L’attuale,
rovente situazione in Egitto spinge molti ad interrogarsi a proposito
di come evolverà la situazione politica nello scacchiere del Medio -
oriente, con le inevitabili, ferali ripercussioni sul contesto
internazionale. Ora, premesso che nessuno può sapere quali siano i veri
giochi di potere su cui si può solo astrologare, è errato pure credere
che sia in corso una lotta tra il bene ed il male. La detronizzazione di
Morsi, che ha dovuto demordere, è stato uno smacco per gli Stati Uniti,
sostenitori dei Fratelli musulmani, sebbene anche nell’opposizione
molti siano i filo-occidentali. Tuttavia pensare che i militari
traghetteranno l’Egitto verso la “democrazia” denota immensa ingenuità.
La “politica” è il regno della violenza e dell’ipocrisia: rileggere
Machiavelli ogni tanto potrebbe giovare. Il male minore causa sempre
massimo orrore.
Il caos egiziano è molto istruttivo. In primo luogo ci insegna che poco
importa chi ottenga e detenga il potere, poiché il popolo passa solo
dalla padella nella brace o viceversa, in un’altalena infinita. Inoltre
comprendiamo che non possono essere gli uomini a salvare l’umanità: le
classi “dirigenti”, o per manifesta incapacità e/o perché pilotate da
potentati occulti, agiscono sempre contro gli interessi della
collettività. L’integralismo islamico è deplorevole, come qualsiasi
fondamentalismo, ma l’egemonia dell’esercito non è un optimum,
specialmente se i militari esacerberanno gli animi con la repressione e
provvedimenti coercitivi, forieri di ulteriori tumulti. Non sarà poi
l’aeronautica egiziana a coordinare le operazioni di Biogeoingegneria
nella terra dei Faraoni, il cui cielo è senza dubbio chimico? [1]
Evitare di schierarsi in modo manicheo è sempre consigliabile. Tra
l’altro i dissesti sociali ed i tracolli economici, spontanei o
programmati che siano, sono considerati utili dalle élites
sataniste. Se i cittadini ne avessero coscienza, eviterebbero di
sostenere in modo partigiano uno o l’altro movimento o fazione o
partito, sapendo che ai vertici sono tutti uguali e tutti d’accordo
nella spartizione di denaro e privilegi, offerti loro da chi agisce
dietro le quinte.
E’ necessario dunque evitare di concentrare la propria attenzione su questa sorta di teatro kabuki,
che è la prassi dei governi a livello nazionale ed internazionale, per
provare a cogliere le dinamiche interne e segrete sottese agli eventi.
In poche parole, è necessario valicare i confini della politica, la cui
disamina delle componenti socio-economiche e strategiche non è del tutto
inesatta né inefficace, ma parziale e talora angusta, per gettare uno
sguardo nell’area off limits della meta-politica.
Così, solo per portare un paio di esempi, ho letto con piacere un
recente articolo del Professor Francesco Lamendola che ha denunciato il
servilismo dei cialtroni italiani nei confronti di Sion, in un pamphlet intitolato “Riti d’iniziazione e riti di umiliazione”.
Tuttavia siamo ancora nell’àmbito di una concezione politica, per
quanto lucidissima e tagliente. E’ doveroso salire un altro gradino,
ricordando che la patetica adulazione dei quaquaraqua italioti e
stranieri si esercita nei confronti dei Sionisti come nei rispetti dei
papi. I Khazari sono pur sempre dei camerieri, anche se molto influenti:
i Rothschild da secoli amministrano il fantastico patrimonio del Vaticano. Il criminale Henry Kissinger è stato consigliere personale di Benedetto XVI!
Suscita perciò altrettanto disgusto vedere il pellegrinaggio dei
“nostri” rappresentanti da papa Bergoglio da cui probabilmente prendono
ordini o con il quale concertano strategie per attuare i loro diabolici
piani di dominio planetario. Vedere Napo orso capo ed il cattolicissimo
Enrico Letta che sono ricevuti dal pontefice di turno, fra salamelecchi,
baci e strette di mano massoniche, è una laida testimonianza di
piaggeria, di vile, umiliante sottomissione.
Un breve excursus su papa Francesco: colui si è rivelato un bluff,
come era stato predetto da alcuni analisti. Dietro i suoi discorsi
deamicisiani e demagogici, si nasconde un marpione, protagonista, da
buon Gesuita, delle trame mondialiste tese all’instaurazione di uno stato ecumenico di stampo totalitario.
Saliamo ora qualche altro gradino ed apprezzeremo l’articolo “Parole nel vuoto”,
scritto dal curatore di Freeskies. Qui si squaderna una trasparente,
rivelatrice, epifanica visione meta-politica. E’ uno sguardo
profondissimo oltre le apparenze, di là dalle cronache ufficiali ed
oltre pure le indagini più scaltrite. E’ naturale che un affresco così
preciso e simile ad un quadro iperrealista: provoca nell’osservatore
perplessità e persino ribrezzo di fronte ad una realtà esibita con tanta
cruda, impietosa esattezza. Eppure, dopo aver letto questo studio, una
persona dotata di discernimento dovrà commentare come lo scrittore
André Gide, dopo che ebbe completato “Il mondo come volontà e
rappresentazione” di Schopenauer: “E’ proprio così!”.
Vero è che il disegno tracciato è ritenuto dai più inverosimile, anzi
impossibile. Chi potrà mai accettare la pazza idea che l’umanità sia il
bestiame degli Altri e la storia un immenso, millenario inganno? Chi
potrà mai vedere nel Transumanesimo il passo fatale verso l’ultima mutazione antropologica? Ecco la ragione dello sconsolato titolo “Parole nel vuoto”.
Non siamo neanche più le voci di coloro che gridano nel deserto, ma gli
echi fievolissimi di quelle voci, ormai quasi impercettibili.
Articoli correlati:
Tanker Enemy, Il progetto LOFAR ed il C.I.C.A.P., 2012
F. Lamendola, Riti d'iniziazione e riti di umiliazione, 2013
Freeskies, Parole nel vuoto, 2013
[1] La “Politeia” di Platone e la stessa vita del filosofo greco
dimostrano quanto sia arduo delineare un sistema politico efficiente ed
equo. Le idee collidono con le circostanze concrete, le teorie, anche
quelle più nobili, o sfociano in pericolose utopie o cozzano con
un’umanità che rispecchia e spesso moltiplica i difetti dei ceti
dirigenti. La società pare ingovernabile, anche quando è inquadrata – ed
è oggi la situazione più diffusa – nei plotoni dello stato-Leviatano.
Che il popolo, chiunque governi, è sempre vessato è intuizione di uno
scrittore “minore” come Fedro. Fedro vale più di tanti “esperti” di
politica, economia, società etc.? Sì.
fonte: http://zret.blogspot.it/2013/07/politica-e-meta-politica.html
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