Il
“Triangolo delle Bermude” ed il mistero che lo circonda sono noti a
tutti, anche se le spiegazioni ed essi relative sono più o meno
scientifiche e discutibili, quello che è sconosciuto ai più è la
presenza di un’altra zona altrettanto “maledetta” negli Stati Uniti, e che si trova nell’esatto opposto del paese: il “Triangolo dell’Alaska”.
Con questo termine si va ad indicare un’area che si identifica unendo tra di loro su una mappa le città di Anchorage, Juneau e Barrow, e così si identifica l’area in cui solamente dal 1988 ad oggi sarebbero scomparse all’incirca 16000 persone una cifra altissima e decisamente superiore alle sparizioni nel suo più famoso “omonimo”.
Le sparizioni però non sono un’esclusiva
degli anni recenti, perché già dagli anni 60, con la colonizzazione del
maggiore stato americano, cominciarono le sparizioni, nel 1972 a bordo di un Cessna 310 in volo tra Anchorage e Juneau sparìrono addirittura due membri del congresso americano (Nick Begich e Hale Boggs) insieme ad un loro collaboratore ed al pilota.
Per le ricerche furono impiegate
numerosissime unità (12 imbarcazioni ed addirittura 400 piccoli aerei),
ma dopo 39 giorni le ricerche furono interrotte.
La zona “incriminata è enorme”, e va a
coprire la quasi totalità della parte orientale dell’Alaska, questa
vastissima area oltretutto è spessa stata oggetto di fenomeni di alterazioni magnetiche (dovute probabilmente alla vicinanza del nord magnetico) ma anche di avvistamenti ufologici.
Per il momento, l’unica risposta
plausibile sono le avverse condizioni di maltempo che imperversano nei
mesi invernali, a cui andrebbe aggiunto il periodo pari ad un paio di
mesi in cui il sole scompare interamente al di sotto dell’orizzonte
terrestre, certamente, le proibitive condizioni metereologiche a cui la
regione è costantemente soggetta (con temperature che scendono spesso al
di sotto dei -40°) non aiutano alla sopravvivenza in caso di incidenti.
L’Alaska
vanta poi innumerevoli aree praticamente sconosciute in quanto impervie
ed inospitali e fuori da qualsiasi rotta tradizionale, se seguiamo
unicamente le leggende, e quindi la cosa appare totalmente improbabile,
le sparizioni dovrebbero essere attribuite unicamente agli Kushtaka,
creature mitologiche risalenti alle tradizioni delle popolazioni native
dell’Alaska (indiani Tlingit e Tsimshian), è questo il nome dello
spirito “mangiatore di anime” che pare essere presente nella cultura
indigena in maniera piuttosto omogenea, per quanto acquisti nomi
differenti e forme differenti.
Ma anche questo sarebbe ben collegato al
concetto di Kushtaka, dato che l’essere mutaforma (o agire sulla
percezione visiva) è proprio una delle caratteristiche di questo spirito
malvagio, che nella mitologia dell’alaska, attrarrebbe le proprie vittime con l’inganno verso morte certa, rubando poi l’anima.
Il fattore importante non è tanto che
uno spirito o un mostro possa essere identificato come la causa delle
sparizioni, quanto piuttosto che queste siano così radicate nella
cultura degli Indigeni, che non si possono proprio definire persone “non
consapevoli dei rischi dell’Alaska”.
Per quanto riguarda le alterazioni magnetiche pare infatti che a differenza che nel Triangolo delle Bermuda, nel Nord America le autorità siano più precise, tanto da aver registrato alcune anomalie su aerei che hanno sorvolato un Hot Spot magnetico.
Arrivare in ritardo con un aereo non è
cosa difficile, ma che l’aereo arrivi in ritardo all’aeroporto, mentre
gli orologi a bordo segnano l’orario “teoricamente corretto” per
l’arrivo è cosa ben diversa.
Se questo poi non fosse solo relativo
agli orologi dell’aereo, ma anche a quelli dei passeggeri, la questione diverrebbe veramente suggestiva, la cosa è stata segnalata più di una
volta e accuratamente notificata, ciò non significa nulla, però è un
fattore documentato.
Di Hot Spot ce ne sono svariati in tutto
il mondo e pare che tra le altre zone ci siano i soliti posti (Isola di
Pasqua, Stonehenge, Piramidi, Triangolo delle Bermuda, Triangolo
dell’Alaska etc) per un totale di 12 principali.
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