per-só-na
dal
latino (ed ancor prima dall'etrusco/sumero pershù): per - attraverso - sonar - risuonare. Così era chiamata in antichità la
maschera indossata dagli attori, che oltre a coprire il volto funzionava da
amplificatore per la voce.
Esistono
o, sarebbe meglio dire, ‘operano’ esseri umani che sembrano animati da intenti
venefici. Le loro motivazioni appaiono incognite mentre sono incomprensibili le
modalità con le quali compiono il loro peculiare destino terreno.
Si
tratta spesso di capi di stato, banchieri, stelle del cinema o della televisione,
rampolli di antichi casati, cantanti pop, scrittori ed opinionisti dei quali
davvero si stenta solo ad immaginarsi un rapporto empatico tanto sono distanti
e noncuranti delle sensazioni dell’umano genere.
Chi
li ispira? Chi o cosa li conduce a condurre esistenze freddissime ed
apparentemente vuote, all’insegna di una ‘mission’ ben precisa ed
unidirezionale?
Sono
esseri al di fuori del contesto normale, sono ‘maschere’ la cui funzione ci è
nota solo in parte ed a nulla valgono, per giustificarne le azioni, le scusanti
dell’appartenenza a quella od a quell’altra superloggia mondialista che
detterebbe loro compiti e missioni.
Il
loro agire è estraneo all’umano genere. Le loro azioni stereotipate e
programmate. Il loro ‘aplomb’ incredibile ed indecifrabile. La loro duplicità
di atteggiamento sfida la ragionevolezza.
Sono
elementi decisamente estranei. Elementi apparentemente etero diretti, come portali
dimensionali. Persone nel senso di ‘ruoli incarnati’, attori, persone appunto.
Ci
verrebbe da chiedere: Essi, vivono?
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