giovedì 18 luglio 2013

La mia azienda antisociale

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Il lavoro, una delle istituzioni più noiose del mondo, siamo costretti a cercarci un lavoro, andare al lavoro, soffrire sul lavoro, convivere a volte con psicopatici del lavoro, eppure la mancanza di un lavoro crea un sacco di problemi sociali: ”poverino, sicuramente non avrà un lavoro”, sussurravano le vecchine agli angoli delle strade quando, giovanotto, cantavo a squarciagola Guantanamera appena finito il mio turno di lavoro (non canto piu’, tengo famiglia adesso).Siamo costantemente preoccupati per il lavoro: ci licenzieranno? Ci assumeranno? Ci metteranno in cassa integrazione ? Ci chiederanno di fare gli straordinari? Ci daranno il panettone a Natale? Ci arriveremo a Natale?

Il lavoro, cosi’ come è male organizzato nei tempi moderni, anche nelle aziende apparentemente piu’ tecnologiche, fa schifo, diciamolo.
Alcuni benpensanti hanno attentamente osservato i dilemmi del lavoro ed hanno evidenziato il problema ai datori del lavoro di medie e grosse industrie, facendogli credere che le difficoltà sul lavoro sono QUASI TUTTE dovute ad una mancanza di socializzazione efficace fra i dipendenti addetti alla organizzazione del lavoro.

In questo modo molte aziende apparentemente attente alle nuove linee guida che sempre i benpensanti propongono, hanno afferrato l’opportunità di far partecipare ad un corso per la socializzazione efficace i propri responsabili, allo scopo di ottenere una migliore produttività e sviluppare nelle loro aziende, uffici , un piu’ cordiale ambiente di lavoro.

L’ esperienza per i più è distruttiva, gli obbiettivi non vengono raggiunti, alla fine di questi costosi corsi i rapporti personali fra le persone che devono collaborare tutti i giorni spesso peggiorano, dopo essersi detti chiaramente cosa si pensa uno dell’altro gli attriti aumentano, con maggiori costi di gestione per l’azienda che oltre a dovere pagare un onerosa parcella ai benpensanti si trova a dovere affrontare maggiori problematiche legate alla aumentata perdita di collaborazione, di sovente la sola socializzazione avviene fra dipendenti che di solito non lavorano insieme ed hanno mansioni totalmente diverse all’interno della stessa struttura.

Perchè i dipendenti sembrano affascinati dal lavoro altrui? Perchè, premesso che la azienda per cui si lavora non sia irrazionale e che quindi la paga sia almeno decente, il problema principale del lavoro è la NOIA. Per combattere, vincere la noia, aumentare la produttività, creare un ambiente armonico e leale, la sola cosa fattibile è far ruotare il personale

Il contabile che da venti anni si è consumato la vista facendo scorrere cifre, schemi e quote, troverà entusiasmante andarsene un po’ in giro con un buldozer, il tecnico applicato ad una macchina a controllo numerico si divertirà un sacco a scavare un fosso, l’operaia addetta alla solita macchina per confezione con euforia si infilerà le scarpe con il tacco nel periodo in cui sarà addetta al centralino. Cambiare macchina, mansione, reparto, colleghi, distoglie l’attenzione dal solito, palloso lavoro. La globalizzazione, la superproduzione, la compartimentizzazione, la riorganizzazione, e altri fattori, tutti con tre zeta, in nome della produttività hanno causato più danni di Cimabue e fottuto il lavoro più di quello che hanno fatto i governi e i poteri internazionali dal dopoguerra ad oggi. Ogni buon supervisore dovrebbe incentivare la rotazione del personale, escogitare metodi per inserire questo fattore come voce principale nella organizzazione, i frutti, la resa, il conto a credito della felicità distribuita, aumenteranno in breve in maniera esponenziale, a nessuno è utile lavorare in un azienda antisociale. 

by domenico

Volete stare un poco bene? Leggetevi “Lettere dalla Kirghisia” di Silvano Agosti,un brevissimo cenno qui’
Volete stare un po’ male? Dai, leggete quà, le miserie del lavoro

fonte: http://www.cambioilmondo.it/la-mia-azienda-antisociale/

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