Niente
potrebbe essere più simbolico del declino dell’Europa e dell’ascesa di
Eurasia della costruzione di una ferrovia moderna dalla capitale etiope
Addis Abeba al porto sul Mar Rosso di Gibuti. La linea ferroviaria è
stata costruita dalla cinese Civil Engineering Construction Corporation and China Railway Group
(CREC), sostituendo la vecchia linea ferroviaria arrugginita costruita
dai francesi durante la colonizzazione europea dell’Africa, alla fine
del 19° secolo.
Cosa, dove, quando…
La società ferroviaria cinese costruisce una completamente nuova linea ferroviaria elettrica di 656 chilometri dalla capitale etiope Addis Abeba al porto sul Mar Rosso di Gibuti, pienamente operativa da un momento all’altro. Il progetto creerà 5000 posti di lavoro locali e consentirà all’Etiopia di aumentare le esportazioni di prodotti chiave come caffè e sesamo. Offre anche la possibilità di addestrare lavoratori etiopi da parte dei tecnici cinesi della Civil Engineering Construction Corporation.
La società ferroviaria cinese costruisce una completamente nuova linea ferroviaria elettrica di 656 chilometri dalla capitale etiope Addis Abeba al porto sul Mar Rosso di Gibuti, pienamente operativa da un momento all’altro. Il progetto creerà 5000 posti di lavoro locali e consentirà all’Etiopia di aumentare le esportazioni di prodotti chiave come caffè e sesamo. Offre anche la possibilità di addestrare lavoratori etiopi da parte dei tecnici cinesi della Civil Engineering Construction Corporation.
Ad oggi 250 studenti etiopi sono istruiti in Cina nel settore
ferroviario, un buon indirizzo della Cina di oggi, primo costruttore al
mondo di ferrovie. Costerà 1,2 miliardi di dollari con l’Export-Import
Bank of China che la finanzia per il 70 per cento e il governo etiope
per il 30 per cento. Sarà uno dei primi treni elettrici in Africa
orientale, dalla velocità di 120 km all’ora. Sarà più facile e meno
costoso da mantenere rispetto alle precedenti locomotive diesel
francesi, l’ultima delle quali fuori servizio dal 2008, essendo
meccanizzata e alimentata dalla produzione locale di energia
idroelettrica.
La linea Addis-Abeba-Mar Rosso è una della rete di
infrastrutture ferroviarie in programma che collegherà l’Etiopia, senza
sbocco sul mare, ad otto corridoi ferroviari totalizzanti 4744
chilometri, creando una serie di rotte commerciali chiave per i
confinanti Kenya, Sud Sudan, Sudan e soprattutto porto di Gibuti.
Un’altra linea pianificata collegherà la regione di Afar, dove l’Etiopia
incoraggia l’estrazione di sali di potassio per i fertilizzanti. La
mancanza di efficienti infrastrutture stradali e ferroviarie è costata
cara all’economia. Difficoltà come strade povere e flotte di autocarri
vecchi significa che il trasporto di merci da Addis Abeba a Gibuti
richiede giorni.
La nuova linea ferroviaria ridurrà i tempi di circa
otto ore, un’enorme spinta economica ed esempio del potere di
trasformazione economica da ben concepite infrastrutture. L’imponente
progetto infrastrutturale chiamato GTP è un piano di crescita e
trasformazione quinquennale del governo etiope per togliere il Paese
dalla povertà e trasformarne l’agricoltura e le potenzialità industriali
pari a quelle di un Paese a medio reddito nei prossimi dieci anni.
Altre parti del GTP richiedono nuove strade e dighe per la produzione di
energia idroelettrica, per produrre tassi di crescita del PIL previsto
ad almeno l’8% annuo. Oltre ai cinesi, società turche e brasiliane hanno
fatto offerte su altre parti del GTP.
Perché…
I cinesi hanno chiaramente fatto il loro dovere decidendo di costruire infrastrutture economiche cruciali in Etiopia. In Africa è il secondo più popoloso Paese dopo la Nigeria, con circa 96 milioni di abitanti. Qualcosa di poco noto, lungo la Grande Faglia africana, una faglia o cintura tettonica lunga 6000 chilometri dalla Valle della Biqa in Libano al Mozambico e Sudafrica orientale. Alcuni geofisici ritengono che la Grande Faglia etiope o dell’Africa orientale contenga alcuni dei più ricchi giacimenti minerari non sfruttati del mondo e, potenzialmente, giacimenti di idrocarburi pari a quelli sauditi.
I cinesi hanno chiaramente fatto il loro dovere decidendo di costruire infrastrutture economiche cruciali in Etiopia. In Africa è il secondo più popoloso Paese dopo la Nigeria, con circa 96 milioni di abitanti. Qualcosa di poco noto, lungo la Grande Faglia africana, una faglia o cintura tettonica lunga 6000 chilometri dalla Valle della Biqa in Libano al Mozambico e Sudafrica orientale. Alcuni geofisici ritengono che la Grande Faglia etiope o dell’Africa orientale contenga alcuni dei più ricchi giacimenti minerari non sfruttati del mondo e, potenzialmente, giacimenti di idrocarburi pari a quelli sauditi.
Finora l’occupazione
coloniale di Mussolini e l’assenza di sviluppo durante la guerra fredda
hanno escluso queste ricchezze dai benefici per il Paese. Ora ciò
cambia. Per i cinesi, sono molti i motivi per aver un collegamento
ferroviario tra il porto del Mar Rosso di Gibuti e il secondo maggiore
mercato dell’Africa. Uno dei motivi è iniziare a portare le fabbriche
cinesi in Etiopia per produrre a costi inferiori rispetto alla Cina,
dove negli ultimi dieci anni i livelli salariali sono costantemente
aumentati.
La combinazione tra costo del lavoro più economico, minore
del 10% di quello nella Cina attuale, adeguata elettricità idroelettrica
e accessibilità al mare, per la prima volta rendono il Paese un
notevole polo di attrazione per gli investimenti esteri diretti. Come
esempio del recente aumento dei salari in Cina, la retribuzione media
nelle fabbriche nell’Henan, a circa 800 chilometri dalle coste della
Cina, è salita del 103 per cento nei cinque esercizi chiusi dal
settembre 2014. E’ aumentata dell’80 per cento a Chongqing, lungo i 1700
chilometri del fiume Yangtze, e dell’82 per cento nel Guangdong. Un
tipico operaio non qualificato etiope prende circa 30 dollari al mese.
Il Sud Africa, il Paese più industrializzato dell’Africa, ha un salario
medio mensile di 1200 dollari, e in Cina oggi è di circa 560 dollari al
mese. Gli investimenti esteri diretti (IDE) nel Paese sono saliti quasi
del 250 per cento, a 953 milioni di dollari nel 2013, rispetto l’anno
precedente, secondo le stime della Conferenza delle Nazioni Unite sul
commercio e lo sviluppo. Il governo si aspetta che il 2015 sia record
per gli investimenti diretti esteri (IDE). in crescita del 25 per cento
dal 2014, dagli 1,2 miliardi di dollari al record di 1,5 miliardi.
Quando il nuovo collegamento ferroviario al Mar Rosso sarà aperto nei
primi mesi del 2016, il livello di IDE dovrebbe aumentare notevolmente,
in particolare con le aziende cinesi, indiane e turche che si affollano
per localizzarvisi.
Nel maggio 2014 il Primo ministro cinese Li Keqiang e
il Primo ministro etiope Haile Mariam Desalegn s’incontravano ad Addis
Abeba. Dopo il loro incontro Hailemarian dichiarò alla stampa che la
Cina “Ha una grande visione dell’Etiopia quale centrale elettrica dell’Africa“,
come disse nella conferenza stampa congiunta ad Addis Abeba. Ciò che
emerge intorno alla costruzione cinese di un presunto collegamento
ferroviario secondario in un Paese dell’Africa orientale e senza sbocco
sul mare, potrebbe sbloccare l’importante sviluppo economico dell’Africa
per la prima volta nella storia moderna, qualcosa che le potenze
coloniali europee fecero di tutto per evitare.
F. William Engdahl New Eastern Outlook 13/04/2016
F. William Engdahl
è consulente di rischio strategico e docente, laureato in politica alla
Princeton University è autore di best-seller su petrolio e geopolitica,
in esclusiva per la rivista online “New Eastern Outlook” .
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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