venerdì 30 ottobre 2015

La teoria della pace.

Vogliamo una macchina che sappia gestire le tre fasi della guerra:
battaglia, diplomazia e pace…
The Machine
La “fase” della pace è, dunque, una “teoria”:
  • teorizzi, infatti, che non vi sia guerra, solo perché c’è una pace apparente
  • a partire dal tipo di Vita che puoi condurre quotidianamente.
E sela guerra proseguisse in altra maniera?
Quale “guerra”? Quella che è, ormai, passata alla “fase successiva”; quella che deve amministrare e controllare, lasciando lo “scontro in campo aperto, evidente, che distrugge”... accampato al di fuori dalle mura dell’evidenza.
Dopo l’intenzione, il progetto, l’invasione e la conquista – di fatti – cosa “viene”?
Il controllo. La riscrittura della “storia”, dalla prospettiva dei vincitori…
L’educazione. L’insegnamento. La “coltivazione, addestramento, allevamento”.
L’instaurazione del paradigma, dello status quo, del “firmware” AntiSistemico by Dominio.
Che ne dici di ripensare a tutto quello che “sai (perché te lo hanno “insegnato”)”?
Che ne dici di ripensare a tutto quello che risulta evidente, solo perché “non hai più memoria, né occhi… per vedere oltre”?
Che ne dici di ripensare alle “tre fasi della guerra?
Che ne dici di ripensare alla “fase della pace”?
La guerra prosegue nelle maniere previste dal Controllo; anche quando ti sembra che non possa più esistere un “nemico”, il nemico è ogni fazione diversa dalla tua, fosse anche solo il partecipante ad una “gara di scopa d’assi”.
Non sei più in Comunione.
Non sai più nemmeno cosa voglia dire.
  E, ignorando, ignori tutto il resto che non riesci ad evincere “da te, qua, così”.
Cosa devi “tacitare” ogni giorno? Cosa emerge dal tuo profondo, ogni giorno? Quanta energia poni per “tappare il buco nero”?
Che cosa emerge sempre da una simile “area”? Che cosa intuisci?
Quali sprazzi di memoria vivono ancora nel conscio?
La rete dell’inconscio amministra ogni tipo di flusso, ma non può impedire alla frattalità espansa di espletare la propria funzione di “memoria”, ergo, sei sempre raggiunto/a da “informazione non convenzionale”, della quale non sai mai cosa fartene, relegandola nel “cestino della mente”, in attesa di essere svuotato ciclicamente dai processi automatici, che “ti spazzano con regolare e sospetta puntualità”.

Dalle teorie s’impongono le leggi. Da verità parziali (di parte) edificate per “interesse”, si procura la diffusa necessità delle relative leggi (appartenenza, marchio).
Tutto ruota attorno al termine “teoria”:
il termine teoria (dal greco θεωρέω theoréo "guardo, osservo", composto da θέα thèa, "spettacolo" e ὁράω horào, "vedo") indica, nel linguaggio comune, un'idea nata in base ad una qualche ipotesi, congettura, speculazione o supposizione, anche astratte rispetto alla realtà
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Un'idea nata in base ad una qualche ipotesi, congettura, speculazione o supposizione, anche astratte rispetto alla realtà…
Se per “ipotesi”… ponessi di… allora ne conseguirebbe che… quindi…
L’ipotesi “quanto è vera, di quel grado di vero che è di tutti e per tutti”?
E quanto, invece, “è vera di quel grado di vero che risulta come… ‘privato di qualcosa per tutti’”?
La proprietà privata della libertà altrui. Dove per libertà devi intendere:
essere te stesso/a.
È inutile giraci attorno per i soliti motivi di interesse personale, che altro non sono che le briciole di quello che sei; i discorsi diventano politici, perché tendono a difendere uno “stato del diritto” che tutela – in primis - il motivo stesso per il quale i “diritti, qua, così” sono stati postulati, teorizzati e manifestati:
amministrare e, dunque, amministrarti.

Il distacco apparente tra “mente e braccio”, che opera da una simile prospettiva, è sufficiente per auto mantenerti depotenziato/a, rispetto al “tuo status primario/originale”.
L’azione “senza fili” nasconde la mente e anche il braccio, per cui il tuo conseguire è “miope”... proprio perché nel frattempo sei stato/a educato/a a sviluppare una logica sequenziale/fisica, che non lascia spazio a ciò che risulta indimostrabile, per primaria opera strategica del Dominio.
Le “prove” ammesse in sede giudiziale, per legge, quali sono e perché?
Non te lo chiedi, perché “non ti sembra nemmeno compito tuo”.
E, così, “pensi di non sapere, di non poterci arrivare da solo/a e di dover sempre e solo usare gli strumenti che ritrovi nella società, come se tu arrivassi sempre, ogni giorno per il primo giorno e non conoscessi mai nulla sufficientemente a fondo per… poter sviluppare un tuo ‘senso, rispetto a quello che vedi/ritrovi’”…
Sei un “eterno forestiero”. Sei una “eterna forestiera”:
pur "essendo del posto" da un tempo indefinito e, comunque, molto maggiore rispetto a quello che sei portato/a a credere.
È come se della quercia adulta, tu vedessi sempre e solo il fuscello dal quale era cresciuta o la vecchia carcassa ormai buona solo per “bruciare nella stufa”…
Ti senti così, insomma:
  • mai all’altezza di quello che percepisci
e che, dunque, ogni volta
  • lascia andare via da te
  • rimanendo solo/a con lo status quo.
Storia del termine.
Il lemma teorìa (ϑεωρία) originariamente nell'antica Grecia indicava una delegazione composta di teori (ϑεωρός) che erano inviati speciali di una città per compiere una missione di carattere religioso come consultare un oracolo o ad assistere a cerimonie religiose.
Il termine fu poi usato per indicare gli spettatori o per indicare vari magistrati….
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Una delegazione composta di teori (la frattalità espansa è resa "strumento", allorquando sei la grande concentrazione di massa che “la ha, così”… potendo contare, quindi, sulla relativa “opera di delegazione”, alias: garantendosi effetti direttamente proporzionali al proprio intento, distaccati dalla propria - non più necessaria - diretta presenza fisica, all’interno del piano di reale manifesto, amministrato).
La “delegazione” è, in qualsiasi reale manifesto, l’organizzazione infrastrutturale “di base/di sfondo” che permette di ricevere e diffondere il segnale portante frattale espanso by Dominio.
La Particella Fondamentale dello Spazio Sostanza è uno “stato recettivo”:
attraverso di essa, di esse - delle quali è cosparsa viralmente/totalmente la struttura morfogenetica, che ospita la sede per il reale manifesto – s’imprime l’intenzione dominante, nel piano reale sottostante, da manifestare e controllare/amministrare.
Che cosa esegue il proprietario di una Multinazionale, dall’alto dell’ultimo piano del grattacielo nel quale ha sede la direzione? Non visto ed inarrivabile per i propri “dipendenti”, amministra, decide, agisce... distaccato da quel modello di Vita che interessa tutti gli altri:
  • dall’alto della propria posizione
  • domina
  • compresente
  • non presente
  • agendo per “delegazione gerarchica (frattale espansa)”.
Mentre lui/lei ti “vede”… Tu non puoi fare altrettanto, se un simile privilegio non ti è accordato.

Descrizione.
Nella scienza, una teoria è un insieme interconnesso di ipotesi, enunciati e proposizioni con lo scopo in genere di spiegare fenomeni naturali o più in generale di formulare sistematicamente i principi di una disciplina scientifica…
Il termine teorico, se impiegato per descrivere un certo fenomeno, spesso implica che un risultato particolare è stato predetto da una teoria, ma non è stato ancora osservato o confermato sperimentalmente. Per esempio, fino a poco tempo fa, i buchi neri erano considerati teorici.
Non è insolito nella storia della fisica che una teoria faccia previsioni poi confermate dagli esperimenti...
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Il reale manifesto "qua, così" è un gigantesco, unico... bias di conferma dominante. E te ne puoi anche accorgere frattalmente:
  • spesso implica che un risultato particolare è stato predetto da una teoria
  • non è insolito nella storia della fisica che una teoria faccia previsioni poi confermate dagli esperimenti...
La teoria è la condensazione di un punto prospettico, che il Dominio intende manifestare nel “qua, così”.
Il “risultato… predetto dalla teoria” dipende dal tipo di “esperimento:
  • l’esperimento viene portato avanti e sviluppato in un determinato modo ed “ambiente”
e
  • i risultati ti vengono dati in maniere non comprensibili
  • risultando perni centrali per prendere decisioni sociali, che non hanno nulla a che vedere con la tua “libertà centrale”, ma che, bensì, tendono a limitare tutto quello che si rende potenzialmente “invalidante il risultato dell’esperimento della tal teoria”.
È tutto “relativo… a…”.
Nella tua testa c’è un file segreto. Ce l’ho messo io.  Contiene varie abilità, però per poterle avere, devi aprire la cartella ed installare tutti i programmi
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Sei tu che “devi compiere la tal… azione” e sei ispirato a compierla nei modi e nelle modalità suggerite da qualcosa che “non esiste, ma c’è”.
Chi ha la tecnologia più avanzata, ha sempre la meglio…
The Machine

Il Dominio “si chiama fuori” dal medesimo contesto che s’interessa a/di te. Perché ha sviluppato la “conoscenza/tecnologia” ed ha mantenuto il “ricordo/memoria” sufficiente e necessario per… poterlo fare/essere.
Distaccandosi dal tuo stesso piano del contenimento, seppure sempre presente… ha potuto agire per delegazione frattale espansa. La similitudine tra i due piani, nonché uno degli anelli di congiunzione simbolico, è – ad esempio – la possibilità di poter assoldare un killer per "svolgere il lavoro sporco, in maniera pulita", per conto altrui. Ok?
Quali caratteristiche entrano in gioco, in un simile mandato del processo?
Le “qualità attribuite a… Dio”:
  • ubiquità
  • controllo in leva gerarchica
  • non località wireless
  • amministrazione per “distacco dei piani”, etc.
“Dio” è… l’amministratore, poiché creatore della propria “multinazionale”, ma non è l’iniziatore delle circuiterie, che ha trovato già esistenti in loco “prima del proprio avvento”.
Il DominIO è la grande concentrazione di massa, che ha saputo conservare il proprio ricordo/memoria, facendo precipitare – diversamente e non casualmente - tutto attorno a sé, in un ruolo di comprimaria sotto realtà apparente, sostanzialmente sottomessa.
Dio è la definizione simbolica “dell’abito, che non fa il monaco”.
Dominio è la definizione “dell’etichetta, che adorna l’abito”:
una “posizione che chiunque, in grado di ritornare centrale rispetto a se stesso, può rivestire”.


La grande concentrazione di massa consegue l’attenzione (il “pass”) della legge, strumento  e memoria della frattalità espansa:
  • per mezzo della quale l’individuo sottostante diventa indivi/dualità
  • perdendo il proprio terzo stato
e
  • perdendo, quindi, la memoria relativa al chi sia (stato)
  • se (se) il Dominio lo intende (ovvio).
Se Maometto non va alla montagna è la montagna che va a Maometto”...
Delegazione by Dominio, frattale espansa:
  • physique du role (Dominio)
  • intento (destino)
  • delegazione (frattale espansa)
  • attrazione (campo morfogenetico)
  • effetto fisico (reale manifesto)…
Accorgiti: "qua, così" sei in... pace, solo teoricamente.
  
  
Davide Nebuloni 

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