Una notizia apparsa sul sito del
giornale britannico Express, rilancia alla ribalta delle cronache un
problema già segnalato in Italia, ma che nel nostro Paese non ha avuto
analoga visibilità mediatica: quello dei “nuovi” contatori elettronici
della corrente elettrica installati nei nostri immobili.
Nel Regno Unito, infatti, qualcuno parla
già di scandalo e arriva a quantificare in 3,9 milioni le famiglie
britanniche potenzialmente frodate dai misuratori di energia elettrica
di nuova generazione.
In particolare, sulla base delle indagini di alcuni esperti ingegneri, sarebbero state verificate alcune anomalie riguardanti le misurazioni relative alle diverse fasce orarie.
È noto, infatti, che da quando sono
stati introdotti i nuovi tipi di contatori con display digitale, in
Inghilterra come in Italia è possibile usufruire di diversi tipi di
tariffe a seconda, per l’appunto, dell’orario in cui viene erogata la
corrente. E nella non corretta individuazione dell’orario sarebbe stato
scoperto dagli esperti l’inghippo: l’orologio del contatore continuava
ripetutamente e finché non era stato scoperto il difetto, ad indicare
che ci si trovava nella fascia di orario più “cara” nonostante ci si
trovasse nel periodo della giornata più “favorevole” previsto dalla
tariffa duale stabilita contrattualmente.
La “scoperta” in questione apre, per
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ulteriori
scenari anche nel Nostro Paese, giacché, come ricordavamo dal 2001 al
2006 e sino ai giorni nostri, Enel, che detiene ancora la proprietà
della rete ha continuato ad installare oltre 32 milioni di nuovi
contatori elettronici nelle case e negli immobili in genere degli
italiani e molti dei nostri connazionali hanno anche scelto la
possibilità di usufruire di tariffe diversificate a seconda delle ore
del giorno.
Sugli stessi apparecchi, peraltro, da
anni si ribadisce la scarsa trasparenza con potenziali e a dir poco
probabili ricadute sui consumatori italiani, come ha testualmente
dichiarato anche il deputato del M5S Davide Crippa, vicepresidente della
X Commissione della Camera nell’audizione del 10 ottobre sulla
Strategia Energetica Nazionale che con altri deputati dello stesso
soggetto politico ha presentato un’interrogazione a riposta immediata al
ministero dello Sviluppo Economico: “il governo italiano non ha mai
stabilito come debbano avvenire i controlli di routine previsti dalla
legge sui contatori dell’energia elettrica; di fatto i cosiddetti
contatori “intelligenti” sono apparecchi non omologati scrupolosamente,
mai verificati da un ente terzo incaricato dallo Stato, certificati solo
su base volontaria dall’ “IMQ” (Istituto Italiano del Marchio di
Qualità), e, come di nuovo segnalato da riviste di settore, spesso
marchiati con un “CE” identico nella grafica al marchio “China Export”
che solleva più di un dubbio sulla loro conformità alla legislazione
europea”.
La notizia diffusa in Gran Bretagna,
quindi, dovrebbe invitare a far riflettere il nuovo governo sulla
necessità dell’implementazione urgente di una regolamentazione del
settore, favorendo l’immediata verifica da parte di un ente terzo degli
apparecchi in questione.
Al momento, inoltre, alla luce della “scoperta” effettuata nel Regno Unito, lo “Sportello dei Diritti”
sta provvedendo all’incarico di alcuni esperti per verificare se
analoghi problemi possano essere riscontrati anche in Italia ed in caso
di esito positivo avviare una class action per restituire il maltolto ai
cittadini frodati.
Giovanni D’AGATA
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