A Porto Cervo, mi
riferisce un cliente che possiede una casa da quelle parti da oltre 30
anni, si farebbero affari d’oro nell’acquisto di case e ville di cui i
legittimi proprietari vogliono liberarsi, sfiancati e sfiduciati dalla
morsa fiscale giunta ormai a livello di esproprio.
Ma a nessuno
piacciono le tasse e nessuno rischia più un quattrino in questo fottuto
paese, infestato di parassiti e di farabutti della politica.
Risultato :
le case e le ville rimangono invendute, deprimendo come effetto
collaterale, la propensione al consumo e il tenore di vita dei loro
possessori, i quali rinunciano a usarle per le vacanze. Chiedete
qualcosa ai negozianti di Porto Rotondo e di tutte le località di quel
paradiso, che di questi tempi stavano aperti fino a mezzanotte, mentre
adesso chiudono depressi alle 20 perché tanto in giro, si vede solo
qualche anima viva ma con il portafoglio ormai morto.
Meno male, che gli
agenti immobiliari locali possono girare i pollici guardando la costa
Smeralda, compiangendo affranti i colleghi di Tecnocasa, agenzia della
Bovisa o quelli della Gabetti, agenzia di Porta Palazzo. Costoro
avrebbero pure case da vendere a volontà, ma l’umanità varia ed
eventuale che possono osservare da dietro le loro vetrine, è multietnica
e multicolore e senza il becco di un quattrino, e cazzeggia a tempo
indeterminato sul marciapiede di quella che ormai è la loro amata patria
vongole e montepulciano, il nostro glorioso paese di un tempo, in altre
parole. Cazzeggiando infatti, si trova sempre un pirla di ministro e
qualche suo sodale locale con la bandana tricolore che si inteneriscono e
decretano : una casa è per tutti. Come un diamante è per sempre, più o
meno.
Ma c’è pure una buona
notizia : vanno a gonfie vele le tipografie e le vendite di cartelli
immobiliari. Un vero boom. E’ ben per questo che il governo infatti ha
già pensato di sostituire la famosa marca da bollo DA cartello, con la
marca da bollo PER cartello, trattandosi di marca gigante, delle
dimensioni appunto di un cartello, è ovvio che costi solo 160 euro,
anziché i 4,16 euro di prima. Quando si dice : la strategia al servizio
del futuro del paese.
Gli stranieri dalla
costa Smeralda, dalle Marche, persino dall’Umbria e dalla Toscana,
stanno cercando di svignarsela, perché come mi disse un amico scozzese
tempo fa : “you can love a country, only if you feel the freedom around,
otherwise even the best paradise can became the worst hell”. La
descrizione dell’italia più cruda e vera che ho sentito in vita mia.
Sempre in Sardegna ma
tra Cagliari e Calasetta, era in progetto un complesso di 60 ville dai 4
milioni di euro in su, con parco annesso e privilegi per portafogli ad
elevata capacità riproduttiva. Nel 2009 il finanziatore, raccontano le
cronache locali, fece un sogno premonitore, e a quel sogno dette
credito. Non si sbagliava affatto, perché oggi quelle 60 ville sarebbero
disabitate. Gioisce la sezione fallimentare del tribunale di Cagliari,
già ingombra di procedimenti fino a tutto il 2023, che almeno non vedrà
aggiungersi alla lista dei falliti, anche il nome del fortunato
sognatore.
All’Ilva di Taranto, da
quando un tale sig. Riva l’ha acquistata, gli impianti sono divenuti
inquinanti e pericolosi per la salute umana, mentre nei 40 anni
precedenti, quando il proprietario era lo stato, dalle ciminiere
venivano fuori le farfalline e profumo di zagara per tutta l’area
jonica, le greggi del salento migravano verso Taranto, per brucare
l’erbetta miracolosa del sito produttivo, le acque del golfo pullulavano
di pesciolini rossi e delfini per la gioia di bimbi e di nonnini.
Adesso Riva è agli arresti domiciliari, l’amministratore delegato l’ha
designato il governo, e hanno sequestrato beni per 8 miliardi al
criminale imprenditore che ha osato inquinare quello che l’iri per conto
del dio stato aveva “solo” avvelenato per 40 anni. Quando si dice : la
migliore tradizione bolscevica del secolo XXI, non poteva che essere
tricolore e alla matriciana.
A Solaro (MI) un grande stabilimento di elettrodomestici ha ridotto ai
minimi storici la produzione, e quindi anche gli addetti. E altri tre
tra Fabriano ed Albacina, dove fino a dieci anni fa, centinaia di ex
operai merloni erano in massa diventati piccoli imprenditori. Se non
fosse per la natura e il verde delle colline, il deserto dei tartari non
sarebbe più un luogo di un romanzo di Dino Buzzati.
In corso Buones Aires a Milano ci sono vetrine chiuse da mesi e sfitte, quando fino a 5 anni fa, per avere una vetrina su quella strada, punto uno : ti mettevi in lista d’attesa dieci anni prima; punto due : pregavi tutti i giorni Santa Vetrinetta della Misericordia, divina protettrice dei commercianti; punto 3 : mettevi da parte l’obolo per l’amministratore di condominio che ti avrebbe concesso la grazia.
In corso Buones Aires a Milano ci sono vetrine chiuse da mesi e sfitte, quando fino a 5 anni fa, per avere una vetrina su quella strada, punto uno : ti mettevi in lista d’attesa dieci anni prima; punto due : pregavi tutti i giorni Santa Vetrinetta della Misericordia, divina protettrice dei commercianti; punto 3 : mettevi da parte l’obolo per l’amministratore di condominio che ti avrebbe concesso la grazia.
Se cerchi un capannone,
non importa che sia di 500 o 50.000 mq, hai solo l’imbarazzo dello
striscione, salvo riuscire a leggere ancora, dopo anni di sole e gelo,
la scritta con i metri quadri e il telefono. Se percorri la tangenziale
di Milano, ne conti a centinaia di striscioni. E se ci aggiungi la
superstrada Milano – Meda, la Vigevanese, la Paullese, il Sempione, la
Cassanese e tutto il resto del puttanaio milanese che il politico medio
locale, indica come “rete viaria metropolitana”, gli striscioni sono
migliaia, i metri quadri vuoti e abbandonati, milioni. Di striscioni ce
ne sono pure di altro tipo, e sono di solito rossi o tricolore, si
capisce dalle falci e martello e da altri segni delle sette sindacali
italiote, scolorite e ormai in brandelli. Non pendono dalla cima dei
capannoni o dall’alto di palazzine, un tempo, direzionali. Ciondolano
stanche dalle recinzioni di quelle che erano fabbriche con macchinari,
tute blu e colletti bianchi, che vi lavoravano e hanno per generazioni
realizzato piccoli e grandi sogni.
Non c’è sito in questo fottuto paese,
dove alla chiusura di una grande fabbrica non si sia pervenuti secondo
un canovaccio che solo la Corea del Nord e Cuba ci invidiano : minaccia
di chiusura da parte della proprietà; manifestazioni dei lavoratori; a
seguire nell’ordine di apparizione : intervento dei sindacati,
intervento dei parlamentari locali e di qualche ministro del menga,
quindi colpo di scena un bel tavolo di concertazione con : sindaco,
giunta comunale al gran completo, maresciallo dei carabinieri, il don
dell’oratorio locale, il direttore della banda “la filanda”, il capo
scout della locale sezione dei lupetti, e per finire il solito
immancabile rappresentante del governo : il prefetto. Risultato del
tavolo di concertazione : un bel centro commerciale con annesso cinema
multisala per il salvataggio dei posti di lavoro.
Dopo qualche anno,
quel tavolo è stato spostato presso diversa emergenza industriale, e sul
posto ciondola triste e scolorito il banderiame della triplice
sindacale.
Intorno ai tribunali
nelle grandi città, zone notoriamente ambite da studi di avvocati, e non
per forza tutti principi del foro competente, è tutto un pullulare di
cartelli “affittassi” e “vendesi”. Si allontanano i professionisti dal
tribunale e preferiscono la periferia o casa propria, in molti casi.
Intorno ai tribunali rimangono i principi, è vero. E’ per questo che
presto il Foro Competente sarà solo un ricordo, si parlerà infatti negli
atti giudiziari di Vuoto Permanente.
Ho sentito di un ingegnere a 50 anni licenziato, che ha comprato la
licenza di una pizzeria d’asporto e si è messo a fare pizze, e della
moglie di un piccolo imprenditore che ha smesso di lavorare perchè a
conti fatti preferisce stare a casa ad accudire suocero e suocera e
mandare fuori dalle balle la badante moldava. Ho conosciuto un
funzionario di banca, ormai ex, che a 35 anni, due anni fa ha aperto
un’agriturismo in toscana, sul podere e il casolare lasciatogli in
eredità dal nonno.
Ero nei dintorni di roma, vicino ad un piazzale pieno di auto di una
marca tedesca, mi sono chiesto se era un concessionario o un deposito di
auto nuove già in attesa di demolizione. Mi hanno spiegato, che prima
ancora di andare in demolizione le auto, due settimane prima era andato
in demolizione direttamente il concessionario. Lui con i libri in
tribunale, i suoi 80 dipendenti con familiari, fan circa 300 bocche, in
fila alla mensa della Caritas der Prenestino. La cosa positiva è
tuttavia che il settore del “no profit” tira che è una meraviglia.
Con quasi 1.000
dipendenti, che nel settore edile equivale a essere un colosso come
General Motors o Boeing, con oltre un secolo di storia e migliaia di
costruzioni residenziali realizzate e vendute in un paese che era
normale, fino a pochi anni fa, una storica società di costruzioni è
andata in liquidazione pochi mesi fa. Le abitazioni vendute resteranno a
chi le ha comprate, fino a quando non sarà necessario espropriare pure
quelle per il “bene comune” che corrisponde più o meno al concetto che
fintanto che tu hai qualcosa e c’è anche solo un altro al mondo, che ha
una camera meno di te, o è senza bici mentre tu scorrazzi per il parco
con la mountain bike, interviene il solito politico in cerca di
consenso, ed esercita la professione più bella del mondo : fare il
francescano con i soldi degli altri.
Della società suddetta, rimane un
patrimonio di invenduto che corrisponderebbe fuori dalla metropoli, a
una ridente cittadina di periferia del sud italia. Ma non è sud, ed per
niente ridente quello che rimane : recinzioni sfasciate, mura già
scrostate, gru e ponteggi arrugginiti, anche qui il deserto dei tartari,
se non fosse per le rotatorie fiorate e i passaggi pedonali variopinti e
sopraelevati, con tanto di ascensore, che la giunta locale ha
prontamente realizzato in contemporanea con gli scavi delle fondazioni
dell’immenso parco immobiliare ora desolato e morto. Quando si dice
l’efficienza della mano pubblica.
Ho visto, sentito, incontrato, conosciuto, toccato tutto questo e altro ancora.
Poi ho acceso la tv e visto la faccia giuliva da schiaffoni, del capo
del governo italiota, quello di adesso, di cognome fa letta, proprio una
pugnetta, e che per tasso di imbecillità non sta dietro a nessun di
quelli che l’hanno preceduto.
Mi sono detto: esiste la giustizia di Dio
oppure no ?
Nessun commento:
Posta un commento