Dal prossimo anno accademico gli studenti svizzeri saranno esclusi dal progetto Erasmus. Ad annunciarlo è stato un portavoce della Commissione Ue.
La decisione di escludere gli elvetici dal progetto che consente agli universitari di trascorrere un periodo di studio in un ateneo straniero è arrivata dopo il referendum
sulla libera circolazione. L’esito del referendum ha avuto come effetto
quello di far saltare una serie d’accordi stretti con l’Unione Europea,
tra cui quelli su ricerca e istruzione. Questo ha bloccato la
partecipazione di Berna ai nuovi programmi in materia, Horizon 2020 ed
Erasmus +.
Per
il portavoce della Commissione Ue è “totalmente chiaro che gli studenti
svizzeri non potranno beneficiare del programma Erasmus al prossimo
rientro accademico”.
Nessuna difficoltà, invece, per gli universitari in
mobilità per l’anno in corso, che potrebbero essere gli ultimi svizzeri
a beneficiare del progetto.
Ha, intanto, difeso il risultato del referendum svizzero il leghista Mario Borhezio, che ha interrotto l’intervento in plenaria a Strasburgo del commissario Laszlo Andor
sventolando la bandiera svizzera e gridando:
“L’Europa deve rispettare la volontà del popolo svizzero! Si al referendum! Sì alla libertà dei popoli! Svizzera libera!”.
In aula si stava affrontando la questione del
rapporto Unione Europea-Svizzera, dopo il risultato del referendum che
chiedeva al governo di Berna di introdurre quote per l’immigrazione.
Il
leghista è stato espulso dall’aula ma ha dichiarato in una nota:
“Ho voluto sottolineare non solo il pieno consenso della Lega Nord al significato politico del referendum svizzero così importante per il futuro delle politiche sull’immigrazione, ma anche il diritto del popolo della Svizzera, il Paese europeo di più antica e radicata pratica della vera democrazia fondata sui referendum, al pieno rispetto delle proprie libere determinazioni. Questa Ue prona ai diktat dei poteri finanziari, sembra impermeabile a questi valori secolari di libertà”.
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