SPECULAZIONI DI OBAMA & BERLUSCONI SUL TERREMOTO AQUILANO |
Il problema del popolo italiano a parte la scarsa
reattività culturale, è la mancanza di memoria sociale. Vediamo di rimediare un pò
alla bisogna. Adesso è il turno di Berlusconi Silvio.
Esordio con soldoni sporchi della mafia investiti nell'Edilnord. A gennaio del 1985 un rapporto dell’Efibanca aveva segnalato che il bilancio consolidato
della Fininvest per l’anno 1983 evidenziava una struttura finanziaria “caratterizzata
da un indebitamento di ben 840 miliardi”.
Nei primi anni ’90 la Fininvest era pesantemente
esposta verso le banche. Infatti i debiti di Berlusconi erano lievitati nel
1992 a ben 4.500 miliardi di lirette. In altri termini, l’azienda del biscione
era sull’orlo del tracollo, mentre le disavventure giudiziarie iniziavano a
profilarsi. Così nell’estate del 1993 sua emittenza, iscritto alla massoneria
deviata con tessera P2 numero 1816 (rilasciata da Licio Gelli in persona) entrò nell'agone politico.
Nel luglio del 1993 in un’intervista ad un
quotidiano Berlusconi disse che “non aveva intenzione di fondare un partito o
di entrare personalmente in politica”.
In base ad una legge risalente agli anni ’50, ancora
in vigore oggi, Silvio Berlusconi, in qualità di titolare di licenze televisive
non avrebbe potuto proprio candidarsi. Ma la cosiddetta sinistra degli inciuci
fece finta di niente. E così Silvio stravinse le elezioni nel marzo 1994.
Sulla base di un programma populista sdoganò anche i
postfascisti e i razzisti della Lega Nord. Manco a farlo apposta, l’allora
segretario Fini nel ’94 aveva cambiato il nome in Alleanza nazionale, ma
considerava sempre Mussolini il più grande statista del secolo.
Esattamente il 13 febbraio 1994 Berlusconi e Fini (assurto
alla fama internazionale per la famigerata legge Bossi & Fini, già legge
Turco & Napolitano) annunciarono un patto elettorale: il “Polo del buongoverno”.
Dell’ammucchiata facevano parte anche il partito xenofobo e secessionista di
Umberto Bossi, meglio noto come Lega Nord.
Il 16 maggio 1994 nel discorso di insediamento Berlusconi
dichiarò che nei primi cento giorni di governo avrebbe adottato misure finalizzate
a ridurre i costi di assunzione per le imprese, liberalizzare il mercato del lavoro
e creare nuova occupazione. Avrebbe ridotto le tasse, introdotto incentivi per
stimolare gli investimenti e accelerato le privatizzazioni. Il suo ministro
della Giustizia, l’avvocato Alfredo Biondi, non perse un attimo e promulgò (luglio
1994) una leggina nota al mondo come “decreto salvaladri”, consentendo a 3.000
mila individui di uscire subito di prigione.
Nel 2001 Berlusconi grazie alla Rai di Vespa (ormai un ex servizio pubblico pagato dai fessi dei contribuenti) firmò in
televisione il contratto con gli italiani. Disse che se la sua coalizione
avesse vinto le elezioni, avrebbe realizzato cinque obiettivi nel corso del
successivo lustro. Ancora una volte promise che le tasse sarebbero state
tagliate drasticamente. Le pensioni minime sarebbero state aumentate a un milione
di lire, il tasso di disoccupazione sarebbe stato dimezzato e sarebbero stati
creati un milione e mezzo di posti di lavoro. Poi nel luglio del 2001 l'esecutivo
Berlusconi (in cabina di regia c'era Fini) mandò in onda - a mezzo delle forze dell’ordine in
preda ad una follia sanguinaria - la macelleria di Genova.
Il
6 aprile 2009 a L'Aquila e dintorni, gli alleati (ovvero i padroni
d'Italia) hanno provocato un terremoto che ha mietuto 309 vittime umane.
Soltanto qualche giorno prima, anzi qualche ora prima del sisma
distruttivo la Protezione Civile, mentre aveva già sgomberato proprio
nel capoluogo la sede operativa della prefettura (poi crollata),
raccomandava la popolazione di restare nelle case. Ancora oggi, nessuna
autorità ha dato una spiegazione su questo specifico e criminso
accaduto, da me documentato nel libro TERRA MUTA.
Silvio
Berlusconi ha sfruttato la morte e il dolore di tante persone per farsi
pubblicità e campagna elettorale, nonché per consolidare il suo
scricchiolante governo. L'aveva già fatto impunemente con il terremoto
di San Giuliano di Puglia: il crollo della scuola Jovine (31 ottobre
2002) aveva provocato la morte di 27 bambini e della loro maestra. Bieca
speculazione anche su questo dolore e nessuno ha fiatato.
Come
è possibile che uno così, tralasciando le gravissime condanne penali,
sia ancora alla ribalta politica, rischiando di diventare nuovamente
primo ministro?
Grazie
anche a Berlusconi e a tutti quelli che l'hanno votato acriticamente,
l'Italia sta morendo definitivamente, mentre Forza Italia torna sulla
scena come se niente fosse mai accaduto.
Gianni Lannes
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