Al
peggio sembra non esserci mai fine nel Belpaese telecomandato dagli
angloamericani.
Ecco il caso del decreto legge numero 133, emanato
il 12 settembre 2014 dal capo abusivo dello Stato, tale Giorgio
Napolitano.
Della serie documentata e comprovata nell’indifferenza generale,
compresa l’inadeguata e sterile
opposizione dei pur numerosi parlamentari pentastelluti. Insomma, quando
l’ingiustizia,
il sopruso e l’illegalità istituzionale diventano legge dello Stato.
Di
che si tratta? Delle famigerate semplificazioni
per l'estrazione di idrocarburi ovunque, gasdotti ed inceneritori di
rifiuti, chiamati
con termine tecnico improprio “termovalorizzatori”, in realtà,
cancrovalorizzatori. Ma purtroppo in questo guazzabuglio c’è di peggio,
ovvero
la militarizzazione del territorio, cancellando le competenze delle
regioni, degli
enti locali, ma soprattutto in deroga alle leggi di protezione
ambientale. Il
tutto giustificato artificiosamente con parole del capo illegittimo al
Quirinale,
come “urgente e strategico”. Dulcis in fundo: la privatizzazione - in
barba al referendum popolare - dell'acqua e dei beni comuni.
Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale numero
212 del 12 settembre 2014 è entrato in vigore, a più di due settimane
dall'approvazione in Consiglio dei Ministri, il decreto Sblocca-Italia (DL
12/09/2014, n.133), dal titolo "Misure urgenti per l'apertura dei
cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del
Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e
per la ripresa delle attività produttive".
Nella stesura definitiva del provvedimento, composto
da 45 articoli, mancano però alcune delle disposizioni più attese nel campo
della green economy (fonti
rinnovabili ed efficienza energetica). Restano, infatti, al vaglio della
Ragioneria dello Stato le detrazioni fiscali per ristrutturazioni ed interventi
antisismici.
In definitiva, nel decreto “Sblocca Italia” tra le
varie porcate quali la cementificazione di aree demaniali, la trivellazione
senza freni di suolo, sottosuolo e aree marine, nonché l’aggiramento di norme a
tutela dell’ambiente (spacciato per “semplificazione burocratica”) per la
realizzazione di grandi opere, trova spazio anche la realizzazione degli
inceneritori in barba alle normative italiane ed europee, 9onclusa la
Convenzione di Aarhus del 1998, ratificata dalla legge statale numero 108/2001.
Così, mentre circa 10 milioni di italiani sopravvivono
ormai al di sotto della soglia di povertà materiale (ultimo rapporto Caritas),
la disoccupazione dilaga come non mai, ai giovani hanno annientato perfino sogni e speranze, e
le riserve aurifere dell’Italia (per valore: la quarta al mondo) sono sotto il
controllo materiale degli Stati Uniti, dell’Inghilterra e della Germania (come
ho documentato in una mia inchiesta alcuni mesi fa), si abbatte sullo Stivale e
sul popolo tricolore, la mazzata finale, ovvero il cosiddetto “sblocca Italia”.
Lo
Stivale è in profonda regressione antropologica, appiattito sul nulla e
rimorchiato dagli eventi. Manca un'opposizione politica e soprattutto
sociale, latitano gli anticorpi culturali, mentre i potentati finanziari
stranieri, avvalenosi dei fantocci nostrani, stanno spolpando fino alla
fine la nostra patria nell'indifferenza e nel disinteresse generale.
Lamentarsi non serve a niente. Bisogna scendere in campo per edificare
l'avvenire, insieme, finalmente uniti e non divisi come sempre.
Che
fare? Informare l’opinione pubblica, e sulla
base di una sensibilizzazione popolare, mandare tutti questi criminali
al
potere per conto terzi, ossia fantocci eterodiretti, tutti via,
per dar vita ad una nuova Costituente, sulla base di un vera
rappresentanza
democratica. Lo Stato italiano non può essere riformato, ma rifondato su
basi legali e civili di giustizia sociale e di sovranità nazionale
effettiva.
riferimenti:
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/09/12/14G00149/sg
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=napolitano
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=oro
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=napolitano
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=oro
Gianni Lannes
Post scriptum
Decreto Legge 133 del 12 settembre 2014:
«IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
VISTI gli articoli 77 e 87 della Costituzione; RITENUTA
la straordinaria necessita'
e urgenza di
emanare disposizioni per accelerare e semplificare la realizzazione
di opere infrastrutturali strategiche, indifferibili
e urgenti… e il superamento di
eccezionali situazioni di crisi connesse
alla gestione dei
rifiuti… RITENUTA infine la straordinaria necessita' e urgenza
di emanare disposizioni per la semplificazione burocratica… VISTA la deliberazione del
Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 29 agosto 2014; SULLA
PROPOSTA del Presidente del Consiglio dei
Ministri e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti,
di concerto con i Ministri
dell'ambiente e della tutela del territorio
e del mare, dello sviluppo economico, dei beni e delle
attivita' culturali e del turismo, per
gli affari regionali e le autonomie
e dell'economia e delle finanze;
EMANA
il seguente
decreto-legge:
«Art. 35
(Misure urgenti per
l'individuazione e la realizzazione
di impianti
di recupero di
energia, dai rifiuti urbani e speciali,
costituenti
infrastrutture strategiche di preminente
interesse nazionale)
1. Entro novanta giorni
dalla data di entrata in
vigore del presente decreto,
il Presidente del
Consiglio dei ministri,
su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio
e del mare, individua, con proprio decreto, gli impianti di
recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e moderno
di gestione di tali rifiuti
atto a conseguire
la sicurezza nazionale nell'autosufficienza
e superare le
procedure di infrazione
per mancata attuazione delle norme europee di
settore. Tali impianti, individuati con finalita' di progressivo riequilibrio socio
economico fra le aree del territorio nazionale concorrono allo sviluppo
della raccolta differenziata e
al riciclaggio mentre
deprimono il fabbisogno di discariche.
Tali impianti di
termotrattamento costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici
di preminente interesse
nazionale ai fini
della tutela della
salute e dell'ambiente.
2. Tutti gli
impianti, sia esistenti che
da realizzare, devono essere autorizzati a saturazione del carico termico,
come previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n.46.
Entro 60 giorni dalla entrata in vigore del presente decreto, per gli
impianti esistenti, le Autorita'
competenti provvedono ad
adeguare le autorizzazioni integrate ambientali.
3. Tutti gli
impianti di nuova
realizzazione dovranno essere realizzati conformemente alla classificazione di impianti di
recupero energetico di cui al punto R1 (nota
4), allegato C, del decreto
legislativo 3 aprile 2006 n.152.
4. Entro 60 giorni
dalla entrata in vigore del presente
decreto, per gli impianti esistenti,
le Autorita' competenti
provvedono a verificare la sussistenza dei requisiti per
la loro qualifica
di impianti di recupero energetico R1, revisionando in tal
senso e nello stesso termine, quando ne ricorrono le condizioni, le autorizzazioni integrate ambientali.
5. Ai sensi del decreto legislativo n.152 del
2006 e successive modificazioni non sussistendo vincoli di bacino per gli impianti
di recupero, negli stessi deve essere data priorita' al
trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio nazionale e a
saturazione del carico termico, devono
essere trattati rifiuti
speciali non pericolosi o pericolosi
a solo rischio
sanitario, adeguando coerentemente le autorizzazioni integrate ambientali
alle presenti disposizioni nei termini sopra stabiliti.
6. I
termini previsti per
l'espletamento delle procedure
di espropriazione per
pubblica utilita', di
valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale degli
impianti di cui al comma 1, sono ridotti alla meta'. Se tali
procedimenti sono in corso alla data di entrata
in vigore del
presente decreto, sono ridotti della meta' i termini residui.
7. In caso di
mancato rispetto dei termini di cui ai commi 2, 4, 5 e 6 si applica il potere sostitutivo previsto
dall'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131.
Art. 37
(Gasdotti)
1. Al fine di aumentare la sicurezza delle
forniture di gas al sistema italiano ed europeo del gas naturale, anche in
considerazione delle situazioni di crisi internazionali esistenti,
i gasdotti di
importazione di gas dall'estero, i terminali di rigassificazione di GNL, gli stoccaggi di gas naturale e le
infrastrutture della rete nazionale di
trasporto del gas
naturale, incluse le
operazioni preparatorie necessarie alla redazioni dei progetti
e le relative opere connesse rivestono
carattere di interesse
strategico e costituiscono una priorita' a carattere nazionale e sono
di pubblica utilita', nonche' indifferibili e urgenti ai sensi del
decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n.327.
Art. 38
(Misure per la valorizzazione delle risorse
energetiche nazionali)
1. Al fine di
valorizzare le risorse
energetiche nazionali e garantire la sicurezza
degli approvvigionamenti del
Paese, le attivita' di prospezione, ricerca e coltivazione
di idrocarburi e
quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale
rivestono carattere di interesse strategico
e sono di
pubblica utilita', urgenti
e indifferibili. I relativi decreti autorizzativi
comprendono pertanto
la dichiarazione di pubblica utilita', indifferibilita' ed
urgenza dell'opera e l'apposizione del vincolo preordinato
all'esproprio dei beni in essa compresi, conformemente al decreto del
Presidente della
Repubblica 8 giugno 2001,
n. 327, recante
il testo unico
delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di
espropriazione per pubblica utilita'.
2. Qualora le opere
di cui al comma 1 comportino
variazione degli strumenti urbanistici, il rilascio dell'autorizzazione ha
effetto di variante urbanistica».
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