Per favore, niente indignazione! Sul Datagate si sapeva quasi tutto. C'è
una risoluzione del Parlamento Europeo del 6 luglio 2006 che già indica
con grande precisione quello che stava accadendo. E anch'essa arrivava
in ritardo, perché si trattava di fatti che andavano avanti da oltre un
decennio. Io me la ricordo bene perché la votai. Anzi fu votata a grande
maggioranza dall'intero Parlamento. Risultati? Nemmeno una virgola si
mosse.
La risoluzione aveva un titolo inequivoco: "Intercettazione di dati sui
trasferimenti bancari del sistema SWIFT da parte dei servizi segreti
americani". Cosa sia la SWIFT è utile spiegarlo, perché fa piazza pulita
di ogni illusione circa le intenzioni di Washington nei nostri
riguardi. Altro che caccia ai terroristi! SWIFT significa "Society for
Worldwide Interbanking Financial Telecommunications". Società
interamente controllata dal governo statunitense sebbene con sede in
Belgio, ma in grado di tenere sotto strettissimo monitoraggio 8000
banche e istituti commerciali di 200 paesi, incluse varie banche
centrali.
SWIFT non agiva (non agisce tuttora) di propria iniziativa.
Esisteva (esiste) un programma denominato "TerroristFinance Tracking
Program", dell'Amministrazione americana dell'epoca. Programma deciso a
Washington e mai discusso o concordato con l'Europa. La risoluzione del
Parlamento Europeo parte proprio da questo punto. State controllando
tutto e tutti - dicevano in sostanza i parlamentari europei - a vostro
piacimento. Il terrorismo è una scusa. Bisogna rivedere gli accordi e,
dove non ci sono,bisogna fissarli ex novo. Anche perché - così suonava
il testo della risoluzione -"le informazioni registrate dalla SWIFT,
alle quali le autorità statunitensi hanno avuto accesso, riguardano
centinaia di migliaia di cittadini dell'Unione Europea, visto che le
banche europee utilizzano il sistema di messaggistica SWIFT per i
trasferimenti interbancari di fondi a livello mondiale, e che da SWIFT
passano quotidianamente milioni di bonifici e di transazioni bancarie".
Un tale potere, come può capire chiunque dotato di un minimo di
discernimento, dovrebbe consentire controlli molto raffinati su tutti i
movimenti di riciclaggio di denaro sporco, che invecesembrano
miracolosamente esenti da ogni rischio d'indagine. SWIFT controllale
banche svizzere, dove passa di tutto; controlla i trasferimenti che
riguardano l'Iran, la Russia, la Cina, il Brasile. Controlla tutto ciò
che entra ed esce dagli offshore (quasi tutti britannici), ma non ha
dato alcun contributo a fermare i capitali provenienti dal commercio
della droga. Analogo silenzio riguarda le fughe di capitali, l'evasione
fiscale, inclusa quella dei contribuenti americani più importanti.
Dunque un controllo - per usare un eufemismo - molto "selettivo".
Per questo la risoluzione concludeva dichiarando la "ferma opposizione"
nei confronti di "qualsiasi tipo di operazione segreta sul territorio
dell'Unione Europea che si ripercuota sulla privacy dei cittadini
europei", aggiungendo la propria "profonda preoccupazione" che
"operazioni di questo tipo avvengano senza che ne siano informati i
cittadini europei e i loro rappresentanti parlamentari". Esortando
infine "gli Stati Uniti e i loro servizi di intelligence e di sicurezza
ad agire in uno spirito di fattiva collaborazione e a notificare ai loro
alleati le operazioni di sicurezza che intendono condurre sul
territorio europeo".
Quanto "fattiva" e "collaborativa" sia stata la risposta lo possiamo
misurare nel 2013, alla luce di quanto sta emergendo dopo le rivelazioni
di Edward Snowden. E questo non può che gettare un'ombra scura sul
negoziato interatlantico che sta per cominciare - per altro circondato
da troppi misteri - con l'obiettivo dichiarato di creare sviluppo
nell'area occidentale. L'obiettivo non dichiarato è invece molto più
politico che commerciale: è l'intesa tra gli Stati Uniti e gli alleati
europei degli Stati Uniti per rafforzare ancor più tutti i legami di
subordinazione europea in una fase in cui gl'interessi europei sempre
più visibilmente cominciano a dissociarsi da quelli americani.
Ma lo scandalo del "Datagate" mette tutti in difficoltà. Perfino
Hollande, maggiordomo francese, è costretto a dichiarare che sarà
difficile trattare con chi ci spia. Un diplomatico occidentale, che
desidera mantenere l'anonimato,si è espresso nei giorni scorsi in una
felice battuta all'interno di un quadro piuttosto fosco: "E' come se due
ladri decidessero di scambiarsi le chiavi dei rispettivi appartamenti.
Solo che, mentre avviene lo scambio, uno dice all'altro: scusa ma devo
avvertirti che le chiavi del mio sono false".
In realtà la faccenda è assai più complicata e grave dei soli controlli
bancari e queste reazioni europee di finto stupore non fanno che
alimentare la sottovalutazione. I controlli rivelati da Snowden
riguardanoinfattipraticamente tutte le comunicazioni, interne ed esterne
agli Stati Uniti. Non è la vita privata dell'uomo della strada ad
essere messa sotto osservazione: sono le vite private di tutti i
dirigenti politici a essere oggetto dello spionaggio. E sapere tutto di
loro significa poterli ricattare in ogni momento, visto che di santi, in
questa valle di lacrime, ce ne sono davvero pochi. Ecco perché i
Napolitano e i Van Rompuy, i Barroso e gli Schultz, gli Hollande e i
D'Alema fanno le sante madonnine indignate. Perché sanno di essere sotto
ricatto, dal primo all'ultimo. Ecco da dove deriva la nostra sovranità
limitata, anzi limitatissima: dal fatto di essere una colonia
dell'Impero, retta da maggiordomi in livrea che preferiscono
salvaguardare carriera e privilegi piuttosto che dire la verità ai loro
sudditi inebetiti.
E ci sono ancora due risvolti da esaminare, che sono rimasti fuori
dall'obiettivo delle telecamere. E non per caso. Il primo è che l'Impero
in declino non è più in grado di controllare il mondo. Non lo è più dal
momento che altri protagonisti emergono sulla scena mondiale, al di
fuori dell'Occidente, dove l'Impero continua a dominare. Ecco dunque che
possiamo osservare con precisione come le classi dirigenti esterne
all'Occidente, determinate a non lasciarsi trascinare nel suo collasso,
cercano di costruirsi una via autonoma di uscita dalla crisi planetaria.
E, poiché non si fidano di Washington, e poiché hanno leadership non
subordinate (o non del tutto condizionate) agl'interessi di Wall Street e
Londra, eccoli cercare altre soluzioni.
Sto parlando del cosiddetto BRICS Cable, un progetto davvero strategico
il cui obiettivo primario è appunto quello di sottrarsi al controllo e
al condizionamento (leggi al ricatto) di Washington. E' un progetto che
entrerà già in funzione nel 2014, che costerà 1,5 miliardi di dollari e
che sarà pagato dai cinque paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina,
Sud-Africa), ai quali è già previsto si assoceranno, dividendosi spese e
vantaggi, altri dodici paesi tra quelli che, un tempo, si chiamavano i
"non allineati". Comunque al di fuori dell'OCSE, cioè dell'Occidente.
Un cavo lungo 34.000 chilometri, che permetterà collegamenti diretti,
senza intermediari, tra i cinque nuovi giganti emergenti, anzi già
abbondantemente emersi. Essi hanno capito (e nel vertice di Nuova Delhi
del 2012 hanno tirato le somme) che era impellenteprendere decisioni
strategiche proprio in tema di comunicazioni. Non solo per evitare di
essere banalmente derubati di informazioni sensibili e cruciali, ma per
poter impedire a eventuali nemici di "disconnetterli". Insomma: più reti
altrui sei costretto ad attraversare, più è probabile che tu sia
intercettato. Più sono gli "hubs", i nodi da superare, più saranno i
controllori che guarderanno ciò che stai facendo e potranno prendere le
loro eventuali contromisure. Per esempio una comunicazione tra Cina e
Brasile, in questo momento, deve attraversare due "nodi" americani.
Pensa che festa negli uffici della National Security Agency!
La festa finirà tra non molto, anche se i sistemi tipo MUOS, che gli USA
stanno installando in quattro continenti (uno di questi è in
costruzione a Niscemi, in Sicilia), uniti a una rete di satelliti
geostazionari, stanno già studiando i modi per penetrare anche in
eventuali nuove reti comunicative indipendenti. Insomma, la battaglia è
aperta e sarà durissima. L'unica cosa certa, al momento, è che l'Europa,
- questa Unione Europea, che abbaia al padrone, ma morde i suoi popoli
-se ne sta accucciata nel proprio canile, incapace di reagire e di
difendersi.
Infine c'è un aspetto che è decisivo e che, appunto per questo, viene
ignorato dal mainstream. I sistemi di controllo e di ascolto planetario
di cui ormai dispongono gli Stati Uniti e solo loro, hanno anche un
altro risvolto: quello direttamente militare. Si tratta di armi, vere e
proprie. Probabilmente le più importanti armi per la terza guerra
mondiale che si sta velocemente approntando. Perché è già evidente che
gli strumenti di controllo sul nemicosono tutti "multi-uso". Puoi
ascoltare, ma puoi anche interferire. Puoi leggere ciò che gli altri
scrivono ma puoi anche cancellare. Puoi impedire al nemico di ascoltare,
di sentire, di vedere. Puoi bloccare le sue difese. Puoi costringerlo a
difendersi da attacchi che prima erano impossibili, e che vanno da
improvvise epidemie, a modificazioni climatiche violentissime. Tutto
questo è già possibile e il "Datagate" che qui stiamo analizzando altro
non è che la pellicola protettiva che trovi sullo schermo del cellulare
quando è ancora nuovo di zecca.
Noi tutti stiamo vedendo solo la pellicola di plastica, ma non ci è dato
capire cose sta davvero accadendo. Qui sta la differenza tra il caso
"Echelon", o il caso SWIFT, e oggi. In questi anni le tecnologie di
comunicazione-interferenza-attacco hanno avuto sviluppi mostruosamente
veloci. Il progetto HAARP è in piena funzione (ricordo di nuovo il MUOS
di Niscemi) , lo spazio che circonda la terra è ormai sede di sistemi
d'arma che sono stati approntati in vista di uno scontro planetario. E'
possibile entrare in un computer nemico e far esplodere a distanza ogni
ordigno, e ogni centrale nucleare. E' possibile impedire al nemico,
magari nemmeno ancora dichiarato, di realizzare un suo progetto
qualsivoglia. E' possibile avvelenare i corpi, oltre chele menti dei
sudditi altrui.
E tutti guardano il dito, mentre non vedono la Luna. Il pifferaio magico
suona il suo strumento, come un rumore di fondo che impedisce di
percepire l'uragano che arriva. La Luna è già scura e sta entrando in
una eclisse fatale. Il giovane Snowden è una Cassandra che giunge in
ritardo.
Giulietto Chiesa
Fonte: http://megachip.globalist.it
Link_ http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=79928&typeb=0&Il-Datagate-e-un-sintomo-
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12034
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