È diventato abituale per i media
e i politici tedeschi accusare la Russia di corruzione e allo stesso
tempo mostrare un’amnesia collettiva riguardo alle proprie pecche.
Per molti anni i media e i politici
tedeschi non hanno perso occasione di demonizzare il presidente russo,
Vladimir Putin. Una delle loro tattiche preferite è stata la diffusione
di voci riguardanti la sua supposta ricchezza.
Chi osserva la politica internazionale
non avrà mancato di cogliere la miriade di insinuazioni da parte dei
media tedeschi riguardanti la ricchezza del presidente russo, visto che
praticamente non esistono agenzie mainstream che non abbiano incluso quest’argomento
nel loro indice. Sembrano anziani che sulle panchine si divertono tra
di loro a spettegolare e a starnazzare insinuazioni sul conto degli
altri.
Quest’infinito vocìo dei media è basato
sulle affermazioni di personaggi che si sono allontanati da Putin, o
sulle osservazioni di ‘esperti’ russofobi. Questi ‘fatti’ non
meriterebbero attenzione, almeno da parte di un’agenzia di stampa che
volesse restare credibile agli occhi dei propri lettori.
Ci sono molti dubbi sul fatto che qualcuno sappia o
saprà mai quanti soldi esattamente abbia Putin. Non avrebbe senso
ragionarci su, perché è improbabile che si possano ottenere i numeri
esatti, a parte quelli pubblicati sul sito web ufficiale del Cremlino.
Se un tale insaziabile appetito mediatico dev’essere soddisfatto,
perché concentrarsi solo su Putin? Perché non dare un’occhiata ai
forzieri del tesoro di altri potenti?
Ai giornalisti tedeschi dovrebbe essere
noto che una volta nello Stato Federale della Baviera viveva un “Re” di
nome Franz Josef Strauss. Nonostante sia morto più di un quarto di
secolo fa, la sua memoria è tenuta ancora in grande considerazione in
Baviera, e la sua popolarità è oscurata solo da quella di Franz
Beckenbauer (il leggendario ex calciatore e allenatore Tedesco) e di
Gesù Cristo.
Strauss fu uno dei più abili politici
tedeschi del dopoguerra, ma non riuscì a diventare cancelliere, anche a
causa del suo carattere collerico. Un episodio particolarmente adatto a
illustrarne il carattere, risale al 27 dicembre del 1987: in
quell’occasione pilotò personalmente un Cessna, con a bordo tutta la
dirigenza del suo partito, fino all’aeroporto moscovita di Sheremetyevo.
Durante il benvenuto da parte della
delegazione sovietica, che comprendeva lo stesso capo dello Stato
Gorbaciov, a Strauss venne chiesto se questa fosse la sua prima visita
in Unione Sovietica. Secondo Edmund Stoiber, un ex ministro-presidente
bavarese, la risposta di Strauss fu: “No, ma la prima volta sono
arrivato solo a Stalingrado.”
La CSU (Unione Cristiano-Sociale) è la
formazione politica sorella della CDU (Unione Cristiano-Democratica), il
partito al governo della Cancelliera Merkel, ed è il partito che domina
incontrastato la scena politica bavarese. Strauss ne fu il presidente
dal 1961 fino alla sua morte nel 1988, e fu anche ministro-presidente
della Baviera dal 1978 al 1988.
Non c’è dubbio che, grazie alle sue
politiche, la Baviera sia diventato lo Stato trainante in Germania, però
c’è un lato oscuro nella vita di Franz Josef Strauss.
“Potere e Abuso” è il titolo di
un libro, scritto da Wilhelm Schlötterer, uscito recentemente in
Germania. Schlötterer ha lavorato per decine di anni sotto Strauss come
ispettore alla tassazione nel Ministero delle Finanze bavarese, ed era
informato di molte delle sue attività.
Nel suo libro, Schlötterer descrive
l’ampiezza del presunto coinvolgimento di Strauss in macchinazioni e
affari corrotti, e il denaro in gioco. Schlötterer parla di una cifra
di circa 300 milioni di marchi tedeschi, che Strauss avrebbe guadagnato
in parte da attività criminali ed evasione fiscale – soldi probabilmente
ereditati dai suoi figli.
Quando il libro è stato pubblicato, i
figli di Strauss hanno querelato Schlötterer e hanno cercato di
bloccarlo.
Il caso è durato cinque anni, dopo i quali la corte ha deciso
in favore dei figli. Nel maggio di quest’anno, la pubblica accusa di
Monaco ha emanato una richiesta d’incriminazione al tribunale
distrettuale nei confronti di Schlötterer, in base al fatto che sta
‘denigrando la memoria di Strauss’ – un reato previsto dal codice penale
tedesco.
Ma c’è di più: secondo una recente
rivelazione di DER SPIEGEL, nel periodo dal 1964 al 1968, Strauss aveva
una “letterbox company” (tipicamente una società avente sede presso un domicilio fiscale che serve solo come indirizzo di corrispondenza, NdR) a
cui famose aziende, tra di esse BMW, Daimler-Benz e Dornier, hanno
corrisposto pagamenti, senza che vi fosse la prova che da parte sua
venisse fornito in cambio alcun servizio.
I pagamenti, effettuati
soltanto in questo periodo, ammontano approssimativamente a 490.000
marchi. Lo stipendio annuo di un ministro delle finanze tedesco – una
delle posizioni occupate in quel tempo da Strauss – era di 90.000
marchi. Alla luce delle molteplici accuse lanciate da Schlötterer , è
forte la tentazione di concludere che le rivelazioni dello SPIEGEL
costituiscano solo la punta dell’iceberg.
Nonostante le accuse contenute nel libro
di Schlötterer e i numerosi scandali finanziari di Strauss, le élite
politiche bavaresi non vogliono infangare l’immagine di un’icona
bavarese della CSU. Molti ancora parlano di Strauss come del
“Landesvater” o “il padre della nazione”. Alcuni politici addirittura
chiedono che il busto di Strauss venga posto nella Hall of Fame bavarese
– nel Valhalla. I viaggiatori che arrivano in aereo a Monaco atterrano
nell’aeroporto Franz Josef Strauss.
Se i mass media e i politici tedeschi
non fossero così impegnati ad applicare doppi standard nelle loro
valutazioni rispetto a chi è buono e chi cattivo, una delle loro
proposte future sarebbe che un nuovo aeroporto costruito nella
Federazione Russa prenda il nome di Vladimir Putin.
Sono convinto che, prima o poi, lo stesso popolo russo onorerà adeguatamente il lascito del loro attuale presidente.
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Articolo di Roman Kut apparso su Russia-Insider il 16 ottobre 2015
Traduzione in italiano di Mario B. per SakerItalia.it
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