venerdì 30 ottobre 2015

Che siano i burocrati di Bruxelles a mangiarsi per primi cavallette e grilli, questo il grido rabbioso degli agricoltori vessati dalle politiche della UE.


Dopo la diffida al consumo delle carni rosse, degli insaccati e delle salsicce, considerate dannose e cancerogene, da parte dell’Organizzazione  Mondiale della Sanità, un’altro organismo sovranazionale, il Parlamento Europeo di Bruxelles, provvede a colmare la lacuna nell’alimentazione , fornendo il via libera all’introduzione di una “nuova dieta”  per le popolazioni europee: insetti, larve, cavallette e grilli saranno presenti nella nuova dieta globalizzata prevista dagli esperti nutrizionisti di Bruxelles.

Si tratta dei “nuovi cibi denominati “novel foods”,“ il cui consumo sarà promosso presto da agenzie pubblicitarie che cercheranno di mentalizzare i consumatori ai vantaggi dell’assumere questa nuova dieta, una campagna pubblicitaria destinata soprattutto ai giovani che verrano bombardati da messaggi tipo:  “con il Jobs Act acquisti un buono per i novel fooods, sarai più trend e digerisci meglio”; oppure, “mangia il grillo e sarai più sveglio”.

Questo nuovo provvedimento farà la fortuna degli importatori di questi pseudo cibi e saranno contenti anche i ristoratori cinesi che già da tempo, se pure di nascosto, avevano inserito questi alimenti nei menù di molti loro ristoranti.  Vedi: Insetti e larve a tavola: dall’Europa arriva il via libera ai “nuovi alimenti


Mangiare insetti


Le cose non vanno altrettanto bene per i produttori agricoli italiani, quelli che hanno il torto di produrre gli alimenti tradizionali della cultura mediterranea, oggi disprezzata dai fautori del globalismo. Gli agricoltori italiani sono oggi vessati da una tassazione insopportabile e dalla concorrenza delle importazioni dal Nord Africa, liberalizzate dall’Unione Europea. In particolare si erano registrate già nelle ultime settimane forti proteste degli agricoltori della Coldiretti contro le politiche della UE che spalanca ai traffici di ogni tipo di schifezza alimentare, sulle quali si fanno affari a danno degli agricoltori e dei consumatori».

La protesta degli agricoltori italiani i quali  per alcuni giorni hanno presidiato la frontiera con il Brennero (  una delegazione di questi è salita anche all’Expo di Milano), doveva servire anche a sensibilizzare l’opinione pubblica ed a rafforzare la posizione negoziale dell’Italia in sede europea e, soprattutto, per quanto riguarda il latte e le carni, per riuscire a costruire un fronte comune con Francia, Spagna e Portogallo.

Sono infatti in crisi anche il comparto della carne con gli allevatori che sono in agitazione per la sempre maggiore volatilità dei costi delle materie prime, con la forte dipendenza dall’estero dei ristalli e con i prezzi, sia dei bovini che dei suini da macello, fermi da diversi mesi a livelli non remunerativi.

Gli agricoltori hanno protestato energicamente nei confronti della politica della UE passivamente assunta dal governo, cosa che ha creato di fatto una concorrenza sleale è insostenibile derivante dalle importazioni di prodotti alimentari che sono dei surrogati e sottoprodotti che abbassano la qualità, come le polveri di latte e le cagliate da utilizzare per fare formaggi made in Italy al posto del latte vero senza indicazioni in etichetta.

Vengono richiesti maggiori controlli ed etichettatura all’origine per tutelare il made in Italy.

Secondo Coldiretti «in assenza di regole sulla provenienza e sulle caratteristiche dei prodotti, con prezzi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi al di sotto dei costi di produzione si assisterà ad una drammatica chiusura di molte aziende nazionali , senza alcun beneficio per i consumatori».

Questa è una politica della UE che favorisce gli interessi delle grandi multinazionali e che affossa le piccole e medie imprese e le produzioni locali che sono il vero patrimonio dell’agricoltura italiana e che andrebbe tutelato e salvaguardato.
 
Di questa situazione si dovrebbe occupare seriamente l’Unione Europea invece di liberalizzare il consumo delgi insetti, ragni e cavallette, hanno reclamato i rappresentanti degli agricoltori, presenti anche all’Expo di Milano.

Forti rimostranze anche da una rappresentanza di agricoltori pugliesi infuriati per la decisione di Bruxelles di procedere allo spiantamento di migliaia di piante di ulivo, per causa dell’infezione della “Xylella” che ha colpito alcune piante nella zona del Salento. Le cause non sono chiare e si sospetta che vi siano manovre speculative sotto questo avvenimento, tanto che anche la procura di Lecce ha aperto un fascicolo su tale questione. Vedi: Ulivi e Xylella, i conti non tornano.

Disobbedienza alla UE
Disobbedienza alla UE


Quello che fa infuriare gli agricoltori è la delibera della UE (subito solertemente assunta come prorpia dal Governo Renzi) di far spiantare gli ulivi in un raggio di 100 Mt. da ogni pianta infetta e dal divieto di ripiantare altre piante in sostituzione.

Questo provvedimento potrebbe uccidere definitivamente le culture agricole tradizionali della regione e produrre un danno irreversibile anche alle tradizioni secolari del Salento ed alla sua identità. Da qui la rivolta degli agricoltori salentini che rifiutano l’imposizione dell’Unione Europea ed hanno assicurato che continueranno a ripiantare le piante di ulivo con forme di disobbedienza civile già iniziate.

Sono quindi ben altri i problemi dell’alimentazione e dell’agricoltura in Italia e nei paesi del Sud Europa che non quelli di procedere al cambio della dieta mangiando cavallette e grilli. “Che se li mangino loro, i burocrati di Bruxelles”, è stato lo slogan più urlato dalla delegazione di agricoltori arrivata dal Salento.


Luciano Lago


fonte: http://www.controinformazione.info/che-siano-i-burocrati-di-bruxelles-a-mangiarsi-per-primi-cavallette-e-grilli-questo-il-grido-rabbioso-degli-agricoltori-vessati-dalle-politiche-della-ue/

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