Netanyahu cancella un incontro per paura di Putin
Il premier israeliano Benjamin
Netanyahu ha deciso di non partecipare alla riunione con l’opposizione
siriana a Gerusalemme per paura di offendere il presidente russo
Vladimir Putin
Il primo ministro israeliano Benjamin Netayanhu avrebbe detto che “ora non è il momento migliore per far arrabbiare (Vladimir) Putin“, secondo fonti israeliane che desiderano rimanere anonime, secondo l’agenzia stampa libanese al-Ahd.
La dichiarazione del capo del governo israeliano avveniva mentre i
rappresentanti del governo sionista, tra cui il ministro della Difesa
Moshe Yalon, programmavano un incontro con i capi dei gruppi armati
siriani a Gerusalemme.
Tuttavia, le autorità israeliane temono che una
tale conferenza nei territori occupati e l’eventuale presenza di
Netanyahu causasse reazioni dal presidente russo Vladimir Putin, il cui
Paese sostiene la Siria nel confronto con i gruppi terroristi, dopo la
richiesta dal presidente della nazione araba Bashar al-Assad. Secondo le
fonti, ciò ha costretto le autorità sioniste ad annullare l’evento e a
chiedere ai capi dei gruppi armati di non partecipare alla riunione.
L’agenzia al-Ahd ha detto che nonostante la cancellazione della
riunione, Israele e i gruppi che cercano di rovesciare al-Assad hanno
ottimi rapporti e proseguiranno contatti e cooperazione, anche se devono
nasconderli. Fin dall’inizio della crisi siriana, almeno 1300 membri
dei gruppi armati siriani (compresi i gruppi terroristici come Jabhat al-Nusra, ramo di al-Qaida in Siria) sono stati curati negli ospedali iraeliani, secondo fonti del Paese. - Telesur, 27 ottobre 2015
Un generale israeliano catturato in Iraq ammette la collaborazione tra Stato islamico ed Israele
Il Dr. Haysam Bu ha confermato in
esclusiva a VT che il generale Yussi Elon Israel Shahak, catturato
dall’esercito del Popolo iracheno, ha ammesso durante l’inchiesta che:
“Vi è una forte cooperazione tra il Mossad e alti comandanti militari dello SI… consiglieri israeliani aiutano l’organizzazione a sviluppare piani strategici e militari e a guidarli sul campo di battaglia“.
L’organizzazione terroristica ha anche consiglieri militari di Arabia
Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Giordania. L’Arabia Saudita ha
finora fornito allo SI 30000 veicoli, mentre la Giordania 4500. Qatar ed
Emirati Arabi Uniti hanno consegnato fondi per coprire le spese dello
Stato islamico. Aerei appartenenti ai Paesi citati continuano ad
atterrare nell’aeroporto di Mosul, fornendo aiuti militari e
combattenti, soprattutto dalla Giordania.
Parlamento e DESI hanno anche
confermato la morte del capo dello SI Abu Baqr al-Baghdadi, colpito due
volte: una in testa e l’altra su una spalla, in uno scontro a fuoco. Due
dei suoi aiutanti sono stati uccisi. Crediamo che CIA e Mossad ne siano
responsabili essendo diventato merce inutile. Inoltre, otto dei primi
capi dello SI sono stati uccisi nel raid aereo iracheno ad Hayth, dopo
due settimane di sorveglianza dell’intelligence militare irachena.
La
relazione conclude che il gruppo terroristico dello SI recentemente
arrestato a Mosca proveniva da Siria e Iraq attraverso l’Ucraina, ed
intendeva effettuare operazioni sovversive contro ferrovie e autobus.
Gli attentatori sono ceceni, caucasici, iracheni, siriani e sauditi.
L’Ucraina è diventata un focolaio delle attività terroristiche in
complicità con i nemici giurati di Putin che vogliono colpire la Russia
per vendicarsi dell’intervento militare in Siria.
Nahad al-Husayni, 23 ottobre 2015 – Reseau International
Nahad al-Husayni, è a capo dell’ufficio di Veterans Today
a Damasco, membro dell’Instituto americano di studi strategici del
Medio Oriente (Stati Uniti) e vicedirettore del Congresso musulmano e
arabo-americano (Detroit, USA). Ha una laurea in letteratura inglese ed
lavorato come giornalista freelance per CNN, CBS e ABS in Siria, per il
quotidiano turco Aydinlik e molte altre agenzie.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/10/27/un-generale-israeliano-catturato-in-iraq-ammette-la-collaborazione-tra-stato-islamico-ed-israele/
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