lunedì 30 giugno 2014

A cent'anni dalla Grande Guerra si torna a incolpare la Russia

A cent'anni dalla Grande Guerra si torna a incolpare la Russia

Cent'anni fa – il 28 giugno del 1914 – nella città bosniaca di Sarajevo vennero sparati i colpi che uccisero l'arciduca austriaco Francesco Ferdinando e diedero il segnale per la fine di un epoca.

Un solo mese più tardi l'umanità precipitò nell'abisso della Prima Guerra Mondiale nelle fiamme della quale sono perite tre imperi chiave di quei tempi – russo, austro-ungarico e ottomano. Come mai un ordinario attentato ebbe conseguenze di tale portata globale?

Negli ultimi anni è in corso il processo di "ripensamento" dei problemi dell'origine della Prima Guerra Mondiale. Si tratta di tentativi di accusare la Serbia e la Russia di essere state le principali colpevoli del conflitto militare, offuscando i piani di Berlino, Vienna, Londra, Parigi e di altri attori mondiali riguardanti la ripartizione delle sfere d'influenza, conquista delle fonti di materie prime, controllo sulle vie di trasporto.

Si capisce che il riconoscimento della colpa decisiva della Triplice Alleanza (Germania, Austro-Ungheria, Italia) per aver scatenato la Prima Guerra Mondiale muove analogie svantaggiose per l'Occidente facendo il paragone agli attuali tentativi degli USA, della NATO e degli altri paesi di ridisegnare la mappa mondiale a loro vantaggio. Da qui anche la violenza dei dibattiti senza precedente riguardo agli avvenimenti di cent'anni fa, perchè gli approcci alla storiografia della Prima Guerra Mondiale tradizionalmente sono strettamente legati ai processi politici.

I tentativi di addossare la colpa principale per l'inizio della Prima Guerra Mondiale a Serbia e Russia corrispondono al processo di un nuovo rafforzamento della potenza economica e delle pretese geopolitiche della Germania. Negli ultimi due decenni in Germania si è evidenziata una chiara tendenza di rinuncia all'eredità della "scuola Fisher" che si era affermata dagli anni 1960. Fritz Fischer, uno dei più grandi storici tedeschi, ha provato in modo convincente che è stata proprio la Germania ad aver spinto l'umanità verso la Prima Guerra Mondiale per la ripartizione delle sfere d'influenza, conquista delle colonie e delle fonti di materie prime.

E' significativo che non si è riusciti a trovare nessun nuovo documento che permetta di discolpare Berlino per aver scatenato la Prima Guerra Mondiale. Tuttavia sono attivamente utilizzati oltremodo dubbiosi paralleli storici con gli avvenimenti dei nostri giorni. Di ciò peccano sia gli storici americani sia quelli britannici. Lo scienziato britannico Chris Clark, ad esempio, a modo di argomentazione a favore della revisione della concezione radicata delle radici storiche della Prima Guerra Mondiale cita perfino tragici avvenimenti nella città bosniaca Srebrenitsa dell'estate del 1995. Clark ritiene che siano proprio questi avvenimenti a richiedere una cardinale revisione del ruolo storico in Europa delle Serbia, e anche della sua alleata - la Russia.

Che si può dire di un simile travisamento delle analogie storiche? Prendiamo in esame i documenti di quel periodo. Lo Stato Maggiore dell'Austro-Ungheria aveva piani dettagliatamente elaborati di un attacco preventivo simultaneo contro la Serbia e la Russia già nell'ottobre del 1912 – ossia quasi due anni prima dell'omicidio a Sarajevo. Per giustificare una simile operazione serviva un pretesto che rendeva Russia e Serbia responsabili della guerra. Il capo di Stato Maggiore dell'esercito tedesco Helmuth von Moltke indicava in una lettera al suo collega austro-ungarico: "Bisogna trovare un pretesto per la guerra, bisogna manovrare in modo tale che il pretesto provenga dagli slavi". Tale pretesto (e non la causa!) sono stati i colpi sparati a giugno dal nazionalista bosniaco Gavrila Princip.

In sostanza, documenti viennesi e berlinesi di carattere militare e politico sono stati posti alla base delle decisioni della Conferenza di pace postbellica di Parigi e del Trattato di pace di Versailles del 1919. L'articolo 231 di quel documento («War Guilt Clause») ha addossato l'intera responsabilità per la Prima Guerra Mondiale alla Germania e ai suoi alleati. L'articolo 227 invece ha accusato l'imperatore Wilhelm II di crimini contro la "morale internazionale", chiedendo di rinviarlo a giudizio come "criminale di guerra".

La storia della Prima Guerra Mondiale nasconde ancora numerosi misteri. Si può parlare della disputa tra due concezioni chiave sul piano del chiarimento delle sue cause. La prima parla di una "guerra secondo l'orario" (War by Timetable) – il concetto introdotto nell'uso nel 1969 dallo storico britannico A.J.P.Taylor. I suoi oppositori insistono che sono stati piuttosto una serie di tragiche casualita, diffidenza tra gli stati e l'assenza di coordinamento tra i monarchi a portare al conflitto paneuropeo. Tuttavia i sostenitori delle due concezioni concordano che sia poco probabile che le controversie di allora tra le grandi potenze potessero essere risolte in via pacifica. Negare questo fatto e tanto più tentare di accusare di tutto Serbia e Russia vuol dire togliere obiettività al processo storico.
 

 
Petr Iskenderov 


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