martedì 25 febbraio 2014

UE ed USA stanno per assemblare una nuova Ucraina

UE ed USA stanno per assemblare una nuova Ucraina

Oggi a Kiev si reca urgentemente Catherine Ashton, capo della diplomazia dell’UE, per “discutere le questioni della stabilizzazione politiza e gli aiuti economici”. La politica economica e finanziaria dell’UE non è stata mai di competenza della Ashton.
 
A giudicare dalle dichiarazioni provenienti da Bruxelles, Washington e Londra si tratta di fissare al più presto i risultati politici del colpo di Stato e di esportare la “rivoluzione sul Danubio” verso l’est e verso la Crimea. Nel contempo vengono messe in campo nuove tesi antirusse e si grida dei “terribili” piani della Russia nei confronti del paese vicino.

In sostanza, la Ashton viene inviata a Kiev per controllare che il processo di “assemblaggio” della nuova Ucraina non vada in tutt’altra direzione. Tale pericolo esiste. Questo “assemblaggio” viene realizzato con tale urgenza che solo pochi si preoccupano ormai della legittimità, della conformità alla costituzione o semplicemente dell’obiettività. Viene ignorata l’opinione della maggioranza della popolazione delle regioni orientali. Per il momento la determinatezza in Ucraina esiste su un solo punto, e cioè che al timone della “nuova Ucraina” si metterà l’ex premier Yulia Timoshenko.

È difficile dire come si svilupperà la situazione e se la Timoshenko riuscirà o meno ad imbrigliare i radicali senza litigare con i compagni di lotta, dice il politologo russo Pavel Sviatenkov:
Adesso è ovvio che la Timoshenko appoggerà tutte le rivendicazioni di Maidan per rimanere sulla cresta dell’onda rivoluzionaria. Ed ancora. Tutto dipenderà dal fatto se l’Ucraina firmerà o meno l’accordo di associazione con l‘UE e se riceverà o meno il credito dell’FMI che le viene promesso adesso. Se firmerà l’accordo e riceverà il credito, allora le possibilità di manovrà di Timoshenko tra Russia ed Occidente saranno limitate, in quanto l’economia ucraina si trova sull’orlo del collasso. Il governo ucraino dipenderà, indubbiamente, da coloro che gli pagano il denaro .
Nelle dichiarazioni di Washington, Londra e Bruxelles risuona adesso un nuovo ritornello: “non ammettere l’intervento militare della Russia” e il fallimento dell’”aiuto economico” dell’Occidente a causa delle azioni di Mosca. Non esistono piani né del primo, né del secondo, ma Susan Rice, assistente del presidente USA per la sicurezza nazionale, ha già dichiarato che “questa invasione sarebbe un serio errore”. Il ministro degli esteri britannico William Hague ha detto che ciò peggiorerebbe la situazione in Ucraina. Anche se ha fatto poi una riserva: “non sappiamo, ovviamente, come sarà la reazione della Russia”. Alcuni politici a Londra e Washington ritengono persino che Mosca potrebbe essere coinvolta nel “progetto ucraino”. È difficile dire cosa prevale in tali dichiarazioni: la malizia e la mancata comprensione di quanto sta accadendo?

Nessuno è in grado di spiegare come si potrebbe farlo dopo che la Rada Suprema con uno dei suoi primi decreti ha introdotto di fatto il divieto della lingua russa nel paese. Nell’ultimo finesettimana la Rada ha riconosciuto non valida la legge sulle “lingue regionali” del luglio 2012. D’ora in poi si può parlalre a livello ufficiale solo in lingua ucraina. Non sono seguite proteste da parte dell’UE. Del resto, le proteste non sono seguite neanche dopo che Oleg Tjagnibok, leader del partito “Svododa” (Libertà), ha dichiarato per l’ennesima volta che in Ucraina è necessario liberarsi dal potere dei russi e degli ebrei.

Secondo i dati forniti dall’Istituto internazionale di sociologia di Kiev, la lingua russa è usata a casa (cioè è la predominante lingua di comunicazione) dal 43 al 47% della popolazione dell’Ucraina. Si ritengono monolingua – dal 74 al 96% dei russofoni – la Crimea, le regioni di Dnepropetrovsk, Donećk, Zaporožje, Lugansk, Nikolaev, Odessa e Harkov. Abolire in Ucraina il russo come lingua regionale di comunicazione è all’incirca lo stesso che vietare di parlare in francese nel Belgio, dove il francese è la lingua nativa di attorno al 40% dei belgi. Sarebbe interessante vedere cosa sarebbe successo all’ex premier belga Herman Van Rompuy, che è adesso il presidente dell’UE, se avrebbe avuto il coraggio di farlo.

Se la divisione dell’Ucraina avrà luogo, ciò non sarà il risultato delle azioni della Russia, ma succederà esclusivamente per colpa degli ultraradicali e dell’opposizione, sostiene Bogdan Bezpalko, vicedirettore del Centro di studi sull’Ucraina e sulla Bielorussia presso l’Università di Stato “Lomonosov” di Mosca:
Ciò sarà possibile solo nel caso in cui i nuovi dirigenti condurranno una politica anti-Russia e antirussa abbastanza radicale e la relativa politica antireligiosa. Se ammetteranno l’umiliazione dei simboli mentali che esistono in queste regioni .
Per riformattare con successo l’Ucraina l’UE dovrebbe ridurre al più presto alla ragione l’ala radicale dell’opposizione e separare dall’opposizione l’ultranazionalismo. Tal è l’opinione di molti analisti in Europa. Questo è, in sostanza, il compito principale della Ashton.

“Indipendentemente dal fatto su che cosa contiamo in definitiva – ha scritto oggi il londinese Guardian , – sarebbe una follia condurre gli affari in Ucraina in modo come se questo paese fosse un’“entrata di servizio” verso i cambiamenti nella stessa Russia. Sarebbe bene lasciare tali pensieri al giudizio della storia. E sarebbe utile capire che tale reazione dolorosa della Russia alla rivoluzione è in parte motivata. 

In Ucraina è stato destituito il leader eletto in modo legittimo e conformemente alla costituzione. Dalla “parte della rivoluzione” ci sono tantissime persone con vedute politiche abominevoli. Ed infine, il fatto più fondamentale è che la Russia e l’Ucriana, quale che sia il regime in ciascuno di questi paesi in un dato periodo di tempo, sono, in sostanza, gemelli con rapporti reciproci lunghi molti secoli”.


Andrey Fediašin  


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