martedì 2 luglio 2013

LA CADUTA DELLA FENICE

Nelle ultime migliaia di anni il nostro pianeta è stato più volte soggetto a raffreddamenti del clima, detti Piccole Età del Ghiaccio, causati da secolari fasi di bassa attività solare, alternati a periodi di gran lunga più caldi dell'attuale che sono in seguito succeduti ad altre fasi fredde.
Ognuna di queste fasi di bassa attività solare e di clima freddo sono state a loro volta accompagnate da un aumento dell'attività vulcanica e dell'attività sismica su scala mondiale, la prima a sua volta ha accentuato il raffreddamento del clima.


Ognuno di questi eventi tuttavia sembra essere parte di qualcosa di ancora più grande, infatti il grafico elaborato da alcuni scienziati ha evidenziato che con il passare dei millenni le Piccole Ere Glaciali si sono fatte via via sempre più lunghe mentre anche i periodi caldi via via sempre meno caldi, evidenziando che il clima del pianeta nelle ultime migliaia di anni è diventato sempre più freddo.


I dati prelevati dai nuclei dei carotaggi in Groenlandia ci dimostrano il medesimo fatto.


Il clima nelle ultima migliaia di anni ha continuato a diventare sempre più freddo.


 Le temperature negli ultimi 10500 anni registrati nel nucleo di ghiaccio GISP2 Groenlandia. (http://wattsupwiththat.com/2010/12/28/2010%E2%80%94where-does-it-fit-in-the-warmest-year-list/ )
 
Un'altro studio nel 1993 aveva già evidenziato che il nostro pianeta era in fase di un declino delle temperature già da 3500 anni.


Mentre un'altro studio molto recente ha dimostrato che il clima si stà raffreddando da 2000 anni. Nonostante l'assenza di quantità significative di uomo-biossido di carbonio rilasciate in atmosfera, il clima era più caldo in epoca romana e medievale di quanto lo sia ora.

"Abbiamo scoperto che le stime precedenti storiche di temperature durante l'epoca romana e il medioevo erano troppo basse", dice il dottor Jan Esper del Johannes Gutenberg-Universität Mainz, uno degli scienziati più importanti dello studio.
"Questi risultati sono importanti anche per quanto riguarda la politica climatica."
"Essi lo sono certamente", scrive Pagina Lewis nel registro.
"Se è vero che in realtà il clima è stato spesso più caldo senza che emissioni significative di CO2 abbiano avuto luogo - ciò suggerisce che le emissioni di CO2 semplicemente non sono così importanti -. Nel caso gli enormi sforzi per ridurre tali emissioni scompaiono in gran parte"
Questo grafico dimostra ciò che è realmente accaduto negli ultimi 2.000 anni:

Dal 1960 anche le piante stanno migrando a sud a causa del progressivo raffreddamento del clima.
 
Nel 1960, la United States Department of Agriculture (USDA) ha pubblicato un rapporto di Resistenza Zone Map. Questa è la mappa che vedete sul retro di pacchetti di semi.
Gli agricoltori e giardinieri utilizzano la mappa per sapere dove è più sicuro di piantare vari tipi di colture.

L'impianto Resistenza Zone Map divide gli Stati Uniti e il Canada in zone. Ogni zona rappresenta un grado 10 F (5,6 gradi C) differenza di temperatura minima media annuale. La maggior parte del Canada si trova nella zona 1 (al di sotto di -50 ° C), mentre la maggior parte della Florida si trova in zona 9 (tra 20 º a 30 º F). Più alto è il numero, in altre parole, il più caldo.
 
Trent'anni dopo, l'USDA ha compilato una nuova mappa.
 
Si confronti le due mappe, e si vedrà che le zone vegetali di rusticità in molti Stati si sono spostate a sud drammaticamente, nel senso che si sta facendo più freddo.
Prendiamo l'Indiana. Nel 1960, più della metà dell'Indiana era a pianta zona di robustezza 6.
Oggi, la maggior parte dello stato sta nella pianta zona di robustezza 5.
Guardiamo il Tennessee. Nel 1960, tutto il Tennessee - tutto di esso - era in pianta zona di robustezza 7. E oggi? Tre quarti dello stato sta nella pianta zona di robustezza 6. Cali simili si sono verificati in Illinois, North Carolina, South Carolina, Missouri, Kentucky, e molti altri stati. 
Sta diventando più freddo, e le piante lo sanno. Così fa il governo degli Stati Uniti, almeno un ramo di esso. Gli agricoltori e giardinieri hanno bisogno di sapere, anche, in modo da poter adattare i loro raccolti di conseguenza. Il raffreddamento del clima sul continente americano continua ancora oggi. A evidenziarlo è la copertura nevosa di marzo che nel corso degli ultimi anni si è fatta sempre più estesa già a partire dal mese di marzo.


Una una significativa tendenza al raffreddamento (per il NOAA) attraverso il più importante granaio globale continua - se l'ultima tendenza al raffreddamento globale da 15 anni tende persistere, i raccolti subiranno immense perdite.

 
Le tendenze globali di raffreddamento si sono concretizzate, al punto che gli scienziati di tutto il mondo stanno iniziando a esprimere preoccupazione.
Nelle regioni di taglio chiave degli Stati Uniti, si è registrato un trend di raffreddamento esteso che persiste nonostante le immense emissioni umane di CO2 rilasciate nel corso degli ultimi due decenni.

Le suddette quattro carte NOAA raffigurano tali tendenze di raffreddamento attraverso la larga parte americana della produzione agricola.
Questi grafici rappresentano la fonte principale di mais americano, di soia, la primavera e le aree di coltivazione di grano invernale. (http://fetonte.blogspot.it/search/label/agricoltura )
 
Questa tendenza al raffreddamento negli Stati Uniti è in atto già da decenni prima. Le temperature medie negli Stati Uniti sono in calo già dal 1966, afferma il meteorologo Rich Tinker del Climate Prediction Center del Noaa. Sopratutto nella parte orientale, e specialmente nel mid-west e sud-est. La fine dell'estate e l'autunno sono più freddi, ma gli inverni più caldi, specifica Tinker. (Seth Borenstein, "Study: U.S gets coolers and wetter", Seattle Times, 20 aprile 1999).

L'ex direttore della Climate Research Unit (CRU) dell'Università britannica di East Anglia, ha ammesso alla BBC che non vi è stato statisticamente significativo riscaldamento globale dal 1995, e che il mondo potrebbe essere stato più caldo durante il medioevo, il professor Phil Jones ha affermato il seguente:
· Non c'era statisticamente significativo riscaldamento globale 1995-2009. Da gennaio 2002 ad oggi, la terra è stata raffreddando. (http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/8511670.stm )
Tutto ciò stà avvenendo mentre l'attuale campo magnetico terrestre si stà sempre più rapidamente indebolendo.


È stato dimostrato che il campo magnetico terrestre sta diminuendo più velocemente di quanto non si credesse in passato: i dati mostrano che l’intensità del campo magnetico terrestre si sta riducendo da almeno 2000 anni. Il problema sta nella velocità stimata per la decrescita, che secondo gli scienziati sarebbe decisamente maggiore di quanto non sia stato valutato in precedenza. Tra l'altro, ai tempi di Gesù il campo era notevolmente più intenso di quello che è oggi, almeno un cinquanta per cento più intenso. Il calo di intensità è già da solo pari a circa il 10 per cento negli ultimi 160 anni. Tutto ciò sembra accompagnare un progressivo aumento dell'attività vulcanica negli ultimi secoli, con i picchi più elevati durante le fasi più basse di attività solare undecennale.


Vulcanismo in Giappone
Sommario dei fenomeni eruttivi mondiali nel 20 Secolo
Da oltre un secolo l'attività vulcanica è in significativo aumento.
"Stiamo attraversando una fase di accresciuto vulcanismo, la maggiore degli ultimi 500 anni"scrivono gli scienziati Dixy Lee Ray E e Lou Gozzo in "Enviromental Overkill Whatever Happend to Common Sens."



Fig. 10. Grafico delle eruzioni vulcaniche del mondo dal 1900 a giugno 2010 (Da E. Khalilov, 2010, secondo i dati globali del programma Volcanism)
http://www.volcano.si.edu/world/find_eruptions.cfm  Numero annuo di eruzioni vulcaniche è segnato in giallo; Trend basata sulle medie di funzionamento di 7 anni è segnato in blu. Al tempo stesso, come mostrato in fig. 11, la retta linea di tendenza che caratterizza la tendenza generale dell'evoluzione dei numeri di eruzioni vulcaniche indica anche un aumento del numero di eruzioni vulcaniche di anno in anno.
 

Fig. 11. Straight-linea di tendenza di eruzioni vulcaniche del mondo dal 1900 a giugno 2010 (Da E. Khalilov, 2010, dai dati globali del programma Volcanism)
http://www.volcano.si.edu/world/find_eruptions.cfm )

 
Anche l'attività dei vulcani di fango è in aumento da oltre un secolo.
Gli studi condotti da Sh. F. Mehdiyev e EN Khalilov (1990) hanno rilevato che oltre il 90% dei vulcani di fango della terra sono situati in zone di subduzione.

Questo si vede nella mappa in Fig. 13.

Fig. 13. Cartina delle zone di fango vulcano del mondo e delle zone di subduzione
(Di Sh. F. Mehdiyev e EN Khalilov, 1987)
1 - vulcani di fango zone di ubicazione;
2 - zone di subduzione, 3 - i guasti di trasformazione
 
Vulcano di fango in Indonesia
http://img.timeinc.net/time/2007/top_10_photos/ntrl_disaster_mud_volcano.jpg~~V
 
Lo studio della dinamica eruzione di vulcani di fango del mondo ha dimostrato che nel corso degli ultimi duecento anni l'attività di eruzione di vulcani di fango è aumentata (Sh. F. Mehdiyev, EN Khalilov, 1984;. Sh F. Mehdiyev, Khain VE, TA Ismayil -Zadeh, EN Khalilov, 1987; Khain VE, EN Khalilov, 2008, 2009)



Fig. 14. L'attività del mondo dei vulcani di fango diagramma
(Da VE Khain, EN Khalilov, 2002)
Annuale grafico eruzione vulcano di fango tasso levigata con 11 anni di media è segnata in nero; Straight-linea di tendenza è segnata in rosso.
 
Insieme con la curva di eruzione vulcanica annuale di tariffe che devono riflettere l'esistenza di ciclicità, a quote linea di tendenza è mostrato nel diagramma di caratterizzare un aumento stabile l'attività di vulcani di fango dal 1800 al 2000 (Fig.14).
 
C'è da considerare un fatto molto importante: 
1) Le fasi di bassa attività solare corrispondono ad un'incremento dell'attività sismica e vulcanico, causate dal fatto che il campo magnetico solare è più debole.
Durante la Piccola Età del Ghiaccio l'attività solare si mantenne pressochè molto bassa e questo contribuì ad un'aumento di questo genere di fenomeni distruttivi.
 
2) L'indebolimento del campo magnetico terrestre comporta anch'esso un'aumento dell'attività vulcanica e sismica, i più grandi picchi di attività vulcanica del passato corrisposero tutti a fasi di campo magnetico indebolito durante le inversioni o escursioni del campo magnetico.
Numerosi scienziati hanno constatato proprio quanto descritto nella sezione numero 1.
Gli sforzi per identificare il rapporto statistico tra attività solare e le manifestazioni vulcaniche sono state fatte da un certo numero di scienziati: AI Abdurakhmanov (1976); NK Bulin (1982); YA Hajiyev (1985); Sh. F. Mehdiyev, EN Khalilov (1984, 1985); SV Tsirel (2002), e VE Khain, EN Khalilov (2008, 2009), tra gli altri.

Per esempio, AI Abdurakhmanov, PP Firstov e VA Shirokov hanno suggerito un legame tra eruzioni vulcaniche e la ciclicità di 11 anni di attività solare.
Secondo gli autori, gli anni in prossimità di massima attività solare sono sfavorevoli per eruzioni vulcaniche, mentre gli anni più favorevoli per le eruzioni si trovano vicino al minimo di attività solare, per lo più nel mezzo e alla fine del declino del ciclo solare (AI Abdurakhmanov, 1976).
 
Un'altro scienziato statunitense ha notato la stessa cosa.
 
Un lavoro scientifico del 1989 di un ricercatore statunitense dell’Institute for Space Studies della NASA che si trova a New York al Goddard Space Flight Center. Il suo nome è Richard B. Stothers ed ha preso in considerazione i dati storici delle grandi eruzioni vulcaniche tra il 1500 e il 1980. Con un’accurata analisi retrospettiva, molto dettagliata, di dati storici ha scoperto due periodicità statisticamente significative nell’andamento delle eruzioni vulcaniche correlabili rispettivamente sia al ciclo solare di 11 anni, sia al più lungo ciclo solare di 80 anni, detto di Wolf-Gleissberg. In queste periodicità di particolare attività vulcanica ha osservato che vi era una notevole corrispondenza tra aumento dell’attività vulcanica e minimi solari, mentre vi era una cospicua riduzione dell’attività vulcanica durante i massimi solari.
 
Anche i terremoti funzionano allo stesso modo.
 
Un certo numero di opere sono state dedicate allo studio delle relazioni statistiche tra i parametri di attività solare e sismica: AD Sytinskii (1963-1998); PM Sychev (1964), John F. Simpson (1968); OV Lusmanashvili (1972, 1973); FA Makadov (1973); YD Kalinin (1973, 1974); Gribin (1974); GY Vasilyeva (1975); Velinov P. (1975); Kanamori H. (1977); VD Talalayev (1980); NV Kulanin (1984) ; YD Boulanger (1984); Sh. F. Mehdiyev, EN Khalilov (1984, 1985); Jakubcova e M. Pick (1987); AD Sytinskii (1989); RMC Lopes, SRC Malin, A. Mazzarella (1990); OA Khachay (1994); LN Makarova, Gui -Qing Zhang (1998); AV Shirochkov (1999); X. Wu, W. Mao, Y. Huang (2001); IV Ananyin, AO Fadeev (2002); Schulenberg K. (2006); SD Odintsov, GS-Ivanov Kholodnyi e Georgieva K. (2007), e VE Khain, EN Khalilov (2008, 2009), tra gli altri.
 
Lo scienziato cinese Gui-Qing Zhang (1998) ha concluso che i terremoti si verificano spesso intorno agli anni minimi di attività solare.
 
Negli anni picco di attività solare, il numero di terremoti è relativamente inferiore che intorno ai picchi.
 
Uno studio condotto da un gruppo di scienziati (SD Odintsov, GS Ivanov-Kholodnyi e K. Georgieva, 2007) hanno dimostrato che la massima energia sismica rilasciata dai terremoti all'interno del ciclo di 11 anni di attività solare si osserva durante la fase di declino del ciclo e prima del suo massimo solare.
 
Per quanto riguarda la fase 2 ne discuteremo in seguito.
 
Resta l'evidenza che i dati scientifici sembrano che 
A) l'allungamento della Piccole Ere Glaciali; 
B) Il declino delle temperature negli ultime migliaia di anni; 
C) L'aumento del vulcanismo; sembrano collegarsi con il declino del campo magnetico negli ultimi 2000 anni.

A confermarci questi fatti sono le calotte glaciali sia della Groenlandia che dell'Antartide.


L'Antartide è oggi il luogo più freddo della Terra. I venti catabatici come tempeste battono costantemente la linea di costa. Ma una volta le valli del continente erano verdeggianti piene di fiorente Pino Glossopteris e foreste.

Come facciamo a sapere questo? "Scott in Antartide" è stato il primo a scoprire i fossili sotto il ghiacciaio Beardmore nel 1912. Da allora pietrificati, tronchi d'albero e foglie, ossa di dinosauri, marsupiali e carbone ricco di fossili è stato scoperto nel suo ambiente ora ostile.
Secondo la classica geologia, questa età precedente e lussureggiante ha prosperato milioni di anni fa nell'era del Permiano.(250 milioni di anni fa)
 
Lo spostamento del continente antartico, inesorabilmente arrancando in millimetri l'anno, a poco a poco si trasferì nel gelido letargo. La flora e la fauna sono periti, lentamente fossilizzati e lasciato al sonno. Così come in Groenlandia!
 
Ma aspettate! Questa formazione di una lastra di ghiaccio di tre chilometri di spessore non è cosa da poco. L'Antartide contiene il novanta per cento di ghiaccio del mondo, ma alcune delle valli dell'Antartide sono i luoghi più aridi della terra. L'Antartide è tecnicamente considerato un deserto. Incredibilmente poca neve cade al suo interno (cinque centimetri l'anno equivalente pioggia) in cui lo strato di ghiaccio è molto più spessa.
 
Tempeste di neve catabatiche risiedeono solo sulla costa dove il ghiaccio è più sottile.
Contraddizione?
 
Tuttavia, i geologi classici sostengono che, eoni di tempo possono spiegare queste anomalie dello strato di ghiaccio. Curiosamente, gli studi delle carote di ghiaccio sono in contraddizione con i milioni di anni di ghiaccio nescessari a coprire il paradigma della deriva dei continenti.
 
Per esempio, la stazione dei nuclei di ghiaccio di Vostok afferma che il continente medio di tre chilometri della profondità dello strato di ghiaccio è di solo circa 250.000 anni.
 
Come può essere? Lo strato di ghiaccio dovrebbe indicare milioni di anelli negli strati di ghiaccio se la lenta teoria della deriva dei continenti dai tropici al freddo fosse corretto.
Sicuramente lo strato di ghiaccio sarebbe significativamente più spesso dove un continente va lentamente alla deriva entrando nel polo antartico?
 
Anche questa bassa età geologica è ora messa in discussione.
 
E' possibile che la calotta antartica abbia solo poche migliaia di anni?
 
Ci sono tre contraddizioni intriganti che sfidano l'età canuto della calotta antartica. Sembrano bizzarre e difficili da spiegare.
Due mappe antiche, quella di Piri Reis e Oronteus Finaeus (circa 1500 dC), stranamente mostrano l'Antartide libero dai ghiacci.
 
Ma questo era un periodo in cui l'Antartide non era ancora stata scoperta! Ancora più curiosa, la mappa di Piri Reis l'ammiraglio turco, è stata apparentemente proveniente da biblioteche di Alessandria 2000 anni fa.
 
I cartografi inquirenti della US Air Force erano perplessi. La mappa raffigurava la costa libera dell'Antartide libera dallo strato di ghiaccio di 3 chilometri di di profondità. Queste coste sepolte sono stati solo recentemente delineato dalle spedizioni polari britanniche.
Anche strato di ghiaccio che seppelliva fiumi e monti era assente. Le mappe di Finnaeus Oronteus erano ancora più complete e mostravano l'intera Antartide priva di ghiaccio!

Come potevano i marinai dell'antichità conoscere una costa ora distorta dal ghiaccio?

È concepibile che fosse priva di ghiaccio quando veniva mappata?

Come potevano anche aver navigato intorno alla sua costa con quei gelidi venti fortissimi?

 
E' possibile che sia stato mappato al tempo dei faraoni poche migliaia di anni fa?
 
Pare che gli strati di ghiaccio in realtà si possano formare molto più in fretta di quanto ci si aspetti realmente dagli eoni di tempo.
 
Alcuni aerei Lockheed Lightning sono stati abbandonati in Groenlandia nel 1942. Cinquanta anni più tardi, Patrick Epps li recuperò a 250 piedi sotto la calotta di ghiaccio!
 
Ma questa impresa ha rivelato che che gli strati di ghiaccio non erano annuali, come si presume dalla scienza moderna. Ogni strato era un riflesso della fusione del ghiaccio dopo ogni tempesta. Gli studi di base dei campioni di ghiaccio del GISP, Camp David, Vostok e tutti gli altri, si basano sul paradigma che uno strato equivale a un anno. Tutte le analisi isotopiche e chimiche assumono questa definizione fondamentale. La citazione proviene dal rivelatore spedizione dell'organizzatore "Richard Epps". Egli sconcertato osservò: "Chi ti ha detto che uno strato di ghiaccio equivale a un anno?
 
Abbiamo scavato attraverso cinquanta anni di tempo e abbiamo trovato migliaia di strati fino alle profondità 250 piedi."
 
Lo strato di ghiaccio di Vostok propone un'età di 250.000 anni!

Eppure, se dividiamo gli anelli totale per il numero di eventi di pioggia l'età totale scende in modo esponenziale.
 
Soprattutto quando epoche, come la Piccola Era Glaciale, con i suoi scenari caotici, ha prodotto una miriade di eventi meteorologici rampanti. Potrebbe lo strato di ghiaccio avere non più di 6.000 anni?
 
Per aggiungere a questo scenario, Charles Ginenthal nel suo saggio su 'prove dei nuclei di ghiaccio' ha spiegato, che la fusione estiva e la deposizione di migliaia di strati durante epoche caotiche può totalmente falsificare l'anno per ogni paradigma su cui si basa questa teoria.

Egli sostiene che i nuclei di sedimento oceanico e i risultati della foratura sono in contraddizione con i dati di base del ghiaccio.


Probabilmente la costa dell Antartide fino a poche migliaia di anni fa non era coperta dall'attuale cappa di ghiaccio che ne soffoca la superficie sotto centinaia e centinaia di metri.
Per osservare la rapidità con cui cresce la calotta glaciale antartica è sufficiente osservare alcune foto.
 
Queste due foto, scattate alla fine del 1980, mostrano che la calotta polare antartica è in crescita sempre più spessa.


Come si può vedere in queste foto, tutti i primi 30 metri delle torri sono ora sepolti nel ghiaccio.
Non solo le torri di trasmissione di potenza sono sepolte, lo sono anche le stazioni di ricerca in Antartide stesse.


 Torri di trasmissione sepolte nella calotta polare
 
Questo sembrerebbe a sua volta confermare che migliaia di anni fa faceva di gran lunga più caldo di oggi mentre man mano che il campo magnetico terrestre ha cominciato a indebolirsi le temperature abbassandosi sempre più, specialmente durante le precedenti Piccole Ere Glaciali, l'accumulo di neve e ghiaccio esalati dagli oceani riscaldati sottoforma di vapore è andato costantemente nel corso dei millenni a incrementare man mano la calotta glaciale del continente antartico.
 
Gli stessi dati derivano dalla Groenlandia.
 
Un'altro indizio sul fatto che il clima si stia progressivamente facendo sempre più freddo arriva dalla Groenlandia stessa, che in inglese Green-Land significa Terra Verde.
 
Il nome di Groenlandia, che in lingua danese significa 'terra verde', viene attribuito all'Isola perché quest'area fu in passato non ricoperta da ghiacci come si presenta oggi ma terra verde, appunto, e molto fertile.


Bagnata dall'Oceano Atlantico e dal Mare Glaciale Artico, la Groenlandia è più piccola rispetto all'Australia che però è considerata un continente lasciando quindi alla prima il titolo di isola più grande del mondo.

In passato, durante il Periodo Caldo Medievale, era di gran lunga più caldo di quanto lo abbia fatto durante il Periodo Caldo Moderno che paragonato ad esso il primo sarebbe una calda estate comparata con il periodo freddo tardo-autunnale, che altri non è che il secondo.
Effettivamente le temperature della Groelandia negli ultimi decenni sono state in costante calo come evidenziato dai grafici sottostanti.

Trend delle temperature al Lago Taohe (http://www.wolframalpha.com/input/?i=LAKE+TAHOE+TEMPERATURE )
 
Trend delle temperature in Groelandia dal 1990 al 2010
(http://www.wolframalpha.com/input/?i=Greenland+TEMPERATURE)

 

Questo fatto, nonostante le emissioni di anidride carbonica siano aumentate, ci fa comprendere che non solo quest'ultima non abbia alcuna influenza sulle temperature del clima, ma addirittura alcuni studi che hanno ipotizzato che fosse stato l'aumento della percentuale di questo gas nell'atmosfera a causare un'aumento delle temperature globali e a porre fine all'ultima Era Glaciale, vengono automaticamente smentiti.

Come ben sappiamo, in passato non c'erano le attuali industrie e fabbriche che emettono i cosiddetti e soprannominati "gas a effetto serra" come anidride carbonica, anche se in realtà questa non ha alcuna incidenza sull'aumento delle temperature.
 
Eppure diversi studi hanno dimostrato che durante il Periodo Caldo Medievale faceva di gran lunga più caldo di quanto abbia fatto durante il XXI Secolo.
 
Un recente studio pubblicato dalla American Society Metrologico ha riferito che i campi di ghiaccio della Groenlandia sono aumentati del 12% dalla piccola era glaciale, con un incremento tra il 1840-1996, cioè la tendenza del 30% superiore a quella del 1600-2009, suggerisce un ritmo accelerato di accumulazione.
 
Il rapido accumulo di ghiaccio nel corso degli anni e il fatto che le coste antartiche fino a 5000 anni fa, come dimostrano numerose mappe, fossero libere dal ghiaccio, mentre ora sono coperte da uno strato spesso centinaia di metri, sommati ai grafici che ci evidenziano che nelle ultime migliaia di anni il clima ha cominciato a farsi progressivamente più freddo, ci indicano che nelle ultime migliaia di anni le calotte glaciali si sono espanse e sono cresciute.
Una glaciazione in fase di progresso.
 
Le Piccole Ere Glaciali altro non sarebbero che le fasi più fredde di questa nuova avanzata dei ghiacciai.
 
Effettivamente sia negli Stati Uniti che sul Nord Europa le temperature sono in calo da decenni, contrariamente a quanto prima si ipotizzava che si stessero alzando a causa dell'aumento dell'anidride carbonica da parte delle attività umane.
 
Negli ultimi decenni i cicli solari undecennali si sono fatti sempre più deboli e questo ha portato,a causa della sempre minore energia emessa dal Sole, a un progressivo raffreddamento sul lungo termine ventennale. 


Questo grafico del Dr. Leif Svalgaard mostra dove siamo oggi in relazione agli ultimi 165 anni. (http://wattsupwiththat.com/2010/01/07/suns-magnetic-index-reaches-unprecedent-low-only-zero-could-be-lower-in-a-month-when-sunspots-became-more-active/ )
 
Quest'anno (2013) la Russia è stata colpita da bassissime temperature a -50 C°, il più freddo da 80 anni, mentre per la quantità di neve si sono battuti record che non si vedevano da 100 anni, con ben 216 centimetri di coltre bianca accumulata dall'inizio della stagione.
 
Più a Nord la Siberia, ha battuto un eccezionale record di bassa temperatura, nella città di Oymyakon è stato raggiunto l'incredibile valore di -71°C! Battuto il precedente record di -68°C che resisteva ormai dal lontano 1933.


 
Nel gennaio 2013 invece vaste porzioni della Russia Settentrionale e della Siberia sono state affogate da mostruose nevicate che hanno raggiunto accumuli talvolta dallo spessore equivalente i 10 metri.
 
Ancora una volta agli inizi di marzo il fenomeno si è ripetuto seppur su scala minora, ma pur sempre superando il metro d'altezza.
 
Nell'Olbast di Novosibirk quattro persone hanno perso la vita all'interno delle proprie automobili per asfissia, mentre aspettavano che la bufera di neve passasse.
 
Siamo a marzo, dove generalmente ci sono i primi tepori di primavera eppure ancora adesso l'inverno russo stà perseguendo con le sue anomale basse temperature.
L'inverno pare non voler abbandonare anche altre regioni russe. Nella regione di Cheljabinsk una valanga ha sommerso la piccola cittadina di Ust'-Katav, lasciando sette palazzi residenziali sotto la neve. Non ci sono state vittime.
 
Nella città di Voronezh la neve ha provocato numerosi incidenti stradali. Molte strade sono state chiuse a causa del ghiaccio. Anche nei dintorni di Voronezh il traffico è stato in parte limitato.
 
Ci spostiamo a ovest e andiamo in Germania, nella quale anche qui i dati ci indicano che negli ultimi due decenni la temperatura media della Germania è in calo.


In Germania le temperature sono in calo dal 1998, mentre le concentrazioni di CO2 nel mondo sono aumentate. (Fonte Chart: Josef Kowatsch, Eike, fonte dei dati è il Servizio meteorologico tedesco DWD)
 
Nuovi dati tuttavia ci informano che la temperatura media in Germania in realtà è in calo di 6 C° al secolo.
 
Le temperature invernali della Germania nel corso degli ultimi 25 anni sono in calo a una velocità di 6 ° C per secolo Chart Fonte: Josef Kowatsch, sulla base dei dati DWD.
 
100 anni di temperature e tendenze invernali in Germania con e senza UHI. Schema di origine: Josef Kowatsch
 
Interessante inoltre notare che quest'anno la Germania ha vissuto il più buio inverno da oltre 40 anni.
"I giorni stanno diventando sempre più lunghi, ma non c'è ancora un accenno di sole di primavera in Germania.
 
I dati meteorologici dimostrano che questo inverno è stato il più cupo in 43 anni.
 
Se il sole non si avvia a splendere presto, sarà il più buio inverno sul record. L'inverno in Germania è in genere un affare tetro, scuro e ricco di quel tipo di freddo umido che va dritto alle ossa - e, purtroppo, alla psiche.
 
Ma molti residenti ritengono che questo inverno è stato particolarmente difficile da sopportare.
I meteorologi dicono il motivo di perché è stato il più buio inverno in più di quattro decenni.
Meno di una media di 100 ore di sole sono stati registrate finora nel corso dell'inverno meteorologico, che va da dicembre a febbraio, ha detto il Servizio Meteorologico Nazionale (DWD).
 
La media invernale è un già misero 160 ore di sole. "
 
Anche nuovi studi sulle temperature medie dell'arco alpino Europeo ci confermano questa tendenza al raffreddamento.
 
Per la maggior parte le stazioni NSS stazioni, DWSF e DWSP mostrano valori più bassi registrati e senza precedenti nelle tendenze negative alla fine del 1980 e 1990. Per MAXNS, tuttavia, non si trovano tendenze chiare e minori variabilità decadali, ma valori molto grand MAXNS (> 60 cm) non sono presenti dal 2000.
 
Questa tendenza al raffreddamento alpino ci fa da sola comprendere il motivo per cui il manto nevoso si mantiene assai stabile, rallentando lo scioglimento durante il periodo estivo, e anche il motivo per cui le stazioni sciistiche ancora oggi nel periodo di giugno-luglio 2013 sono ancora aperte.

Questa è la prima tendenza, il cui maggiore importo di neve nel corso degli anni andrà in futuro a favorire l'avanzata dei ghiacciai alle medie e alte latitudini.
Il 30 giugno 2013, la zona di Cortina a 2500 ha riaperto le stazioni sciistiche, per la prima volta in 12 anni.

Si tratta di neve vera e propria, anche abbondante “come in pieno inverno” dicono gli operatori turistici locali, estasiati per poter riaprire le piste a fine giugno. Era successo solo altre due volte nella storia: nel 2001 e nel 1976. (http://www.meteoweb.eu/2013/06/incredibile-a-cortina-ce-tanta-neve-come-in-inverno-e-si-torna-a-sciare-era-successo-solo-altre-2-volte-nella-storia/212786/ )

 
Lo stesso fenomeno, questa volta per la prima volta nella storia, vale anche per la zona dei Pirenei.

Ma sui Pirenei è stata la primavera più fredda degli ultimi due secoli, e nelle piste da sci di Puymorens Porte, che sorgono tra i 1.600 e i2.500 metri di altitudine, c’è ancora moltissima neve, addirittura oltre 70-80cm alla base e fino a500cm in cima, come spiega Eric Charre, direttore del centro sciistico. E’ quindi probabile che lassù si continui a sciare ancora a lungo.(http://www.meteoweb.eu/2013/06/incredibile-sui-pirenei-piste-da-sci-aperte-a-giugno-grazie-alla-neve-abbondante-non-era-mai-successo-prima/206956/ )


A metà giugno invece la primavera aveva portato una tale quantità di neve sulla catena alpina 
che su molti passi si è dovuto ritardare la riapertura delle strade a causa dello spessore del manto nevoso.
 
Su tutto il comprensorio del Gran Paradiso e del Colle del Piccolo San Bernardo, ma anche oltralpe, in Francia, ci sono state nevicate eccezionali e molti passi alpini sono costretti a rinviare l’apertura per la presenza di troppa neve, nonostante siamo ormai a metà giugno!
Nonostante settimane di lavori e centinaia di metri cubi di neve già rimossi, slitta la riapertura del Col d’Iseran, nella Savoia.
 
La strada è sgombera fino a 3km dalla vetta (a 2.770 metri di quota), ma la neve è alta più di 7 metri in cima alla montagna e al momento la riapertura del colle è stata rinviata a data da destinarsi, perchè non si può sapere quanti giorni, o addirittura settimane, dovranno passare finché la strada venga completamente liberata.
 
Il vicino Col du Gabilier doveva essere aperto nel weekend, ma lo stesso consiglio generale della Savoia, ha rinviato tutto a mercoledì 19 giugno.


E’ stato riaperto solo il 15 giugno, in grande ritardo rispetto al solito invece il Passo della Novena, valico alpino che collega il Ticino al Vallese.
 
Grande spettacolo, come possiamo vedere dalle foto, tra pareti di ghiaccio alte fino a 9 metri! In cima siamo a quasi 2.500 metri di quota. La strada del passo, costruita tra il 1965 e il 1969, conduce da Ulrichen , Canton Vallese, ad Airolo, Canton Ticino. La chiusura prolungata aveva costretto anche gli organizzatori del Tour de Suisse a rinunciare alla tappa che dal Ticino avrebbe portato la carovana e i ciclisti in Vallese.
 
Il muro di neve ai bordi della strada tocca anche i nove metri di altezza. 


La neve sulle dolomiti, specie nelle aree più elevate, non è certo una novità, ma così tanta, nel mese di Giugno, non si ricorda a memoria d’uomo. E’ quanto sostiene Lodovico Vaia, gestore di un rifugio montano che opera in montagna da 50 anni. “Capita spesso di spalare un po’ di neve quand’è ora di aprire il rifugio -sostiene- ma una situazione del genere proprio non mi si era mai presentata“. Eppure, nonostante le moltemplici difficoltà, verrà battuto un sentiero in attesa degli escursionisti. Il rifugio Boè, posto a quota 2873 metri è uno dei più alti delle Dolomiti, e nei giorni scorsi, specie nelle aree caratterizzate da accumulo eolico, la neve superava i sei metri.  (http://expianetadidio.blogspot.it/2013/06/i-primi-segnali-del-futuro-avanzare-dei_16.html )


E le temperature stanno calando negli ultimi decenni non solo sulla catena alpina ma anche in Italia.
 
Paolo Ernani, esperto dell’aeronautica militare ha riferito:
“I miei studi sono fondati su ricerche il più possibile serie. Quando sono giunto alla conclusione che la temperatura dell’Italia nel periodo 1997-2012 mostra una tendenza a scendere (portata giù proprio dalla debolezza dell’attività solare) ho sentito il dovere di farne cosa pubblica.."


Anche negli Stati Uniti le temperature medie stanno progressivamente calando.


Quindici anni in cui le temperature sono diminuite, nonostante un luglio da record quest’anno.
 
Da notare, nei grafici, le eloquenti differenze con le previsioni.
 
Interessante notare come con calo delle temperature negli Stati Uniti anche l'accumulo del manto nevoso sia andato ad aumentare.
 
Numeri effettivi del manto nevoso mostrano un aumento del 22% nel manto nevoso nel corso degli ultimi 33 anni in tutto Washington e le Oregon Cascade Mountains .
 
Allo stesso modo il raffreddamento riguarda anche l'Alaska, la cui temperature medie indicano che anche questo Stato si sta progressivamente facendo sempre più freddo.
 
Nel primo decennio dal 2000, il 49 ° stato si è raffreddato 2,4 gradi Fahrenheit.
 
Questo è un "valore elevato per un decennio", il Centro di ricerca sul clima dell'Alaska presso l'Università di Fairbanks in Alaska ha detto in "Il primo decennio del nuovo secolo: una tendenza di raffreddamento per la maggior parte dell'Alaska."
 
Il raffreddamento è molto diffuso - a conferma del vero per le 19 delle 20 stazioni del National Weather Service cosparse da un angolo dell'Alaska alle altro, le note su carta.
 
E' più importante nella parte occidentale Alaska, dove King Salmon sulla penisola di Alaska ha visto le temperature scendere più rapidamente, un significativo 4,5 gradi per decennio, dice il rapporto.
 
Stesso fenomeno coinvolge anche l'Antartide, la quale, negli ultimi decenni stà in realtà manifestando una costante al raffreddamento, una sempre maggiore estensione del ghiaccio marino, e un sempre ridotto disgelo superficiale della neve.


 
Non manca all'appello nemmeno l'Inghilterra, soggetta anch'essa nell'ultimo decennio ad un progressivo raffreddamento delle temperature medie.
 
Come mostra il grafico, la più recente tendenza degli ultimi 10 anni rappresenta un raffreddamento regione Regno Unito in un incredibile tasso di -8,7 ° C per secolo (a -7,7 ° C di diminuzione per l'anno 2100).


Negli ultimi anni, gli inverni nel sud del mondo sono stati particolarmente infelici, ed è success anche nel 2011 per numerosi paesi.

Esempi di clima invernale brutale abbondano, tra cui: il Perù, il Brasile, il Cile, la Bolivia, l'Australia, Tasmania, Nuova Zelanda, Argentina e Paraguay.

Da 15 anni l'emisfero sud del pianeta si sta raffreddando.

Il fatto interessante è che negli ultimi 5 anni, i dati evidenziano che il raffreddamento climatico sta accelerando, esattamente 5 anni fa è iniziata la profonda crisi solare. 


Anche nella zona del Mauna Loa, alle Hawaii la temperatura media negli ultimi decenni è stata in calo costante come si può evincere dal grafico sottostante.(http://www.wolframalpha.com/input/?i=Mauna+loa+TEMPERATURE)
 
Lo stesso trend lo si può evidenziare nello Yellowstone Park (http://www.wolframalpha.com/input/?i=yellowstone+TEMPERATURE)
 
Con il progressivo calo delle temperature medie globali nel 2013 sono seguite enormi quantità di neve in tutto l'emisfero settentrionale.
 
Iniziamo subito dal Giappone, spostandoci per la precisione nell’isola di Hokkaido, la più settentrionale e meglio esposta ai flussi di aria molto gelida (freddo “pellicolare”) che provengono direttamente dalla Repubblica di Jacuzia, il polo del grande gelo siberiano, dove non di rado la colonnina di mercurio può scivolare sotto il fatidico muro dei -55°C -60°C. 
Nell’ultima settimana le copiosissime nevicate che hanno colpito l’Hokkaido, ed in particolare il versante occidentale di questa (meglio aperto alle intrusioni gelide siberiane che tendono ad umidificarsi durante il passaggio obbligatorio sopra il mar del Giappone), sono riuscite a depositare oltre 4-5 metri di neve fin da quote di bassa montagna, con ingentissimi disagi per la circolazione stradale, in molti tratti ininterrotta. Nelle Montagne Hakkoda la profondità della neve ha raggiunto i 5,61 metri, stabilendo un nuovo record per il paese del Sol Levante. 


Ma non solo in montagna, anche più in basso, nella nevosa città di Aomori, il manto bianco aveva raggiunto quasi 1,5 metri. Si tratta di un accumulo di tutto rispetto. Per liberare le strade della città nipponica ci sono voluti oltre due giorni di lavoro con le ruspe.
Stati uniti, Nord Dakota.Grand Forks ha ricevuto una quantità record di neve per la data il Lunedi, superando il terzo giorno delle maggiori bufere di neve dal 1966, secondo il National Weather Service.
 
Anche la Slovenia è stata soggetta a massicce nevicate.
 
Sulla capitale ci sono tra 50 e 60cm di neve, con 30cm di neve fresca. Nel nord(est del Paese da segnalare i 10cm di neve fresca caduti a Murska Sobota, come ci segnalano Anthony Smaga e Valter Grizančič da Ciklon.si (http://ciklon.si/stran/). Accumuli abbondanti nel sud del Paese, con 115cm a Kočevje e un parziale stagionale di oltre 400cm. Ha nevicato anche sulla regione di Severna Primorska, con accumuli di 20-30cm, e anche per questa zona è un inverno incredibile in termini di accumuli.

Sui Pirenei, in Spagna, invece le tempeste hanno portato fino a 7 metri di neve.
 
Anche il Pakistan è stato investito da abbondanti nevicate.
 
Il Gallyat è stato sepolto sotto 3 metri di neve, Kalam 6, mentre Parachinar e Murree sono rimasti isolati dopo l'ultima ondata di freddo.
 
Secondo fonti centinaia di turisti sono rimasti intrappolati nelle zone collinari, le strade restano impraticabili perché sono sotto tonnellate di neve.
 
In contemporanea con temperature sotto lo zero, sono stati costretti a razionare il cibo e le forniture, in quanto nulla è disponibile in tutto.
Lo stesso fenomeno ha riguardato la Romania.
 
Al confine con la Moldavia la neve ha raggiunto accumuli incredibili, che spesso superano addirittura i due metri di altezza!


Quattro villaggi vicino a Vrancea sono rimasti completamente isolati, a Bacau una donna è stata trovata morta dopo che una macchina per la rimozione della neve l'ha investita in pieno. Centinaia di persone sono rimaste isolate a Vaslui e moltissimi camion sono rimasti bloccati nelle strade per via dell'ingente accumulo nevoso presente.
 
Non è stata da meno la Croazia, la quale è stata sepolta dal più spesso manto nevoso da 84 anni.


“E’ un dato record dal 1929, quando furono registrati 80 centimetri di neve” ha riferito Ankica Stojanovic, del servizio meteorologico nazionale. 

In India. Le strade in India erano sepolte sotto 100 ft (30 m) di neve: Davanti a loro si trovava un muro alto 100 piedi di neve che stavano lentamente tagliando per collegare la strada ad Himachal Pradesh nella località collinare a valle Lahaul senza sbocco sul mare nel Himalayan piste.
 
Lo sgombero della neve è iniziato il 1 ° marzo e ci vollero agli uomini due mesi per riaprire la 115 km del tratto stradale tra Manali e le città Keylong, Col. Yogesh Nair, comandante della Task Force 38 di GRE.
 
Rohtang Pass è la porta verso Keylong da Manali nel distretto di Kullu, ma resta off-limits dal resto del paese per più di cinque mesi a causa di depositi di neve pesante sulla strada.
 
Massicce nevicate, calo delle temperature su scala globale, un nuovo Minimo Solare Moderno all'orizzonte, i fatti smentiscono chiaramente che il clima sia stato più caldo ora che negli ultimi 11.300 anni e smentiscono a sua volta il fatto che il pianeta si stia scaldando.
In questo grafico sottostante si evidenza come nelle ultime migliaia di anni nonostante l'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera, le temperature abbiano continuato progressivamente ad abbassarsi sempre di più. 


Ma un momento, se le temperature stanno calando da millenni significa che anche il Sole nel corso dei millenni ha riscaldato il nostro pianeta sempre di meno!!
 
Guardiamo l'Eliosfera.
L'Eliosfera è spesso descritta come bolla magnetica che contiene il nostro sistema solare.
Dalla metà degli anni '90 l'Eliosfera si è indebolita del 20%. Oltre a essersi indebolito il Vento Solare, si è anche scoperto che il campo magnetico di fondo del sole si è indebolito di oltre il 30% dalla metà degli anni 1990. Sembra che l'indebolimento sia iniziato già decenni prima dalla fine degli anni 70 e che fosse molto più forte di adesso già millenni prima.
 
Perchè? Perchè noi conosciamo l'esistenza della Eliosfera solo da un secolo a questa parte e il fatto che sia stato scoperto che si stà indebolendo indica che probabilmente il fenomeno era cominciato già da molto tempo prima.
 
Effettivamente
 
Dal 1980 ad oggi, la velocità di deriva il Polo Nord Magnetico è aumentata di oltre il 500%.


Nel contempo esattamente da quel periodo l'attività di enormi complessi vulcanici che non eruttavano da millenni sembra essere cambiata, altri invece sono diventati decisamente più attivi, a sua volta pare che aree tettonicamente attive come la Nuova Zelanda, Europa, Islanda... siano diventata assai più attive che in passato, proprio a causa dell'indebolimento del campo magnetico terrestre.


 
Sud America
La conseguenza dell'indebolimento del campo magnetico ha anche ripercussioni al livello del Sud Atlantico nella quale esiste un "buco" magnetico noto come anomalia del Sud Atlantico, ed il campo magnetico terrestre si sta indebolendo velocemente.


La cartografia globale del campo magnetico terrestre mostra un forte minimo dell'intensità del campo in un'area, della grandezza di diversi milioni di chilometri quadrati, che si estende dall'America meridionale verso est a interessare una vasta regione di Oceano Atlantico meridionale. È la cosiddetta anomalia magnetica del sud Atlantico, una regione di considerevole attenuazione del campo magnetico terrestre rispetto al valore che si ha altrove normalmente a quelle latitudini.
 
Come noto il campo magnetico terrestre non consente al vento solare di giungere direttamente alla superficie del nostro pianeta che proprio a causa dello schermo formato dal campo, viene protetto dalla radiazione corpuscolare di origine solare. La regione di spazio a forma di cometa nella quale in campo è così confinato si chiama magnetosfera.
 
Quello che è certo è che il campo magnetico si sta indebolendo e che le fasce di Van Allen si avvicineranno alla superficie terrestre allargando di conseguenza l'area dell'anomalia.
Questo fenomeno non solo è certo che avverrà ma stà già progressivamente continuando ogni anno.
 
Nei cinque anni dal 2000 al 2005, il campo magnetico è notevolmente cambiato in un paio di aree:
La zona debole del Sud Atlantico debole si è ampliata verso est.


Nella zona del Nord Canada si è indebolito, a causa dei transiti del polo nord magnetico verso la Siberia. L'anomalia è enorme, sta crescendo, e se continua il suo corso attuale, potrebbe consentire mutazioni causate dalla radiazione cosmica sempre più vicina alla superficie terrestre. "Nel Anomalia del Sud Atlantico, la forza del campo magnetico è in calo dieci volte più veloce e la stazione darà ai ricercatori l'opportunità di conoscere meglio le conseguenze del globale indebolimento del campo magnetico." dicono gli scienziati.
 
Proprio sotto questa anomalia del campo magnetico, negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un escalation di attività vulcanica da Sud verso Nord. Vulcani che non eruttavano da secoli o millenni hanno cominciato a eruttare o a dilatarsi sotto la pressione di volumi di magma in risalita dal mantello.


Nel 1991 il vulcano Hudson ha prodotto una delle più grandi eruzioni del secolo.
Il 2 maggio del 2008 il vulcano Chaiten annunciava il suo ritorno in attività dopo 9400 anni di silenzio, mettendo in allarme i vulcanologi di tutto il mondo. Dopo poche ore dalla sua bocca si è innalzata verso il cielo una nube di gas, ceneri e lapilli alta circa di 20 Km.


A partire dal 4 giugno 2011 dopo oltre cinquant'anni di quiescenza si è risvegliato con una violenta e spettacolare eruzione e una spaventosa emissione di ceneri nell'atmosfera durata per mesi.
 
Osservate ATTENTAMENTE la collocazione di queste forti eruzioni dal 1991 al 2011 e scoprirete che si stanno spostando da Sud verso Nord.
 
Un'altro vulcano più recentemente,che non erutta da almeno 10.000 anni ha dato evidenti segnali di risveglio con una serie di tremori vulcanici mai prima registrati.


A quanto pare, nel 2012 la SERNAGEOMIN ha tenuto sotto controllo uno sciame di terremoto del Cile Tatara-San Pedro (noto anche come San Pedro-Pellado), possibilmente dalla numerazione nell'ordine delle centinaia di piccoli terremoti avvenuti per la prima volta su questo vulcano che non erutta da 10.000 anni.
 
Ancora più a nord si trovano due veri e propri Big che stanno anch'essi dando segnali di risveglio. Nella regione andina aumenti significativi sono stati osservati sulla superficie del vulcano Laguna del Maule. 
 
Il dr.Szabolcs Harangi, Petrografia Eötvös, Dipartimento di Geochimica, Capo del Dipartimento Professore di ingresso, scrive che "circa 130 pannelli di rottura contenenti le ultime centinaia di migliaia di anni, la zona ha prodotto molte grandi eruzioni, la parte occidentale della zone di Laguna del Maule dal 2007, ha avuto un'inflazione concentrica di 18 centimetri annui, un'inflazione piuttosto rapida.
 
Questo vulcano non ha avuto attività eruttive da 3000 anni.  
Dal mese di aprile 2012 la velocità è quasi raddoppiata, ed è il più veloce.

Più a nordil vulcano Uturuncu delle Ande è un altro vulcano altrettanto pericoloso, scritti affermano che che in questo settore " Negli ultimi 10 milioni di anni, almeno il 10 grande eruzioni dalla caldera vulcanica erano così diffuse che questa zona può potenzialmente essere il prossimo grande super vulcano. 


La tecnica InSAR per i professionisti ha individuato nove aree vulcaniche individuate di inflazione concentrica, del boliviano Uturuncu. La superficie del Uturuncu ha un'inflazione media di in aumento di 1-2 aumento pollici, tuttavia, è notevole che questo fenomeno per un lungo periodo di tempo (almeno dal 1992) è aumentato. L'Uturuncu ha eruttato l'ultima volta 270 mila anni fa, i calcoli mostrano che la superficie esistente, ha un incremento di circa il volume di 40 chilometri cubici di magma nella crosta terrestre, il che significa che sta aumentando. L'aumento nel settore dal 1998, detiene una molto veloce media annua di 3,5 cm."  Nelle Ande, l'Altiplano-Puna zona, alcuni hanno assunto che il vulcano inattivo è sotto la crescente pressione di una titanica massa di magma in crescita. L'Uturuncu in Bolivia nel corso degli ultimi venti anni, fino a quando la superficie aumenta, può arrivare fino a 40 chilometri cubi di magma nella crosta terrestre.  

Nuova Zelanda
Dal 2010 a questa parte la Nuova Zelanda ha conosciuto una vera e propria escalation di attività sismica e vulcanica.
 
Da oltre due anni a questa parte numerosi fatti sembrano evidenziarci che l'attività tettonica che circonda e comprende la Nuova Zelanda sia diventata molto attiva, al punto che numerose forti scosse di terremoto. Il terremoto della Nuova Zelanda del 2010 (anche chiamato terremoto di Christchurch del 2010) fu un terremoto di magnitudo 7.1, che sconvolse l'Isola del Sud della Nuova Zelanda alle 4:35 ora locale.
Pochi mesi dopo ecco ripresentarsi un'altra forte scossa di terremoto nella stessa zona anche se di gran lunga più debole della prima.  

Domenica 26 dicembre 2010, diversi edifici sono stati danneggiati dopo un sisma di magnitudo 4.9 seguito da numerose scosse.  

Qualche mese dopo un'altra devastante scossa coinvolge la Nuova Zelanda, più distruttiva delle precedenti. Un nuovo potente terremoto ha colpito Christchurch, nell'Isola del Sud della Nuova Zelanda, ancora più devastante di quello del 4 settembre scorso, con la conferma di almeno 65 morti e di distruzioni estese. Il sisma, di bassa profondità (circa 4 km) e magnitudo 6.3 gradi Richter, ha colpito la città di 375 mila abitanti alle 12:51 locali (00.51 in Italia), con epicentro a 5 km di distanza dal centro cittadino. Sono seguite due repliche, di magnitudo seguita una scossa di assestamento di magnitudo 5.6 e 5.5. Testimoni oculari descrivono la scena come "orrenda" e le immagini tv mostrano auto sepolte sotto le macerie e persone ferite aiutate ad allontanarsi per strada.


Qualche mese dopo, 5 aprile 2011,il vulcano Ruapehu, ha cominciato a mostrare i primi segni di attività, probabilmente il preludio ad una futura grande eruzione.
Il livello di allerta alla centrale del vulcano sull’Isola del Nord della Nuova Zelanda rimase al livello 1, il che significa un cambiamento di attività tipica nella superficie di fondo.
La temperatura del lago craterico, che si è riscaldato dal mese di ottobre dell'anno prima, continua a salire lentamente ed è arrivata a circa 38 gradi.
 
Nello stesso mese di aprile due scosse di terremoto gemelle correlate tra loro sono esplose a poco tempo di distanza l'una dall'altra. Un terremoto di magnitudo 5.2 con un seguito di varie scosse di assestamento è stato avvertito in alcune zone del nord del Queensland, in Australia.
Il sisma, uno dei più grandi a colpire lo stato nell’ultimo secolo, è stato registrato 60 chilometri a ovest di Bowen subito dopo le 15:30 (CET) di oggi.


Pochi minuti dopo il terremoto del Queensland, Christchurch in Nuova Zelanda, già devastata da un terremoto poche settimane fa, è stata colpita da una scossa di magnitudo 5,3.
 
Dopo il terremoto infatti pare che nell'aria si sia cominciato a sentire un forte fetore di zolfo e il zolfo solitamente è anche sintomo di attività vulcanica.Su alcune auto sono inoltre stati inoltre trovati granelli di sabbia, che corrispondevano proprio a questo minerale. Inoltre pare che nella stessa area siano comparse nuove sorgenti di acqua bollente. Alcuni sono stati costretti a cambiare casa al più presto non perchè era danneggiata,ma per il fatto che nella zona del porto il fetore di zolfo era diventato troppo insopportabile.


Negli ultimi tempi i terremoti nell'area sono più che aumentati e proprio li nella zona ci sono 2 apparati vulcanici considerati estinti(Akaora).
 
Si arriva al mese di giugno e nella zona di Christchurch l'attività sismica non si è mai placata quando una scossa di magnitudo 6 con epicentro a 13 km a nordest di Christchurch, già colpita da due devastanti sismi a settembre e febbraio precedenti.
 
I problemi continuano anche il mese dopo quando una scossa di magnitudo 7.8 ha immediatamente fatto scattare l'allerta tsunami per la Nuova Zelanda,il potente terremoto - registrato alle 07:03 di mattina ora locale, le 21.03 in Italia - ha avuto come epicentro l'area del Pacifico al largo delle Isole Kermadec, a nord est dalla Nuova Zelanda.
 
E ancora mesi dopo a ottobre.
 
Un sisma di intensità elevatissima (con una magnitudo pari a ben 7.4) è stato registrato nella stessa regione delle isole Kermadec in Nuova Zelanda poco prima delle 19 ora italiana (qualche minuto prima delle 6 del mattino del 22 ottobre secondo il fuso orario locale).
Quasi fosse una guerra con la geologia terrestre anche Wellington nel dicembre viene colpita da una forte scossa di terremoto.
 
Un terremoto di magnitudo 5,7 con epicentro Marlborough nell’isola meridionale della Nuova Zelanda ha distrutto i vetri delle finestre nella capitale, Wellington.
La stessa cosa continua ad accadere a Christchurch con continue e frequenti scosse di terremoto. La città di Christchurch la più grande dell'Isola del Sud nonché seconda città della Nuova Zelanda. è stata la più colpita, con numerose scosse di cui 4 di magnitudo superiore a 5 e una di magnitudo 6. 

Arriviamo ad agosto e abbiamo due vulcani che a poca distanza di tempo l'uno dall'altro entrano in eruzione dopo decenni e oltre un secolo di silenzio.


Sorprendendo i vulcanologi il Tongariro ha avuto la sua prima eruzione da oltre un secolo, 115 anni, mentre l'isola di White Island che dopo segnali di attività ha cominciato ad eruttare dopo 35 anni. marina portando a galla un'isola di pomice galleggiante delle dimensioni del Belgio.
Una immensa isola galleggiante di pomice era stata avvistata nell’Oceano Pacifico meridionale, lasciando intendere che sia avvenuta un’eruzione sottomarina nell’area, a meta’ strada fra le isole Tonga e la Nuova Zelanda. Lo ha reso noto il ministero neozelandese della Difesa. Secondo le prime stime, grazie ai dati raccolti da una ricognizione aerea, l’isola si estendeva su 7.500 chilometri quadrati.
 
Solo recentemente è stato scoperto che al di sotto della superficie marina un'immane inondazione sottomarina di roccia fusa era stata espulsa in un'enorme eruzione cacellando la vita a grande distanza e affongando il fondale sotto uno spesso strato di lava.
 
La nave di ricerca Tangaroa ha mappato il vulcano Kermadec entrato in eruzione 800 km a nord est di Tauranga il 19 luglio, producendo una zatteradi pomice delle dimensioni di Canterbury. L'eruzione era abbastanza forte da violare la superficie dell'oceano da una profondità di 1100 metri.
 
Il vulcanologo dottor Richard Wysoczański, che guidava i 23 giorni della spedizione, ha detto che vi era stata attività vulcanica ogni anno negli ultimi dieci anni, ma questa era la più grande di tutte queste. La stessa caldera del Lago Taupo, nell'Isola del Nord della Nuova Zelanda, stà mostrando segni di inquietudine.


Recentemente, il 17 ottobre 2012, un terremoto di magnitudo 5,5 ha colpito vicino a Taupo ed è stato avvertito lungo la costa orientale dell'Isola del Nord. Il sisma ha colpito alle 12:42 pm, ed è stato centrato 10 km a nord-est di Taupo ad una profondità di 108 chilometri.
Già nel luglio 2012 l'area vulcanica era stata colpita da un'altra forte scossa di magnitudo 5,7 vicino Turangi questo pomeriggio. Il sisma ha colpito alle 12.50 ad una profondità di 10 chilometri a sud di Turangi, nei pressi del lago Taupo. Mesi prima un'altro colpo sismico di magnitudo 5 aveva colpito in profondità sotto la regione di Taupo nel mese di aprile.
Le forti scosse di terremoto tuttavia già da oltre un'anno avevano cominciato a colpire l'area.
Il 5 luglio 2011 una fortissima scossa di terremoto di magnitudo 6,5 aveva scosso l'Isola del Nord nel pomeriggio di Martedì. Il sisma era avvenuto alle 03:36 (03:36 GMT) ed era stato centrato a 30 km a ovest di Taupo.
 
A maggio invece uno sciame di terremoti si era verificato a sud del lago Taupo.
Dalla tarda serata di sabato 28 maggio fino ai primi di Lunedi 30 maggio, un piccolo sciame di terremoti si era verificato nella parte meridionale del lago Taupo, tra Kuratau e Motuoapa.
Ventisette terremoti erano stati registrati e tutti avvenuti a basse profondità .
Il più grande terremoto ha avuto una magnitudo di 2.4, ma erano per lo più tra le magnitudini 1.7 e 2.2.
Ai primi di gennaio 2011 un'altra forte scossa di terremoto di magnitudo 5,9 aveva colpito alle 4:02, 30 km a nord di Taupo.

 
Islanda
L'Islanda di per se è una terra di origine prevalentemente vulcanica,formatasi dall'accumularsi di scorie vulcaniche e dal sovvrapporsi di colate di roccia fusa, sopra altrettante colate laviche più vecchie o più fredde, nell'arco di milioni di anni. Quest'isola di per se si trova in prossimità del Circolo Polare Artico, battuta costantemente da venti gelidi tutto l'anno e quindi con un buon numero di ghiacciai,alcuni di questi in ritirata, altri in avanzata a seconda dei microclimi locali. Negli ultimi 3 anni l'attività vulcanica è aumentata, e questo ha favorito negli ultimi 2 anni un maggior numero di eruzioni.


Il 20 marzo 2010, dopo 187 anni, si è verificata una nuova eruzione dell'Eyjafjöll che ha causato l'evacuazione di circa 600 persone.


La situazione si è ripetuta in misura meno estesa il 9 maggio 2011,dall'eruzione del vulcano Grismvotn, che ha avuto la sua più potente eruzione da oltre un secolo.
Attualmente ci troviamo nel 2013 e più di un vulcano nei prossimi anni rischia seriamente di farsi sentire. La media generica era un'eruzione ogni 3 anni,attualmente ci troviamo prossimi alla 3° in 3 anni. Il prossimo vulcano a rischio di una catastrofica eruzione è il Katla.
 
Il Katla è un grande vulcano dell'Islanda, importante sia per le sue dimensioni che per l'intensità delle sue eruzioni. È localizzato nel sud del paese al di sotto del ghiacciaio Mýrdalsjökull, la sua ultima eruzione avvenne nel 1918. La sua caldera ha il diametro di circa 10 km ed erutta con una cadenza variabile tra i 13 e gli 80 anni, l'eventuale nuovo fenomeno è perciò piuttosto in ritardo e il cratere risulta costantemente monitorato. A partire dall'anno 920 si sono avute 17 eruzioni documentate. Il Katla fa parte di un sistema vulcanico più vasto (uno dei più complessi e poderosi al mondo), centrato sul vulcano Grímsvötn e che include inoltre il vulcano Laki e la fossa vulcanica di Eldgjá.
 
Katla, l'enorme vulcano islandese si muove dopo segni rivelatori del potenziale di un'eruzione monitorati da osservatori.
Un tremore armonico è stato registrato per due giorni e piccoli terremoti sono stati confermati al vulcano islandese da parte dell'Ufficio Met.
Le prime indicazioni mostrano che il Katla stà accumulando energia.
Katla, che non ha sperimentato una eruzione significativa per 93 anni, è il vulcano più grande,secondo in Islanda e le conseguenze di una grande eruzione si faranno sentire in tutta Europa.
 
Nel 2010, il paese presidente Ólafur Grímsson ha avvertito "il tempo per il Katla di eruttare si sta avvicinando, l'Islanda ha preparato ed è giunto il momento per i governi europei e le autorità delle compagnie aeree di tutta Europa e nel mondo per iniziare a pianificare per l'eventuale eruzione del Katla".
Si ritiene che Katla abbia il potenziale per essere molto più forte e dirompente rispetto alle ultime due eruzioni vulcaniche islandesi che hanno causato il caos attraverso lo spazio aereo europeo.
 
Katla è molto più grande rispetto alla suo vicino Eyjafjallajokull - scoppiata nel 2010 - con una camera magmatica circa 10 volte la dimensione.
Vulcanologi avvertono che se il Katla fa eruttasse, la combinazione del magma e la calotta di ghiaccio di grandi dimensioni che copre il vulcano potrebbe portare ad attività esplosiva e un pennacchio di cenere per settimane, se non mesi.
 
Nonostante nell'ultimo inverno dopo i numerosi sciemi sismici che sono stati avvertiti,il Katla si sia mantenuto in generale tranquillo,di recente è stata osservata,che l'innevamento sulla sua cima ha cominciato rapidamente a sciogliersi,sintomo di una possibile attività geotermica del vulcano.
Generalmente i vulcani islandesi eruttano nei mesi successivi al solstizio di primavera,quindi una sua eruzione nei prossimi mesi non è da escludere.
Ma ci sono anche altri vulcani che hanno dato segni di inquietudine.


 
Bardabunga
Gli scienziati islandesi hanno avvertito di una nuova imminente eruzione vulcanica del compagno dell'Eyjafjallajökull.
 
Il professore di geofisica all'Università dell'Islanda, Pall Einarsson, sostiene che "la zona intorno al vulcano mostra segni di maggiore attività che dà buoni motivi di preoccupazione ".
 
Finora nella strumentazione sismica ci sono dati insufficienti a fornire previsioni più accurate sulla scala della nuova eruzione, ancora non è chiaro a quale profondità si muova il magma.
L’ultima eruzione del Bardarbunga fu registrata nel 1910, la quale provocò un pennacchio chilometrico e un’enorme coltre di cenere.

Anche il Grismvotn,dopo la violenta eruzione del maggio 2011, che di per se era inevitabile, stà nuovamente ricominciando a gonfiarsi sotto la pressione di nuovo magma.
Altri vulcani in Islanda stanno dando segnali di ritorno alla vita.


Questo non è il vulcano più conosciuto in Islanda, inoltre, non ha eruttato negli ultimi almeno 10.000 anni. 
 
Normalmente questo vulcano non ha nessun terremoto e rimane veramente tranquillo.
L'ultima attività di terremoti era nel 1996 in relazione all'attività del vulcano Bárðarbunga e nel vulcano Grímsmvotn in quell'anno. Questo vulcano è chiamato Tungnafellsjökull.
Si tratta di un piccolo vulcano rispetto ad altri vulcani della zona.
Dal 2012 al 2013 diversi terremoti interessanti sono stati registrati sul vulcano Tungnafellsjökull, a segnalare la presenza di un corpo di magma in movimento nelle sue profondità.

La stessa cosa riguarda anche il vulcano Askja.
 
L'Askja è un vulcano che ha eruttato due volte in epoca moderna: una nel 1875 e una nel 1961, tuttavia durante la primavera dello scorso anno il lago del cratere solitamente ghiacciato si è sciolto prima del previsto, segnale di una maggiore attività geotermica, mentre frequenti scosse di terremoto nelle aree circostanti il cratere del vulcano hanno evidenziato che quest'ultimo si stà preparando ad eruttare.

L'ultimo vulcano della lista si chiama Hekla.

L’Ufficio meteorologico islandese ha lanciato l’allarme giallo per la situazione del vulcano Hekla, situato nel sud ovest dell’Islanda, alto 1491 m. È il vulcano più noto dell’isola nord Atlantica, e la segnalazione dell’ufficio meteorologico significa che l’attività all’interno del vulcano è aumentata. La protezione civile islandese e la polizia hanno spiegato che si tratta solo di una misura precauzionale dovuta all'aumento dell’attività sismica.

Affinché un così cospicuo numero di vulcani diano segni di attività, sembra sempre più evidente che sotto l'Islanda stessa si stia accumulando un'enorme volume di magma basaltico.

 
Europa
Cominciamo dai Campi Flegrei.
 
I rilevamenti della declinazione geomagnetica dell’osservatorio dell’aquila.
La stazione di rilevamento geomagnetico più vicina all’area flegrea, hanno registrato un cambio di polarità (orientamento magnetico) nel 1970 e nel 1982. (Esattamente da quando il polo magnatico ha cominciato ad accelerare)
 
Un successivo importante cambiamento si è verificato nel 2006, quando la declinazione è passa da 59 a 4.5 in poco più di un anno.


Questi tre passaggi sembrano seguire i più significativi cambiamenti nel tasso di sollevamento dell’area flegrea.


Attualmente il sollevamento dei Campi Flegrei comprende 1 cm al mese, mentre l'attività idrotermale ha segnalato un forte aumento con la comparsa di un nuovo cratere che sputa acqua bollente a 4 metri d'altezza.
 
Allo stesso modo nel corso degli ultimi mesi diverse scosse di terremoto hanno attraversato l'area vulcanica. Più a Nord, a Roma, un'altro sistema vulcanico avente molto in comune con i Campi Flegrei, sta tornando a palpitare di roccia fusa al suo interno.
 
Stiamo parlando dei Colli Albani, meglio noto come Vulcano Laziale. Se pensavamo che questo vulcano fosse estinto da millenni, eravamo completamente in errore.


Sotto i piedi di Roma si agita un vulcano: un apparato profondo alcuni chilometri che, migliaia di anni fa, alimentava con magma infuocato le bocche eruttive dei Castelli Romani e dintorni. Il cuore dell' antico vulcano oggi appare piu' tranquillo, ma batte ancora e fa sentire i suoi effetti in superficie.
 
I ricercatori dell' Istituto nazionale di geofisica ci avevano riferito di avere raccolto le prove di un sollevamento del terreno di oltre 30 centrimetri verificatosi nella zona dei Colli Albani, una trentina di chilometri a sudest di Roma, nel periodo che va dal 1980 a oggi.
Si tratta di quel fenomeno che i geologi chiamano bradisismo, cioe' un lento movimento verticale del terreno dovuto a spinte sotterranee.
 
Questa sorta di lievitazione e' stata accompagnata da una notevole ripresa dell'attivita' sismica che ha raggiunto due punte massime nel maggio 1981 e nell'aprile 1989.
Negli ultimi due decenni l'attività sismica a sciami sembra che si stia principalmente concentrando in un'area circostante il complesso vulcanico.


Guardando all’attività di questi ultimi anni da iside.rm.ingv.it, notiamo che questa si distribuisce intorno alla parte centrale del Vulcano Laziale; a nord del vulcano, si osservano due raggruppamenti principali di epicentri, uno subito a nord del bordo della caldera (i monti del Tuscolo, vicino Frascati) e un altro ancora più a nord, dove esiste uno dei crateri eccentrici del vulcano, chiamato maar di Castiglione-Gabii (Giordano & the CARG team, 2010). Si nota inoltre un gruppo di epicentri in zona Ciampino (tra la Via Appia e il GRA) e anche un altro addensamento all’interno del GRA, verso Roma nord.
 
La grande concentrazione di attività sismica intorno al sistema vulcanico indica che l'accumulo della crescente pressione del volume di magma, sta spingendo attraverso lo sfogo vulcanico.
Ora ci spostiamo oltre la catena delle Alpi, più a Nord, e arriviamo in Germania, al vasto campo vulcanico Eifel.


Il giacimento vulcanico di West Eifel nel quartiere Renania della Germania occidentale SW della città di Bonn è un gruppo dominante risalente Pleistocene di 240 coni di scorie, maar, e stratovulcani minori con una superficie di circa 600 kmq.
 
L'Occidente campo vulcanico Eifel si trova a circa 40 km a SO dpiù piccolo, ma più noto dell'Oriente Eifel.
 
Crateri individuali, la maggior parte dei quali coprono un ampio NW-SE-trend della zona che si estende a circa 50 km dalle città di Ormont sul NW a Bad Bertrich sulla situazione a SE, hanno eruttato a cause di un Hot Spot del mantello su rocce sedimentarie e metamorfiche del Devoniano. 

Coni di scorie, circa la metà dei quali hanno prodotto colate laviche, formano i due terzi dei centri vulcanici, e circa il 30% sono Maars o anelli di tufo, molti dei quali sono occupati da laghi.
 
Circa 230 eruzioni si sono verificati nel corso degli ultimi 730 mila anni.
 
Le ultime eruzioni formarono Ulmener, Pulvermaar e Maars Strohn intorno alla fine del Pleistocene e l'inizio dell'Olocene.
 
Anche questo colossale sistema vulcanico nel corso della media lungo termine ha cominciato ad avere un significativo aumento dell'attività sismica, a segnalare che il volume del magma sta nuovamente ricaricando il gigantesco sistema vulcanico.


Nel Eifel Oriente solo il Laacher See ha eruttato in una colossale eruzione 12900 anni fa, senza dubbio l'eruzione più potente di tutti i tempi nella Eifel probabilmente eguagliando la produzione totale del campo occidentale Eifel vulcanico.
 
Il Laacher See ha eruttato più di 6 km cubi di magma in pochi giorni, con una colonna vulcanica di almeno 25 km di altezza eruttiva con la diffusione tephra dall 'Italia alla Svezia.
Oggi il vulcanismo di Eifel è inattivo.
 
Ma le abbondanti emissioni di CO 2 sono un segno che il campo Eifel vulcanico non è estinto ma ancora in attesa di riattivarsi, anzi, la tendenza all'aumento dell'attività sismica indica che sta già tornando in attività.
 
Terremoti nel corso degli ultimi 36 anni sono quasi esclusivamente limitati a 15 km di profondità.


Dal 1975 fino al gennaio 2013 oltre 1180 terremoti locali sono stati segnalati dalla stazione sismica Bensberg (Università di Colonia) con una certa frequenza aumentata negli ultimi anni. Considerando che l'aumento dell'attività sismica è cominciato nel 2008, è interessante notare che questo coincide con l'attuale fase di anomala bassa attività solare che coinvolge la nostra stella, una connessione appare evidente. A ovest della Germania, al confine con la Repubblica Ceca, pare che un'altro antico sistema vulcanico stia manifestando segnali di riattivazione, al punto che finora era sconosciuto ai più.


Da un vecchio articolo: "Come riportato dall’autorevole Spiegel, uno sciame sismico sta interessando il confine tra la Germania e la Repubblica Ceca. L’attività sismica interessa la Baviera, la Sassonia e la Boemia ormai da metà Agosto, ma l’intensità delle scosse sembrano essere in aumento. Domenica scorsa una scossa sismica di magnitudo 4.0 ha interessato la regione di Vogtland, dove la popolazione ha dichiarato di cominciare ad avere timore di un sisma più forte. Un residente locale ha persino informato le forze dell’ordine credendo che ci fosse stata un’esplosione, non essendo a conoscenza che il forte boato fosse arrivato dalle profondità della terra. La statistica dice che i forti terremoti sono improbabili nella regione, ma le strutture nei pressi dell’epicentro sarebbero state costruite su un terreno molto soffice, e potrebbero quindi essere seriamente danneggiate dalle scosse. L’epicentro del sisma si trova a dieci chilometri dal villaggio di Novy Kostel nella Repubblica Ceca, facente parte del distretto di Cheb, nella regione di Karlovy Vary, in una grande vallata. Utilizzando le onde sonore però, i simologi hanno scoperto nella regione di Vogtland un serbatoio naturale di magma fuso che si accumula in rocce calde e profonde tra i 30 ed i 60 chilometri, proprio dove a prima vista nulla lascia presagire alla presenza di un vulcano. In realtà gli scienziati ne hanno trovato i resti risalenti probabilmente a 300.000 anni fa. 

Le caldissime rocce sotterranee, secondo un rapporto dei ricercatori, sono l’evidenza che il vulcano sta dando segnali di risveglio: dalle profondità della terra il magma sarebbe il responsabile dello sciame in atto. L’acqua bollente in risalita si insinua nelle fessure di roccia, scuotendo il terreno. A quanto pare, secondo i ricercatori del Centro Ambientale Leipzig-Halle, a risalire lentamente in superficie non c’è soltanto acqua, ma anche il magma.
Nei pressi di quest’area esiste Mariánské Lázně, una città termale nella Regione di Karlovy Vary della Repubblica ceca. La città, circondata da montagne verdi, è un mosaico di parchi e case nobiliari. La maggior parte dei suoi edifici sono dei tempi d’oro della seconda metà del XIX secolo, quando molte celebrità si recarono nel luogo delle sorgenti curative di anidride carbonica. Non avevano idea che i bagni salutari contenessero gas che provengono da un serbatoio magmatico. “I flussi di gas vulcanici di elio-3 sono in quantità tali come solo nelle profondità dell’Etna, uno dei vulcani più attivi del mondo”, dice Karin Bräuer del UFZ. L’elio-3 è stato creato in profondità all’interno della terra – al contrario dell’elio-4, la versione corrente del gas nobile. I ricercatori hanno misurato il flusso di gas dal suolo, rilevando che negli ultimi anni ha cambiato composizione. La percentuale di elio-3, che proviene dal magma del mantello, rispetto alla percentuale di elio-4, è aumentata di 1/5 nell’ultimo periodo. Questo dimostra il magma ascendente. Il vulcano sotterraneo sta causando centinaia di lievi scosse sismiche da metà Agosto, permettendo alla terra di tremare anche a 100 chilometri dall’epicentro."

 
Giappone
Il Giappone deve prepararsi per una catastrofica eruzione vulcanica, dicono gli esperti, citando che è in atto un enorme accumulo enorme di magma in molti vulcani della nazione, di cui 110 vulcani attivi. L'ultima eruzione particolarmente grave in Giappone si è verificata nel 1914, quando il Monte Sakurajima nel sud della Prefettura di Kagoshima eruttò sulla sua cima.
Secondo lo studio dai vulcanologi, Giappone, che si trova sulla costa del Pacifico della Cintura di Fuoco, è stato scosso da oltre 1.000 eruzioni vulcaniche nel corso degli ultimi 2.000 anni.
"La possibilità di una grande eruzione in futuro è reale", ha detto Yoichi Nakamura, docente di vulcanologia presso Utsunomiya University, che ha analizzato le eruzioni vulcaniche con un team di ricercatori.
 
I ricercatori hanno detto che l'attività sismica è salita in 20 vulcani attivi in tutto il Giappone, tra cui il Monte Fuji, dopo il magnitudo 9.0 che ha colpito lo scorso anno. Anche qui vi è un'altro vulcano che da quasi 3000 anni non ha eruzioni, e recentemente stà dando segnali di attività.
 
L'ultimo bollettino dell'Organizzazione meteorologica giapponese Agenzia afferma che un aumento della sismicità dal 11 gennaio nei pressi della intra-caldera cupola Komagatake sta cominciando a preoccupare gli scienziati, circa la possibilità di una nuova attività.
Questo aumento delle sismicità è accompagnato da deformazione (inflazione) rilevato dalla fine del 2012. 

Nessun tremore è stato registrato al momento.

L'attività geotermica di Hakone è una popolare destinazione turistica e diverse piccole città si trovano nelle immediate vicinanze del vulcano, che si trova a 80 km dal centro di Tokyo.
Il livello di allarme è, per il momento, mantenuto a 1. L'ultima eruzione magmatica da Hakone è stata 2900 anni fa, e ha prodotto un flusso piroclastico e una cupola di lava nel cratere dell'esplosione.

 
Cambiamenti Vulcanici dalla Fine degli Anni '70
La caldera della Long Valley, in California, è quanto resta di una monumentale eruzione avvenuta 780.000 anni fa durante l'inversione magnetica Matuyama - Bruhnes
La caldera si è formata quando durante l''inversione magnetica Matuyama - Bruhnes sparando enormi quantità di cenere in aria che si può trovare ancora oggi nei terreni in Kansas.
Gli scienziati sanno che un'enorme volume di magma si trova ancora sotto la caldera vulcanica attualmente in fase di rigonfiamento.

La più giovane parte della Long Valley-sistema Mammoth Mountain è la catena di crateri Inyo e le cupole, situati a meno di un miglio a nord della città di Mammoth Lakes.
L'accelerazione del polo magnetico è cominciata esattamente alla fine degli anni '70 e proprio in quell'occasione la Long Valley è diventata molto più attiva.


"Collocata nella California centrale questa caldera dal diametro di 30 chilometri gli scienziati descrivono la Long Valley come una caldera "in continua attività" e "in forte crescita".
L'inquietudine geologica della Long Valley cominciò nel 1978 e poi aumentò improvvisamente due anni dopo con sciami di scosse sismiche. Il più violento di questi sciami iniziò nel maggio del 1980 e incluse quattro forti scosse di terremoto di magnitudo 6,tre delle quali si succedettero nello stesso giorno.
 
Immediatamente dopo queste cose, gli scienziati intrapresero un riesame dell'area della Long Valley e scoprirono un'altra prova inquietante:un rigonfiamento a forma di cupola.
Misure effettuate provarono che il centro della caldera dopo decenni di stabilità si era sollevato di 30 centimetri dall'estate del 1979.
 
Questo continuo innalzamento,che ora raggiunge i 60 centimetri e interessa un area di 250 chilometri quadrati è prodotto da nuovi flussi di magma che risalgono sotto la caldera."
Nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico invece, alle Hawaii, pochi anni più tardi  il vulcano Kilauea stava cominciando un'attività eruttiva del tutto nuova.
 
Erano i primi di gennaio del 1983, quando un enorme “bolla” di gas e magma super-caldo perforò la superficie del vulcano Kilauea alle Hawaii e aprì una fessura lunga 6,4 chilometri.
Un nuovo imponente cono, chiamato Pu’u ‘O’o si formò in prossimità di un’estesa foresta.
L’eruzione iniziò con fontane di lava che si ergevano nel cielo anche per 450 metri, provocando rumori e boati che si sentivano anche a chilometri di distanza. Da allora l’eruzione non ha più smesso e da trent’anni a questa parte continua ad emettere lave dal cuore della Terra, in quantità tali che avrebbero permesso di riempire un milione e 500 mila piscine olimpioniche.
 
In Congo, un vulcano costantemente attivo chiamato Nyragongo, vide importanti cambiamenti nella sua attività in questo periodo.
 
Il 6 gennaio del 1977, un terremoto di magnitudo m 5.2 si è verificato a circa 130 km a sud del vulcano .
 
Dopo il verificarsi di questo evento sismico, i continui tremori vulcanici ad elevata ampiezza iniziarono alla stazione Lwiro Situato circa 90 km a sud del vulcano fino al verificarsi dell'eruzione il 10 gennaio 1977.
 
Il lago di lava longevo nel cratere sommitale era completamente scomparso. Tutta la lava fu drenata attraverso diverse fessure aperte sui fianchi del vulcano. Il 21 giugno 1982, il lago di lava, che non è stato visto per circa cinque anni e mezzo dal 10 gennaio del 1977, era improvvisamente ri-apparso in fondo del cratere a oltre 400m tra giugno e settembre 1982. (http://scialert.net/fulltext/?doi=ajsr.2011.209.223&org=11 )
 
Anche nella zona dello Yellowstone avvennero importanti cambiamenti. Il vulcano di fango nella zona idrotermale nel parco nazionale di Yellowstone è vicino all'incrocio di una area di 20 km di faglie verso nord-est con la cupola risorgente orientale di 600.000 anni della caldera. Il recente sollevamento della crosta terrestre lungo l'asse nord-est trend della caldera è a 700 mm (dal 1923), massima in prossimità della zona del vulcano di fango. Dal 1973 fino ad aprile del 1978, non meno di 10 terremoti (il più grande M 2.4) si trovavano nel raggio di 3 km della zona del vulcano di fango. Nel maggio del 1978, i terremoti hanno cominciato a verificarsi sotto la zona idrotermale a profondità di 1-5 km. L'attività sismica è proseguita fino alla fine di novembre con sciami intensi (100 eventi per ora) che si verificarono il 23 ottobre e il 7 novembre. Il più grande evento (M 3.1) è avvenuto il 14 novembre e almeno 8 eventi sono stati di M 2.5 o superiori. Nel dicembre del 1978, il flusso di calore nel vulcano di fango e le caratteristiche idrotermali hanno iniziato a crescere lungo un trend di 2 km di lunghezza nell'area nord-est. I calderoni di fango esistenti sono diventati più attivi, nuovi calderoni di fango e fumarole si sono stati formati, e la vegetazione (soprattutto Pinus contorto) è stato ucciso da un aumento della temperatura del suolo. L'aumento del flusso di calore è continuato nel luglio 1979 poi è gradualmente diminuito, raggiungendo il livello di inizio del 1978 da giugno 1980. (http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/JB087iB04p02762/abstract )


Anche nell'area dell'antico vulcano Crater Lake in quel periodo si registarono potenti scosse di terremoto. Un'evento sismico si è sentito 1982 si è verificato nei pressi di Crater Lake. RS Ludwin lo colloca più vicino a Crater Lake e riduce la sua magnitudine a 1,7 da 2,5 calcolato da Kollmann e Zollweg. Circa 60 chilometri a sud di Crater Lake, due forti terremoti di Magnitudo = 5.9 e 6.0, si sono verificati nel 20 settembre 1963, seguiti da centinaia di scosse di assestamento durante le settimane successive. Gli eventi principali avevano profondità ipocentrale di circa 9 km e apparentemente hanno avuto luogo in un trend nord-nord-ovest di faglia inclinato di circa 45 gradi a nord-est.


Questi terremoti hanno causato frane e piccoli smottamenti (più grandi di circa 300 metri cubi) con tagli stradali e cave fino a 20 chilometri dalla zona epicentrale. Nel 1994 e 1995, c'è stata una notevole quantità di sismicità vicino a Crater Lake. Nel maggio del 1994, ci sono stati due eventi in prossimità di quelli del 1947 vicino a Fort Klamath. Nel mese di dicembre, ci sono stati tre eventi appena a sud di Crater Lake. Nel mese di agosto del 1995, ci sono stati altri tre eventi vicino a Fort Klamath. E 'possibile che la grandezza degli ultimi 2-3 terremoti rappresentino un aumento di sismicità regionale in relazione ai terremoti del 1993, perché il numero di eventi per anno è diminuita ogni anno dal 1993. L'area intorno a Klamath Falls nella Klamath graben ha avuto significativamente più sismicità negli ultimi 50 anni che ha Crater Lake (Sherrod, 1993).(http://vulcan.wr.usgs.gov/Volcanoes/CraterLake/Seismicity/crater_lake_historical_earthquakes.html )
 
In Messico invece, un vulcano che non eruttava dal 1360 si è risvegliato con un botto mostruoso. Il vulcano El Chichon vulcano ha eruttato il 28 mar 1982, dopo diversi mesi di maggiore attività sismica. Questa è stata la prima eruzione storica al vulcano.


Dal 29 marzo al 4 aprile 1982 tre grandi eruzioni esplosive si sono verificate a El Chichon. Le eruzioni del 1982 hanno prodotto un cratere largo 1 km, che ora contiene un lago. Le eruzioni hanno ucciso tra le 1700 e 2300 persone, hanno fatto più di 20.000 senzatetto e gravi danni economici, per lo più dalla perdità di bovini e danni ingenti alle piantagioni di caffè, cacao e banane. La prima eruzione si è verificata il 28 marzo 1982. E 'stato un'eruzione Pliniana durata 6 ore. Ha prodotto una colonna eruttiva che ha raggiunto un'altitudine di 20 km.
 
Dopo cinque giorni di eruzioni freatomagmatiche, una seconda grande eruzione è iniziata il 3 aprile ed è durata circa 4,5 ore. Con flussi Piroclastici che hanno viaggiato fino a 8 km dal cratere. Una colonna eruttiva pliniana si è sviluppata e ha raggiunto una quota di 24 km. Questa fase è stata la più energica dell'eruzione, e ha prodotto un tasso medio di eruzione di massa che era tre volte quella del Monte Sant'Elena. Il collasso della colonna produsse un secondo flusso piroclastico che copriva una superficie di 104 kmq. La terza eruzione ha avuto inizio il 4 aprile ed è durata 7 ore. La colonna eruttiva pliniana aveva un'altezza media di 22 km e ha prodotto 0,40 chilometri cubi di tephra. (http://www.volcanolive.com/elchichon.html
Anche a Java, in Indonesia, il vulcano Lawu si fece sentire.


Lawu vulcano si trova a Central Java, est del Vulcano Merapi e vicino alla città di assolo. Lawu è costituito da una sezione settentrionale di vulcani più anziani, profondamente erosa e crateri di eruzioni più giovani nel sud, dove la sua ultima eruzione ebbe luogo nel 1885. L'aumento dei terremoti vicino Lawu ebbe inizio il 10 dicembre 1978 e il numero di tremori, aumentò in uno sciame intorno al 14-15 maggio 1979, quando più di 1000 terremoti sono stati registrati in più di 24 ore, di cui 50 si sono fatti sentire. Anche se lo sciame è probabilmente dovuto a movimenti del magma all'interno del vulcano (cioè una intrusione), non si sono verificate eruzioni. (http://www.volcanodiscovery.com/it/lawu-eruptions.html#er39
Anche in Nuova Zelanda, la caldera del vulcano Taupo, come quella dello Yellowstone e della Long Valley, si stà sollevando dal 1979. Pubblicato nel New Zealand Journal of Geology & Geophysics, il rapporto è una sintesi dei dati di 22 stazioni di misura intorno al bordo del lago 600 sqkm, e lungo un nastro di faglie attive a nord-est di Taupo. Anche se i dati dei movimenti verticali da altre parti della Nuova Zelanda sono scarsi, si ritiene che i movimenti a Taupo sono probabilmente senza rivali nei loro tassi e complessità. Il coordinatore e coautore del rapporto, Brad Scott, ha detto che i dati hanno mostrato parti in costante aumento da diversi anni per poi fermarsi bruscamente, e talvolta anche invertire la direzione. Gli scienziati hanno osservato quattro distinti periodi di deformazione durante lo studio di 20 anni. Il primo era una fase di quattro anni, quando hanno osservato subsidenza costante nella fascia, a nord-est di Taupo. Il secondo episodio è iniziato nel 1983 e consisteva di un sollevamento rapido nel Belt Fault Taupo.  Durante la terza fase, tra il 1984 e il 1996, la Cintura Taupo Fault si sollevò di nuovo ad un tasso medio di 11 millimetri l'anno. L'episodio finale, tra il 1996 e il 1999, ha caratterizzato il sollevamento sulle rive sud-est del lago Taupo. (http://www.gns.cri.nz/Home/News-and-Events/Media-Releases/Taupo-rising-and-falling )


Negli Stati Uniti, a partire dal 1975, l'attività fumarolica del Mount Baker, la cui ultima eruzione risale al 1880, è decisamente aumentata. Ai primi di marzo del 1975, un drammatico aumento dell'attività fumarolica e il sciogliersi della neve nella zona del cratere Sherman cratere ha sollevato la preoccupazione che un'eruzione potrebbe essere imminente.Il flusso di calore è aumentato più di dieci volte. Ulteriori apparecchiature di monitoraggio sono state installate e diverse indagini geofisiche sono state effettuate per cercare di rilevare il movimento del magma. L'aumento di attività termica ha indotto i pubblici ufficiali a chiudere temporaneamente l'accesso del pubblico al famosa Baker Lake. Oltre che all aumento del flusso di calore, alcune anomalie sono state registrate durante le indagini geofisiche, altre attività precursori sono state osservate a indicare che il magma si muoveva nel vulcano. Diversi piccoli lahar formati da materiale espulso sui ghiacciai circostanti e acqua acida si sono scaricati nel Baker Lake per molti mesi. L'attività è gradualmente diminuita nel corso dei prossimi due anni, ma si è stabilizzata a un livello più alto rispetto a prima del 1975. L'aumento del livello di attività fumarolica è proseguita a Mount Baker dal 1975. (http://en.wikipedia.org/wiki/Mount_Baker )
 
Dopo un'recente aumento dell'attività sismica della caldera vulcanica di Newberry, in Oregon, stando alla dichiarazione di alcuni scienziati questo aumento dei tremori sismici a bassa frequenza dal 1980 "sono stati visti ad intermittenza sul Mount Baker , Glacier Peak, Mount Rainier e il Monte St. Helens. (http://www.volcanodiscovery.com/newberry/news/32481/Newberry-volcano-Oregon-earthquake-swarm-unusual-but-not-alarming.html )
 
Curiosamente proprio quest'ultimo vulcano, nel 1980, tornò alla vita dopo oltre un secolo di silenzio.


L'eruzione è stata preceduta da una serie di due mesi di terremoti e di emissione di vapore causati da un'intrusione di magma a bassa profondità sotto il vulcano che ha creato un enorme rigonfiamento e un sistema di fratture sul Mount St. Helens nel versante nord. Una colonna eruttiva è aumentata di 80.000 piedi (24.400 m) in atmosfera e depositato cenere in 11 stati degli USA. Allo stesso tempo, neve, ghiaccio e vari interi ghiacciai sul vulcano sono fusi, formando una serie di grandi lahar (frane vulcaniche), che hanno raggiunto fino al fiume Columbia, quasi 50 miglia (80 km) a sud-ovest.Meno gravi esplosioni continuarono fino al giorno successivo per poi essere seguito da altri grandi, ma non come eruzioni distruttive tardi al 1980. St. Helens rimase inattivo dal suo ultimo periodo di attività nel 1840 e il 1850 fino a marzo 1980. (http://en.wikipedia.org/wiki/1980_eruption_of_Mount_St._Helens
Neppure il tranquillo vulcano Hood, rimase così indifferente durante l'anno in cui il polo magnetico cominciò a spostarsi.


Una serie di terremoti in prossimità del Monte Hood, circa 100 km a SSE del Monte St. Helens, è iniziata con una scossa M 2.8 il 6 luglio alle 18.17. Entro 30 minuti, 7 eventi di M 1,6-2,8 si sono verificati in prossimità del primo shock. L'attività è rimasta insolitamente alta per circa 48 ore dopo lo shock iniziale, con 40 eventi registrati sul 3-9 stazioni nelle prime 24 ore. (http://www.volcano.si.edu/world/volcano.cfm?vnum=1202-01-&volpage=var )
 
Oltre oceano, nel Nord Atlantico, anche l'Islanda fu soggetta a cambiamenti, con il risveglio di vulcani silenziosi da secoli, o anche da migliaia di anni. 


Il Krafla è uno dei vulcani più spettacolari e più attivi dell'Islanda. Nel corso del 1970 e del 1980, è diventato famoso per le sue eruzioni – con vaste fontane di lava da un sistema di fessure all'interno della caldera Hige.


Il Krafla è stato la fonte di molti rifting ed eventi eruttivi durante l'Olocene, di cui due nel tempo storico, durante il 1724-1729, successivamente tornò a eruttare nel periodo 1975-1984 con una serie di potenti 9 eruzioni. (http://www.volcanodiscovery.com/iceland/krafla.html )


Appena pochi anni prima , un'altro vulcano di gran lunga più antico tornò alla vita dopo 5000 anni di silenzio. Helgafell è un vulcano di 227 metri di altezza non attivo situato sull'isola di Heimaey in Islanda. La penisola Stórhöfði immediatamente a sud di Helgafell in quello che oggi è Heimaey meridionale si è formata circa 6000 anni fa, con Helgafell formando da un'eruzione secondaria mille anni dopo. L'ultima eruzione avvenne il 23 Gennaio 1973 dopo 5000 anni di inattività.(http://en.wikipedia.org/wiki/Helgafell_(volcano) ) Nel 1970, proprio in prossimità dell'Artico, avvenne un'altra eruzione da perte di un vulcano quiesciente dal 1851.


Jan Mayen è un'isola lunga 40 km e ha alte scogliere. Il vulcano Beerenberg è la montagna più alta del Circolo Polare Artico. Una grande eruzione avvenuta il Jan Mayen, nel 1970 accompagnato da forti terremoti. L'eruzione è stata descritta come inaspettata e suggestiva. E 'stata la prima eruzione il vulcano in 120 anni. La lava ha eruttato da una lunga frattura di 6 km a 600 m sul livello del mare, sul SO di Beerenberg, e scesa quasi a livello del mare. Fontane di lava sono scoppiate da crateri diversi a centinaia di metri di altezza e quote più elevate. Un'altra eruzione avvenne nel 1985 ma si placò nell'arco di due giorni.(http://www.volcanolive.com/janmayen.html
Nel 1980, invece, sulle Isole Curili, un'altro vulcano chiamato Ekarma silenzioso da secoli tornò nuovamente in attività con una moderata eruzione.


Il vulcano appartiene a una catena vulcanica che si estende secondo un trend-EW-dalla parte centrale del principale arco insulare Curili. La vetta dell'isola è formata da una cupola di lava, che si è formata nella prima storica eruzione del Ekarma tra il 1767-1769. Da allora fu silenzioso finchè un'eruzione è stata osservata il 24 maggio 1980 presso una barca da pesca, le cui nubi di cenere sono salita ad una altezza di 1 km. (http://www.volcanodiscovery.com/it/ekarma.html ) Anche la media eruttiva di diversi vulcani a partire dal 1980 cominciò a cambiare. Per esempio in Congo, il vulcano Nyamulagira da alcuni decenni ha cambiato la sua frequenza eruttiva.


Tra il 1865 e il 2011 ci sono state ben 43 eruzioni confermate del vulcano, con una media di un’eruzione ogni tre anni e mezzo. Dal 1980 però c’è stata una media di una eruzione ogni due anni.
 
Come abbiamo visto in precedenza, anche il vasto sistema dei Campi Flegrei, Napoli, ha cominciato a cambiare la sua attività da quando la polarità magnetica ha cominciato ad accelerare il suo spostamento.
 
La stazione di rilevamento geomagnetico più vicina all’area flegrea, hanno registrato un cambio di polarità (orientamento magnetico) nel 1970 e nel 1982. 

Non è da meno il sistema vulcanico dei Colli Albani, a Roma, con un sollevamento del terreno di oltre 30 centrimetri verificatosi nella zona dei Colli Albani, una trentina di chilometri a sudest di Roma, nel periodo che va dal 1980 a oggi e picchi di attività sismica connessi all'attività vulcanica.
 
Anche il vasto sistema vulcanico Eifel della Germania ha cominciato a segnalare un'aumento dell'attività sismica da 1975 fino al gennaio 2013 con oltre 1180 terremoti locali sono stati segnalati dalla stazione sismica Bensberg (Università di Colonia) con una certa frequenza aumentata negli ultimi anni.


Questo fenomeno è ulteriormente esteso ad est, in Repubblica Ceca al confine con la Germania, nella quale un vasto quanto antico campo vulcanico di cui abbiamo parlato in precedenza stà manifestando una notevole impennata dell'attività sismica, con picchi di terremoti aumentati a cavallo del 1985-1986 con la più forte scossa di magnitudo 4,6. Lo sciame di terremoti più forti tra il 1985/1986 fu sentito in sciami sismici il 21 dicembre 1985 con un magnitudo 4,6 sentito in quasi tutto il territorio della Repubblica ceca situato ad una profondità di circa 10 km. L'effetto più forte è stato il terremoto nei comuni rocciosi, a Žandov e Chiesa Nuova e sono stati danneggiati circa il 15% delle case. (http://www.gr-net.cz/ZAJIMAVOSTI/ZEMETRESENI/index.html
Anche le Filippine sono coinvolte in questa generale riattivazione dei sistemi vulcanici coinvolti nello spostamento del polo magnetico. Il vulcano Musuan ebbe la sua ultima eruzione nel dicembre del 1886 da allora entrò in un prolungato periodo di silenzio.


Finchè nel 1976 non tornò a riattivarsi quando uno sciame di terremoti abbastanza forti scosse Valencia, Bukidnon, un comune a 4,5 km a nord del vulcano, dal 13 al 16 novembre, 1976. L'evento ha seguito tre grandi terremoti che hanno colpito la regione di Mindanao (Terremoti del 16 agosto e 17, magnitudo 7, 9 e 6,8 rispettivamente, e Surigao terremoto del 7 novembre Magnitudo 6,8), dando l'impressione che lo sciame avesse scosso la crosta terrestre e provocato il movimento della camera magmatica nel vulcano. Nell'inchiesta condotta il 21-30 NOVEMBRE, 19 tremori locali di varie grandezze sono state registrati (un sismografo temporaneo è stato installato a 4.5 km dal vulcano durante il periodo). Di questi, 4 erano percettibili. Tutte le scosse somigliavano a terremoti vulcanici profondi. (http://www.park.org/Philippines/pinatubo/page9.html )


Può facilmente fare parte di questo schema anche il vulcano Arenalm in Costarica, che nel 1968, dopo 400 anni di silenzio entrò nuovamente in piena eruzione, da allora rimasto costantemente attivo. (http://it.wikipedia.org/wiki/Vulcano_Arenal )


La stessa cosa vale anche per il Bezymianny, in Kamchatka, che dopo mille anni di silenzio tornò alla vita con una spaventosa eruzione simile a quelle del Saint Helens continuata tra il 1955-56 (http://en.wikipedia.org/wiki/Bezymianny) Quel che appare fin troppo chiaro è l'accelerazione del movimento del polo magnetico ha portato ad un'incremento dell'attività vulcanica portando cambiamenti nella frequenza eruttiva di diversi vulcani e al risveglio di altri che erano quiescenti dalla Piccola Era Glaciale (1300-1850) quando l'attività solare era tanto ridotta e quasi senza macchie.
 
Fase Finale
Sommando i dati, l'indebolimento del campo magnetico negli ultime migliaia di anni sembra accompagnare l'avanzata delle calotte glaciali con un costante abbassamento delle temperature nelle ultime migliaia di anni. Le Piccole Ere Glaciali si stanno facendo sempre più lunghe, e a sua volta l'attività solare sempre più debole, accompagnando un'indebolimento dell'Eliosfera. Tutto ciò a sua volta influisce su un'aumento dell'attività vulcanica come abbiamo potuto constatare, sembra che ciclicamente le glaciazioni siano causate da Grandi Crisi Solari, di gran lunga maggiori di quelle di un Minimo di Maunder e delle Piccole Ere Glaciali.
Cosa succede quando il campo magnetico solare è eccessivamente indebolito secondo quello abbiamo constatato dai seguenti dati e da quello che già sappiamo.
 
1) Aumento dei Raggi Cosmici che colpiscono la nostra atmosfera, con un aumento dei picchi di elementi e dei nuclei di condensazione nell'atmosfera, che vanno ad aggregare le particelle di vapore acqueo andando ad alimentare la nuvolosità e le precipitazioni. 
2) Aumento generale dell'attività vulcanica e sismica che va ad aumentare l'evaporazione dei mari e a soffocare la luce del Sole con milioni di tonnellate di anidride solforosa nell'atmosfera, che a contatto con il vapore diventa acido solforico e riflette maggiormente la luce del Sole. 
3) Raffreddamento generale del clima e aumento della condensazione del vapore acqueo che a causa dell'aumento dei raggi cosmici e delle polveri vulcaniche nell'atmosfera avrà una grande quantità di nuclei di condensazione, portando ad un'enorme aumento delle alluvioni e delle nevicate.
 
Questo è quanto è successo nelle ultime migliaia di anni.
 
Ogni 11 anni il sole ha un minimo undecennale, ogni 500 anni di clima freddo denominato Piccola Era Glaciale è un'altro di 150 anni di clima mite nella quale l'attività solare è maggiore a sua volta seguito da un'altro Grande Minimo di 500 anni.
 
A loro volta ogni 1.400-1500 anni vi è un'altro ciclo detto di Bond.


L'esistenza dei cambiamenti climatici, possibilmente su un ciclo di 1.500 anni, è ben stabilito per l'ultimo periodo glaciale dalle carote di ghiaccio. Meno chiaro è il proseguimento di questi cicli nel Olocene. Bond et al. (1997) sostengono un ciclicità vicino a 1470 ± 500 anni nella regione del Nord Atlantico, e che i loro risultati implicano una variazione nel clima dell'Olocene in questa regione.
 
 A loro avviso, molti, se non la maggior parte degli eventi Dansgaard-Oeschger dell'ultima era glaciale, si conformano ad un modello di 1500 anni, come fanno alcuni eventi climatici di epoche successive. Sono stati individuati otto di tali Eventi di Bond con una magnitudo di forse 15-20% della variazione di temperatura glaciale-interglaciale.
 
La teoria dei cicli climatici dell'Olocene è stata postulata da Gerard C. Bond del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University e per questo prende il nome di “Evento di Bond”
 
L'esistenza dei cambiamenti climatici legati a un ciclo di circa 1.500 anni è stato accertato chiaramente dai carotaggi nel ghiaccio e corrispondono a momenti di alcuni eventi climatici di epoche successive, come le Piccole Ere Glaciali e l’inizio del periodo delle Younger Dryas.
Questo ciclo causa rapidi e drammatici cambiamenti del clima, siccità in alcune aree precipitazioni in altre ed espansione dei ghiacciai in diverse aree del pianeta.
 
Tale ciclo sembra essere connesso alle oscillazioni di temperatura degli oceani che a sua volta è legata alle oscillazioni dell'attività solare e al vulcanismo sottomarino, che aumenta anche grazie alle variazioni del campo magnetico solare che lega a sua volta quelli del campo magnetico terrestre.

I grafici elaborati sulla base dei carotaggi che indicano la ciclicità degli Eventi di Bond,ci mostrano che attualmente siamo proprio in tempo per uno di questi eventi.
(http://expianetadidio.blogspot.it/2013/02/convergenza-solare.html )
 
Ogni 10.000 anni questi cicli convergono in "Minimo Cosmico" durante la quale l'attività vulcanica aumenta, i poli magnetici terrestri si spostano rapidamente o direttamente si invertono, aumenta l'evaporazione oceanica il clima si raffredda e il mondo viene coperto di inondazioni e segue un più o meno lungo periodo freddo, detto glaciazione.
 
Se comparate il grafico delle temperature in discesa negli ultimi 10.000 anni, (sopra) con quello dell'attività solare negli ultimi 10.000, scoprirete che l'attività solare stà chiaramente seguendo una tendenza al declino, proprio come le temperature, il che significa che stiamo arrivando in prossimità di una profonda minimo decimillenario.

Ricostruzione dell'attività solare 11,400 anni. Periodo di altrettanto elevato di attività di oltre 8.000 anni fa segnati. (http://en.wikipedia.org/wiki/Solar_variation )
 
I dati sembrano darci ragione su tutti i fronti.
 
I picchi di stronzio e di altri materiali radioattivi si sono verificati in molte precedenti inversioni magnetiche.
 
Tali picchi appaiono anche nel record geologico in sincronia con le ere glaciali.
 
Perché? Perché la nostra magnetosfera ci protegge dai raggi cosmici.
 
Quando il nostri campo magnetico diminuisce di resistenza, permette sempre più a questi materiali a piovere sul nostro pianeta.
 
Sarebbe interessante sapere quanta parte del stronzio che ora sta piovendo possa essere originario dai raggi cosmici, piuttosto che dell'attività umana.
 
L'ultima volta che il campo magnetico ebbe un brusco cambiamento fu attorno a 10.000-11.000 anni fa durante questo periodo si ebbe la fine dell'Era Glaciale,seguito poi da un'altro brusco raffreddamento che durò 1300 anni,durante questo picco le percentuali di molti elementi aumentarono e considerando che questo fenomeno avviene ogni 10.000 anni attualmente l'indebolimento del campo magnetico e il maggior transito di raggi cosmici potrebbero essere i principali responsabili dell'aumento delle percentuali di materiali erroneamente attribuiti alle scie chimiche.
 
Nel Nord America, scienziati associati al Lawrence Berkeley Nuclear Laboratory in California hanno scoperto evidenze geologiche che molti depositi sedimentari, che coprono l’intera regione dei Grandi Laghi, erano stati sottoposti ad una breve bruciatura derivata da una forte irradiazione nucleare e ad un bombardamento di particelle, correlati con la presenza di quantità anomale di uranio e di plutonio, che si trovano in abbondanza nella zona. Qual era la data di tale improvviso e drammatico evento? Circa 12500 anni fa.
 
Forti aumenti di C14 sono evidenti nei dati marini a 40,000-43,000, 32,000-34,000 e 12.000 anni fa.
 
Questi aumenti sono coincidenti con le escursioni geomagnetiche che si sono verificate circa 12.000 anni fa (Göteborg), 32.000 anni fa (Mono Lake), e 43.000 anni fa (Laschamp), quando il campo magnetico si è ridotto avrebbe reso la Terra particolarmente vulnerabile al bombardamento di raggi cosmici.
 
I componibili di emivita di 5750 anni (37,000-34,000 anni BP), 6020 anni (32,000-16,000 anni BP), e 6120 anni (12,000-0 anni BP) sono in buon accordo con il valore atteso.
 
Abbiamo anche stabilito che il radiocarbonio contemporaneo contiene circa il 7 per cento del residuo C14 rimasto dalla catastrofe.
 
Il tasso di produzione dei raggi cosmici costante era di circa il 34 per cento più alto per il sedimento islandese rispetto ai campioni INTCAL98, il che implica tassi di raggi cosmici superiori più a nord.
 
Trascurando le fluttuazioni dei dati da variazioni di temperatura e le correnti oceaniche, i risultati sono chiaramente in linea con il decadimento del radiocarbonio seguendo le tre escursioni geomagnetiche.
 
Nella fig. 2, il forte calo di C14 prima di 41.000 anni fa suggerisce che il radiocarbonio globale è aumentato di circa il 45 per cento in quel momento e di circa il 20 per cento 33.000 e 12.000 anni fa.
 
I risultati sono notevolmente coerenti con il confronto del C14 di Vogel e le date di una stalagmite che indica che il radiocarbonio globale è aumentato circa il 75 per cento da 30.000 a 40.000 anni fa e circa il 30 per cento circa 18.000 anni anni fa.
 
McHargue et al. hanno trovato alti livelli di C14 presenti nel Golfo di California nei sedimenti marini di 32.000 e 43.000 anni fa che non potevano essere spiegato dalla sola inversione magnetica e sono stati attribuiti ai raggi cosmici.
 
L'escursione geomagnetica a di 12.500 anni fa coincide con la Data di termoluminescenza di Gainey, e ulteriori elementi di prova per un bombardamento di raggi cosmici in quel momento si trova negli aumenti del Be10, Ca31 e 32 e Mg32 nei nuclei di ghiaccio della Groenlandia intorno a 12.500 anni BP aumenti simili si vedono anche nei dati di NO3 -, SO 4 -, Mg +, Cl -, K + e Na + ioni in carote di ghiaccio della Groenlandia.
 
Questo evento può essere datato con precisione a 12.500 ± 500 anni BP, una media delle concentrazioni notevolmente coerenti centroidi di punta della Groenlandia dai dati delle carote di ghiaccio.
 
Aumenti significativi in quel momento non si trovano nei dati comparabili per l'Antartide, il che indica che l'irradiazione di raggi cosmici è stata centrata nell'emisfero settentrionale.
 
Debole evidenza di un evento a 12.500 anni BP è visto nel record del radiocarbonio di sedimenti marini vicino al Venezuela, confermando che il bombardamento dei raggi cosmici è stata più grave alle latitudini settentrionali.
 
L'enorme energia liberata dalla catastrofe di 12.500 anni fa potrebbe aver riscaldato l'atmosfera di oltre 1000 ° C su Michigan, e il flusso di neutroni in luoghi più settentrionali avrebbe sciolto considerevoli quantità di ghiaccio glaciale.(tra poco tutto ciò sarà spiegato nel dettaglio)
 
Gli effetti delle radiazioni sulle piante e gli animali esposti ai raggi cosmici sarebbero stati letali, paragonabili ad essere irradiate in un reattore di 5 megawatt in più di 100 secondi.
 
Lo schema complessivo della catastrofe corrisponde al modello di estinzione di massa prima dei tempi dell'Olocene.
 
L'emisfero occidentale era più colpito rispetto all'est, l'America del Nord più il Sud America e il Nord America orientale più che il Nord America occidentale.
 
L'estinzione nella zona dei Grandi Laghi è stata più rapida e marcata che altrove.
 
Animali più grandi sono stati più colpiti di quelli più piccoli, un modello che è conforme alla previsione che l'esposizione alle radiazioni colpisce i corpi più che quelli più piccoli.
 
Forti oscillazioni di C14 nei sedimenti marini islandesi per ogni escursione geomagnetica sono interessanti, perché il tasso globale del carbonio nei depositi dei sedimenti oceanici è di solo circa il 0,0005 per cento di un anno, un improvviso aumento nei sedimenti di C14 potrebbe riflettere la rapida moria di organismi che hanno incorporato il radiocarbonio poco dopo il bombardamento.
 
Radiazione massicce sarebbero previste per causare importanti mutazioni nella vita vegetale.
 
Il Mais probabilmente si è evoluto per macro-mutazione in quel momento e l'impianto di domesticazione delle forme eventualmente mutate appare in tutto il mondo dopo il periodo glaciale tardo.
 
Per esempio, ci fu una rapida transizione da cereali selvatici a quelli addomesticati nel Vicino Oriente, dopo la catastrofe. (http://abob.libs.uga.edu/bobk/nuclear.html )
 
Ma non è tutto, risalenti all'epoca si fanno risalire anche eccezionali quantità di diamanti.
"Abbiamo scoperto nano-diamanti che non sono normalmente prodotte attraverso processi media sulla superficie della Terra", ha detto James Kennett, un geologo presso l'Università di California, Santa Barbara.
 
Un sottile strato di diamanti microscopici sparsi in Nord America circa 12.900 anni fa, racconta una storia di incendi, inondazioni e devastazioni che ha ucciso milioni di mammut e di un colpo alla civiltà, riferiscono gli scienziati. La maggior parte dei più grandi animali: mammut, mastodonti, i gatti dai denti a sciabola, bradipi di terra giganti, l'orso delle caverne ecc.. sparirono da un giorno all'altro. E tutti scomparsi sotto una pioggia sottile di diamanti microscopici. Questi diamanti, chiamati nanodiamonds, si misurano in nanometri, miliardesimi di metro semplici - e sono visibili solo con l'ausilio di microscopi elettronici.
 
"Alla gente piace ancora pensare a processi geologici che avvengono lentamente nel tempo", ha detto il Dott. West. "Immaginate 1.000 a 10.000 bombe atomiche detonanti in pochi minuti su due continenti."
 
"E 'inquietante che qualcosa accade in pochi minuti e che potrebbe capovolgere il nostro clima e causare estinzioni diffuse, "ha aggiunto West aggiunto.
 
Anche picchi del Berillio avvengono con una certa regolarità seguendo il ciclo appena descritto
"C'è una correlazione diretta tra berillio 10 nei livelli registrati nelle carote di ghiaccio in Artico con i picchi nello sviluppo umano" dice Collins, autore del libro 2006 Il Mistero Cygnus.
 
IL Berillio 10 è un isotopo radioattivo prodotto da sciami di raggi cosmici.
 
Secondo un grafico, c'è stato "un incredibile aumento nei raggi cosmici circa 12.000 anni fa e ancora circa 34.000 anni fa -. Il doppio del livello che stiamo vedendo oggi.
 
"Entrambi i picchi corrispondono a periodi di grande accelerazione nell'evoluzione umana", dice Collins.
 
"Gli effetti dei raggi cosmici sulla nostra genetica hanno portato ad una mutazione all'interno del corpo, nella mente, il cervello, che ha modificato la nostra percezione della realtà."
 
Un altro picco di beryllim-10 avvene circa 35.000 anni fa, in questo periodo avvenne la grande eruzione dei Campi Flegrei, con estinzione dell'Homo di Neanderthal.
 
"La drammatica differenza potrebbe essere stata causata dei cambiamenti di intensità magnetica", ha detto Raisbeck, "e può essere correlata alla escursione magnetica del lago Mungo."
 
"Un altro picco di berillio-10 è avvenuta 780.000 anni fa, l'inversione magnetica Brunhes, periodo della mastodontica eruzione della Long Valley, in California.(http://en.wikipedia.org/wiki/Long_Valley_Caldera )
 
Altri picchi si sono verificati a 105.000, 90.000, 68.000 e 23.000 anni fa.
 
Tra i 68.000 e i 70.000 anni fa avvenne anche la colossale eruzione del vulcano Toba, nella parte centrale di Sumatra.(https://en.wikipedia.org/wiki/Lake_Toba )
 
I più recenti da due a tre volte il valore normale,sono avvenuti circa 11.000 anni fa durante l'inversione magnetica Gothenburg (Beer, 1984).
"Nuovi vulcani sottomarini si formano ogni 10.000 anni."scrivono gli scienziati Allan Cox e Rovert.
 
Gli scienziati John E Katherine Imbrie affermano "Durante gli ultimi 2 milioni di anni nessun periodo glaciale è durato più di 12.000 anni. In termini statistici l'attuale periodo interglaciale è alla fine,malfermo su gambe vecchie ormai di 10.000 anni." Nelle formazioni del Triassico, Italia settentrionale, sono state trovate prove di un ciclo di 10.000 anni nelle variazioni del livello dei mari.
 
Esistono "prove evidenti di un ciclo regolare di 10.000 anni nell'oscillazione del livello marino" affermano d'accordo con i colleghi gli scienziati Bosellini e Goldhammer. (Earth Planetsci.Lett 1991)

Anche il vulcanismo condivide il medesimo ciclo.
 
Le argille nere della fine del Cretaceo contengono picchi di Iridio prodotti dal vulcanismo a intervalli di 10.000 anni, dice Rober Rocchia della Commissione Francese per l'Energia Atomica.
 
Anche i basalti del fiume Columbia sono stati prodotti da un ciclo eruttivo di 10.000 anni, dice Tony Irving, Università di Washington.
 
Lo stesso vale per la regione vulcanica di Eifel in Germania.
Inversioni a intervalli di 10.000 anni sono state rilevate nei Deccan Traps di 65 milioni di anni fa,dice il vulcanologo Vincent Courtillot.
"Intervalli di 10.000 anni di lave di polarità opposta si osservano frequentemente."
"Secondo Nils-Axel Mörner e Johan Lanser, non ci vuole molta immaginazione per capire che non è una coincidenza che tra l'inversione magnetica di Gothenburg magnetica avvenuta circa 12.000 anni fa e le quantità enormi di carbonio, iridio, nanodiamanti e la radioattività che improvvisamente comparsi sul nostro pianeta siano dovuti al caso.
 
Specialmente quando ci ricordiamo l'escursione magnetica Lake Mungo di 32.500 anni fa con i suoi aumenti dei livelli di radioattività, e l'escursione magnetica Laschamp di circa 43.000 anni fa con i suoi aumento dei livelli di radioattività, e l'escursione Mono Lake magnetica di 23.000 anni fa e la catastrofica discesa in un'era glaciale."
 
Durante il Minimo Cosmico di 11.500 anni fa...
Il Dryas recente vide un rapido ritorno alle condizioni glaciali alle latitudini più alte dell'Emisfero Settentrionale tra i 12.900–11.500 anni Prima del Presente (BP) in netto contrasto con il riscaldamento della precedente deglaciazione dell'interstadiale. Ogni transizione accadeva oltre il periodo di circa una decade. Termicamente i dati dell'azoto frazionato e dell'isotopo dell'argon proveniente dalle carote di ghiaccio GISP2 della Groenlandia indicano che il culmine della Groenlandia fosse ~15 °C più freddo durante il Dryas recente rispetto ad oggi.
 
Nel Regno Unito, l'attestazione di un coleottero (fossile) suggerisce che la temperatura media annuale si fosse abbassata approssimativamente di 5 °C, e che le condizioni periglaciali prevalessero nelle zone pianeggianti, mentre le banchise e i ghiacciai si formavano nelle aree montuose.
 
Questo periodo durò attorno ai 1300 anni.
 
Nel Nord America occidentale vi è la prova di un ri-avanzamento glaciale che indica che il raffreddamento del Dryas recente si verificò anche nel Pacifico Nord-occidentale.
 
Altre caratteristiche notate includono:
- Sostituzione della foresta scandinava con la tundra glaciale (la quale è l'habitat della pianta Dryas octopetala).
- La glaciazione o l'aumento di neve sulle catene di montagne per tutto il mondo.
- La formazione di strati di soliflussione e depositi di loess nell'Europa Settentrionale.
- Più polvere nell'atmosfera, originatasi dai deserti dell'Asia.
- Siccità nel Levante, la quale forse motivò la cultura natufiana a inventare l'agricoltura.
- L'inversione di freddo Huelmo/Mascardi nell'emisfero meridionale iniziò nello stesso tempo lentamente prima che il Dryas recente finisse.
- Declino della cultura di Clovis ed estinzione delle specie animali nel Nord America.
 
 Questo fenomeno coincise con un gran numero di fattori il cui gran numero è capace di confermare numerose teorie in quanto il numero di fatti accaduti è davvero notevole.
In quel periodo avvenne un rallentamento della Corrente Nord Atlantica.


La teoria prevalente ipotizza che il Dryas recente fu causato da una riduzione significativa o interruzione della circolazione termoalina del Nord Atlantico in risposta all'improvviso afflusso di acqua dolce dal Lago Agassiz e alla deglaciazione nel Nord America.
 
G. Arrnius osserva che la fine dell'ultima glaciazione è stata accompagnata da violente eruzioni vulcaniche al Lago Laacher in Europa centrale, in Islanda, e il Nord Atlantico in generale, nel Mediterraneo, lungo l'intere Ande e le coste del Centro e Sud America, in Patagonia e in altre aree "Zhirov dà le date per la distruzione di Atlantide dalla data di Muck del 8498 aC, ad una data più generale del 9500 aC, che è all'interno lo stesso margine di errore generale (Le note parlano dei problemi della datazione al C14) Grandi eruzioni vulcaniche avvennero anche nell'Atlantico Nord circa 10000 anni fa.
 
La pubblicazione del Smithsonian Institution delle eruzioni avvenute alla fine dell'ultimo periodo glaciale:
ca 8000-9000 aC Lassen Peak, California
ca 8600-8000 aC, Eifel campo vulcanico
ca 8.450-8.150 aC, Mount Shasta, California
ca 8.250-8.050 aC, Emuangogolak, East Africa
ca 8100-8000 aC, Taupo cratere vulcanico Nuova Zelanda (molto grande)
ca 8100-8000 aC, Mt Edziza, Canada
ca 8250-8000 aC (forse meno) Chaine des Puys, Francia
ca 8040-7635 aC SW lago, campi di Taupo, Nuova Zelanda
b.7900 BC, Ruapehu, Nuova Zelanda (molto grande)
b. 7900 aC, Isole Lipari, Italia
ca 7750 aC, Taupo cratere vulcanico, Nuova Zelanda (molto grande)
ca 7950 - 7550 aC, Tongariro Nuova Zelanda (molto grande)
ca 7750-7500 aC, Hijiori, Giappone
ca 7610-7475 aC, Monte Adams, Washington
ca 7660-7460 aC Witori gruppo, New Britain, Melanesia
ca 7530 -7440 aC, Luinaya Pas'i, Isole Kurili, Siberia (molto grande)
ca 7530-7000 aC, la formazione di cono secondario sul monte Shasta (molto grande)
ca. 7500 aC, caldera Ushiship, isole Kurili, Siberia
 
Lo scheletro di Denise fu sepolto in una colata di lava associato all'attività vulcanica di Le Puy, in Francia ed è stato considerato molto antico, di conseguenza, ma si rivela essere del Pleistocene finale in quanto lo scheletro di un mammut contemporaneo è stato rinvenuto nello stesso strato.
 
Un flusso di lava del Mauna Kea, Hawaii, si pensa risalga alla fine del Pleistocene, 8000-9000 aC. (Vulcani del Mare, A. Gordon MacDonald, 1983) Ci sono anche frane nel periodo tardo-pleistocenico alle Hawaii che sono simultanee a frane nella zona della catena delle Cascade, compreso il monte St Helens.
 
Charles Hapgood in Path of the Pole menziona cinque vulcani giapponesi pensa siano scoppiati alla fine del Pleistocene (le dateal C14 variamente stimano dal 7.000-12.000 aC, p 135-136)
 
Inoltre egli cita Frank Hibben della Universita del New Mexico per l'esistenza di letto di detriti di lava, in associazione con i resti di Mammoth di Siberia e Alaska. Ci sono anche flussi di lava estesi in Asia centrale: tutti questi flussi sono datati a circa 8000-9000 aC (radiocarbonio)
 
Fred M Bullard in Vulcani della Terra, 1984, ci dà maggiori informazioni:
 
Il Mt Mazama (Crater Lake) ha eruttato diverse volte prima della sua esplosione finale nel 6000 aC, che eruttava fino a 15 miglia cubiche dalla cima della montagna (p 83).
 
I coni originali del Monte Etna, il Vesuvio e il Krakatoa si pensa che si siano formati durante le eruzioni alla fine del Pleistocene.
 
Non avrebbero potuto essere meno le eruzioni di Thera / Santorini in questo stesso periodo di tempo. (P 85-87)
 
A volte circa 10000 anni fa, un vulcano ha eruttato in Nicaragua lasciando letti di cenere che si conservano negli strati di ghiaccio. Il Monte Pelée, Martinica si è formato anche all'interno di una caldera preistorica (p 121) Il Pelee e altri vulcani della Guadalupa e Dominica vulcanica sono stati molto attivi alla fine del Pleistocene (118-119). Il Monte Lanington, Papua Nuova Guinea, anch'esso è esploso in quel periodo, tra il 9000 e l'11000 BC (p 147). L'isola vulcanica di Jamaca, ha vissuto terremoti con massicci crolli in gran parte del suo sistema di grotte.
 
L'Islanda è ricoperta flussi lavici del tardo Pleistocene che si pensa di risalgano al 8000-9000 aC.
 
Le isole Westmann sono stati costruite in eruzioni di quell'età.
 
Il Mount Baker ha iniziato una serie di eruzioni a partire da circa l'8300 aC e continuato fino a circa al 6000 aC.
 
Il Mount Ranier ha vissuto una grande eruzione che ha spazzato via metà della sua massa originaria e ha generato grandi colate di fango nello stesso periodo(p 592) Il Mount St Helens eruttò più volte in successione in quel momento,e ha intercalati con strati di colate laviche 
depositi glaciali (p 547).
 
Il Monte Newberry in Oregon ha avuto un grande eruzione nel 7000 aC (Frederick Johnson in "datazione al radiocarbonio", 1951)
 
Imponenti attività piroclastiche e violente attività eruttive avvennero anche in Australia e Nuova Zelanda a dimostrazione che non fu lo scioglimento dei ghiacciai a causare questo improvviso aumento dell'attività vulcanica.
 
Mentre era in atto questa fase di intenso vulcanismo, la calotte glaciale sul Nord America si sciolse a causa dell'improvvisa impennata dell'attività vulcanica e del surriscaldamento dell'atmosfera alle alte latitudini mentre nel contempo un mostruoso aumento delle piogge su scala mondiale portò ad un'aumento delle inondazioni e tracimazioni di laghi.
 
Tutto ciò fu accompagnato dal sollevamento degli oceani e, secondo il professor Wallace Broecker, del Lamont-Doherty Earth Observatory, la loro temperatura aumentò di 6-12 C°, tutto ciò fu dovuto sia all'immissione di grandi quantità di roccia fusa nell'oceano Atlantico sommata all'espansione termica dovuta al riscaldamento delle acque, e anche all'improvviso scioglimento di grandi quantità di ghiaccio in tutto il mondo.
"In alcune aree, le foreste costiere vennero sommerse con tale rapidità che, invece di decomporsi, gli alberi si conservarono sotto sale in acqua salmastra".
Lo stesso fecero i laghi di aree generalmente aree nelle aree sud-ovest degli Stati Uniti. 
 
Allo stesso modo nel nord-est degli Stati Unit,acque torrenziali tracimarono dal lago glaciale Agassiz in Canada, facendo straripare il fiume San Lorenzo che si getta nell'Atlantico.
A sud di San Lorenzo invece, nell'attuale valle del Connecticut, restano le tracce di un inondazione di 45-60 metri più alta rispetto all'attuale letto del fiume.

Più a ovest immani inondazioni prodotte dallo scioglimento dei ghiacciai invasero il Canada Occidentale con una furia tale da scavare nel terreno ad una profondità che riportarono alla luce le ossa dei dinosauri risalenti al Cretaceo. Da qui nacquero le Delta Badlands che oggi altro non sono che un deserto paesaggio di profonde fratture erosive, gole scavate dall'acqua e guglie di roccia lungo il Red Deer, da Red Deer City al confine del Saskatchewan. 
 
Allo stesso modo altre inondazioni invasero gli Stati Uniti Nord-Occidentali,scavando gole profonde decine di metri lungo l'Altopiano del Columbia alla fine dell'Ultima Era Glaciale, afferma il geologo J.Harlen Bretz dell'Università di Chicago.
 
Irrompendo nella valle di Clark Fork River,nel Montana occidentale e allagando l'Idaho al ritmo di 15 km cubi all'ora, le acque raggiunsero profondità di 250 metri mentre precipitavano nel Wallula Gap sulla linea Oregon- Washington, devastando la Columbia nella loro corsa verso il Pacifico. I principali fiumi delle attuali praterie e il Columbia raggiunsero larghezze di 80 km e profondità di centinaia di metri. L'inondazione spoglio letteralmente 3000 chilometri quadrati dell'Altopiano del Columbia dai suoi strati di limo e loess e lasciando solo profonde valli erosive di 120 metri. In seguito l'inondazione si gettò sullo Snake River con una violenza tale che un onda di ritorno uscì dal fiume e devastò la regione est,raccogliendo la ghiaia e trasportandola fino Lewiston, Idaho, 110 km di distanza.
 
"L'Inondazione giunse in modo catastrofico" afferma Bretz."Una gigantesca muraglia d'acqua con la cresta che precedeva altissima la sua base".
 
Alta fino a 400 metri si abbatte su ogni cosa come una cascata larga 150 km, trascinando per chilometri massi di metri e metri di diametro. 
 
Nella Villamette Valley i massi erratici si trovano fino a 140 metri di altezza rispetto al fondovalle. Nel bacino Umatilla fino a 300 metri sopra l'attuale livello delle acque.
 
Come giunse all'improvviso,allo stesso modo scomparve all'improvviso dopo pochi giorni, lasciando striscie di scorrimento che oggi si presentano come elevazioni aventi un altezza di 30 metri e un delta di pietrisco di 300 km quadrati all'intersezione delle valli di Willamette e del Columbia.
 
Oggi, Portland e Vancuver sorgono su questo delta.
 
Ma la cosa più incredibile afferma Bretz è che lo spessore dei sedimenti dimostra che queste inondazioni sono fenomeni ricorrenti "Almeno 8 di queste catastrofi corrispondono ai 9 arretramenti dei ghiacciai nel Montana settentrionale, Idaho e Washington orientale."
 
Tutta quest'acqua proveniva dalla tracimazione del lago canadese Missoula, più grande degli attuali 5 Grandi Laghi, che era arginato da un immane diga di ghiaccio.
 
Quando questo argine cedette,un'enorme alluvione a centinaia di chilometri all'ora spazzò via tutto ciò che si trovava nell'area occidentale del Canada.
 
Ma tali fenomeni non si verificarono solo negli Stati Uniti. 
 
Anche nelle Higlands scozzesi la tracimazione dell'antico lago glaciale Glen Roy fu accompagnata da una forte attività tettonica che ne causò il collasso. 
 
Anche in Scandinavia il Baltic Ice Lake si riversò nel Baltico con un'improvvisa inondazione,per non parlare dello stesso fenomeno anche dei laghi Pur e Mensi in Siberia,fino ad allora anch'essi come gli altri trattenuti dai ghiacci. 
 
Grandi inondazioni si verificarono anche nel fiume Nilo, in Egitto, e del lago Vittoria nell'Africa Orientale. Tutto ciò dimostra che le violente piogge non avvennero solo in Nord America o nelle aree più a Nord,ma anche in diverse aree del mondo.  (http://expianetadidio.blogspot.it/2013/03/estinzione-magnetica-prima-parte.html )
 
Le diffuse piogge non aumentarono solo a causa del riscaldamento degli oceani, ma anche dal maggiore afflusso di raggi cosmici che raggiungendo l'atmosfera andavano ad aggiungere una maggior quantità di nuclei di condensazione per la formazione delle gocce di pioggia, sia una maggior quantità di vapore acqueo.
 
"Cerchiamo di essere consapevoli del fatto che i raggi cosmici sono principalmente (90%), composti da protoni, e questi non sono una pioggia di sassolini, ma nuclei di idrogeno, che quindi hanno la capacità di reagire con ozono e ossigeno per formare acqua ". dice il fisico Henrik Svensmark.
 
In altre parole, durante il minimo solare con alti livelli di raggi cosmici le nuvole si formano dall'interazione di idrogeno nuclei con ozono e ossigeno per produrre le nuvole.
 
Una versione ingigantita quindi di quello che avviene durante le normali Piccole Ere Glaciali.(http://expianetadidio.blogspot.it/2013/05/il-sole-dellacqua.html )
 
Quanto sta cominciando in questi anni non significa che tutti i vulcani salteranno tutti assieme e saremmo tutti schiattati.
 
Tuttavia gli esempi prima riportati ci evidenziano che nei prossimi decenni potremmo seriamente trovarci a fronteggiare un forte aumento dell'attività vulcanica delle inondazioni e delle nevicate. Un fatto comunque è certo: siamo nuovamente dentro la Piccola Età del Ghiaccio, che probabilmente evolverà in una vera e propria glaciazione simile a quella del Dryas Recente.

Fonti:
http://expianetadidio.blogspot.it/2013/02/peg-il-prossimo-conflitto-fuoco.html http://ceifan.org/anomalie_magnetiche.htm http://www.lescienze.it/news/2003/12/18/news/il_campo_magnetico_terrestre_si_sta_indebolendo-587209/ http://expianetadidio.blogspot.com/2012/07/verso-un-nuovo-dryas-moderno-ii-parte.html http://fetonte.blogspot.com/2013/03/rapporto-tra-grande-minimo-solare-e.html http://expianetadidio.blogspot.com/2013/04/la-contraddizione-delleta-antartica.html http://www.sciencedaily.com/releases/2008/11/081125090348.htm http://www.evolutionaryleaps.com/2011/11/did-south-atlantic-magnetic-anomaly-cause-air-france-disaster/ http://www.wired.com/wiredscience/2012/06/earthquake-swarm-reported-at-chiles-tatara-san-pedro/ http://expianetadidio.blogspot.it/2012/06/la-breccia-nel-cielo-del-sud-atlantico.html http://expianetadidio.blogspot.it/2013/03/inflazioni-vulcaniche-sulle-ande.html http://it.paperblog.com/il-risveglio-geologico-sotto-la-nuova-zelanda-1460886/ http://it.wikipedia.org/wiki/Eyjafjallaj%C3%B6kull http://it.wikipedia.org/wiki/Katla http://www.clickgreen.org.uk/news/international-news/123206-series-of-tremors-and-quakes-rock-iceland-volcano-katla.html http://expianetadidio.blogspot.com/2011/08/dati-e-scienziati-confermano-la-piccola.html http://www.jonfr.com/volcano/ http://expianetadidio.blogspot.it/2012/04/islandaaskja-si-sta-riscaldando.html http://www.meteoweb.eu/2013/03/vulcani-aumenta-lattivita-sismica-intorno-allhekla-in-islanda/194505/ http://expianetadidio.blogspot.it/2013/02/i-cambiamenti-del-campo-magnetico.html http://www.volcanodiscovery.com/hakone/news/30024/Hakone-volcano-Honshu-Japan-increased-seismicity-and-deformation-worries-scientists-about-possible-n.html http://fetonte.blogspot.it/2013/01/il-caso-delle-mammoth-mountain.html http://blog.focus.it/effetto-terra/2013/01/04/kilawea-trentanni-di-eruzioni-senza-fine/ http://expianetadidio.blogspot.it/2012/07/verso-un-nuovo-dryas-moderno-ii-parte.html
http://expianetadidio.blogspot.it/2013/06/la-caduta-della-fenice.html

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