Solo
poche settimane dopo che Putin, presidente della Russia e il presidente
della Cina Xi avevano firmato quello che è stato chiamato l'”accordo
sull’energia del secolo”, un progetto trentennale da 400 miliardi di
dollari su gas e gasdotto “orientale” dalla Russia alla Cina, i due
Paesi hanno perseguito un emozionante caleidoscopio di nuovi grandi
accordi energetici, dal gas al petrolio al carbone. In totale ciò
equivale a un importante cambio strategico e geopolitico nei rapporti
tra i due giganti dell’Eurasia, che avrà implicazioni sul futuro di
Europa e Stati Uniti. Il 17 settembre, il CEO di Gazprom
Aleksej Miller informava Vladimir Putin sulle trattative con i cinesi
per la fornitura alla Cina di 30 miliardi di metri cubi di gas naturale
via occidentale per oltre trent’anni, secondo le agenzie di stampa
cinese Xinhua e russa Interfax.
Come il recente accordo sul gasdotto “orientale”, anch’esso avrà una durata di 30 anni. Verrebbe firmato tra Gazprom e China National Petroleum Corporation
(CNPC) a novembre. I due hanno anche discusso la possibilità di
raddoppiare o addirittura triplicare il volume di gas, in seguito, fino a
60-100 miliardi di metri cubi. Il nuovo accordo sul gas russo in parte
utilizzerà gli esistenti gasdotti russi. Il nuovo accordo sul gas e il
gasdotto occidentale si aggiunge al grande accordo firmato nel maggio
2014 tra Cina e Russia dopo oltre un decennio di negoziati. Tale
progetto orientale o East Route Gas, prevede la costruzione di un
gasdotto per rifornire la Cina di 38 miliardi di metri cubi di gas
naturale all’anno, dal 2018. Il progetto East Route, ufficialmente “Power of Siberia“,
ha appena iniziato la costruzione, questo mese, del gasdotto dalla
città siberiana orientale di Jakutsk, nota come la città più fredda del
mondo, e il cui costo è stimato 55 miliardi di dollari, e da completare
entro il 2018.
Jamal GNL
I due progetti di gasdotti russo-cinesi sono lungi dall’essere completati tra i due Paesi eurasiatici, al momento. Il vicedirettore della China National Energy Administration, Zhang Yuqing, annunciava il 19 settembre, appena due giorni dopo la notizia dei colloqui su Siberia occidentale-Cina, che la Cina “amplierà la cooperazione” con le aziende russe sull’enorme progetto Jamal per il Gas Naturale Liquefatto (GNL) della Russia. I cinesi, che hanno sviluppato una propria tecnologia per produrre GNL, l’useranno nel progetto Jamal per rifornire di gas la Cina. La penisola di Jamal nel nord-ovest della Siberia, in Russia, che rientra nel Megaprogetto Jamal, ha alcune dei più grandi giacimenti noti e non sviluppati di gas al mondo. Significativamente, Cina e Russia discutono attualmente del significativo aumento della partecipazione cinese allo sviluppo dello Jamal GNL.
I due progetti di gasdotti russo-cinesi sono lungi dall’essere completati tra i due Paesi eurasiatici, al momento. Il vicedirettore della China National Energy Administration, Zhang Yuqing, annunciava il 19 settembre, appena due giorni dopo la notizia dei colloqui su Siberia occidentale-Cina, che la Cina “amplierà la cooperazione” con le aziende russe sull’enorme progetto Jamal per il Gas Naturale Liquefatto (GNL) della Russia. I cinesi, che hanno sviluppato una propria tecnologia per produrre GNL, l’useranno nel progetto Jamal per rifornire di gas la Cina. La penisola di Jamal nel nord-ovest della Siberia, in Russia, che rientra nel Megaprogetto Jamal, ha alcune dei più grandi giacimenti noti e non sviluppati di gas al mondo. Significativamente, Cina e Russia discutono attualmente del significativo aumento della partecipazione cinese allo sviluppo dello Jamal GNL.
L’attuale progetto cino-russo Jamal GNL richiede che la China National Petroleum Company
perfori 200 pozzi, crei un sistema di gasdotti, impianti di trattamento
del gas e un impianto di liquefazione nel giacimento di Sud-Tambejskoe,
nella penisola di Jamal in Russia. La società gasifera russa Novatek ha il 60 per cento della quota di partecipazione nel progetto. La cinese CNPC e la francese Total detengono il 20 per cento ciascuno. Nel 2008 la Russia ha firmato una joint venture con la statunitense ExxonMobil
per sviluppare l’adiacente giacimento di gas Jamal. Le recenti sanzioni
di Stati Uniti e UE potrebbero, se aumentate, congelare l’accordo con
l’ExxonMobil. La decisione cinese è chiaramente stata presa con
Mosca che bada alla fine della partecipazione delle aziende occidentali
per via di future sanzioni dagli Stati Uniti.
Anche il carbone…
Allo stesso tempo, ai primi di settembre, la compagnia statale Russian Technologies o Rostec, ha firmato un contratto da 10 miliardi di dollari con la compagnia statale della Cina Shenhua Group Corp Ltd, il più grande produttore di carbone nel mondo, per sviluppare le miniere di carbone in Siberia e nell’Estremo Oriente della Russia. Le due aziende esploreranno e svilupperanno la miniera di carbone di Ogodzhinskoe nella regione dell’Amur in Russia, con riserve di carbone stimate a 1,6 miliardi di tonnellate. Rostec prevede che la produzione di carbone inizierà nel 2019, con una produzione annua di 30 milioni di tonnellate da esportare principalmente in Cina. La cooperazione Rostec-Shenhua andrà ben oltre lo sfruttamento del carbone russo dell’Amur. Rostec e Shenhua costruiranno anche un terminal marittimo per il carbone a Port Vera nel territorio di Primorie, con una capacità annua di 20 milioni di tonnellate.
Allo stesso tempo, ai primi di settembre, la compagnia statale Russian Technologies o Rostec, ha firmato un contratto da 10 miliardi di dollari con la compagnia statale della Cina Shenhua Group Corp Ltd, il più grande produttore di carbone nel mondo, per sviluppare le miniere di carbone in Siberia e nell’Estremo Oriente della Russia. Le due aziende esploreranno e svilupperanno la miniera di carbone di Ogodzhinskoe nella regione dell’Amur in Russia, con riserve di carbone stimate a 1,6 miliardi di tonnellate. Rostec prevede che la produzione di carbone inizierà nel 2019, con una produzione annua di 30 milioni di tonnellate da esportare principalmente in Cina. La cooperazione Rostec-Shenhua andrà ben oltre lo sfruttamento del carbone russo dell’Amur. Rostec e Shenhua costruiranno anche un terminal marittimo per il carbone a Port Vera nel territorio di Primorie, con una capacità annua di 20 milioni di tonnellate.
La
costruzione inizierà nel 2015 e sarà operativa nel 2018 – 2019,
permettendo alla Russia di aumentare notevolmente le esportazioni di
carbone verso i mercati dell’Asia-Pacifico. Inoltre, il progetto prevede
la costruzione di una centrale elettrica e linee di trasmissione ad
alta tensione per la Cina, così come di infrastrutture sociali e dei
trasporti. L’accordo aiuterà a risolvere il problema della carenza di
energia nella regione dell’Amur in Russia e nelle regioni settentrionali
della Cina, e a soddisfare la domanda di energia elettrica di quei
territori. Inoltre si prevede di creare circa 10000 nuovi posti di
lavoro e 30000 posti di lavoro nei settori collegati ed associati.
Le enormi implicazioni geopolitiche
Commentando alla televisione russa il 20 settembre, il primo ministro russo Dmitrij Medvedev ha detto che, “La nostra collaborazione con la Cina è d’importanza strategica. Abbiamo grandi e brillanti contatti politici, ed ottimi rapporti economici. La Cina è il nostro partner strategico, e siamo interessati ad espandere la cooperazione“. Nella sua totalità, assieme ad altre misure di Putin per approfondire i legami politici, economici e militari con la Cina e le altre nazioni dell’Eurasia, gli ultimi accordi energetici possono trasformare la mappa geopolitica globale, una cosa che la fazione guerrafondaia di Washington non saluta volentieri. Il mondo, come notato prima, è nel pieno di trasformazioni fondamentali, come avviene ogni qualche secolo.
Commentando alla televisione russa il 20 settembre, il primo ministro russo Dmitrij Medvedev ha detto che, “La nostra collaborazione con la Cina è d’importanza strategica. Abbiamo grandi e brillanti contatti politici, ed ottimi rapporti economici. La Cina è il nostro partner strategico, e siamo interessati ad espandere la cooperazione“. Nella sua totalità, assieme ad altre misure di Putin per approfondire i legami politici, economici e militari con la Cina e le altre nazioni dell’Eurasia, gli ultimi accordi energetici possono trasformare la mappa geopolitica globale, una cosa che la fazione guerrafondaia di Washington non saluta volentieri. Il mondo, come notato prima, è nel pieno di trasformazioni fondamentali, come avviene ogni qualche secolo.
Un’epoca sta finendo e l’egemonia globale
una volta incontrastata dei Paesi atlantici, come Stati Uniti ed Unione
europea, si sgretola rapidamente. Washington e le potenti e ricche
famiglie dietro il potere a Washington, chiaramente cercano
freneticamente di fermare o invertire il deterioramento del loro potere
globale. Anche nell’Unione Europea, soprattutto tra i circoli elitari
tedeschi, sempre più si alimentano le guerre dei neo-conservatori degli
Stati Uniti, la paura su false malattie come Ebola, la distruzione
dell’Ucraina che danneggia l’UE, ma lascia intatta Washington e Wall
Street. I prossimi mesi saranno fatidici più di quanto la maggior parte
di noi possa immaginare, con istituzioni un tempo potenti, perdere
potere ed altre nuove istituzioni emergenti destituirle dal loro potere
abusivo. La matrice dei recenti accordi economici tra Cina e Russia
preannuncia questo cambio epocale.
William Engdahl New Eastern Outlook
F. William Engdahl
è consulente di rischio strategico e docente, ha conseguito la laurea
in politica alla Princeton University ed è un autore di best-seller su
petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/09/28/cina-e-russia-nella-nuova-strategica-degli-accordi-energetici/
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