L’idea
di perfezione nasce da un concetto mentale, da un’idea di come
dovrebbero essere le cose, ignorando la perfezione di ciò che è già
presente in questo momento. Non a caso ogni corpo-mente, a seconda delle
sue caratteristiche, ha un’idea di perfezione diversa e spesso con
visioni anche diametralmente opposte.
L’idea di perfezione nasce dal bisogno di evitare per ‘compensazione’
qualcosa di scomodo da sentire e vivere; nella maggior parte dei casi
sensazioni ‘negative’ come rabbia, paura e dolore. E’ chiaro che se ci
fosse una spontanea apertura verso tali sensazioni, quest’ultime
verrebbero viste come necessarie verso il riconoscimento di ciò che si
è, come simbolo di un invito intimo verso l’unica domanda che l’essere
umano si pone realmente, anche se in alcuni casi solo a livello
inconscio: ‘cosa sono?’
Dal cercare di evitare queste sensazioni scomode nasce il ‘compromesso’,
ovvero il bisogno di controllare le situazioni affinché non scatenino
sensazioni che per auto-difesa vogliono essere evitate. Per fortuna
talvolta la vita decide che è arrivato il momento e il controllo sfugge
di mano, scatenando eventi che prendono il sopravvento e catapultano
l’attenzione in quelle sensazioni che non volevano essere viste. Se
accade di stare con esse, se ne vanno come qualsiasi altra energia della
vita, lasciandoti in questo vuoto, ovvero in questa sorgente che prima
non poteva essere vissuta e riconosciuta proprio a causa di questo
filtro, di questo nodo.
Nel vedere ciò che si è, viene automaticamente riconosciuta la
perfezione della vita in ogni suo dolore, piacere, guerra, pace, odio,
amore e quant’altro. In questo vedere, l’idea di separazione che si basa
sull’insieme di filtri e credenze su come sono o dovrebbero essere le
cose, scompare.
A questo punto ciò che rimane è questo vuoto indivisibile da cui ogni
forma di vita percepibile compare e scompare nell’impermanente gioco
della vita. Così l’idea di essere qualcuno dentro un corpo non è più
presente, lasciando spazio all’infinita ed immortale totalità di essere
il Tutto e il Niente nello stesso momento.
A questo punto non poni più un’etichetta sulle emozioni…questa è
negativa, questa è positiva…semplicemente vengono vissute senz’alcun
pregiudizio.
Non c’è nessuno che gestisce questo gioco, quindi paradossalmente non
c’è nessuno che può manipolare o manovrare niente. Non c’è alcuna
tecnica che può migliorare le cose, perciò se c’è ancora un pensiero
presente che reclama di essere qualcuno dentro il corpo, è ufficialmente
in vacanza continuativa.
Se la paura o il dolore è presente, è la paura e il dolore della vita,
non la tua come qualcuno dentro il corpo.
Lascia che sia presente e
goditela, sei Tu, come sorgente primaria, che la crei.
L’idea di perfezione è una zavorra, se si presenta ed accade il non
identificarsi con questo pensiero, la vita è molto più leggera e ricca
di infinite opportunità.
Un abbraccio,
Dharma
fonte: http://dharmablog.net/2014/02/27/lidea-di-perfezione/
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