Mentre l’amministrazione Obama cerca
alleati affidabili per affrontare lo Stato islamico in Siria e Levante
(SIIL) e il dipartimento della Difesa nomina ufficialmente il nuovo
spauracchio islamista radicale, eclissando “al-Qaida”, a
“nemico pubblico numero uno” globale, gli Stati Uniti sono sull’orlo di
un altro pantano mediorientale. Più si scava nelle operazioni riguardo
lo “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante” (ISIL) o come viene
variamente chiamato “Stato Islamico in Iraq e al-Sham” (SIIS), “al-Dawlah” (Stato) o “Daiish” (“al-Dawla al-Islamiya fi Iraq wa al-Sham“),
più collegamenti tra il gruppo islamista e i servizi segreti
occidentali e israeliani vengono svelati.
Il SIIL deriva
dall’organizzazione della Base della Jihad nel Paese dei due Fiumi o al-Qaida
in Iraq (AQI), guidata da Abu Musab al-Zarqawi. Come sull’attuale capo
del SIIL Abu Baqr al-Baghdadi, interrogativi circondano Zarqawi. Come
detto su una pagina PowerPoint della Forza multinazionale in Iraq
(MNFI), Zarqawi era una figura minacciosa creata da operazioni
psicologiche, attività multimediali e operazioni speciali del Pentagono
per sfruttare la xenofobia di gruppi etnici e religiosi iracheni, come
sciiti, sunniti moderati, sufi e curdi. In una diapositiva del 2004 dal
titolo “Risultato”, la MNFI si vantava che la sua minaccia fasulla
Zarqawi avesse conseguito i risultati desiderati: “Abu Musab al-Zarqawi rappresenta oggi:
a. il terrorismo in Iraq
b. combattenti stranieri in Iraq
c. sofferenza del popolo iracheno (attentati alle infrastrutture)
d. negazione alle aspirazioni irachene (dirompente perdita di sovranità)”
La pagina si conclude con la descrizione degli effetti della promozione
di Zarqawi a massima minaccia terroristica all’Iraq, e cioè:
“Eliminare il sostegno popolare a una rivolta potenzialmente supportata, impedendo all’insurrezione di ‘mettere radici’ tra la popolazione“.
Secondo il Washington Post, il generale Mark Kimmitt, direttore
degli affari pubblici del Comando Centrale degli Stati Uniti in Iraq,
dichiarò in una conferenza del 2004 presso il CENTCOM che “Il programma psyop Zarqawi è la campagna d’informazione di maggior successo fino ad oggi.”
Dopo la debacle in Iraq, molti terroristi di Zarqawi controllati
dall’intelligence USA passarono in Siria, dove minacciarono il governo
del Presidente Bashar al-Assad. Alcuni di tali elementi infiltrarono il
confine della Siria minacciando il governo sciita a Baghdad e il governo
regionale curdo di Irbil. L’ultimo spauracchio è Abu Baqr al-Baghdadi,
ex-aiutante di Zarqawi, proclamatosi “emiro” del nuovo califfato in Iraq
e Siria. Il vero nome di Zarqawi era Ahmad Fadil Nazal al-Qalaylah,
nato nella città giordana di Zarqa. Abu Musab al-Zarqawi fu un alias
quanto Abu Baqr al-Baghdadi è un alias dell’attuale capo del SIIL.
Al-Baghdadi, nativo di Samara in Iraq, è in realtà Ibrahim ibn Awad
Ibrahim ibn Ali ibn Muhammad al-Badri al-Samarai. Prima di unirsi ai
mujahidin contro i sovietici, Zarqawi era un noto ubriacone e drogato,
difficilmente roba per islamisti finanziati da Arabia Saudita ed emirati
del Golfo. Come Baghdadi, Zarqawi si proclamò “emiro di al-Qaida nel Paese dei due Fiumi“,
cioè l’Iraq. Alcune fonti d’intelligence statunitensi hanno affermato
che Zarqawi era un “mito” inventato dai neocon per giustificare le
operazioni militari statunitensi in Iraq. I leader sunniti e sciiti
iracheni sono raramente d’accordo, ma tuttavia, un capo degli insorti
sunniti disse al Daily Telegraph che credeva che Zarqawi fosse
un agente statunitense o israeliano e il leader sciita iracheno Muqtada
al-Sadr affermò che Zarqawi era un falso le islamista taqfirista alle
dipendenze degli Stati Uniti.
Mentre
Zarqawi veniva spacciato come uno dei più pericolosi nemici degli USA,
l’uomo che gli succedette a capo del SIIL in Siria, Abu Baqr
al-Baghdadi, è uno degli alleati più fidati degli USA. Al-Baghdadi,
insieme ai capi del Fronte al-Nusra, inizialmente sottopose le
sue forze all’esercito libero siriano. Tuttavia, vi sono indicazioni che
al-Baghdadi sia una creatura della CIA, come Zarqawi. Nabil Naim,
ex-capo di al-Qaida e fondatore del Partito Democratico della Jihad islamica in Libano, disse alla rete televisiva al-Maydin
di Beirut che il SIIL è una creazione di CIA e Mossad. Naim dichiarò
anche che lo scopo del SIIL è attuare la politica del primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu del “Clean Break” o Taglio netto:
la nuova strategia per stabilire il Reame, nel 1996 ideato dai
neoconservatori sionisti statunitensi. Il Taglio netto gettò le basi per
l’US Syrian Accountability Act del 2003, il piano
interventista statunitense in Siria per rovesciare Assad. Al-Baghdadi
sarebbe stato addestrato dal Mossad ed istruito sulla teologia islamista
in Israele per un anno. Naim ha anche detto che il capo del Fronte
al-Nusra, Muhammad al-Julani, che ha giurato fedeltà al SIIL, è un
agente della CIA. Il discorso videoregistrato di al-Baghdadi alla Grande
Moschea al-Nuri di Mosul, in cui afferma di essere il califfo di tutti i
musulmani, è ritenuto un falso da un funzionario del governo iracheno.
L’Esercito libero siriano (ELS) e il suo Fronte dei rivoluzionari in
Siria (SRF), sostenuti da neo-conservatori statunitensi come i senatori
John McCain e Lindsey Graham, così come da ONG neocon come la Fondazione
per la Difesa delle Democrazie, hanno stretti legami con SIIL e al-Nusra. Il capo del SRF, Jamal Maruf*, dichiarò pubblicamente che il SRF combatterà il SIIL ma non “al-Qaida: anche se ci sono poche prove in Siria e Iraq che indichino differenze tra i due gruppi“.
ELS e SIIL si unirono nell’invasione del Libano e nella battaglia di
Arsal ad agosto. SIIL e ELS presero diversi ostaggi dopo aver attaccato
le unità dell’esercito libanese e la polizia locale. I capi dell’ELS
dichiararono che i terroristi di SIIL e al-Nusra si unirono per attaccare le unità libanesi ad Arsal e nel Qalamun.
Ci sono tutte le prove che il SIIL abbia legami significativi con Israele. Anche se vi sono affermazioni contrarie, il SIIL ha assorbito la maggior parte dei terroristi islamisti di Jabhat al-Nusra, affiliato ad al-Qaida in Siria. Il Fronte al-Nusra ha coordinato l’occupazione di posizioni dell’esercito siriano sul Golan con la Forza di Difesa israeliana (IDF). Piuttosto che colpire le posizioni di al-Nusra sul lato siriano del Golan, gli israeliani attaccarono le postazioni dell’esercito siriano, sostenendo le campagne di al-Nusra in particolare e del SIIL in generale. Vi sono notizie secondo cui l’esercito israeliano avrebbe dato le coordinate dell’esercito siriano, di Hezbollah e dei “Comitati di Difesa della Patria” delle milizie alawite, sciite, cristiane e druse, ad al-Nusra/SIIL lanciando missili e droni dal lato israeliano del confine.
Gli
israeliani sono ottimisti verso il SIIL, il quotidiano israeliano Haretz
ha riferito che le autorità israeliane permettono ai turisti
israeliani, armati di macchine fotografiche e binocoli, di visitare le
alture del Golan e la valle di Qunaytra per testimoniare la lotta dei
jihadisti di al-Nusra/SIIL contro l’esercito siriano. Israele
ha anche fornito telescopi per seguire i combattimenti nella valle. Gli
israeliani si portano pranzo, caffè e sdraio trascorrendo l’intera
giornata a guardare gli arabi uccidersi.
In Germania, un volontario musulmano tedesco, Kreshnik Berisha, è sotto processo per appartenenza al SIIL. Berisha, prima di entrare nel SIIL, giocava per la TuS Makkabi di Francoforte, la prima squadra di calcio ebraica della Germania. La compiacenza israeliana verso i jihadisti suggerisce un accordo tra il governo israeliano e i jihadisti siriani per non far debordare il conflitto dal Golan in Israele. In cambio, i jihadisti siriani ricevono un certo tipo di controllo operativo da Mossad e IDF, con l’ordine tassativo di non attaccare obiettivi israeliani. Israele maschera l’infiltrazione e l’esfiltrazione dei guerriglieri di al-Nusra/SIIL in Siria sostenendo di fornire assistenza medica ai ribelli siriani feriti. Tali attività furono notate dai peacekeeper delle Nazioni Unite di Filippine e Fiji, che furono attaccati da al-Nusra/SIIL.
I terroristi
presero in ostaggio 45 peacekeeper delle Fiji e non li rilasciarono
finché il Qatar pagò un grosso riscatto, arricchendo così le casse già
considerevoli del SIIL. Un altro gruppo siriano “moderato”, che
riceverebbe aiuti da Arabia Saudita e Israele, è il “fronte
meridionale”, raggruppamento guidato da un certo Bashar al-Zubi. Nelle
battaglie interne in Iraq, Siria, Libano e probabilmente presto in
Giordania e Sinai, lealtà mutevoli, grandi tasche degli arabi del Golfo e
rapporto sempre più stretto tra sionisti di destra israeliani e casa
dei Saud, forniscono gli ingredienti per un pantano. Grazie ai neocon
che precipitano gli Stati Uniti in un altro pasticcio assoluto, gli USA
non vedranno terminare il flusso di sacchi per cadaveri all’obitorio
della Dover Air Force Base, in Delaware.
Wayne Madsen Strategic Culture Foundation
*Maruf
è stato eliminato dall’aeronautica militare siriana il 18 settembre,
assieme ai vertici della sua organizzazione terroristica. NdT
La ripubblicazione è gradita in riferimento al giornale on-line Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/09/20/lincombente-pantano-statunitense-in-iraq-e-in-siria/
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