Usama Absi al-Waahidi, alias Abu Muhammad al-Julani, capo di Jabhat al-Nusra, ramo di al-Qaida, era presso il jabal al-Turqmani quando il Su-24 veniva abbattuto
Seguiamo
la rotta del cacciabombardiere russo Su-24 decollato dalla base aera di
al-Humaymim (Aeroporto internazionale Basil al-Assad). Sulla base delle
informazioni russe fornite alla stampa mondiale, un Su-24 e un Su-34
erano decollati dalla base aerea, e con la copertura di quest’ultimo,
polverizzarono diverse aree sul jabal al-Turqman, focolaio di terroristi
filo-Erdoghan e simpatizzanti di al-Qaida. Dopo la prima
sortita, gli aerei si diressero ad est, verso la provincia di Idlib,
prima di virare di nuovo verso la zona della Siria occupata dai turchi
di Hatay, a nord di Bunsiya.
Il velivolo fu avvicinato da 2
Lockheed-Martin F-16 armati di missili aria-aria AIM-120 AMRAAM sparati
contro il Sukhoj Su-24 colpendolo sulla coda e distruggendolo. Non ci
furono segnali radio da parte dei ratti turchi di Erdoghan. Non un solo
messaggio. Invece, l’azione degli F-16 era simile a un agguato per
compiacere i pedofili sauditi sconcertati dalla concatenazione di
fallimenti e catastrofi che li affligge da mesi. Vi rivelerò presto
perché i turchi hanno attaccato questo aereo.
Gli aerei non hanno mai
sorvolato la Turchia, secondo le informazioni da fonti moscovite e
siriane. In effetti, Vladimir Putin ha affermato nettamente che l’aereo
era a 1 km all’interno del territorio siriano volando a 6000m sul
livello del mare quando fu abbattuto. L’aereo colpito iniziò a
precipitare in fiamme sulla regione del jabal al-Turqman, dove l’aereo
aveva sganciato metà del carico, a 4 km dal confine turco. Il
Tenente-Colonnello Oleg Peshkov, pilota, e il capitano Konstantin
Murakhitin, navigatore, poterono lanciarsi ma finirono sotto il pesante
tiro da terra dei selvaggi turchi che controllavano il terreno,
appartenenti al gruppo terrorista chiamato Firqa al-Sahiliya al-Uwla,
il cui capo era appena stato vaporizzato da un cacciabombardiere della
SAAF, pochi minuti prima. Il pilota fu ucciso mentre scendeva con il
paracadute, o fu catturato vivo e poi giustiziato.
Ogni atto perpetrato
dai selvaggi turcomanni era in violazione della Convenzione di Ginevra,
un innegabile crimine di guerra, tipico dei ratti turchi. Il navigatore,
però, per fortuna giunse nella zona controllata dall’EAS, sollevando il
pilota dell’elicottero Hip mentre si alzava per recuperare l’aviatore
russo indubbiamente disorientato. Ma l’elicottero finì sotto il fuoco
dei missili anticarro TOW statunitensi. L’elicottero atterrò per
sicurezza, mentre era ancora in fiamme, ma un membro dell’equipaggio, un
marines russo, era stato ucciso. Il destino del navigatore russo fu più
felice del suo comandante. Ora è al sicuro a Lataqia grazie
all’Aeronautica siriana.
Sorprendentemente, o per qualche coincidenza strana, 2 troupe televisive
turche erano sul posto per filmare l’episodio. Un gruppo era dell’Anadolou News Agency,
la fabbrica della propaganda di Erdoghan (lo stesso gruppo che
‘fortunosamente’ catturò la foto del bimbo morto nella spiaggia turca di
Budrum, per sostenere l’operazione ’emigrazione di massa’ in Europa,
azione in combutta tra Erdoghan e Merkel. NdT), e un altro della rete Haberturk TV, un’altra fabbrica di menzogne del culto Erdoghan.
Ma tali note non furono ancora rivelate. Syrian Perspective ha saputo che Abu Muhamad al-Julani, il criminale di guerra a capo di Jabhat al-Nusra/al-Qaida,
era sul jabal al-Turqman al momento della prima sortita a sud del campo
profughi Yayladaghi, che si affaccia sul bosco Furunluq. Al-Julani fu
intercettato dall’Intelligence militare dell’Esercito Arabo Siriano
abbaiare ordini e chiedere l’intervento dei turchi per non ritrovarsi
mutato in poltiglia sanguinolente. I turchi, che non sono dei noti fini
pensatori politici, pensavano che questo fosse il modo per trascinare la
NATO nel far rispettare una no-fly zone, soddisfacendo gli scarafaggi
sauditi. Ma la NATO non sembra essere caduta nello “stratagemma”.
Mentre
il segretario della NATO ha dichiarato fedeltà ad Erdoghan, ha anche
chiarito che la NATO ha notato il secondo fine turco e s’è spaventata.
Una dichiarazione particolarmente risibile fu diffusa su come la Turchia
avesse il diritto di difendere il suo spazio aereo; dimenticando che
anche la Siria ha dichiarato il proprio spazio aereo inviolabile a
fronte delle continue trasgressioni statunitensi ed alleate. Sono stato
anche informato che al-Julani era arrabbiato perché un grande convoglio
di autocarri che trasportava armi dal campo profughi stava per essere
incenerito dai bombardieri russi una volta che gli equipaggi ne furono
allertati. Potrebbe essere stato un problema preservare l’arsenale
piuttosto che preoccuparsi della vita di un altro miserabile ratto.
Putin è un uomo di poche parole. Quando parla, però, intende dire quello
che dice. Ci saranno conseguenze disastrose per tale “pugnalata alle
spalle” da nazioni che sponsorizzano il terrorismo. Oggi si possono
tranquillamente informare i nostri lettori che i due incidenti che hanno
tormentato i russi, vale a dire l’abbattimento dell’aereo di linea
russo sul Sinai e l’ultimo attacco alla sovranità russa e siriana, sono
studiati con tipica cura slava.
Gli inquirenti russi in entrambi gli
incidenti cercano accuratamente motivo ed autore reali dietro le quinte.
C’è il sospetto che i burattinai siano gli squinternati sauditi che
usano i loro forzieri (ora assai impoveriti) per ideare ogni tipo di
atrocità immaginabile per la mente umana. Vedasi la risposta arrabbiata
del Presidente Putin durante l’incontro con un altro sostenitore del
terrorismo, re Abdullah II di Giordania. Si guardi il piede destro di
Vlad mentre lo sciacallo giordano pontifica sull’importanza della lotta
al terrorismo:
Zyad al-Fadil, Syrian Perspective
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
https://aurorasito.wordpress.com/2015/11/26/il-capo-di-al-qaida-in-siria-era-lobiettivo-dellaereo-russo-abbattuto-dai-turchi/
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