Ecco il solito spot pro vaccini, con l’immancabile caccia alle streghe, diffuso dall’ANSA, su commissione della Società Italiana di Igiene, al fine di informare la popolazione in merito a quanto sono indisciplinati Medici e Infermieri
70% medici non si vaccina contro influenza
Snobbato anche dal 90% degli infermieri, rischio contagio in ospedale
Con questo titolone ad effetto si
vorrebbe insinuare la mancanza di rispetto della vaccinazione da parte
del personale sanitario. Però ….
Però, come evidenzia una bellissima indagine apparsa sul New England Journal of Medicine , il patogeno più comune per le infezioni nosocomiali è il Clostridium difficile (per il quale non esiste alcun vaccino), presente nel 15% dei casi, e le infezioni associate all’uso di dispositivi invasivi come cateteri e ventilatori coprono circa il 25% del totale delle infezioni nosocomiali.
Per combattere le infezioni ospedaliere
si è mosso anche il Parlamento europeo, che con una risoluzione
approvata nei giorni scorsi a Strasburgo ha sollecitato più risorse e un
rafforzamento della formazione del personale.
In Italia il 5-8% di tutti i pazienti sviluppa un’ infezione associata a procedure assistenziali [Ipa],
pari a 450.000-700.000 casi, con 4500-7500 decessi direttamente
attribuibili e circa 3.750.000 giornate di degenza per le complicanze
infettive acquisite a seguito del ricovero. A volte magari per strumenti
chirurgici non sterilizzati, come testimonia la frode scoperta dalla Guardia di Finanza di Belluno con un’operazione che ha coinvolto 16 ospedali del Nord-est.
Secondo i dati della Società italiana di Malattie Infettive e Tropicali [Simit], i reparti più pericolosi sono quelli di terapia intensiva e di chirurgia.
Secondo i dati del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute circa l’80% di tutte le infezioni ospedaliere riguarda quattro sedi principali:
- il tratto urinario,
- le ferite chirurgiche,
- l’apparato respiratorio,
- le infezioni sistemiche [sepsi, batteriemie].
Le più frequenti sono le infezioni
urinarie, che da sole rappresentano il 35-40% di tutte le infezioni
ospedaliere. Tuttavia, negli ultimi quindici anni si sta assistendo a un
calo di questo tipo di infezioni [insieme a quelle della ferita
chirurgica] e a un aumento delle batteriemie e delle polmoniti.
Le cause di questa epidemia sono varie:
si va dalle carenze strutturali, come la mancanza di lavandini nei
reparti per lavarsi le mani, a cattive pratiche da parte degli
operatori, che lo fanno solo nel 20% dei casi.
Gli ospedali sono dunque un ricettacolo
di malattie e spesso i batteri che le causano sono farmaco resistenti
proprio per il gran numero di farmaci prescritti nei nosocomi. Il “Re” dei germi farmacoresistenti è lo stafilococco aureo, seguito dallo pseudomonas e dall’enterococco.
Ancora una volta l’Istituto Superiore di
Sanità omette di riportare questi dati nell’esclusivo interesse della
promozione vaccinale, dimenticando altresì che :
- il vaccino antinfluenzale non è efficace in oltre il 77% dei casi;
- studi autorevoli confermano che non ci sono evidenze scientifiche per seguire la strada della vaccinazione antinfluenzale di massa. Inoltre, i vaccini antinfluenzali hanno un modesto effetto nel ridurre i sintomi influenzali e le giornate di lavoro perse e non ci sono prove che prevengano le complicanze, come la polmonite, o la trasmissione dell’influenza;
- l’influenza è una malattia di marketing;
Dispiace ripeterci: questi signori
dell’ISS, che noi paghiamo profumatamente per fare gl’interessi di
tutti, dovrebbero spiegarci quando hanno intenzione di finirla con i
proclami a favore dell’industria del farmaco.
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