Quando, in una partita di calcio, si
arriva alla fine del primo tempo e l’arbitro continua ad annullare tutte
le reti ad una squadra anche se nelle azioni non c’era ombra di falli, è
inevitabile pensare che ci sia qualcosa di strano. Al massimo,
ottimisticamente, si può sperare in un secondo tempo diverso.
Ormai da una dozzina di anni io analizzo
vaccini. Lo faccio quasi a tempo perso, perché la mia occupazione
principale è quella di scovare dall’interno di tessuti biologici malati
frammenti di materia solida incompatibile con l’organismo. In quel
campo, da circa una ventina d’anni e principalmente grazie a mia moglie e
a dispetto di mille e un bastone che non ci si stanca di ficcarci tra
le ruote, le scoperte si susseguono senza sosta.
Come credo sia abbondantemente noto, tra i
tanti campioni analizzati solo uno si rivelò esente da inquinamento di
ferraglia: quello di Feligen, l’unico vaccino veterinario analizzato.
Ragionando con il cervello e non con
altri organi utili sì ma meno nobili e, comunque, non votati allo scopo,
è ovvio che, se si ha a cuore la sorte dei vaccini e non si vuole che
ad usarli siano soltanto i gonzi, è indispensabile e urgente far sì che
quei farmaci arrivino alla somministrazione almeno puliti da pattume
assortito. Insomma, cominciare a prenderne coscienza è un passo ovvio
che chi sostiene l’utilità di quella classe di prodotti deve
intraprendere.
Malauguratamente, però, non sempre è la ragione a guidare i
comportamenti, e, a quanto pare, non lo è nemmeno l’intelligenza di
capire quale sia l’obiettivo.
Prescindendo dalla posizione assunta dal
nostro ministro della salute, una signora tanto teneramente materna
quanto palesemente incompetente nel settore di cui si è ritrovata a capo
pur senza che un solo elettore le abbia regalato il suo consenso, a
preoccupare c’è l’atteggiamento di chi, invece, competente dovrebbe
essere.
Lascio pure da parte casi grotteschi come
quello della signora Ulrike Schmidleithner, la ragioniera austriaca
diventata comicamente scienziata per acclamazione dell’Istituto
superiore di sanità e del Ministero della salute, la quale, dopo essere
stata ripetutamente sollecitata a rispondere a qualche domanda sui
vaccini, tace prudentemente. E lascio da parte anche il bigiottiere
bolognese che pontifica su qualunque argomento, trovando eccitazione
anche nei vaccini.
“Sono contrario a tutto ciò che compromette l’ignoranza naturale. L’ignoranza è come un delicato frutto esotico: toccalo, e ne viene meno la freschezza.”
Lo fa dire Oscar Wilde a uno dei suoi personaggi più celebri e, dopotutto, perché non essere d’accordo?
Non riesco a lasciare da parte Walter
Ricciardi che dell’Istituto superiore di sanità è capitato alla
presidenza. Non riesco a lasciare da parte Stefania Salmaso che di
quell’istituto è l’epidemiologa.
Non riesco a lasciare da parte medici
come la professoressa Susanna Esposito che si esibisce tristemente in
TV. Non riesco a lasciare da parte un’infinità di altri medici tra cui
un tale professor Burioni e un tale dottor Troiano che tuonano l’uno dai
giornali l’altro attraverso la rete dei computer ignorando, nascondendo
o distorcendo l’evidenza. Particolarmente preoccupante il sullodato
pediatra torinese Troiano quando afferma che io sosterrei “stravaganti teorie personali”.
Chissà se il dottor Troiano ha idea di
che cosa sia una teoria. Di fatto, io non ho alcuna teoria: io mostro
delle fotografie al microscopio elettronico, ne mostro molte centinaia, e
in quelle immagini anche un ragazzino delle scuole elementari vedrebbe
che c’è roba strana. Se il dottor Troiano non capisce, non so che farci,
ma se ritiene che iniettare frammenti di metalli vari in un bambino di
due mesi sia perfettamente salutare, forse è meglio che i suoi clienti
siano avvertiti.
In definitiva, l’esercito di personaggi
che si schierano a favore dei vaccini non si accorgono nemmeno che, con i
loro silenzi, con le loro distorsioni, con le loro invenzioni basate
sul nulla, con la loro cocciuta ignoranza stanno contribuendo ad
aggravare le condizioni del malato. E ad essere malati sono i vaccini,
farmaci sui quali sta cadendo sempre di più la disaffezione delle
persone di cultura. Lo dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
E, allora, se si ha interesse a non
perdere quel presidio farmacologico, si cambi atteggiamento e si cominci
a riconoscere l’obiettività. Comunque sia, ora e sempre, di certi
personaggi possiamo fare tutti vantaggiosamente a meno.
Stefano Montanari
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