Nuovo pasticcio della RAI che avrebbe mandato a tutte le partite IVA in possesso di un computer la richiesta di pagamento del Canone Speciale.
Vi informiamo che le vigenti disposizioni normative
impongono l’obbligo del pagamento di un canone speciale a chiunque
detenga, fuori dall’ambito familiare, uno o più apparecchi atti o
adattabili – quindi muniti di sintonizzatore – alla ricezione delle
trasmissioni televisive, indipendentemente dall’uso al quale gli stessi
vengono adibiti.
Queste sono le prime parole di una lettera che la
RAI in queste ore avrebbe spedito in tutta Italia ai titolari di
partite IVA chiedendo loro il pagamento del
Canone Speciale
in quanto possessori di un computer. Le richieste sarebbero di vario
tipo e colpirebbero un può tutte le categorie professionali iscritte al
registro della Camera di Commercio, dal semplice professionista,
all’artigiano, passando per il commerciante. Trattasi, è bene
sottolinearlo, non del
Canone Ordinario, ma di quello
Speciale,
cioè quello dovuto dalle attività professionali che consentano o
possano consentire l’utilizzo di apparecchiature televisive. Si pensi,
per esempio, agli alberghi che forniscono l’uso della televisione ai
propri clienti.
La RAI però avrebbe inviato la richiesta di pagamento un po’ a tutti
utilizzando il solito contestato criterio che considera tutti gli utenti
in possesso di un dispositivo soggetto alla tassa, come potenzialmente
dei non abbonati. Tra le altre giustificazioni anche la fantasia degli
italiani nell’inventarsi varie scuse per non pagare il canone: da qui
l’inserimento di tutti i soggetti in un unico calderone. Va da sé, però,
che stando così le cose non tutti dovranno pagare il Canone richiesto
e, anzi, la maggior parte non dovrà assolutamente farlo, visto che il
regolamento del Canone Speciale RAI specifica chiaramente che è necessario pagarlo solo da chi possieda:
uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione
delle trasmissioni radio televisive fuori dall’ambito familiare
nell’esercizio di un’attività commerciale e a scopo di lucro diretto o
indiretto: per esempio alberghi, bar, ristoranti, uffici.
Dunque tutti gli uffici, aziende o attività commerciali in genere in
cui il computer è utilizzato solo per lavorare, non dovranno
assolutamente pagare il Canone Speciale. Tuttavia, a chi dovesse
arrivare la famigerata cartella esattoriale della RAI, non basterà solo
non pagare il Canone Speciale per chiudere la vicenda. Gli utenti
coinvolti dovranno infatti
giustificare il mancato pagamento
spiegando che i computer nell’ufficio sono utilizzati solo a scopo
lavorativo e che non sono presenti televisioni nei locali. Un bel
pasticcio.
-
- Canone speciale Rai: la lettera inviata alle aziende
Ovviamente, questa nuova azione della RAI è stata giudicata in modo
estremamente negativo non solo dagli interessati che si sono trovati in
cassetta una richiesta di pagamento di diverse centinaia di euro, ma
anche dalle associazioni di categoria che rapidamente sono dovute
intervenire per spiegare ai loro iscritti furibondi che nulla riguardo
al Canone RAI era cambiato rispetto al passato.
Errore? Eccesso di zelo da parte della RAI? Tutto
può essere, comunque curiosamente questo fatto ricorda molto quello che
accadde esattamente due anni fa, quando la RAI provò a richiedere il Canone Speciale
a tutte le aziende in possesso di computer, palmari e altro che
potenzialmente potevano accedere ai servizi audiovisivi della RAI. Un
tentativo che ieri come oggi scatenò molte polemiche e che face fare
rapidamente un passo indietro alla TV di Stato, la quale successivamente sottolineò che il Canone Speciale fosse dovuto solo ai professionisti/aziende che utilizzano apparecchiature elettroniche che accedono per vari motivi ai servizi RAI. La cosa è esplicitata in modo chiaro sull’apposita sezione del sito RAI, ove si fa riferimento alla nota 2012 del Ministero dello Sviluppo Economico:
Devono pagare il canone speciale coloro che detengono uno
o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni
radio televisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o
comunque fuori dell’ambito familiare, o che li impiegano a scopo di
lucro diretto o indiretto. [...] debbono ritenersi assoggettabili a
canone tutte le apparecchiature munite di sintonizzatore per la
ricezione del segnale (terrestre o satellitare) di radiodiffusione
dall’antenna radiotelevisiva.
Ne consegue ad esempio che di per sé i personal computer, anche
collegati in rete (digital signage o simili), se consentono l’ascolto
e/o la visione dei programmi radiotelevisivi via Internet e non
attraverso la ricezione del segnale terrestre o satellitare, non sono
assoggettabili a canone. Per contro, un apparecchio originariamente
munito di sintonizzatore -come tipicamente un televisore- rimane
soggetto a canone anche se successivamente privato del sintonizzatore
stesso (ad esempio perché lo si intende utilizzare solo per la visione
di DVD).
Rimane tuttavia il dubbio per cui in epoca di spending review l’invio
di decine di migliaia di lettere, ben sapendo che in definitiva i veri
destinatari sono in realtà molto di meno, non sia da considerarsi uno spreco inutile di denaro pubblico. Lo scrupolo nella ricerca delle aziende è da considerarsi la giusta azione da intraprendere in termini di costi/benefici?
Sarebbe opportuno capire anche cosa accadrà a tutti coloro i quali,
presi dalla paura di ricevere una sanzione, andranno a pagare
immediatamente la tassa senza in realtà informarsi se davvero la debbano
pagare. Saranno rimborsati o sarà una “donazione volontaria” alla RAI?
Filippo Vendrame
fonte: http://www.webnews.it/2014/06/27/canone-speciale-rai/?utm_source=Facebook&utm_medium=link&utm_campaign=Facebook%3A+Webnews&utm_content=Canone+speciale%3A+la+RAI+ci+riprova+|+Webnews
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Rai, bufera sul Canone speciale. E ora c'è una petizione per abolirlo
“In questi giorni su milioni di imprenditori italiani si sta abbattendo, per
l’ennesima volta, un’alluvione di solleciti di pagamento del canone speciale
Rai“. Si apre così la nota di Confartigianato sul nuovo capitolo di un’annosa
polemica tornata in questi giorni agli onori delle cronache. La Cna, dal canto
suo, scrive direttamente alla presidente Rai Anna Maria Tarantola parlando di
situazione “incresciosa” e ricordando che “già nel 2012 allora ministro Corrado
Passera emanò una circolare per individuare i soggetti effettivamente tenuti a
versare il canone speciale Rai“. Cioè quello dovuto dai proprietari di
“apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive in
esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell’ambito
familiare, o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto” (COS'E' IL CANONE SPECIALE: SE NE PARLAVA QUI). All’epoca,
dopo giorni di furibonda rivolta sul web, si era arrivati alla conclusione che
dalla platea andavano esclusi i possessori di pc, tablet e smartphone. Perché,
allora, viale Mazzini sta inviando a imprese, società e uffici una raffica di
lettere che sollecitano il versamento di 407,35 euro?
IL SOTTOSEGRETARIO
- Il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini
lunedì è stato tranchant: la Rai ha fatto “un pasticcio”. Ma “più comunicativo
che impositivo”. Ovvero? ”La comunicazione arrivata a milioni di partite Iva si
poteva fare meglio. Si poteva essere più chiari e precisi, individuando meglio i
destinatari”. Scarsa chiarezza, ma sui contenuti non ci sarebbero dubbi: ”Nella
comunicazione è indicato che chi non è tenuto a pagare perché non dispone di
apparecchi di quel tipo (tv o riproduttori multimediali con ricevitori per radio
e tv, ndr) può compilare il modulo e dichiarare che non è tenuto a farlo”.
“Capisco la rabbia degli imprenditori, sono persone che lavorano e alle quali
non dobbiamo far perdere tempo”.
CONFARTIGIANATO
- Secondo
Confartigianato, la richiesta è arrivata anche a chi possiede “un semplice
impianto antifurto“. “Non accettiamo il metodo di rastrellare risorse imponendo
il pagamento indiscriminatamente a tutti gli imprenditori, dando per scontato
che posseggano uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle
trasmissioni radiotelevisive”, scrive il presidente dell’associazione Giorgio
Merletti. “In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di
tutto abbiamo bisogno tranne che di altri balzelli così onerosi, assurdi e
illegittimi”.
LA VERSIONE DI VIALE MAZZINI
- Che cosa risponde il
servizio pubblico? Pur scaricato da Legnini, si trincera dietro le “tassative
norme tributarie” da cui la materia del canone speciale è regolata e ”alle quali
la Rai, nell’adempimento del suo compito di riscossione, non può in alcun modo
derogare”. Quanto all’interpretazione fornita nel 2012 dal ministero dello
Sviluppo, secondo viale Mazzini il Mise ha chiarito che “sono assoggettabili a
tassazione gli apparecchi dotati almeno di sintonizzatore, dando certezza
interpretativa soprattutto alle utenze speciali. Tale documento, che contiene
anche un’elencazione esemplificativa, viene richiamato nella lettera Rai ed è
facilmente reperibile sul sito della Direzione Canone”.
LA PETIZIONE PER
ABOLIRE IL CANONE
- Dopo che l’Europa aveva decretato l’illeggitimità del
canone RAI, attraverso una sentenza emessa lo scorso dicembre dalla Corte
Europea per i Diritti Umani, ad alzare ora il tiro dovranno essere gli
internauti.
Socialbombing.org, piattaforma social fa appello al popolo
del web e lancia infatti la raccolta firme da indirizzare al Presidente della
Commissione di Vigilanza RAI, Roberto Fico. A lui, sarà infatti chiesto un
impegno concreto per abolire l’odiato balzello già eliminato in 16 paesi e
mantenuto solo in cinque nazioni dove però le televisioni pubbliche che ricevono
i soldi del canone non trasmettono pubblicità commerciali. Secondo l’appello
social pare che “anche Matteo Renzi si è dichiarato favorevole ad una riforma di
questa tassa iniqua, che finanzia programmi scadenti e presentatori strapagati”
e quindi per gli attivisti della piattaforma è ora di darsi da fare.
L’irregolarità del canone RAI fu sancita dalla Corte Euopea per i Diritti Umani
a conclusione di un ricorso di un cittadino leccese che, decidendo di non
fermarsi davanti alle bocciature dei tribunali italiani, ottenne il 30 dicembre
2013 la storica sentenza in cui veniva fatto notare che lo Stato italiano,
obbligando i cittadini a pagare un canone di abbonamento, pena l’oscuramento
degli apparecchi televisivi, di fatto avrebbe violato la libertà di informazione
di ogni libero cittadino. La petizione viene poche settimane dopo la richiesta
di rimborso del canone stesso, in alcuni casi specifici, da parte di
Federconsumatori (
SE NE PARLAVA QUI).
Fonte: http://www.quifinanza.it/8677/tasse/rai-bufera-sul-canone-speciale-ora-c-una-petizione-per-abolirlo.html?refresh_ce
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