martedì 16 settembre 2014

Novità tasse, tanto per cambiare.

Iva, rischio aumento: è l'Europa che ce lo chiede

Il rischio annunciato dal Messaggero. L'allarme delle associazioni di settore. Confcommercio: "Sarebbe il colpo di grazia". Dal Pane alla frutta fino ai trasporti, ecco cosa potrebbe aumentare

Bruxelles chiede al Governo italiano di alzare le aliquote più basse dell’Iva, oggi al 4 e al 10%. Lo scrive “Il Messaggero”, che riporta una fonte del ministero dell’Economia. E l'eventualità non trova nessun muro. E così, oggi, il rischio è che si arrivi a un aumento delle aliquote più basse.

L'aliquota al 4%, che determina i prezzi di pane, latte, frutta, verdura, libri e giornali, potrebbe salire al 5% o addirittura al 10%. Si parla, invece, di un aumento al 12% per l'aliquota oggi al 10% e che determina i prezzi di cinema, alberghi, treni, autobus, carne, pesce, uova, zucchero, acqua , gas, elettricità, ristoranti e bar. Nessun cambiamento, invece, per i beni "al 22%", televisioni, computer, auto, sigarette, mobili, elettrodomestici e abbigliamento.


CONFCOMMERCIO - "Con imprese che chiudono, deflazione in atto, consumi fermi al palo, produzione industriale ancora in caduta, redditi delle famiglie tornati al 1986, un quadro economico ancora molto contradditorio e una ripresa ancora tutta da costruire, l'eventuale aumento dell'Iva sarebbe il colpo di grazia per imprese e famiglie". Questo il commento di Confcommercio alle indiscrezioni sull'ipotesi di un aumento delle aliquote Iva ridotte. Confcommercio auspica, quindi, che "le indiscrezioni su una eventuale rimodulazione delle aliquote Iva ridotte siano destituite di ogni fondamento perché, viceversa, si commetterebbe un macroscopico errore economico e si e colpirebbero soprattutto i redditi medio bassi che hanno beneficiato del bonus di 80 euro, neutralizzandone il potenziale benefico effetto".

CONFESERCENTI - "Fino a 5 miliardi l'anno di aggravio per le famiglie. Sarebbe questo il costo di un intervento sull'Iva che portasse al 10% l'imposta sui beni ed i servizi sui cui è applicata, attualmente, l'aliquota agevolata del 4%. A stimarlo è l'Ufficio Economico Confesercenti. L'aliquota Iva al 4% genera un gettito compreso tra i 3 e i 4 miliardi di euro. Ipotizzando un intervento che portasse al 10% l'aliquota dell'imposta di valore aggiunto, il gettito salirebbe di altri 5 miliardi. "Un ulteriore colpo per le famiglie, soprattutto per quelle in maggiore difficoltà, che si troverebbero di fronte alla scelta di dover tagliare su prodotti e servizi di base come quelli attualmente inclusi nell'aliquota Iva agevolata al 4%.


fonte: http://www.today.it/economia/aumento-iva-2014-2015.html

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Stangata in arrivo sulle case in eredità E dalle Entrate più controlli sui 740




È in arrivo l’ennesima batosta sul mattone? Una vera e propria mazzata fiscale declinata questa volta per intercettare anche le eredità immobiliari? A temerlo è il presidente dei notai di Milano, Arrigo Roveda, che legge nella revisione del catasto le premesse per allungare le mani anche sulle case che gli italiani donano (doneranno) ai figli. Roveda si avventura anche in una stima dei possibili incassi per lo Stato: circa 40 miliardi. Ma come si arriva a questo importante tesoretto in un momento in cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, fanno già fatica a racimolare “pochi milioni” per coprire le spese correnti e inderogabili?

Oggi esiste una franchigia (fino a 1 milioni di euro) che salva i parenti più prossimi in caso di donazioni immobiliari. Livellando però la tassazione sulle donazioni alla media europea lo Stato - scrive MF - potrebbe abbassare la franchigia a 100mila euro e applicare un prelievo difficilmente aggirabile. «La vera minaccia», ha spiegato al settimanale del gruppo Class Roveda, «è la revisione del catasto, processo che comporta l’adeguamento dei valori catastali dei singoli immobili ai prezzi di mercato». È intuibile che aggiornando i valori catastali anche una rimessa per l’auto (a Roma come a Milano), potrebbe superare in valore (aggiornato) la soglia di franchigia e quindi far scattare una tassazione aggiuntiva (si ipotizza del 20%) al momento della donazione. Non a caso Roveda suggerisce ai proprietari di immobili di attivarsi per effettuare una “ricognizione” delle eventuali donazioni future, così magari da dedicere per tempo se e come donare, senza magari incorrere tra qualche tempo in tassazioni aggiuntive che potrebbero scaturire con la prossima legge di Stabilità.

In tempi di vacche magre - e di scarsità di disponibilità nei conti pubblici - allungare le mani sulle eredità immobiliari consentirebbe politicamente di avviare l’ennesima patrimoniale tanto cara alla Cgil e di dare seguito alla teoria fiscale di spostare la tassazione dalle persone alle cose.
Peccato che dal governo Monti in poi l’aumento della tassazione sul mattone - insieme al rallentamento dell’economia e alla stretta creditizia - abbia fatto letteralmente collassare il mercato immobiliare nel nostro Paese. Non più tardi di ieri anche Nomisma (in uno studio anticipato dal Sole 24 Ore), ipotizzava l’ennesimo rinvio (a metà del 2015) per la ripresa del settore e prefigurava un ulteriore contrazione dei prezzi di vendita (-5,5% su base annua).

Ma c’è di più. I fatidici 40 miliardi di gettito aggiuntivo ventilati da Roveda spuntano, come per emulazione contabile, anche nel bilancio preventivo dell’Agenzia delle Entrate per i prossimi anni. ItaliaOggi ha scoperto infatti che la neo direttrice Rossella Orlandi ha fissato a 421 miliardi il gettito spontaneo per l’erario (erano 383 nel 2013). Quindi ben 40 miliardi in più da incassare nei prossimi tre anni. La sorpresa è che la fantomatica lotta all’evasione non darà - stando alle stime previsionali - i frutti attesi, anzi. Secondo l’Agenzia dai 13 miliardi incassati lo scorso anno si scenderà «prudenzialmente» a 10,2 miliardi. L’unica cosa che aumenterà saranno di sicuro i controlli su chi le tasse già le paga (1,6 milioni di accertamenti previsti).

Resta da capire come possa coniugarsi la volontà dichiarata dalla Orlandi - declamata a inizio mandato - di dare la caccia ai grandi evasori con i quasi 2 milioni di controlli. Ammesso che non esistono milioni di grandi evasori, restano da spulciare i milioni, questi sì, di 740 dei lavoratori dipendenti, dei pensionati, magari dei precari. Per spremere forse qualche euro in più a fine anno incrociando (telematicamente) i redditi dichiarati con le eventuali richieste di deduzione o detrazione. Resta da scoprire come (e da dove) salteranno fuori i circa 10 miliardi per confermare per il 2015 il bonus fiscale di 80 euro per chi ne guadagna meno di 26mila. La Legge di stabilità per il 2015 dovrà - stando agli annunci - tagliare la spesa statale di 15/20 miliardi. Magari lasciando stare in pace chi le tasse già le paga...


Antonio Castro 

fonte: http://www.liberoquotidiano.it/news/11688569/Stangata-in-arrivo-sulle-case-in.html 

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