venerdì 19 settembre 2014

Pinocchio parabola esoterica

Nel Maggio 2012, dopo aver tenuto a Rimini un seminario su Pinocchio, parabola esoterica, sono stato intervistato sull’argomento Risveglio presso il parco giochi “L’Italia in miniatura” (Viserba di Rimini) dove esiste anche un percorso dedicato alla favola di Pinocchio, come si può vedere nelle immagini di questo video messo a disposizione gratuitamente dagli amici del Giardino dei Libri:
 
 
Notare che il libro di Pinocchio ebbe grande successo popolare, ma l’allora imperante perbenismo (1883, anno della pubblicazione) della critica letteraria ne sconsigliò la lettura ai ragazzi “di buona famiglia” per i quali, taluno soggiunse, “poteva trattarsi di una perniciosa potenziale fonte d'ispirazione”.
 
Pinocchio è una storia con una narrazione semplice che può essere goduta da parte delle masse, ma con un significato nascosto riservato solo a coloro “che sanno” e “che vedono”. Nel bambino che si accosta a questa avventura s’imprime, oltre che il significato più superficiale, morale e cosciente, un significato più profondo, esoterico e inconscio.
 
Pin-occhio (l’occhio della pineale) è a tutti gli effetti la rappresentazione del percorso di risveglio. Il Padre, Geppetto, ne è il Creatore, infatti non è un vero padre nel senso comune del termine, ma Colui che lo trae dalla materia e gli dà forma. Pinocchio non nasce da una donna, e questo è il primo fatto extra-ordinario. Geppetto lo scolpisce nel legno, lo crea burattino, cioè un essere “meccanico”, “addormentato”, come direbbe Gurdjieff, in grado di parlare e camminare, ma non dotato di coscienza, quindi non ancora umano.
Collodi, massone, ha un’idea semplicemente geniale per illustrare una parabola esoterica!
 
Appena creato, Pinocchio diviene subito ingestibile, in quanto non ha ancora ritrovato né la sua anima (la Fata Turchina) né tantomeno il Padre, dal quale dovrà prima separarsi per conoscere le insidie del mondo, proprio come accade al figliol prodigo nell’omonima parabola evangelica. Lungo il suo cammino iniziatico impara a conoscersi, a gestire il corpo, le emozioni e la mente, sorvegliato a distanza dalla sua anima, la quale – nonostante le menzogne del burattino – lo aiuta nei momenti più bui e lo rimette sempre sulla “retta via”.

Incontra il Gatto e la Volpe (il corpo emotivo e il corpo mentale) che lo illudono e lo ingannano. A causa loro Pinocchio crede di poter moltiplicare facilmente i suoi soldi anche senza possedere ancora la vera Conoscenza, quella che dovrebbe acquisire frequentando la Scuola che lui sempre rifiuta.
 
Il Gatto e la Volpe – i suoi corpi, il suo apparato psicosomatico – a un certo punto prendono il sopravvento e lo impiccano. Pinocchio muore e resuscita.
 
Mangiafuoco è l’equivalente del termine evangelico “mammona”, è il burattinaio, ossia la potenza del mondo (“non puoi servire a Dio e a mammona” dice Gesù) che ti fa lavorare e ti sfrutta insieme agli altri burattini, i quali possono venire sacrificati e gettati nel fuoco in qualunque momento.
 
Lucifero/Lucignolo è colui che lo distrae dalla Scuola, cioè dall’autentica Conoscenza, quella che lo metterebbe in contatto con i “maestri” e lo farebbe diventare finalmente Uomo, come vuole la Fata Turchina. Lucignolo lo indirizza invece verso il Paese dei Balocchi, dove tutti gli abitanti sono bambini (animicamente) cioè poco evoluti, inclini al vizio e immersi nell’ignoranza (“lì non vi sono scuole, lì non vi sono maestri, lì non vi sono libri”). Questa esperienza simboleggia il massimo della dissoluzione umana, infatti Pinocchio viene precipitato nel mondo infraumano (viene trasformato in asino), cioè ha una temporanea esperienza di retrocessione animica, che però gli consente l’ennesima successiva trasmutazione.
 
Infine Collodi descrive l’avventura nella pancia della balena, dove Pinocchio, al termine del suo ciclo evolutivo e delle sue esperienze iniziatiche, incontra nuovamente il Padre che l’ha creato. Anche qui è evidente il parallelismo sia con la parabola del figliol prodigo sia con il Libro di Giona, dell’Antico Testamento, dove il protagonista trascorre tre giorni e tre notti nella pancia del cetaceo e alla fine prega Dio nella sua afflizione e si impegna a onorarlo e a pagare quello che ha promesso. Allora Dio comanda al pesce di vomitare Giona.
 
 
Pinocchio si ricongiunge col Padre e onora il volere della Fata Turchina, ossia la sua anima.
 
 
Se non lo avete ancora regalato a qualcuno, o peggio, se non lo avete ancora letto, rimediate immediatamente a questa lacuna, perché (sinceramente, contro le mie stesse aspettative) tutti quelli che lo hanno letto lo hanno trovato molto bello:
 
IL BAMBINO E IL MAGO:

 Il bambino e il mago di Salvatore Brizzi
 
Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)

http://www.salvatorebrizzi.com/2014_01_01_archive.html 

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