Ciò che “segue, consegue” se: la fonte dominante non cambia.
Ciò che “segue, prosegue” se: la fonte dominante non cambia.
Le due espressioni appaiono come identiche, ma:
- la prima è una “derivazione”
- la seconda è una “continuazione”.
La prima suggerisce che tempo passato e futuro coincidano
(nella sostanza), come un intessuto unico dalla trama sottile,
sfuggevole, coerente, etc., che ha per “ago e filo” il tempo presente e
la compresenza del Dominio.
La seconda suggerisce che il tempo “evolva secondo l’intenzione autentica del singolo che, se riunito in comunità, rientra “molto probabilmente nella prima espressione se… nella comunità esiste un principio potenziale dominante”.
La sostanziale differenza tra le due espressioni è:
- quale è il centro di potere dominante?
Nel
primo caso è il Dominio (non te, né chiunque altro, bensì, una
compresenza non più registrata come “possibile”, nemmeno a livello di
ricordo, fantasia, immaginazione. Qualcosa che “non c’è ma esiste” o
“non esiste ma c’è”).
Nel secondo caso è la singolarità (te o chiunque altro).
È ovvio
che “esprimendo simili concetti dal ‘qua, così’”, riesce difficile
espandere ad hoc (con sufficiente mente libera, aperta e disponibile) il
“secondo caso”, perché sembra letteralmente impossibile e perché sembra sempre “aprire potenzialmente al primo caso”.
Ossia, nel sempreverde status quo… lo spazio disponibile per elaborare alternativa sostanziale (potenziale) è, come dire:
reso complesso, proprio da ciò che già esiste in forma dominante (filtro).
Qualcosa di nemmeno immaginabile, se non attraverso l’astrazione più assoluta (fantascienza estrema, pazzia fuori luogo).
Qualcosa che ricade, inesorabilmente, nella trappola del giudizio di parte. Il motivo per il quale “sei libero/a di partorire qualsiasi trama… tanto, poi, il disinnesco è già previsto a livello di 'trama reale manifesta'”.
Cioè:
con la “fantasia (anche quella più “concreta, ossia, lucida, mirata, avente lo scopo di…”)”, non vai più da nessuna parte se non nel paradigma, che si riattualizza in continuazione, negando per "tacito consenso" tutto ciò che rema in direzione opposta.
Il risultato è “questa pseudo condizione di libertà”, che lascia insoddisfatti tutti ma non il Dominio e i suoi punti di riunione AntiSistemici (le infrastrutture del reale manifesto).
- la prima espressione racconta dell’esito di qualcosa sottoposto a Dominio unico e centrale
- la seconda espressione racconta dell’esito di qualcosa sottoposto alla tua autentica intenzione (un'altra forma di Dominio).
Quindi, è il tipo di “guida” al/per il reale manifesto, che fa la differenza.
Con sempre attivo il rischio potenziale che la seconda espressione di sé, si trasformi inevitabilmente ancora nella prima espressione dominante.
Perché? Perché la “libera espressione di sé, equivale ad una enorme tentazione, una volta… ‘provata’”. Che cosa svilupperai, dopo?
Che cosa diventi, dopo? Che cosa divieni, in seguito?
In cosa/chi ti trasformi?
Quale coerenza possiedi, incarni, “hai/sei” relativamente a “te stesso/a”?
Non lo sai, perché non lo sai più, alias, non lo ricordi.
E perché non lo ricordi? Per via della compresenza del Dominio che, anche adesso, “ti ha”.
Come selezioni, nel processo mentale, ciò che “sei tu” da ciò che “è il Dominio”?
Sviluppando frattalità espansa, ossia, “deducendo,
utilizzando anche il processo logico mentale ma… non solo”. Infatti, ti
serve una capacità di demodulazione ad hoc del segnale frattale espanso
(soprattutto quello di natura “mnemonica”) anche se è sempre per te e,
dunque, sempre alla “tua altezza”.
Dunque? Occorre che tu sia perfettamente pronto/a. Per far chè?
Per ricevere secondo la tua “autentica natura” quello che è il segnale per la tua autentica natura.
Un segnale sempre all’altezza ma che richiede che (1) tu "ci sia", (2) "tu sia in te" (3) centralmente “lato proprio” (terzo stato).
Sì, perché, pur essendo il segnale sempre alla tua altezza, nonostante tutto, te ne devi accorgere (ricordare)… perché altrimenti il segnale non può fare nulla per te, perché il segnale è un messaggero e non un “attore dominante che si impossessa di te”.
Ma... dipende anche da quelle di "ieri". |
SPS, “ora”, ti avverte: sii accorto/a.
Dunque, SPS esce dal coro AntiSistemico e ti mette “sul chi va là”, suggerendoti anche la “migliore posizione interiore da riassumere”. È come orientare due navette spaziali, affinché si possano perfettamente riunire, per stabilire una connessione anche fisica permanente, stabile e coerente con l’intento che viaggia in loro, con fare di auto completamento…
Ri orientati, allora. Non ti serve una bussola. Ti serve “essere te stesso/a, dal tuo centro ‘lato tuo’”.
In pratica, ciò consiste nel non snaturarsi, rispetto a quello che “si sente essere, dentro”.
Un vero e proprio problema “qua, così”. Vero?
Come fare? Per ora, non importa. Inizia a sviluppare tutti i passi che vengono prima di questo.
La legge, strumento e memoria, frattale espansa… vige su tutto ciò che diventa “grande concentrazione di massa”, per cui… potresti “avere la sorpresa che: raggiunto/incarnato il primo step (centralità coerente con te stesso/a), tutto il resto “avvenga da sé (ma non per caso)”.
Magia? Scorciatoia? Illusione?
No. Piuttosto, un “filtro”: un tipo di “credo”.
Se ci “pensi bene”, è l’essenza di ogni religione, ma:
senza l’asservimento richiesto da ogni religione.
Tu non sei servo, ma “qua, così… servi” al/il Dominio (che si "traveste da Dio").
- Non lo so e anche se lo sapessi, non me lo ricordo.
- Allora perché non può essere che il caso è stato risolto, come ha scritto Watson?
- Perché quello è stato il mio ultimo caso e se l’avessi risolto con successo, non avrei abbandonato la professione e passato 35 anni qui, in questo posto fuori dal mondo…
Ho scelto l’esilio per punirmi. Sì ma per punirmi per cosa? Devo aver commesso un errore davvero tremendo. E non ho prove di quale sia stato. Solo molto dolore, rimorso. Sentimenti inutili senza alcun valore…Mr. Holmes. Il mistero del caso irrisolto
Questa è la tua “parabola”:
- in questo posto fuori dal mondo
- ho scelto l’esilio per punirmi
- sì ma per punirmi per cosa?
- devo aver commesso un errore davvero tremendo
- e non ho prove di quale sia stato
- solo molto dolore, rimorso...
“Lì dentro, ci sei tu ma in una versione di te ‘non tua’”.
Ossia non a pieno rappresentativa di te, con te al tuo centro. Al di
là… di ogni invasività dominante altrui. Hai commesso un "errore (non un
"peccato")" e sei finito nel "qua, così". Il frattale più vicino che "te lo ricorda"... è la "schiavitù,
in ogni sua forma (quella che la gran parte delle Costituzioni nega, ma
che esiste pur tuttavia, sempre... in altre più sofisticate maniere a
norma di legge e di abitudine).
Perché esiste il Dominio? Perché tra gli umani c’è sempre qualcuno disposto a divenirlo, allorquando assaggia la propria “pienezza”, disperdendosi (derivando) negli effetti, piuttosto che proseguire lungo la propria “via prima”.
È come l’essere tentati dal proprio “potere”. Il Dominio è un gruppo di umani, che hanno ceduto nel decadere in se stessi, facendosi bastare questo reale manifesto e manifestato sempre di più a “propria immagine e somiglianza”.
“Non c'è alcun ramo delle scienze investigative così poco praticato, eppure tanto importante, qual è l'arte d'interpretare le orme...”.
Sherlock Holmes. Da Uno studio in rosso
Le "orme" sono soprattutto... frattali espanse…
Holmes (o, meglio, Doyle) aveva compreso/ricordato qualcosa relativamente alla frattalità espansa.
“Siamo noi, da questo lato, che siamo tutti così…”.
Mr. Holmes. Il mistero del caso irrisolto
La sua morte mi fece capire che la natura umana era un mistero che la logica, da sola, non poteva spiegare. Grazie alla deduzione avevo ricostruito con successo i fatti di quel caso, ma non ne avevo colto il significato. Non avevo mai provato quel senso incomprensibile… di vuoto. Solo allora incominciai a capire che ero completamente solo. Solo al mondo…
Mr. Holmes. Il mistero del caso irrisolto
Grazie alla deduzione avevo ricostruito con successo i fatti di quel caso, ma non ne avevo colto il significato (ecco la differenza che esiste quando SPS insiste a definire il terzo stato, come: tuo e lato proprio. Il rischio è quello di “non cogliere il significato più alto” per limitarsi a “capire”, permettendo alla tentazione, al principio virale dominante che si tramanda attraverso tutto e tutti, di trovare sempre terrreno fertile se “tu non sei al tuo posto centrale, in te e depurato da ogni altro sé”).
“Tuo” terzo stato, “lato proprio”. Ok?
È una doppia sicurezza:
sei in te, nel tuo centro e osservi tutto ciò dal “tuo lato”.
Perché, anche nel tuo centro… puoi non essere nel “lato proprio”, mantenendo in te il principio di “corruzione dominante”, che è proprietario (marchio) di un reame manifesto ossidato dalla compresenza “storico deviata” del Dominio (nella successione di Domini, che non ricordi più ma che puoi ricostruire per deduzione, anche dai libri scolastici delle elementari, come successione di imperi che si "danno solo il cambio" senza mai cambiare nella sostanza. Una sostanza unica, che si presta ad alimentare focolai “in giro per il Mondo”… senza mai manifestarsi a pieno, limitandosi a delegare/ispirare tutti coloro che sono più sensibili al relativo principio di corruzione e di propagazione, eredità, memoria, seme, radioattività frattale espansa, etc.).
Mai dire mai. |
Ciò
che si tramanda (si scrive) risente di quello che non si capisce, non si
ricorda più, per cui ciò che viene dopo è “orfano” e appartiene a quel
vuoto. Chi/cosa prende il posto e si approfitta del “vuoto”,
s’impadronisce di tutti coloro che vi si gettano senza speranza
(rinascono per inerzia e per gravità decadono)…
Chi riesce a ritornare veramente “indietro (per “andare avanti”)”? Se non sai nemmeno “dove sei” e da “cosa” dovresti tornare indietro, come puoi “andare avanti (proseguire)”?
Dipendenze.
Holmes ha poi un difetto che, con il prosieguo della serie viene via via cancellato da Doyle:
ogni volta che cade in uno stato di inattività, per combatterne la depressione e mantenere la sua mente in movimento, fa uso di cocaina e morfina, a seconda della crisi in cui si trova coinvolto:"Sherlock Holmes tolse dalla mensola del caminetto una bottiglia e una siringa ipodermica da un lucido astuccio di marocchino. Con dita lunghe, bianche e nervose, fissò all'estremità della siringa l'ago sottile e si rimboccò la manica sinistra della camicia. I suoi occhi si posarono per qualche attimo pensierosi sull'avambraccio e sul polso solcati di tendini e tutti punteggiati e segnati da innumerevoli punture. Infine si conficcò nella carne la punta acuminata, premette sul minuscolo stantuffo, poi, con un profondo sospiro di soddisfazione, ricadde a sedere nella poltrona di velluto..."...
(da Saggio di scienza deduttiva, primo capitolo di Il segno dei quattro)
Successivamente tale dipendenza sarà sostituita dalla pipa (anche in questo con un certo disappunto da parte di Watson, perché arriva, soprattutto per le indagini più complesse, ad affumicare completamente il soggiorno del loro appartamento).
Link
Tutto è dipendenza “qua, così”, se glielo permetti (se “non ci sei”).
La “malattia” (il dimenticare) non è il frutto del caso o di un “guasto”. La malattia ha un senso logico e... diparte dal dolore che si è provato, per qualcosa che è già successo nel passato e che governa tutto a partire da quel momento, inducendo negli altri ciò che è il segno di una “strategia naturale”, ossia, da ciò che rappresenta la propria presenza insieme agli altri…
Qualcosa che “se non ricordi, non vedi e se non vedi, non ricordi”, convinto/a così di eliminare ciò che la frattalità espansa (memoria) non può proprio esimersi dal ricordarti sempre, anche attraverso la malattia (memo)…
In cosa credi?
L’Arcangelo Gabriele appare sia a Maometto, sia a Maria di Nazareth (affermando la nascita di Gesù).
L'arcangelo Gabriele riferisce la Rivelazione di Dio a Maometto, ancora una volta velato (antica miniatura)… Link |
Il nome deriva dall'ebraico e significa: "La forza di El", "El è forte", o anche "l'uomo forte di El".
È uno dei due angeli menzionati nella Bibbia. È il primo ad apparire nel Libro di Daniele della Bibbia. Era anche rappresentato come "la mano sinistra di Dio".
Ha annunciato la nascita di Giovanni Battista e di Gesù, e per i musulmani è stato il tramite attraverso cui Dio rivelò il Corano a Maometto.Nella tradizione biblica è a volte rappresentato come l'angelo della morte, uno dei Messaggeri di Dio:
anche come angelo del fuoco.
Il Talmud lo descrive come l'unico angelo che può parlare siriaco e caldeo. Nell'Islam, Gabriele è uno dei capi Messaggeri di Dio.Nella tradizione cristiana è conosciuto come uno degli arcangeli, anche se questo non trova riscontro nella Bibbia, dove si parla sempre di un solo arcangelo (angelo capo) al singolare e mai al plurale e, comunque, non riferito mai a Gabriele bensì a Michele.
I riferimenti a Gabriele sono sempre e soltanto in qualità di "angelo" ossia messaggero. Nell'Antico Testamento Gabriele interpreta la visione profetica del capro e del montone (Daniele 8:15-26) e spiega la predizione delle settanta settimane di anni (490 anni) dell'esilio da Gerusalemme (Daniele 9:21-27); nel Nuovo Testamento annuncia a Zaccaria la nascita del figlio Giovanni Battista e a Maria di Nazareth la nascita di Gesù Cristo (Luca 1:11-20)…
Link
“El”, in Sitchin… un Anunnaki.
Un messaggero del Dominio. Una "regia unica".
Proprio come Roma.
I vari “Dio” sono la stessa “cosa”, visti da prospettive diverse…
E tutti celano il DominIO (così come esistono lingue diverse, che servono tutte per… parlare e non comprendersi).
Una verità sfuggevole, dunque... di parte unica e dominante.
“Una volta eliminato l'impossibile, ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità…”.
Sherlock Holmes
Quale “fantasia”? Leggi com’era colui che ha ideato Holmes.
A propria “immagine e somiglianza” (se non sempre e solo in Holmes, anche in Watson e nelle circostanze)…
Arthur Conan Doyle nacque in Scozia il 22 maggio 1859 in un piccolo appartamento di Edimburgo, al numero 11 di Picardy Place. Suo padre Charles Altamont Doyle era inglese con remote origini irlandesi, mentre sua madre Mary Foley era irlandese. Il cognome composto lo prese dal prozio Michael Conan, noto giornalista dell'epoca.
Il giovane Arthur, secondo di dieci figli, iniziò i suoi studi presso una scuola della sua città per poi proseguire alla Hodder Preparatory School nel Lancashire. I suoi studi più importanti proseguirono presso lo Stonyhurst Jesuit College, scuola cattolica di Clitheroe, poi ancora in Austria, in un altro collegio gesuita e infine all'Università di Edimburgo dal 1876, da cui uscì laureato in medicina nel 1885.
È di quel periodo la sua prima opera, Il mistero di Satana Valley (1879, racconto del terrore venduto al Chambers Journal) e il suo primo articolo medico, su un sedativo sperimentato su di sé...
Nel 1881 ottenne prima il baccellierato in Medicina, quindi il Master in Chirurgia.
Studente brillante trovò il modo per ridurre l'anno di studio a sei mesi, per poter iniziare a fare l'assistente medico…Il suo aspetto era ingannevole.
Dietro ad un comportamento tranquillo, c'era un uomo dalle forti convinzioni, alcune delle quali ritenute eccentriche dai più, come lo spiritismo, ma tutte profondamente sentite…Come lui stesso disse in una intervista, ha conosciuto cosa volesse dire essere povero e cosa volesse dire diventare abbastanza influente. Ha affrontato ogni tipo di esperienza umana. Conobbe le persone più influenti ed importanti del suo secolo; ha avuto una lunga carriera da scrittore, dopo un periodo da medico, che gli diede il titolo di Dottore di Edimburgo.
Praticò moltissimi sport (boxe, cricket, biliardo, motociclismo, calcio, sci), e fu il primo a introdurre l'abitudine di lunghe vacanze in Svizzera, specialmente per cure termali…Aprì, con scarso successo, uno studio medico nel Southsea, sobborgo di Portsmouth: fu proprio in questo periodo - complice la disponibilità di tempo - che Doyle cominciò a scrivere le avventure di Holmes, che così iniziarono ad avere un discreto successo presso il pubblico britannico.
Il primo romanzo sul detective dal fisico asciutto fu Uno studio in rosso, del 1887, pubblicato sullo Strand Magazine, in cui il narratore, il buon dottor Watson, che in un certo senso rappresenta l'autore stesso, presenta Holmes e la sottile scienza della deduzione…Conan Doyle, nonostante l'enorme successo (senza pari nella storia della letteratura poliziesca), non legò mai abbastanza con il suo personaggio più popolare, che odiava perché divenuto più famoso di lui.
Lui stesso, nel 1927, disse che aveva scritto di Holmes più di quello che intendeva inizialmente fare, perché le sue mani erano spinte a scrivere dall'insistenza di alcuni suoi amici…Prima della sua morte fece in tempo a pubblicare il suo ultimo lavoro, The Edge of Unknown, nel quale spiega le sue esperienze psichiche, ormai divenute sua unica fonte di interesse.
Link
Il “metodo scientifico”? Quello odierno, non ha nulla a che fare con quello di Holmes.
“Oggi non è più… ieri”, nel senso che… il Dominio affina le proprie strategie e ad ogni suo progresso corrisponde ogni tuo passo indietro nel “qua, così”. Nell'incanto...
È la prospettiva che cambia il paesaggio, pur restando il paesaggio apparentemente lo stesso.
Chi osserva chi/cosa? Questo fa la differenza. Perché se non te ne accorgi e non sei più tu ad osservare centralmente, allora… cadrai (come sei già decaduto/a) preda del Dominio.
Per cui, che aspetti? Accorgiti. Questo è il primo passo.
“Da una goccia d’acqua un ragionatore logico potrebbe dedurre la possibile esistenza dell’Atlantico o delle cascate del Niagara, senza averli visti e senza aver mai sentito parlare né dell’uno né delle altre.
Così, tutta la vita è una grande catena la cui natura si rivela a chiunque ne osservi un solo anello.
Come tutte le altre arti, la scienza della deduzione e dell’analisi può essere acquisita soltanto attraverso uno studio lungo e paziente, né la vita è abbastanza lunga perché un qualsiasi mortale possa raggiungere il più alto grado di perfezione in questo campo. Prima di occuparsi di quegli aspetti morali e cerebrali della questione che presentano le maggiori difficoltà, lo studioso affronti i problemi più elementari.
Incontrando un suo simile, impari a dedurne a prima vista la storia e il mestiere o la professione che esercita.
Per quanto possa sembrar infantile, questo esercizio acuisce lo spirito di osservazione e insegna dove si deve guardare e che cosa si deve cercare.
Dalle unghie di un uomo, dalle maniche della sua giacca, dalle scarpe, dalle ginocchia dei calzoni, dalle callosità delle dita, dall’espressione, dai polsini della camicia… da ognuna di queste cose si può avere la rivelazione del lavoro di un uomo.
Che tutte queste cose messe assieme, poi, possano mancar di illuminare l’indagatore che sa il fatto suo, è virtualmente inconcepibile... “...Sherlock Holmes – Uno studio in rosso
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2015/Prospettivavita@gmail.com
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