Danimarca e biciclette. L’ho visto con i miei occhi: qui la bici la fa da padrona, è un po’ un Dio degli spostamenti, uno status cui nessuno, ma dico nessuno, nemmeno la famiglia Reale, rinuncia. E neanche un bimbo di 5 anni per andare e venire da scuola. Col beneplacito di genitori molto meno ansiosi di noi, Deo gratias.
A Odense,
la città di Andersen sull’isola di Fionia (Fyn), terza in Danimarca per
numero di abitanti, c’è il record dei record: qui, secondo un rapporto
della municipalità, 4 bambini su 5 preferiscono la bicicletta per arrivare a scuola. O il monopattino, o lo skatebord, o a piedi.
Insomma, tutto fuorché l’auto, anche perché in alcune scuole elementari della cittadina, come riporta il Washington Post, i genitori che accompagnano il proprio figlio in auto devono pagare un ticket per aver intralciato il normale flusso di persone che invece raggiungono la scuola a piedi o in bicicletta.
Roba dell’altro mondo, lontana dai parametri degli Stati Uniti dove – si legge sempre sul Washington Post – “la percentuale di bambini che si reca a scuola in bicicletta o a piedi è stabile da anni, mentre l’obesità infantile è raddoppiata negli ultimi 30 anni” e lontanissima più che mai dai nostri parametri, che vedono piuttosto nell’andirivieni in macchina da e per la scuola la pura normalità, la cosa più ovvia e veloce, e “andare in bici a scuola” viene relegato a una singola giornata grazie a una manifestazione nazionale.
Eppure, pensate a come crescono sani e
forti questi bambini, alla mentalità che viene loro inculcata, alle
migliorie che, giurano i danesi, avrebbero anche nel rendimento
scolastico.
Vero è che la Danimarca è un Paese che
ha incentrato tutto su questo tipo di mobilità: la sola città di Odense,
per esempio, ha messo su una rete di piste ciclabili molto sicure e
percorsi separati, mentre la capitale Copenaghen vanta chilometri e
chilometri di ciclabili e anche piste sopraelevate!
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