lunedì 22 settembre 2014

Sarà abolito l'embargo americano sulle forniture delle armi al Vietnam?

Sarà abolito l'embargo americano sulle forniture delle armi al Vietnam?

La recente visita del generale Martin Dempsey, capo dello Stato Maggiore Congiunto USA nel Vietnam può causare l'ulteriore complicazione della situazione nella regione. Il rafforzamento delle cooperazione militare americano-vietnamita si svolge sullo sfondo di una prolungata contesa territoriale tra Pechino e Hanoi nel Mar Cinese Meridionale.
 
La visita del capo militare americano ha dimostrato che gli USA attribuiscono la più seria importanza ai contatti militari con il Vietnam. Dopo l'inasprimento delle contesa tra la Cina e il Vietnam in relazione al funzionamento di una piattaforma petrolifera cinese questa svolta nella politica americana è diventata particolarmente accentuata. La questione è fino a che punto arriveranno gli USA e il Vietnam nello sviluppo delle cooperazione in campo della difesa.

In precedenza è stato esaminato uno scenario moderato, quando le parti avrebbero soltanto dimostrato l'avvicinamento, tramite, ad esempio, la conduzione delle esercitazioni congiunte nelle lotta alla pirateria oppure perfezionando le operazioni di salvataggio in mare. Tuttavia dopo la visita di Dempsey gli esperti non escludono anche i passi più seri. Potrebbe trattarsi dell'abolizione delle restrizioni sulle forniture delle armi americane al Vietnam e al lancio dei programmi di un'interazione più stretta tra le forze armate dei due paesi.

Prima dell'inizio di un incontro a porte chiuse Dempsey ha detto ai giornalisti di ritenere questa visita uno dei momenti più brillanti della sua carriera. E' il primo caso sin dal 1971 della visita nel Vietnam del capo dello Stato Maggiore Congiunto USA. All'epoca, naturalmente, era il Vietnam del Sud, controllato dal governo di Saigon. E' simbolico che il generale Dempsey abbia visitato le navi da guerra vietnamite, incontrando i loro equipaggi nella città di Danang, una volta la più grande base militare americana. Anche se non si tratta del ritorno degli americani alla base, l'allentamento del divieto sulle forniture delle armi al Vietnam - è una decisione quasi presa. In precedenza a favore di ciò si è espresso il senatore John McCain. Quest'ultimo ha accentuato che è giunto il momento per rinunciare all'embargo sulle forniture delle armi affinché gli USA possano aiutare il Vietnam nelle questioni della difesa.

Fa parte di una politica americana più vasta nella regione, la quale è definita diversamente come "il ritorno degli USA nell'Asia", - ritiene Alexei Arbatov, accademico dell'Accademia Russa delle Scienze, direttore del Centro della sicurezza internazionale:
Gli USA considerano la Cina il loro principale concorrente nel ХХI - esimo secolo. In questa relazione stanno cercando di aiutare l'aumento delle potenza economica e militare di quegli stati che hanno serie controversie con la Cina. Innanzitutto sono il Giappone, ma anche la Corea del Sud, le Filippine e gli stati dell'Indocina, il Vietnam in primis. Il Vietnam, da un ex avversario militare, si sta trasformando, pur non in alleato, ma comunque in un partner. Gli USA sono pronti perfino a mettere da parte le controversie riguardanti i diritti dell'uomo, ma anche i vecchi storici rancori legati ai problemi dei prigionieri di guerra. Gli americani hanno avviato i lavori di bonifica per liquidare le conseguenze della polverizzazione del defogliante "Agent Orange", utilizzato dagli USA durante la guerra per combattere partigiani vietnamiti nella giungla.
Tuttavia questa azione umanitaria non deve schermare il principale motivo geopolitico, il desiderio degli USA di conservare l'influenza nella regione e di non permettere il rafforzamento dell'influenza cinese in quell'area, - ha accentuato l'esperto.

In precedenza il presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping ha messo in guardia gli stati asiatici contro la formazione delle "inutili" alleanza militari. A quanto pare, le sue parole siano state indirizzate a quei paesi che stanno rafforzando la cooperazione in campo delle difesa con gli USA. Pechino ha assunto un atteggiamento molto guardingo a questo riguardo, temendo che gli alleati e i partner degli USA, sentendosi forti del sostegno americano, possano assumere una posizione più dura nelle contese territoriali con la Cina. La Russia non è coinvolta nelle contese territoriali nel Mar Cinese Meridionale perciò non parteggia per alcun contendente. Ciononostante Igor Morgulov, vice-ministro degli Esteri della Federazione Russa, ha dichiarato recentemente che Mosca ritiene controproducente il coinvolgimento dei paesi terzi nella soluzione delle contese nel Mar Cinese Meridionale.
 

Andrey Karneev 


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