorder or Hyperkinetic Disorder. Cochrane Database Syst Rev. 2007 Oct 17;(4).
Frei, H, Everts R, von Ammon K, Kaufmann F, Walther D, Hsu-Schmitz SF, Collenberg M, Fuhrer K, Hassink R, Steinlin M, Thurneysen A. Homeopathic treatment of children with attention deficit hyperactivity disorder: a randomised, double blind, placebo controlled crossover trial. Eur J Pediatr., July 27,2005,164:758-767.
Frei, H, and Thurneysen, A. Treatment for Hyperactive Children: Homeopathy and Methylphenidate Compared in a Family Setting. British Homeopathic Journal, October 2001,90:183-188.
Jacob J, Williams AL, Girard C, Njike, VY, Katz D. Homeopathy for Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder: A Pilot Randomized-Controlled Trials. Journal of Alternative and Complementary Medicine. 11, 5, 2005:799-806
Lamont, J., Homeopathic Treatment of Attention Deficit Hyperactivity Disorder. British Homeopathic Journal, Vol. 86, October, 1997, 196-200.
Ullman, D. Homeopathy for Radiation Poisoning. HuffingtonPost. 4/3/2011.
Vedantam S. Debate over Drugs for ADHD Reignites. Washington Post. March 27, 2009.

RISORSE:
Judyth Reichenberg-Ullman, ND, MSW, and Robert Ullman, ND,Ritalin Free Kids: Safe and Effective Homeopathic Medicine for ADD and Other Behavioral and Learning Problems, Edmonds, WA: Picnic Point Press, 1996 (Nota: gli autori di questo libro non hanno alcuna relazione con l'autore dell'articolo).
Dana Ullman, MPH. Homeopathic Medicines for Children and Infants., New York: Jeremy Tarcher/Putnam, 1992.

Dana Ullman

Fonte: hpathy.com 

Traduzione a cura di: Giovanni Ballarin

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