lunedì 1 luglio 2013

TUTTI PAZZI PER MARGHERITA

Devo essere proprio bastian contrario, perché tutti gli amici di Facebook piangono, dolenti, la scomparsa dell’astrofisica Margherita Hack, mentre a me non fa lo stesso effetto. Solo gli addetti ai lavori sanno che era animalista e sia Repubblica che il Corriere non fanno cenno alla sua alimentazione vegetariana, ma preferiscono sottolineare il suo ateismo. 
La conobbi in occasione della presentazione del mio primo libro, molti anni fa a Trieste, e fu proprio lei a spiegare al pubblico il contenuto de “Il tirannominide”, mia prima fatica letteraria, se mi si passa il termine.  

Sul suo conto so quello che sanno tutti gli animalisti: che era vegetariana dalla nascita, in quanto figlia di genitori teosofi, che in gioventù faceva atletica e che, pur abitando a Trieste da quarant’anni, non aveva mai perso l’accento toscano.
 
Un giorno la incontrai per strada e, per dimostrarle rispetto e riconoscenza, volli farle il baciamano, alla maniera degli antichi, ma lei ritrasse la mano come se una serpe stesse per morderla. Ci rimasi male, mortificato, ma in seguito capii che la sua visione politica di Sinistra – era probabilmente anche femminista – le impediva di sottostare a simili inutili smancerie. Da quella volta non ho più fatto il baciamano a nessun altro esponente del sesso femminile.

Una volta mi riferirono una sua frase a proposito dei migranti che ultimamente fanno parlare si sé sempre più spesso: “L’arrivo di stranieri in Italia è un arricchimento!”.

Usò proprio la parola arricchimento e questo la inserisce nella visione di Sinistra del mondo, di quella Sinistra che, facendo un lungo giro di settant’anni, dall’inizio della Guerra Fredda alla caduta del muro di Berlino, ha finito per toccare l’estremo opposto del cattolicesimo più melenso.


Quando mi riferirono quella sua frase, risposi: “Gli stranieri sono un arricchimento finché non le entrano in casa, di notte, e le puntano un coltello alla gola”.
 
Quella mia risposta non è peregrina, giacché a Trieste è già successo che la gente sia stata svegliata nel cuore della notte da balcanici malintenzionati in cerca di denaro. Le chiamano rapine in villa e non le fanno solo in Veneto. Prendono di mira le case isolate.
 
Se la Hack e suo marito Aldo hanno un buon sistema d’allarme, allora possono permettersi di considerare gli extracomunitari come un arricchimento, ché tanto ad essere rapinati e stuprati saranno gli altri e, in questo caso, vale il detto che tutti sono froci col culo degli altri. E poi, se in Italia venissero solo laureati, si potrebbe parlare di ricchezza, ma sembra che a spingere le folle da Africa e paesi dell’est verso i nostri lidi sia disperazione e povertà, a fronte della fuga di cervelli nostrani verso paesi dove vengono valorizzati.
 
Se invece la Hack lasciava la porta di casa aperta di notte, come fanno molte anime belle, allora vuol dire che si affidava alla fortuna, oppure che non teneva tesori in casa.
 
Ma questi, della Margherita nazionale, sono peccati veniali. La sua appartenenza al CICAP è forse la cosa più grave, ma la sua sponsorizzazione della ricerca sui tumori lo è ancora di più. Strano che gli animalisti se la siano lasciata scappare.

Ho sotto gli occhi una pagina della rivista “Oggi”, tratta dal numero XX di quest’anno. E’ una
pagina pubblicitaria della FIRC, affiliata dell’AIRC, in cui campeggia la foto della Hack (mi si perdoni lo scioglilingua), dove la scienziata dice: “Nel mio percorso di vita, ho scoperto più di una teoria sull’universo. Non mi sono mai accontentata di un risultato parziale, volgendo ogni volta il mio sguardo verso un nuovo obiettivo. Anche per la ricerca è importante non cadere nel buco nero della rassegnazione, ma puntare con determinazione a nuovi traguardi. Per questo motivo, ho deciso di disporre un piccolo lascito a favore della Fondazione Italiana per la ricerca sul Cancro”.

C’è da chiedersi se la scienziata fosse ancora capace d’intendere e di volere mentre scriveva questa frase, oppure se il cervello le si fosse già trasformato in pappa. Evidentemente, la FIRC è riuscita ad accaparrarsi l’illustre vegliarda per scopi di propaganda e la signora non aveva tempo per approfondire la questione su come i suoi soldi venissero utilizzati.

Si capisce anche che cane non morde cane e uno scienziato di fama non può non schierarsi dalla parte della scienza, e poco importa se questa scienza è basata sullo sfruttamento e la sofferenza delle cavie animali. La scelta di sponsorizzare la ricerca sul cancro colloca Margherita Hack in quella categoria di zoofili che di diritti animali non capiscono un accidente e che pensano che tutto si riduca all’amore per cani e gatti.
 
Non mi stupisco di questo! Ho conosciuto un anziano signore appartenente alla L.A.N. (Lega Antivivisezionista Nazionale), tale Mario Coi, che faceva il seguente ragionamento: “I miei gatti mangiano carne, dunque mangio carne anch’io”.
 
A volte se ne trovano di sagome così!

La dieta vegetariana della Hack non basta, e non deve impressionare. C’è un illustre collega, anche lui longevo, che strombazza a tutto spiano il suo vegetarismo, ma nel contempo non perde occasione per rimarcare la necessità dell’uso di animali nella ricerca. Si tratta di Umberto Veronesi, che è stato anche ministro della salute. A questo punto, tra un Silvio Garattini, vivisettore e dichiaratamente antianimalista, e un Veronesi o una Hack, mi sta quasi più simpatico il primo, con i suoi maglioncini dal collo alto, che non i due VIP vegetariani ma favorevoli alla vivisezione.
 
Io questi ultimi due personaggi li chiamo gatekeeper, letteralmente “guardiani del cancello”. E il cancello è quello delle idee, quelle che possono passare e quelle che invece devono restare fuori. Li si può anche definire “polpette avvelenate”, cioè parlano bene e razzolano male, limitatamente ai due settori interconnessi che sono l’alimentazione e la vivisezione.
 
Non si possono disgiungere carnivorismo e vivisezione: sempre di soprusi ai danni degli animali si tratta. Tra i due, Veronesi e Hack, almeno il primo non ha mai detto di essere animalista e la scelta di non mangiare carne gli deriva da motivazioni salutistiche. Se era questo anche il caso della Hack, che lo dicesse chiaramente, perché di zoofili che hanno le idee confuse – e le confondono anche al pubblico – gli animali non sanno che farsene!

Forse si dovrebbe cominciare a capire perché Margherita Hack non mi sta del tutto simpatica, anche se si prestò gentilmente a presentare in pubblico il mio primo libro e anche se si è fatta fotografare con i suoi animali domestici. Anche l’ex Papa Benedetto XVI ama i gatti, ma questo non fa del cattolicesimo una buona religione per gli animali.

Ho provato a fare una ricerca sul sito della FIRC e ho trovato che la maggior parte dei ricercatori da essa finanziati si occupa di ">cellule in vitro, ma ve n’è almeno uno che studia ">sulle Drosofile, altrimenti conosciute come moscerino della frutta.

Non ho trovato riferimenti a cavie a sangue caldo, ma che l’AIRC le usi, o meglio, che finanzi chi le usa, è notorio. La FIRC, se non ho capito male, è solo una costola della più famosa AIRC, quella delle arance e dell’azalea, per intenderci.

Ora, manipolare i moscerini potrebbe anche non dar fastidio a persone come la Hack, ma la ricerca si basa purtroppo su roditori e altri mammiferi. La Hack non poteva non saperlo. Mi chiedo quindi come abbia potuto dare il suo consenso a una delle tante associazioni inventate dalle industrie farmaceutiche per raschiare fondi in ogni dove, suscitando emozioni come paura e solidarietà, nelle persone, allo scopo di scucir loro denari.

Ad essere gatekeeper non sono solo singole personalità, come Veronesi e la Hack, ma le stesse associazioni raccoglitrici di denaro, nel momento in cui distolgono l’attenzione del pubblico dalle vere cause delle malattie, che sono iatrogene nella maggior parte dei casi, ovvero generate dalle medicine stesse.

Le cure del cancro, poi, sono conosciute da anni, ma, come con l’auto ad acqua o ad aria, sono state fatte sparire per non danneggiare i profitti economici delle multinazionali. E’ un trucco che, se lo si capisce una volta, diventa lampante e lapalissiano ed è adoperato anche da quelle associazioni sedicenti umanitarie che sventolano foto di bambini sofferenti – ma sorridenti – chiedendo un obolo per combattere la fame nel mondo. La cosa si fa grottesca quando a vendere la bambola di pezza “ Pigotta” è l’UNICEF, che destina briciole ai bambini e s’intasca il grosso dei finanziamenti pubblici per la propria struttura. Idem con l’otto x mille della Chiesa cattolica. Quanti di tali soldi sono finiti nello IOR e quanti sono stati dati a padre Gaetano?

Problema, reazione, soluzione. Olocausto, antisemitismo, risarcimenti di guerra.
Inquinamento, denuncia, rientro economico. Spargo il virus, spargo il panico e raccolgo denari per combattere il virus. ">Mafalda, in una vecchia striscia fumettistica di Quino, se n’era accorta ancora anni fa. Gli anarchici dei centri sociali accusano di fare solo business grosse associazioni come LAV e Animalisti Italiani. Ragazzi sedicenti ex drogati fermano la gente per strada chiedendo firme e oboli, salvo poi gettare le firme nel cassonetto della carta da riciclo. Monsanto avvelena la terra, stermina le api e poi offre ai contadini sementi resistenti ai pesticidi. E magari finanzia gli studi sugli impollinatori robot.

Fanno e disfano. Ci guadagnano due volte, inquinando e raccogliendo fondi contro l’inquinamento. Se si arriva a capire questo perverso circolo vizioso, non si può provare simpatia per BigPharma, né per venerabili matrone che si sono lasciate infinocchiare. Di Veronesi non mi curo, viscido com’è.

Allora, cara Margherita, la tua vita l’hai vissuta. I tuoi pets li hai amati. E il tuo ruolo di inconsapevole (ma fino a che punto?) guardiana del cancello delle idee, l’hai svolto. Non piangerò per la tua morte, né emetterò canti d’esultanza, ma una scivolata come quella del lascito alla FIRC te la potevi risparmiare. E’ una pietra tombale di cui potevi fare a meno.

Fonte: http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/
Link: http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2013/06/tutti-pazzi-per-margherita.html

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