Il
presidente russo Vladimir Putin ha inviato messaggi chiari
all’occidente, soprattutto agli Stati Uniti, con il lancio dei missili
da crociera dal Mar Caspio.
Il primo messaggio è che il Medio Oriente non è un teatro esclusivo
dell’intervento militare occidentale, sovversione di regimi e
installazione di governi satelliti o di democrazia di tipo occidentale.
Senza dubbio ciò è finito.
Secondo messaggio è che la regione del Mar
Caspio, oltre all’Iran, rimarrà spazio post-sovietico e gli statunitensi
devono rispettarlo.
Terzo messaggio è in realtà una mossa scacchistica
di Putin: le sue mosse sono concilianti, ma definiscono anche il quadro
per affrontare gli Stati Uniti nel caso non vi sia alcuna conciliazione.
Perché Vladimir Putin fa una serie di mosse politiche e militari, allo
stesso tempo forti e efficaci, come il lancio di missili da crociera, ma
anche sottili, come l’offerta agli statunitensi di collaborare contro
lo Stato islamico e addirittura contraddittori, come i contatti con
l’Arabia Saudita. Ma in primo luogo tutte queste mosse sono
centralizzate, in modo che la Russia abbia sempre una risposta alle
mosse future della NATO. Come la Gran Bretagna che annuncia l’invio di
un contingente militare permanente nelle basi in Polonia e Paesi
baltici, in risposta all’intervento militare russo in Siria.
Mosca ha
subito annunciato la contromisura. Cosa sarà? Nell’aprile 2000 Aleksandr
Lukashenko annunciava un accordo con Mosca per la formazione di forze
militari congiunte di Russia e Bielorussia, circa 300000 soldati.
Recentemente la Russia ha annunciato la creazione di una base militare
in Bielorussia, e il mese precedente si svolsero grandi esercitazioni
militari tra gli eserciti bielorusso e russo in Russia. Precisamente
Mosca risponde alle forze NATO nei Paesi baltici e la Polonia con almeno
150000 soldati al confine con la Polonia. Ci saranno, dato che li hanno
così voluti.
Quando
la Russia ha lanciato i missili da crociera, ha sgomentato e costernato
le capitali occidentali, rendendo il pubblico ormai consapevole del
fatto che la Russia dispone di una flotta potente e moderna nel Mar
Caspio, capace di lanciare missili su obiettivi distanti migliaia di
chilometri. Se la Russia ha chiaramente annunciato di aiutare amici,
governi legali e legittimi che gli chiedono aiuto, significa che Mosca
invierà aiuti militari a tutti i governi post-sovietici minacciati da
rivoluzioni gialle o arancioni. Principalmente nelle regioni del Mar
Caspio e d’Eurasia, e non è un caso che Vladimir Putin abbia espresso
preoccupazione per la situazione in quelle regione. Dieci anni fa, la
direttrice del Programma Studi del Caspio presso la Harvard University, Brenda Scheffer disse che “gli
Stati Uniti vogliono controllare l’Asia centrale creando piccole e
mobili basi militari nel Caucaso, invece di grandi basi in Europa“. Brenda Scheffer osservò
“da potenza dominante nella regione, dovrebbe controllare non solo le fonti di energia nella regione del Caspio, ma anche Afghanistan e Medio Oriente, e gli Stati Uniti vedono Caucaso e dell’Asia centrale nel loro complesso. Il Caucaso è la porta per l’Asia centrale“. Scheiffer dice “le fonti di energia in questa regione non sono solo uno degli obiettivi, ma anche un mezzo, perché le infrastrutture come oleodotti e gasdotti sono i mezzi per per stabilire relazioni a noi convenienti, e l’adesione alla NATO dei Paesi del Caucaso rientra nella politica estera statunitense“.
Ad essere onesti, la Russia non l’accetta, dopo la
guerra in Georgia dell’agosto 2008. I missili lanciati da navi da guerra
russe nel Mar Caspio sono la prova di una nuova generazione di precise
armi convenzionali. Sì, questi missili possono trasportare una testata
nucleare. Finora il pubblico occidentale parlava degli imprecisi missili
russi che l’esercito iracheno lanciò nel 1991, ma ora sa dei missili da
crociera russi. Dobbiamo guardare la guerra in Siria e l’intervento
militare russo sotto questa luce, insieme alla nuova dottrina militare
russa, secondo cui la Russia è pronta ad essere la prima ad utilizzare
armi nucleari per difendere gli interessi nazionali fondamentali.
Putin è consapevole che la conciliazione con gli USA è impossibile, perché gli interessi di questi due Paesi sono incompatibili, per non dire altro. Non solo nello spazio post-sovietico, ma anche in Medio Oriente. In tal modo Putin cerca di raggiungere tre punti. In primo luogo, seppellire le posizioni dei liberali pro-americani in Russia. In secondo luogo, distruggere l’illusione che l’Europa possa esistere senza di noi, dimostrando che Washington danneggia l’UE e i suoi interessi. Perché Putin vuole che l’Europa sia neutra, o almeno lo sia la Germania, e Putin conosce i tedeschi meglio di chiunque altro. E in terzo luogo, Putin arriva al pubblico statunitense (o almeno quella parte del pubblico che può capire qualcosa di geopolitica) per dirgli che non vuole una nuova Guerra Fredda. I missili lanciati dal Mar Caspio dimostrano il futuro del mondo nel caso in cui non vi sia alcuna conciliazione fra Stati Uniti e Russia.
Miroslav Lazanskij, Politika, 15/10/2015 – South Front
Putin: Il rifiuto di discutere sulla Siria mostra la debolezza degli Stati Uniti
Il
rifiuto di Washington di tenere un dialogo diretto per una soluzione
politica in Siria nasce dalla “debolezza della posizione statunitense”,
ha detto il presidente russo Vladimir Putin. “Non capisco davvero
come i nostri partner statunitensi possano criticare le azioni della
Russia in Siria per combattere il terrorismo internazionale, se si
rifiutano di avere un dialogo diretto in tale importante campo, per una
soluzione politica. Credo che tale posizione non sia costruttiva e che
la debolezza della posizione statunitense, in questo caso, sia
probabilmente dovuta all’assenza di ogni agenda su questi temi“, ha detto Putin ai giornalisti ad Astana, capitale del Kazakistan.
Il presidente russo ha aggiunto anche “sembra che non ci sia nulla di cui parlare“, ma Mosca “tuttavia,
lascia la porta aperta e spera fortemente in un dialogo costruttivo con
tutti i partecipanti a questo complesso processo, inclusi i nostri
partner statunitensi“. Putin è in Kazakistan per un viaggio
ufficiale durante cui ha avuto colloqui con la leadership kazaka, tra
cui il Presidente Nursultan Nazarbayev. I jet russi iniziavano gli
attacchi aerei contro obiettivi dei terroristi in Siria due settimane
fa.
Russia e Stati Uniti si avvicinano a un possibile accordo per provvedere alla sicurezza dei loro aerei sulla Siria, ha detto il Ministero della Difesa russo. “Ieri, un altro giro di negoziati si è svolto su un possibile accordo sulla necessità di garantire la sicurezza dei voli russi e della coalizione statunitense sulla Siria. Prendiamo atto che le nostre posizioni si avvicinano sulle disposizioni principali del documento futuro“, ha detto il portavoce del ministero Igor Konashenkov. Nelle ultime 24 ore, aerei da guerra russi hanno compiuto 33 sortite in Siria, colpendo strutture dello SIIL nelle province di Idlib, Hama, Damasco, Aleppo, Dair al-Zur, ha detto il ministero della Difesa russo. I media occidentali hanno citato un gruppo pro-ribelli nel Regno Unito, l’Osservatorio siriano per i diritti umani, dire che truppe siriane e loro alleati, sostenuti dai jet russi, attaccavano le città ribelli a nord di Homs.
La Russia ha iniziato la campagna di
bombardamenti aerei contro le forze estremiste islamiche in Siria il 30
settembre, dichiarando di aver distrutto depositi di munizioni e un
numerosi mezzi pesanti dello Stato islamico e altre milizie. I raid
aerei russi hanno indebolito le milizie che combattono per destituire il
governo del Presidente Bashar al-Assad; l’esercito siriano ha compiuto
notevoli progressi contro tali gruppi ribelli negli ultimi 10 giorni. Il
ministero della Difesa russo ha detto di aver trasmesso una serie di
proposte sulla sicurezza aerea al Pentagono.
The BRICS Post 15 ottobre 2015
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/10/16/putin-avverte-loccidente/
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