L’Europa invita all’indipendenza nella sfera
dell’energia, mentre Gazprom si riferisce agli accordi stipulati prima
del varo della legge. Stando agli analisti, solo un compromesso può
rimediare alla situazione.
L’indipendenza energetica e
la divisione dei ruoli sono le tesi principali del TPE. Il pacchetto
vieta ad una stessa compagnia di possedere gasdotti, fornire gas per
questi gasdotti e venderlo agli europei. Secondo l’opinione della
Commmissione europea, questa legge dovrebbe aumentare la concorrenza,
consentire a nuovi giocatori di entrare sul mercato e portare alla
riduzione del prezzo del gas. Così gli europei volevavo migliorare la
situazione nella sfera del gas ma non ci sono riusciti. Sulla carta la
liberalizzazione appare abbastanza convincente, ma realizzare i principi
del TPC è praticamente impossibile, sostiene Rustam Tankaev, esperto
dell’Unione dei produttori del petrolio e del gas della Russia:
Lo schema del TPE non tiene conto del fatto che Gazprom è il principale rifornitore dell’Europa. Questo rifornitore è una compagnia verticalmente integrata. In altre parole, arriva nel contempo anche ai consumatori. Piccoli fornitori non sono in grado di costruire propri grandi sistemi di gasdotti. Non hanno per questo né il denaro, né l’accesso ai crediti. Pertanto, in realtà, la soluzione idealizzata prevista dal TPE non può essere attuata da nessuna parte.
Gli
esperti rilevano che sarà in perdita chi cercherà di costruire il
gasdotto a tali condizioni. Non solo, ma non esistono campagnie capaci
di riempire il tubo di quantità necessaria di gas, dice Marcel Salikhov,
direttore del dipartimento economico dell’Istituto di energia e di
finanze.
È ovvio che nessuno sia in grado di farlo tranne Gazprom. Le divergenze in merito al Terzo pacchetto energia, alla sua realizzazione e all’esclusione del South Stream da questi principi sono i contrasti principali esistenti tra Gazprom e Commissione europea.
Questa legge
può essere aggirata in due modi. La prima soluzione, sulla quale
insistono i giuristi della compagnia del gas russa, ha carattere
provvisorio. Gli accordi con molti stati europei, ai quali deve arrivare
il gasdotto, sono stati firmati prima dell’apparizione del TPE.
Inoltre, il gasdotto russo rappresenta l’unica via sicura di consegna
del gas all’Ue in quantità necessarie e ai prezzi adeguati. Il gasdotto
escluderebbe i rischi relativi al transito del gas attraverso paesi
terzi, tra cui l’Ucraina. Il South Stream è un progetto strategicamente
importante per l’Europa. Soltanto la Commisione europea politicamente
motivata non è pronta a riconoscerlo, fanno notare i partecipanti del
mercato del gas. Gazprom si è più volte pronunciato per l’esclusione del
South Stream dalle norme del TPE. Ma i numerosi negoziati condotti non
hanno dato ancora risultati positivi. D’altronde, l’esperienza dimostra
che tale soluzione non è da escludere, ritiene Serghej Pravosudov,
direttore dell’Istituto dell’energia nazionale:
Tutti i grandi progetti che sono stati o vengono realizzati adesso in Europa nella sfera del gas sono stati esclusi dal TPE. Le norme del TPE sono formulate in modo che il proprietario del gas non può investire in sistemi di trasporto del gas. Lo deve fare un investitore esterno. Ma tali non esistono in quanto nel TPE è prevista una norma di redditività molto bassa.
Per quanto sia strano,
l’atteggiamento verso il South Stream è migliorato dopo il peggioramento
dei rapporti tra Gazprom e Ucraina. La politica è politica ma in fin
dei conti è chiaro che l’Europa rischia di rimanere senza gas. Pertanto
la Commissione europea ha mitigato il tono. Adesso il South Stream è di
nuovo diventato importante per l’Europa, anche se è vero che non si è
arrivati ancora all’esclusione del progetto dalle norme TEP. Ma la
disponibilità della Commissione europea di continuare i negoziati sul
South Stream dimostra che prima o poi l’Europa sarà pronta a fare
concessioni. Ciò, secondo il parere degli esperti, consentirà alle parti
di trovare un compromesso.
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