Lo scienziato russo Habibullo Abdussamatof è uno dei più importanti
astrofisici russi. Dirige dall’osservatorio astronomico di Pulkovo (San
Pietroburgo) il progetto “Astrometria” che studia l’attività del Sole
utilizzando un osservatorio privilegiato: la Stazione Satellitare
Internazionale. Secondo i suoi studi la Terra si trova all’inizio di una
glaciazione che durerà per tutto il corrente secolo e costringerà
l’umanità a profondi e difficili adattamenti. Presentiamo ora il suo
ultimo articolo, da lui stesso cortesemente inviatoci (1). Secondo
queste previsioni i governi dovrebbero da subito predisporre adeguate
misure per fronteggiare gli eventi che impatteranno pesantemente sulla
produzione agricola, i trasporti, la sanità pubblica, i consumi
energetici, sugli eventi meteorologici destinati ad inasprirsi,
sull’abitabilità stessa di vaste regioni.
Secondo lo scienziato l’origine del cambiamento climatico è nel Sole che
sta entrando in una fase di Grande Minimo della sua attività di
irradiazione. Un avvertimento che dovrebbe essere preso in seria
considerazione dai nostri governanti, data la situazione di totale
insufficienza energetica nella quale politiche demagogiche e miopi hanno
congelato il paese.
La certezza che lo scienziato manifesta nasce sia dallo studio dell’attività
solare, che si avvale del modulo russo della Stazione Satellitare
Internazionale, che dallo studio della storia dei fenomeni solari e
terrestri (2).
Questi presentano una periodicità tale da permettere una proiezione
affidabile e realistica per il futuro. Infatti quanto sta per succedere è
già successo ciclicamente nel tempo, con il verificarsi di glaciazioni
periodiche seguite da fasi di riscaldamento, ogni 200 anni circa.
Abdussamatov ammonisce: La
comprensione tempestiva della realtà del sopraggiungente raffreddamento
globale richiede una scelta mirata di misure adeguate ed affidabili che
permetteranno al genere umano, in particolare a popolazioni situate
lontano dall’equatore, di adattarsi al futuro raffreddamento globale. Ma
veniamo agli aspetti più strettamente scientifici, che tratteremo in
modo descrittivo, lasciando ai più interessati la possibilità di
accedere all’articolo originale allegato.
Grandi variazioni di lungo termine dell’ Irradiazione Solare Totale
(TSI) sono dovuti ai cambi nella forma dell’orbita della Terra e
all’inclinazione dell’asse della Terra rispetto al piano dell’orbita;
sono conosciute come i cicli astronomici di Milankovitch e portarono ai
Grandi Periodi Glaciali. Cambiamenti considerevoli nella distanza media
annua tra il Sole e la Terra in un periodo di circa 100.000 anni, e le
conseguenti variazioni di TSI, portarono la terra a ricoprirsi
totalmente di ghiaccio, o ad esserne completamente priva. Queste grandi
variazioni vanno al di la della prevedibile esperienza umana diretta;
noi ci occuperemo delle variazioni a più breve termine, che si
riscontrano in epoche storiche durante pochi millenni, secoli o
addirittura decenni dando luogo alle cosiddette Piccole Ere Glaciali.
Abdussamatov ha riscontrato che l’Irradiazione Solare Totale (TSI) è
soggetta a cicli di massimo e di minimo che durano circa 200 anni,
insieme a cicli di attività di circa 11 anni evidenziati dalle macchie
solari. Già di per sé la combinazione di queste variazioni porterebbero a
cambiamenti climatici ciclici sulla Terra. Ma in aggiunta si verificano
fenomeni di amplificazione e di sfasamento dovuti alla complessità del
sistema Terra, con il suo involucro di atmosfera ed acque (il cosiddetto
Oceano Globale), che cercheremo di descrivere.
Il primo fattore da considerare è il concetto di Bilancio Energetico
della Terra (Earth Energy Budget). La Terra assorbe energia termica dal
sole riscaldandosi, ma mediamente nel tempo ne emette altrettanta verso
lo spazio, altrimenti si riscalderebbe senza limiti. C’è quindi un
bilancio tra energia assorbita legata alla TSI, ed energia emessa, che
in una situazione di perfetto equilibrio sarebbe sempre uguale a zero.
In realtà intervengono vari fattori a turbare questo equilibrio.
Il primo è l’inerzia termica del sistema Terra, dovuto in larga parte
all’ Oceano Globale, che assorbe ed accumula l’energia solare. Durante
la fase del periodo solare quasi bicentennale in cui la TSI aumenta,
l’energia emessa dalla Terra nello spazio rimane ad un livello inferiore
a quello dell’energia assorbita , in quanto parte del calore viene
immagazzinata nell’Oceano Globale. Raggiunto il massimo bicentennale
inizierà un declino della radiazione emessa dal Sole, ma questo non si
tradurrà subito in una diminuzione della temperatura terrestre a causa
della riserva di calore accumulata nell’ Oceano Globale. Si verificherà
inizialmente un rallentamento nella crescita della temperatura
terrestre, fino a raggiungere un massimo dopo il quale anche questa
inizierà la discesa. Quindi nel ciclo della temperatura terrestre il
massimo si verificherà con un ritardo di circa 20 anni rispetto al
massimo dell’Irradiazione Solare. Entreremo a questo punto in una fase
in cui la quantità di energia trasmessa dal Sole ed assorbita dalla
Terra, scende al di sotto di quella irradiata dalla Terra nello spazio,
determinando una situazione di deficit termico. Quindi rispetto ad una
situazione ideale di perfetto equilibrio tra energia assorbita ed
energia emessa, la Terra viene nella realtà a trovarsi alternativamente
in una situazione di guadagno o di deficit, e questo porta a periodiche
variazioni climatiche di riscaldamento e di raffreddamento.
Dice
Abdussamatov: “Le
voci di credito e di debito del budget energetico sono sempre in uno
stato non bilanciato, e questo è alla base del sistema climatico…. Le
valutazioni estese a lunghi periodi di tempo permetteranno di
determinare in maniera affidabile il valore sia dell’eccesso di energia
accumulata che il deficit del budget termico e di predire in anticipo
con grande accuratezza la direzione e l’entità dei prossimi cambiamenti
climatici. A partire dagli anni 90 è stata osservata una diminuzione sia
della TSI che della porzione assorbita dalla Terra. Il pianeta avrà un
bilancio energetico negativo in futuro perché il Sole è entrato in una
fase di declino del suo ciclo quasi bicentennale di variazioni della TSI
concomitante con una caduta undecennale delle macchie solari. Questo
porterà ad una caduta della temperatura e all’inizio di una Piccola Era
Glaciale a partire approssimativamente dal 2014”.
Al meccanismo descritto si sovrappongono però fenomeni terrestri
secondari originati dalle variazioni della TSI che possono agire nella
direzione di aumentarne o diminuirne gli effetti: sono i cosiddetti feedback.
Tra questi esaminiamo l’Albedo, che consiste nella riflessione nello
spazio delle radiazioni solari ad opera delle nuvole e delle superfici
terrestri coperte da ghiaccio e neve. Ad un primo raffreddamento causato
dalla diminuzione della radiazione solare, si aggiunge come conseguenza
una maggior estensione delle superfici riflettenti, nevi, ghiacci e
nuvole, che accentuano lo sbilanciamento termico aumentando il deficit
tra energia ricevuta ed emessa dalla Terra in misura tale da superare
l’effetto della sola diminuzione bicentennale della TSI.
Il tutto poi influenza in maniera diretta la composizione stessa
dell’atmosfera e la sua capacità di trattenere calore grazie all’effetto
serra. Qui si verificano degli altri feedback. Bisogna innanzitutto
notare che il maggior contributo all’effetto serra (circa il 70%) viene
dato dal vapore acqueo , la cui concentrazione nell’atmosfera è circa 10
volte superiore a quella della CO2 (anidride carbonica, detta anche
biossido di carbonio), e che inoltre ha una struttura molecolare
maggiormente adatta ad assorbire le radiazioni caloriche (onde lunghe
nel campo dell’infrarosso). Il raffreddamento porta ad una minore
evaporazione delle acque e quindi ad una minor concentrazione di vapore
negli strati bassi dell’atmosfera, e questo diminuisce l’effetto serra
facendo aumentare la quantità di energia dispersa verso lo spazio.
Ma anche la CO2 gioca un ruolo di amplificazione dei fenomeni. Vediamo
perché. Dobbiamo in primo luogo sapere che la CO2 che entra in gioco si
trova non solo nell’atmosfera ma, in gran parte, è disciolta nelle
acque. Si calcola che la quantità di CO2 disciolta sia 50 volte
superiore a quella atmosferica. Orbene, tra CO2 disciolta e CO2
atmosferica si stabilisce un equilibrio dinamico, in cui continuamente
molecole CO2 vengono inglobate e disciolte dall’acqua ed altre evaporano
dall’acqua all’atmosfera. Questo equilibrio dinamico dipende dalla
temperatura. La solubilità della CO2 nell’acqua diminuisce quando la
temperatura dell’acqua sale, e quindi nei periodi di riscaldamento della
Terra, provocati dal ciclo quasi bicentennale dell’attività solare, una
quantità proporzionalmente maggiore di CO2 passerà dall’acqua
all’atmosfera e quindi il contenuto di CO2 nell’atmosfera aumenterà di
conseguenza. Al contrario nei periodi di raffreddamento le acque
assorbiranno maggiori quantità di CO2, sottraendola all’atmosfera.
Questo comporterà tendenzialmente ad una diminuzione dell’effetto serra
aggravando il raffreddamento.
Ma le variazioni della TSI influenzano anche le dinamiche degli oceani: “Gli
ultimi studi confermano un diretto effetto congiunto (con un certo
ritardo) delle variazioni quasi undecennali e di quelle quasi
bicentennali dell’ Irradiazione Solare Totale (TSI) sui cambiamenti
dello stato superficiale (da decine a centinaia di metri in profondità)
del Pacifico tropicale dando origine alle correnti El Niño e la Niña,
associate con l’apparire di acque calde o fredde che influenzano il
clima. I cambiamenti dei parametri osservati di El Niño durante i
passati 31 anni non corrispondono ai cambiamenti predetti dai modelli
climatici dell’IPCC, che suggeriscono il ruolo predominante dei gas
serra. Invece le oscillazioni dei parametri di El Niño sono
principalmente dovuti alla causa naturale delle variazioni cicliche
della TSI.” Ma per l’Europa l’alterazione delle dinamiche oceaniche potrebbe dare effetti molto gravi. Infatti “Il
declino della TSI a partire dagli anni 90 ha comportato l’acquisizione
di una minor quantità di energia solare della parte tropicale
dell’Oceano, e questo può indebolire gradualmente la potenza e la
velocità della circolazione atmosferica ed oceanica, ed in primo luogo
della Corrente del Golfo, in quanto la quantità di calore fornito
dall’oceano alla corrente sta diminuendo. Questo comporterebbe un
ulteriore raffreddamento del clima dell’Europa occidentale”.
A questo punto, dice Abdussamatov: “… L’impatto dei successivi feedback
sempre crescenti può portare ad un’ ulteriore caduta della temperatura
globale ben oltre l’effetto della diminuzione stessa della TSI . Infatti
lo studio di tutte le variazioni del clima terrestre apprezzabili negli
ultimi 7500 anni indicano che il ciclo quasi bicentennale della TSI è
responsabile per i corrispondenti meccanismi ciclici di cambiamento
climatico, dai periodi di riscaldamento alle piccole ere glaciali;
addirittura si può dire che le variazioni periodiche della TSI
determinino la scala temporale di quasi tutti i processi fisici che
accadono nel sistema Sole-Terra. Noi abbiamo trovato che le variazioni
della TSI sono correlate in modo sincrono (sia in fase che in ampiezza)
con le variazioni cicliche quasi bicentennali e undecennali dell’indice
dell’attività delle macchie solari . Questo ha permesso di studiare il
decorso della TSI durante i secoli e perfino i millenni passati,
confrontarlo con i corrispondenti cambiamenti climatici del passato e
studiare le variazioni future. Pertanto noi possiamo affermare che
tutti, o almeno gli ultimi 18 raffreddamenti profondi e riscaldamenti
stabilitisi entro gli ultimi 7500 anni furono causati dalle variazioni
cicliche quasi bicentennali della TSI assieme ad effetti secondari di
feedback successivi”.
Secondo Abdussamatov la concatenazione tra la caduta della TSI ed i
feedback a questa correlati porteranno ad una caduta della temperatura
simile a quella avvenuta tra il 1645 ed il 1715 e conosciuta come Grande
Minimo di Maunder. Le cronache del tempo testimoniano di una attività
solare quasi assente, caratterizzata dalla mancanza di macchie solari;
oggi sappiamo che coincise anche con un minimo bicentennale della TSI.
La circostanza determinò freddo intenso in Europa e Nord America, tanto
da essere definita “piccola era glaciale”. Fu caratterizzata da inverni
molto rigidi, carestie e migliaia di morti. Gli effetti in Italia sono
descritti al link 3. Nel 1709 la laguna veneta gelò completamente.
Da analisi dei ghiacci antartici si ricava la glaciazione fu estesa a
tutto il globo. Una situazione simile starebbe per verificarsi portando
allo stabilirsi di un Grande Minimo di tipo Maunder attorno al 2040 con
una fase di profondo raffreddamento che potrebbe prolungarsi fino alla
fine del secolo.
Bisogna notare che da quanto esposto precedentemente si evince che la
concentrazione di CO2 nell’atmosfera è una conseguenza del riscaldamento
terrestre, e non la sua causa. Questo è confermato dall’analisi dei
ghiacci polari dai quali si possono trarre informazioni per almeno gli
ultimi 800.000 anni. Ebbene, l’analisi delle calotte ghiacciate
antartiche mostra che la concentrazione di anidride carbonica
nell’atmosfera segue l’aumento di temperatura con un ritardo di 400-800
anni. Durante i cicli glaciali/interglaciali i picchi di concentrazione
dell’anidride carbonica non hanno mai preceduto, ma invece hanno seguito
i periodi di riscaldamento. Nell’era moderna uno studio effettuato
sulla base dei dati da Gennaio 1980 a Dicembre 2011 ha pure evidenziato
un ritardo di circa 10-12 mesi nell’andamento della concentrazione della
CO2 rispetto a quello delle temperature del mare e dell’atmosfera.
Abdussamatov afferma inoltre: “La CO2 rilasciata da sorgenti
antropogeniche ha piccola influenza sui cambiamenti osservati; questo è
anche comprovato dal fatto che i cambiamenti climatici non si accordano
temporalmente con i cambiamenti avvenuti nelle emissioni umane”. Ed è
esemplare a questo proposito quanto avvenuto nel periodo 1940-1975
quando, ci fu un boom dell’attività industriale ed un conseguente
aumento di emissioni di CO2 ma a questo non corrispose un aumento, bensì
una diminuzione delle temperature reali come da tempo evidenziato dal
prof. Franco Battaglia (4).
Ancora un cenno alle eruzioni vulcaniche. Secondo Abdussamatov esse
hanno un’influenza transitoria sul clima in quanto particelle solide e
gassose emesse nell’atmosfera possono schermare i raggi solari e
contribuire alla formazione delle nuvole, ma comunque questi cambiamenti
non sono di lungo termine perché l’atmosfera si auto-pulisce nello
spazio di tempo da 6 mesi a qualche anno.
Infine è interessante venire a sapere che la correlazione tra macchie
solari e clima fu annunciata la prima volta dal ben conosciuto astronomo
Inglese William Hershel nel 1801 dopo aver scoperto una interrelazione
inversa tra il prezzo del grano e l’attività solare prima e durante un
periodo conosciuto come il Minimo di Dalton. Durante periodi di alta
attività solare (relativo riscaldamento) la produzione di grano
aumentava dando luogo ad una caduta dei prezzi. Quando il numero delle
macchie solari diminuiva significativamente (relativo raffreddamento) i
prezzi andavano su. Hershel assunse che il cambio del prezzo era dovuto
ad un corrispondente cambiamento del clima, ma non seppe spiegare la
natura fisica del fenomeno. Questo conferma pure che, contrariamente a
quanto spesso divulgato, il riscaldamento tendenzialmente favorisce la
produzione agricola favorendo la crescita delle piante, allungando i
periodi di coltivazione, estendendo le aree coltivabili verso le zone
più fredde.
Fonte:http://www.lsblog.it/index.php/scienza-e-tecnica/clima/307-questo-secolo-sara-glaciale-lo-afferma-lo-scioanziato-russo-h-abdussamatov
Nessun commento:
Posta un commento