mercoledì 14 ottobre 2015

La Russia sventa il Caos geopolitico

  La campagna antiterrorismo russa in Siria annienta sul nascere la grande strategia statunitense

Dal 1980 in poi le idee del geostratega polacco-statunitense ed ex-consigliere della sicurezza nazionale Zbigniew Brzezinski erano l’avanguardia della politica estera degli Stati Uniti. Con la creazione dichiarata e l’armamento dei Mujahidin (poi divenuti al-Qaida e taliban) e l’ossessione nel dividere l’Ucraina dalla Russia (sfociata in euromaidan), le idee di Brzezinski sono diventate una realtà destabilizzante che diffsuasasi su continenti e per decenni.

L’eredità più duratura che ha lasciato, tuttavia, è la teoria distruttiva dei “Balcani eurasiatici”, ideata nel suo libro del 1997 “La Grande Scacchiera: La supremazia americana e i suoi imperativi geostrategici“, postulando che l’ampio arco dal Nord Africa all’Asia centrale in cui maturavano conflitti etnici e confessionali, era esattamente ciò che gli USA dovevano sfruttare per mantenere per sempre la presa sul potere unipolare globale.

La culla di tale concetto è sempre stato il Medio Oriente, ma con la Russia che risolve il caos che gli Stati Uniti vi hanno creato e stabilizza la regione, sembra che Mosca abbia finalmente cominciato a sovvertire la grande strategia di Washington. Diamo uno sguardo a ciò che esattamente i “Balcani eurasiatici” dovevano diventare, come i piani per sfruttare il caos avrebbero operato e come la Russia ha impedito tale follia.

Costruire i “Balcani eurasiatici”
AFP_East_News_Brzezinski_468(1)L’idea di Brzezinski sui “Balcani eurasiatici” non spunta dal nulla. Da polacco fermamente nazionalista, conosce bene il leader del suo Paese tra le due guerre, maresciallo Jozef Pilsudski e l’innovativa politica estera distruttiva del “prometeismo” che ne accompagnò l’amministrazione. L’idea prevedeva che la multietnica e multiconfessionale Unione Sovietica potesse essere smembrata armando, addestrando e dando sostegno politico ai rivoluzionari delle identità periferiche dell’Unione Sovietica, impiegandoli in una grande ‘guerra di liberazione’ contro il governo centrale di Mosca. La connotazione metaforica qui era che ciò sarebbe stato simile al Prometeo che diede il fuoco agli uomini per renderli indipendenti da Zeus, il più forte e più temuto degli dei greci. La politica fallì e, infine, non concluse nulla, ma ciò non impedì a Brzezinski do fantasticare sul suo ritorno un paio di decenni dopo. Influenzato dall’ossessione nell’identificarsi con Pilsudski, Brzezinski spuntò alla fine degli anni ’70 descrivendo un “Arco di Crisi” che 
si estende lungo le coste dell’Oceano Indiano, con fragili strutture sociali e politiche, in una regione di vitale importanza per noi, e a rischio di frammentazione. Il caos politico risultante potrebbe essere colmato da elementi ostili ai nostri valori e simpatizzanti dei nostri avversari“. 
La menzione di “strutture sociali fragili” è un eufemismo per conflitti identitari, di cui Brzezinski era ingiustificatamente paranoico, vedendo l’Unione Sovietica cercare di sfruttarli. Un paio di anni dopo, ironicamente lo stesso Brzezinski guidò l’uso di tale concetto nel modo più radicale, convincendo il presidente Jimmy Carter ad armare i fondatori di al-Qaida nella jihad internazionale diretta dagli USA contro l’Unione Sovietica in Afghanistan. Il pensiero strategico di Brzezinski era che lo slancio dei militanti nel Paese poteva diffondersi in Asia centrale orchestrando dall’estero rivolte islamiste simili, che avrebbero poi portato alla successiva ritirata sovietica verso Mosca e all’indipendenza di ogni repubblica sulla sua scia.

Gestire il Caos
Ispirato da ciò che riteneva il successo del suo concetto nel collasso dell’Unione Sovietica nel 1991, Brzezinski decise di estenderne la natura fratricida applicandola su altre zone di potenziali conflitti identitari, come Medio Oriente e Nord Africa. Vedendo il precedente della regione dei Balcani con le sue diverse etnie e confessioni e la storia di guerre intestine (l’ultima delle quali nei primi anni ’90 e quindi fresca nella sua mente), definì la sua strategia verso i “Balcani eurasiatici”. Riassumendo le idee che espose ne “La Grande Scacchiera”, Brzezinski ritiene che l’istigazione del caos conflittuale nello spazio tra Nord Africa e Asia Centrale impedisca il consolidamento della grande alleanza eurasiatica tra Russia, Cina e Iran, che sfiderebbe la supremazia statunitense e contemporaneamente distruggerebbe la dottrina di Wolfowitz dell”unico status di superpotenza’. 

Gli Stati Uniti sarebbero indenni da tale imminente buco nero caotico perché i suoi principali pilastri euroasiatici sono in Europa e Asia orientale, al peggio, se il supercontinente venisse travolto da una grande conflagrazione, gli isolanti oceanici che li separano dal conflitto pan-continentale assorbirebbero qualsiasi contraccolpo che potrebbero realisticamente subire. Gli Stati Uniti avevano bisogno di una scintilla per innescare le fiamme del fratricidio che speravano fagocitasse Russia, Cina e Iran, e crearono la ‘pietra focaia geopolitica’ con la guerra del 2003 in Iraq. 

Infilandosi nel centro geografico dell’arco del caos che miravano a creare, gli Stati Uniti erano nella migliore posizione per destabilizzare ciascuno dei loro due grandi obiettivi, e non persero un secondo, come chiarisce su The New Yorker, “The Redirection” del giornalista investigativo Seymour Hersh, nel 2007, dettagliando tutti i mezzi innovativi usati per fare ciò. Promuovendo l’odio settario e rovesciando il governo siriano, Washington sfruttò molti trucchi a sua disposizione, all’epoca dimostrando che ne prevedeva l’impiego. L’innesco per far esplodere le “Sanguinose Frontiere” del Medio Oriente, dal Nord Africa all’Asia centrale, come previsto, fu la “primavera araba”, rivoluzione colorata dell’intero teatro; ma la strenua difesa della popolazione siriana della propria sovranità fermò i piani degli Stati Uniti, bloccandoli sul nascere e sospendendoli per sempre.

La Russia in soccorso
Con l’ingresso della Russia, ora impegnata non solo a sconfiggere il terrorismo in Medio Oriente ma, risultato logico ed esteso, a sovvertire la destabilizzazione che gli Stati Uniti hanno generato e di conseguenza riportare l’ordine lungo l’apice siriano-iracheno dell'”Arco del Caos”, viene capovolta la teoria di Brzezinki sui “Balcani eurasiatici”; se i Paesi del Medio Oriente su cui aveva così precisamente puntato, scatenando tumulto interni, diventano più uniti e forti di fronte alle avversità dirette dagli USA, allora saranno esemplari nel stabilizzare le estremità dell’arco tra Nord Africa e Asia centrale, paralizzando i decennali piani degli Stati Uniti per creare il caos afro-eurasiatico. Le sfaccettature geopolitiche della grande strategia degli Stati Uniti iniziano e finiscono in Siria, motivo per cui Brzezinski ha finalmente perso la sua caratteristica freddezza. divenendo un epico capriccioso verso la Russia. Scrivendo un editoriale per il Financial Times ha suggerito che 
Le presenze navali e aeree russe in Siria sono vulnerabili e isolate geograficamente. Potrebbero essere “disarmate” se persistono nel provocare gli Stati Uniti“.
Il diavolo in persona non avrebbe potuto escogitare modo più allettante per distruggere l’umanità, ma giusto nel caso in cui i responsabili politici statunitensi avessero adottato le balzane idee del loro stratega preferito, il maestoso attacco della Russia con missili da crociera dal Mar Caspio le ha rapidamente screditate, dimostrando che le pretese di Brzezinski su ‘vulnerabili e geograficamente isolate’ forze russe in Siria sono deliranti. Per una volta nella vita, la dirigenza statunitense non sembra ansiosa di seguire i consigli di Brzezinski, potendo significare che per una volta nella nostra vita, gli Stati Uniti potrebbero esercitare una parvenza di giudizio.

Andrew Korybko Sputnik 08/10/2015

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Le opinioni espresse nell’articolo sono esclusivamente dell’autore e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale di Sputnik.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/10/13/la-russia-sventa-il-caos-geopolitico/ 

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