mercoledì 25 giugno 2014

Il Terzo pacchetto energia rischia di lasciare l’Europa senza gas

Il Terzo pacchetto energia rischia di lasciare l’Europa senza gas
Foto: RIA Novosti

Il Terzo pacchetto energia (TPE) dell’Unione Europea è diventato una pietra d’incampo nei rapporti tra Russia ed Europa. Dal momento di adozione nel 2009 di questo documento non cessano dibattiti sul futuro del progetto South Stream.
 
L’Europa invita all’indipendenza nella sfera dell’energia, mentre Gazprom si riferisce agli accordi stipulati prima del varo della legge. Stando agli analisti, solo un compromesso può rimediare alla situazione.

L’indipendenza energetica e la divisione dei ruoli sono le tesi principali del TPE. Il pacchetto vieta ad una stessa compagnia di possedere gasdotti, fornire gas per questi gasdotti e venderlo agli europei. Secondo l’opinione della Commmissione europea, questa legge dovrebbe aumentare la concorrenza, consentire a nuovi giocatori di entrare sul mercato e portare alla riduzione del prezzo del gas. Così gli europei volevavo migliorare la situazione nella sfera del gas ma non ci sono riusciti. Sulla carta la liberalizzazione appare abbastanza convincente, ma realizzare i principi del TPC è praticamente impossibile, sostiene Rustam Tankaev, esperto dell’Unione dei produttori del petrolio e del gas della Russia:
Lo schema del TPE non tiene conto del fatto che Gazprom è il principale rifornitore dell’Europa. Questo rifornitore è una compagnia verticalmente integrata. In altre parole, arriva nel contempo anche ai consumatori. Piccoli fornitori non sono in grado di costruire propri grandi sistemi di gasdotti. Non hanno per questo né il denaro, né l’accesso ai crediti. Pertanto, in realtà, la soluzione idealizzata prevista dal TPE non può essere attuata da nessuna parte.
Gli esperti rilevano che sarà in perdita chi cercherà di costruire il gasdotto a tali condizioni. Non solo, ma non esistono campagnie capaci di riempire il tubo di quantità necessaria di gas, dice Marcel Salikhov, direttore del dipartimento economico dell’Istituto di energia e di finanze.
È ovvio che nessuno sia in grado di farlo tranne Gazprom. Le divergenze in merito al Terzo pacchetto energia, alla sua realizzazione e all’esclusione del South Stream da questi principi sono i contrasti principali esistenti tra Gazprom e Commissione europea.
Questa legge può essere aggirata in due modi. La prima soluzione, sulla quale insistono i giuristi della compagnia del gas russa, ha carattere provvisorio. Gli accordi con molti stati europei, ai quali deve arrivare il gasdotto, sono stati firmati prima dell’apparizione del TPE. Inoltre, il gasdotto russo rappresenta l’unica via sicura di consegna del gas all’Ue in quantità necessarie e ai prezzi adeguati. Il gasdotto escluderebbe i rischi relativi al transito del gas attraverso paesi terzi, tra cui l’Ucraina. Il South Stream è un progetto strategicamente importante per l’Europa. Soltanto la Commisione europea politicamente motivata non è pronta a riconoscerlo, fanno notare i partecipanti del mercato del gas. Gazprom si è più volte pronunciato per l’esclusione del South Stream dalle norme del TPE. Ma i numerosi negoziati condotti non hanno dato ancora risultati positivi. D’altronde, l’esperienza dimostra che tale soluzione non è da escludere, ritiene Serghej Pravosudov, direttore dell’Istituto dell’energia nazionale:
Tutti i grandi progetti che sono stati o vengono realizzati adesso in Europa nella sfera del gas sono stati esclusi dal TPE. Le norme del TPE sono formulate in modo che il proprietario del gas non può investire in sistemi di trasporto del gas. Lo deve fare un investitore esterno. Ma tali non esistono in quanto nel TPE è prevista una norma di redditività molto bassa.
Per quanto sia strano, l’atteggiamento verso il South Stream è migliorato dopo il peggioramento dei rapporti tra Gazprom e Ucraina. La politica è politica ma in fin dei conti è chiaro che l’Europa rischia di rimanere senza gas. Pertanto la Commissione europea ha mitigato il tono. Adesso il South Stream è di nuovo diventato importante per l’Europa, anche se è vero che non si è arrivati ancora all’esclusione del progetto dalle norme TEP. Ma la disponibilità della Commissione europea di continuare i negoziati sul South Stream dimostra che prima o poi l’Europa sarà pronta a fare concessioni. Ciò, secondo il parere degli esperti, consentirà alle parti di trovare un compromesso.
 

Tatiana Golovanova 


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