La frenesia dei media nei Paesi della coalizione anti-Assad sugli attacchi aerei russi ai guerriglieri di al-Qaida
in Siria è un fatto molto significativo ed abbastanza chiaro. Insieme
alla reazione nervosa di Stati Uniti, Arabia Saudita, Turchia e certi
altri Paesi, è la prova inconfutabile che gli interessi di forze
apparentemente opposte, NATO e jihadismo, sono in realtà strettamente
intrecciati, le cui relazioni vanno ben oltre la crisi siriana. In
definitiva non ha senso distinguere SIIL e Jabhat al-Nusra solo
perché tali gruppi estremisti differiscono sul modo di uccidere gli
infedeli.
Se Jabhat al-Nusra gode della fiducia di certi senatori degli
Stati Uniti, allora il vero problema è l’istruzione di tali senatori
(provate a staccare il senatore McCain dai suoi burattinai ed autori dei
discorsi e subito si vedrà che tipo di persona sia davvero). Ancora una
volta: SIIL e Jabhat al-Nusra sono della stessa pasta. E
dovremmo essere d’accordo prima di agire: nel decidere gli obiettivi
militari le decisioni vanno basate in particolare su considerazioni
militari e sulla situazione sul terreno e non sulla visione statunitense
sul futuro della “democrazia in Siria”.
La disposizione militare in
Siria è cristallina. In primo luogo, il blocco delle città di Homs e
Hama va tolto e la via diretta da Damasco al confine turco va posta
sotto il controllo delle forze governative. I primi attacchi
dell’Aeronautica russa vanno proprio in questa direzione. Negli ultimi
mesi, i gruppi terroristici in Siria si muovevano verso le basi aeree
effettive o previste dell’Esercito arabo siriano. Tutte le principali
operazioni di combattimento ora passano nel Governatorato di Hama dove Jabhat al-Nusra
è particolarmente attivo.
Così l’inizio della controffensiva siriana in
quella zona è fortemente sostenuta dall’Aeronautica russa. Inoltre, la
4.ta Divisione corazzata siriana ha appena ricevuto carri armati T-90 e
blindati BTR-80 e Tigr dalla Russia. Una volta completata
l’operazione, i siriani riavranno il controllo sui porti e le basi aeree
militari. La controffensiva presso Hama molto presto permetterà di
capire se i piani per ricacciare Jabhat al-Nusra nel deserto
siano realizzabili. Potrebbe non essere coerente con l’obiettivo
dichiarato di combattere il SIIL, ma sul campo ognuno capisce che non è
possibile espellere gli islamisti senza togliere il blocco alle regioni
fortificate. Erano, e rimangono, obiettivi primari degli aerei russi. Le
preoccupazioni statunitensi e saudite certamente non hanno nulla a che
fare con i presunti morti civili degli attacchi aerei. Il fatto è che i
miliardi spesi da famiglia reale saudita, CIA e altri agenti nel
tentativo di cacciare Bashar al-Assad sono stati letteralmente gettati
nelle sabbie. Di seguito alcuni fatti a sostegno di ciò:
Husayn al-Ramahi, il capo della commissione politica delle Brigate Hezbollah
in Iraq, ha più volte affermato che contenitori di armi e munizioni
sequestrati al SIIL recano marchi comprovanti la provenienza dall’Arabia
Saudita.
Il Generale di Brigata Masud Jazayeri, Vicecapo di Stato Maggiore delle forze armate iraniane, afferma che le forze armate statunitensi riforniscono le truppe del SIIL di armi e uniformi da quando la coalizione è stata creata.
Nelle battaglie per la città siriana di Kobanè, curdi iracheni e siriani hanno inoltre affermato di avere le prove video che dimostrano come i turchi aiutano gli islamisti inviando armi e munizioni attraverso i checkpoint sul confine siriano-turco e forniscano anche truppe per rafforzare le unità dello SIIL.
Sugli intrighi concepiti da monarchie, Stati Uniti e Turchia credo che gli islamisti bombardati dalla Russia effettivamente presto riceveranno altre armi avanzate. Non sarò sorpreso se i militanti avranno sistemi di difesa aerea portatili e anche alcuni più o meno portatili. Inoltre, tali forniture saranno consegnate direttamente dalla Turchia. Non c’è dubbio che le agenzie d’intelligence occidentali hanno già ordinato alle loro cellule di elaborare attentati terroristici clamorosi contro gli interessi russi nel mondo. Tali spudorate tattiche non porteranno ad altro risultato se non convincere gli ancora esitanti sui veri padroni del ‘Califfato’ la cui bandiera nera del SIIL/al-Qaida sventola molto lontano dal mondo musulmano.
Oriental Review 4 ottobre 2015
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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