giovedì 25 settembre 2014

La bandiera verde dell’Islam per le strade europee

La bandiera verde dell’Islam per le strade europee

I politici europei sono rimasti sorpresi nell’accertare la crescita del fondamentalismo islamico nel cuore del Vecchio Mondo. Secondo gli esperti non c'è nulla di sorprendente, si tratta di una conseguenza inevitabile della politica con doppi standard nella lotta contro il terrorismo.
 
Le bandiere verdi dell'Islam sono sempre più viste per le strade delle antiche città europee, dice la stampa occidentale. Uno degli esempi più noti è la polizia della sharia nella città di Wuppertal, vicino a Monaco, in Germania. Fino a pochi decenni fa era impossibile immaginare una cosa del genere. 


E ora i tedeschi con l’arrivo del crepuscolo vengono sorpresi mentre fanno uso di alcol e costretti ad ascoltare la predica di gruppi di ragazzi robusti in abiti arancioni con la scritta Polizia della Sharia. Finora, tutto si è limitato alle parole. Ma in genere, la violazione della Sharia nell’uso di alcol in alcuni paesi arabi prevede punizioni corporali. È significativo che i "vigilantes" della Sharia siano le stesse persone del posto: più spesso i migranti della seconda e terza generazione, ma perfino la popolazione indigena convertita all'Islam. 

Secondo gli esperti, una parte piuttosto significativa degli occidentali, e in particolare la gioventù tedesca, si trovano nel bel mezzo di una crisi, cercando così un'alternativa alla vita borghese. Negli anni 70 del secolo scorso, questi romantici sarebbero andato verso gruppi di sinistra. Oggi, ciò non esiste più, il vuoto per i ribelli e gli anticonformisti è riempito dall'Islam radicale. Il 
Direttore dell'Istituto di Valutazione Strategica Sergej Oznobischev dice:
Lottare contro questo tipo di terrorismo è estremamente difficile perché le idee populiste elementari possono reclutare come alleati un sacco di persone socialmente disadattate. Secondo i teorici di spicco ed i professionisti della lotta al terrorismo, i ranghi terroristici vengono riforniti non solo dai poveri, i bisognosi e da coloro che sono dimenticati da tutti. Vi fanno parte anche persone che hanno piuttosto successo.
Alcuni dei neofiti nella loro ribellione contro la società occidentale arrivano al punto di andare in guerra nei "punti caldi" dove sono nate le "primavere arabe". Una serie di colpi di stato nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa si sono trasformati in un solido muro di fuoco, circondato dai confini meridionali dell'Europa in un ampio arco di instabilità. Purtroppo, i Paesi europei sono diventati ostaggi delle loro politiche in materia di divisione dei terroristi tra "cattivi" e "buoni". Due pesi e due misure nel trattare con un tale materiale esplosivo quale è il fondamentalismo islamico naturalmente ha portato al fatto che l'Europa sia il prossimo obiettivo dei sostenitori del "califfato in tutto il mondo". Il Presidente del Centro per la Comunicazione Strategica Dmitry Abzalov ne è convinto:
Troppi analisti hanno sottolineato che in futuro l’escalation di estremismo sarà dovuto all'Islam radicale, tra cui quello sunnita. Così, sostenendo, per esempio, le fazioni siriane, l'Occidente sta scavando la propria tomba. Poiché sullo fondo delle migrazioni è quasi garantito che l'estremismo si diffonderà in Europa. Mentre gli estremisti sono attirati nei punti caldi in Medio Oriente e Nord Africa. Ma non appena la situazione si stabilizza, inevitabilmente porteranno il loro radicalismo nel Regno Unito e in Germania.
Oggi, i combattenti in Siria e ed Iraq, gli jihadisti europei, stanno cominciando a tornare a casa. E alcuni di loro possono anche assumere la guida dell’ "ordine islamico" nelle città tedesche, o, per esempio, a Londra, per le strade in cui apparivano le pattuglie della sharia, tra l'altro, un anno fa. E i politici europei non hanno idea di cosa fare con questi concittadini. Una delle proposte è quella di privarli della cittadinanza. Tuttavia, non è chiaro quale possa essere la base giuridica e come spiegarlo all'opinione pubblica sottolinea Sergei Oznobischev:
Prima di tutto è necessario un lavoro molto serio di prevenzione. C’è bisogno di mettere a punto tutta la sicurezza della catena. Queste catene potrebbero non funzionare correttamente. Possiamo vedere noi stessi, come, per esempio, il personale di sicurezza degli aeroporti si fissa su alcune piccole cose, occupando a vuoto il proprio tempo e ignorando i gravi problemi che richiedono attenzione. Le azioni dei servizi speciali deve avvenire ogni giorno, ogni ora e ogni minuto
Nel frattempo, il problema diventa più acuto con una stima secondo le agenzie di intelligence che migliaia di cittadini di paesi occidentali sono coinvolti nei combattimenti in Siria e in Iraq come appartenenti ai gruppi islamici radicali. Almeno il dieci per cento di loro decide di tornare a casa. E poi l'Occidente dovrà affrontare la più grave ondata di violenza a cui non è preparato. Forse ha senso ripensare radicalmente la strategia e rinunciare, infine, alla dottrina della "esportazione della democrazia" come strumento universale di espansione geopolitica.
 

Serghei Duz


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