lunedì 4 aprile 2016

Cibo, flora intestinale e psiche


La relazione tra la mente e l’ intestino è bidirezionale: i pensieri influenzano le funzioni intestinali e, viceversa, l’ecologia intestinale influenza i pensieri e quindi il nostro comportamento. Già le medicine tradizionali ci insegnano che i cibi giunti nel tratto gastrointestinale, si smaterializzano e influenzano l’anima trasformandosi in pensieri, così come i pensieri possono agire in modo perverso sul nostro sangue, organi e funzioni e materializzarsi per esempio in un’ infiammazione, un’ulcera o portare a conseguenze ben più gravi.

Il nostro intestino accoglie abitualmente un’enorme quantità di microrganismi (microbioma), stiamo parlando di milioni di miliardi. Basti pensare che la quantità di E.coli presenti soprattutto nel colon, supera di numero tutti gli uomini che sono vissuti su questo pianeta della compara dell’umanità. 

Questa massa viva e brulicante interagisce con le mucose e le strutture immunitarie e influenza costantemente la nostra salute, compresa quella della nostra mente.

L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene(HPA) modula nel nostro organismo la capacità di adattamento allo stress. Se lo stress è prolungato e ci sono predisposizioni genetiche ad una vulnerabilità verso i disturbi mentali, l’asse HPA perde il suo equilibrio e questo può  portare ad alterazioni nel comportamento fino a vere e proprie malattie psichiatriche. Questa situazione si accompagna ad un processo di infiammazione cerebrale (neuroinfiammazione) ed un titolo elevato nel sangue di citochine proinfiammatorie.

Il microbioma è una variabile importante nel funzionamento del nostro sistema immunitario ed entra regolarmente in comunicazione con l’asse HPA e lo fa in tre modi: tramite gli ormoni, il sistema immunitario oppure direttamente. Di fatto, alcuni microbi del nostro intestino rilasciano dei neurotrasmettitori che “dialogano” direttamente con il nostro cervello tramite il nervo vago.

Alcuni studi hanno mostrato che è possibile cambiare il comportamento di animali da laboratorio (roditori), effettuando delle modifiche sostanziali del loro microbioma. Lo si può fare in vari modi: cibo, probiotici, antibiotici, prebiotici e trapianti fecali.

Nell’uomo, l’assunzione di probiotici è in grado di ridurre i pensieri negativi, in soggetti sani e ridurre gli stati d’ansia in pazienti sottoposti a trattamenti antitumorali. In un piccolo studio si sono registrati sorprendenti risultati positivi sull’evoluzione dei sintomi nel tempo (13 anni dopo) in bambini affetti da autismo e sindrome da deficit attentivo (ADHA).

Attualmente i ricercatori stanno lavorando su alcuni ceppi microbibici definiti “psicobiotici”, che un giorno potrebbero essere utilizzati per combattere le malattie psichiatriche.

La vita dell’uomo attuale è assai lontana dai ritmi della natura e da un’ alimentazione salubre. Stress, mancanza di sonno, cibo spazzatura, alcol, droghe ecc. influenzano negativamente il microbioma. 

L’effetto può anche essere immediato. Potete ridurre del 40% la diversità della vostra flora intestinale nel giro di 10-14 giorni se consumate regolarmente cibo altamente processato/industriale e di conseguenza vedere il vostro umore mutare e non riuscire più a tollerare le avversità della vita. 

Questo spiega perché coloro che seguono una dieta tradizionale hanno una resistenza allo stress e allo sviluppo di malattie mentali superiore del 40%, rispetto a coloro che hanno adottato una dieta devitalizzata e processata.

E’ indubbio che l’uomo moderno, se paragonato a quello antico o solo di qualche generazione fa, sia un soggetto animicamente sempre più debole e fragile. A testimonianza di ciò ci sono gli enormi e sempre crescenti consumi di ansiolitici, sonniferi, antidepressivi e altri psicofarmaci senza i quali una bella fetta delle popolazione, ormai di tutte le età, non sarebbe più in grado di sopravvivere su questo Pianeta. Per non parlare del ricorso a vari tipi di droghe e l’incidenza dei suicidi soprattutto nelle aree più industrializzate. Oltre ad una fatale involuzione dell’umanità, alla luce di quanto detto sulla relazione intestino-mente, non è peregrina l’idea che a far precipitare la situazione abbia contribuito anche la sempre peggiore qualità/salubrità del cibo e delle bevande che abbiamo assunto negli ultimi 50 anni. 

Alimenti devitalizzati da eccessivi trattamenti termici (pastorizzazione), altamente manipolati dall’industria alimentare, inquinati da pesticidi, coltivati in terreni ormai esausti, ecc, che apportano nel nostro organismo tutto il loro carico di forze oscure e telluriche. 


Bibliografia
- Deans E. Microbes and Mental Health: The Link Between Biome and Brain. Medscape Psychiatry.  March 04, 2016. 

Francesco Perugini Billi©copyright – vietata la riproduzione senza esplicito permesso dell’autore. 

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