Il sé sente di essere un’onda che rotola in un oceano,
sente di essere separato, e poi arriva il messaggio che tutto è uno e
allora il sé sente che ha un nuovo luogo dove riposare, “io sono ogni
cosa, sono l’oceano” dice.
Ma non pensare neanche di essere l’oceano, questo è
semplicemente qualcos’altro che pensi di essere. Questo messaggio non
riguarda una trasformazione, un cambiamento nel pensare o
nell’esperienza o nell’essere tutto o nulla. Quello che siamo davvero è
ciò da cui l’oceano sorge.
Questo è immobilità, pace, una pace che
supera ogni comprensione. Non è conosciuto né comprensibile. Questo è
ciò che davvero siamo. Ma non è un’identità. Non c’è un vero sé. Quello
che è già questo è questo.
Senza fine, libero e onnipresente è la pace che
supera ogni comprensione, sembra che il cercatore ne sia consapevole a
qualche livello ma passa perché non è qualcosa che può afferrare o
trattenere e tanto meno comprendere.
L’apparizione di questo corpo/mente può cambiare in
qualcos’altro in ogni istante, la vita sta sempre cambiando ed
apparendo, sta sempre apparendo in questo. Questo rimarrà, la vita che
il me pensa sia me, sé, io prenderà un’altra forma, non è personale.
Tutto è vita, anche quando non ci sarà nessuna Terra e ogni cosa che
pensiamo di conoscere passerà, qualcosa sorgerà in questo nulla, in
questa pace sconosciuta.
Il sé non arriva mai ad una realizzazione o
comprensione. Non è un un momento in cui dici”aha!” o una comprensione
che improvvisamente arriva. La totalità è riconosciuta ed in essa non
c’è separazione e la ricerca non può esistere se non come una illusione
che appare in questa spaziosa energia libera.
L’illusione del sé svanirà nel momento della morte del
corpo oppure prima. Ma il sé non muore. Perché come può, qualcosa che
non non è mai esistito, andarsene?
Ella May
Ella May
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