Nel Maggio
2012, dopo aver tenuto a Rimini un seminario su Pinocchio, parabola esoterica,
sono stato intervistato sull’argomento Risveglio
presso il parco giochi “L’Italia in miniatura” (Viserba di Rimini) dove esiste
anche un percorso dedicato alla favola di Pinocchio, come si può vedere nelle
immagini di questo video messo a disposizione gratuitamente dagli amici del
Giardino dei Libri:
Notare
che il libro di Pinocchio ebbe grande successo popolare, ma l’allora imperante
perbenismo (1883, anno della pubblicazione) della critica letteraria ne
sconsigliò la lettura ai ragazzi “di buona famiglia” per i quali, taluno
soggiunse, “poteva trattarsi di una perniciosa potenziale fonte d'ispirazione”.
Pinocchio
è una storia con una narrazione semplice che può essere goduta da parte delle
masse, ma con un significato nascosto riservato solo a coloro “che sanno” e
“che vedono”. Nel bambino che si accosta a questa avventura s’imprime, oltre
che il significato più superficiale, morale e cosciente, un significato più
profondo, esoterico e inconscio.
Pin-occhio
(l’occhio della pineale) è a tutti gli effetti la rappresentazione del percorso
di risveglio. Il Padre, Geppetto, ne è il Creatore, infatti non è un vero padre
nel senso comune del termine, ma Colui che lo trae dalla materia e gli dà
forma. Pinocchio non nasce da una donna, e questo è il primo fatto
extra-ordinario. Geppetto lo scolpisce nel legno, lo crea burattino, cioè un
essere “meccanico”, “addormentato”, come direbbe Gurdjieff, in grado di parlare
e camminare, ma non dotato di coscienza, quindi non ancora umano.
Collodi,
massone, ha un’idea semplicemente geniale per illustrare una parabola esoterica!
Appena
creato, Pinocchio diviene subito ingestibile, in quanto non ha ancora ritrovato
né la sua anima (la Fata
Turchina) né tantomeno il Padre, dal quale dovrà prima
separarsi per conoscere le insidie del mondo, proprio come accade al figliol
prodigo nell’omonima parabola evangelica. Lungo il suo cammino iniziatico
impara a conoscersi, a gestire il corpo, le emozioni e la mente, sorvegliato a
distanza dalla sua anima, la quale – nonostante le menzogne del burattino – lo
aiuta nei momenti più bui e lo rimette sempre sulla “retta via”.
Incontra il Gatto e la Volpe
(il corpo emotivo e il corpo mentale) che lo illudono e lo ingannano. A causa
loro Pinocchio crede di poter moltiplicare facilmente i suoi soldi anche senza
possedere ancora la vera Conoscenza, quella che dovrebbe acquisire frequentando
la Scuola che
lui sempre rifiuta.
Il
Gatto e la Volpe
– i suoi corpi, il suo apparato psicosomatico – a un certo punto prendono il
sopravvento e lo impiccano. Pinocchio muore e resuscita.
Mangiafuoco
è l’equivalente del termine evangelico “mammona”, è il burattinaio, ossia la
potenza del mondo (“non puoi servire a Dio e a mammona” dice Gesù) che ti fa
lavorare e ti sfrutta insieme agli altri burattini, i quali possono venire
sacrificati e gettati nel fuoco in qualunque momento.
Lucifero/Lucignolo
è colui che lo distrae dalla Scuola, cioè dall’autentica Conoscenza, quella che
lo metterebbe in contatto con i “maestri” e lo farebbe diventare finalmente Uomo,
come vuole la Fata Turchina.
Lucignolo lo indirizza invece verso il Paese dei Balocchi, dove tutti gli
abitanti sono bambini (animicamente) cioè poco evoluti, inclini al vizio e
immersi nell’ignoranza (“lì non vi sono scuole, lì non vi sono maestri, lì non
vi sono libri”). Questa esperienza simboleggia il massimo della dissoluzione
umana, infatti Pinocchio viene precipitato nel mondo infraumano (viene
trasformato in asino), cioè ha una temporanea esperienza di retrocessione
animica, che però gli consente l’ennesima successiva trasmutazione.
Infine
Collodi descrive l’avventura nella pancia della balena, dove Pinocchio, al
termine del suo ciclo evolutivo e delle sue esperienze iniziatiche, incontra
nuovamente il Padre che l’ha creato. Anche qui è evidente il parallelismo sia
con la parabola del figliol prodigo sia con il Libro di Giona, dell’Antico
Testamento, dove il protagonista trascorre tre giorni e tre notti nella pancia
del cetaceo e alla fine prega Dio nella sua afflizione e si impegna a onorarlo
e a pagare quello che ha promesso. Allora Dio comanda al pesce di vomitare
Giona.
Pinocchio
si ricongiunge col Padre e onora il volere della Fata Turchina, ossia la sua
anima.
Se non lo avete ancora regalato a
qualcuno, o peggio, se non lo avete ancora letto, rimediate immediatamente a
questa lacuna, perché (sinceramente, contro le mie stesse aspettative) tutti
quelli che lo hanno letto lo hanno trovato molto bello:
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)
http://www.salvatorebrizzi.com/2014_01_01_archive.html
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