Dayr al-Zur, più precisamente jabal
al-Thardah ancora presidiato dall’Esercito arabo siriano, non grazie
all’eccezionale talento statunitense nei casini o nel tradimento. Ieri,
l’United States Air Force faceva decollare dall’Habaniya AB in Iraq 2 F-16 e 2 A-10 Thunderbolt
verso la Siria, e senza permesso entravano nello spazio aereo siriano,
senza nemmeno avvertire il governo di Damasco che avrebbe chiesto agli
statunitensi: Qual’è il vostro bersaglio, a cui avrebbero risposto: “i terroristi dello SIIL sul jabal al-Tharda”, e a cui il governo siriano avrebbe potuto rispondere: “No. Non fatelo. Il nostro esercito è su quella montagna“.
Un casino che avrebbe potuto essere evitato e 62 soldati siriani
sarebbero ancora vivi… non dimentichiamolo. Gli statunitensi hanno
questa propensione ad auto-esaltarsi, nella loro mentalità da cowboy,
come il “know-how americano” o l'”olio di gomito americano”, rimanendo
bloccati in Vietnam, per esempio, o commettendo stragi; con gli Stati
Uniti che giustificano sempre le proprie tendenze genocide insistendo
sulla “guerra buona”.
Va capito, gli Stati Uniti uccidono centinaia di
migliaia di persone quando i vecchi a Washington hanno la convinzione di
promuovere giustizia, democrazia e modello statunitense massacrando
masse di civili finché il loro complesso militare industriale glielo
permette. I loro soldati sono sepolti con tutta la pompa e la
circostanza annessa come morti per la causa dello stragismo; mentre ai
civili inermi cui tolgono la vita promettono amicizia e amore. Non si
creda per un secondo che l’attacco all’EAS sul jabal al-Tharda sia stato
un errore.
Non si creda per un minuto che l’esercito statunitense non
sapesse che l’EAS era sulla montagna.
Avrebbero potuto informarsi
leggendo SyrPer! E non si creda nemmeno per un nanosecondo che i
piloti statunitensi non distinguano i soldati dell’Esercito arabo
siriano dai ratti terroristici dello SIIL. E cosa facevano gli
statunitensi a Dayr al-Zur, comunque? Aiutavano l’Esercito arabo
siriano?
Samantha Powers, l’ambasciatrice statunitense alle Nazioni
Unite, s’è dedicata alle solite menzogne tentando di nascondere
l’ennesimo atto di pura malvagità. Naturalmente gli statunitensi
esprimono rammarico e indagini sul caos che hanno creato. Ma sono vere
scuse? O sono solo perfidia ed infamia che preparano la prossima fase
dell’intrusione statunitense nella vita dei siriani?
Un messaggio per Putin e Assad da SyrPer:
“Siamo stanchi di trattare con gli Stati Uniti. Statunitensi, turchi, sionisti, sauditi vogliono lo scontro. Sono il nemico e non possono essere alleati in alcuna guerra al terrorismo, perché sono super-terroristi. Senza sauditi e statunitensi, il terrorismo in Siria sarebbe finito in un mese, al massimo. Smettetela di trattare con gli Stati Uniti, non è possibile. E’ un Paese dominato dal sionismo e fintanto che non vi sarà resistenza a tale movimento infernale le cui radici sono in Europa orientale, non si può contare su nessuno dei nemici citati. Putin lo saprà. Perché gioca sempre la carta del legalismo, quando non ha ottenuto nulla? Finiamola con la stupidità una volta per tutte. Vendete le proprietà siriane nel DC, Wyoming NW e Kalorama Drive. Fatela finita con tale problema, per sempre. Non bisogna mai avere relazioni diplomatiche con Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Arabia Saudita e Turchia. Non esistono! È il minimo che si può fare per onorare i soldati morti su al-Thardah“.
L’assalto statunitense è avvenuto intorno alle 17:00 del 17 settembre
2016 (ora di Damasco). Era inquietante come gli avvoltoi dello SIIL ne
abbiano approfittato coordinando il proprio attacco su checkpoint e
avamposti sul monte dell’Esercito arabo siriano, occupandoli brevemente.
Non sembravano mettere in discussione per un momento ciò che accadeva e
hanno agito sapendo che gli USA gli fornivano l’opportunità. Tale
evento difficilmente può passare per un errore, miei lettori.
Ma
l’infuriato Esercito arabo siriano, con l’aiuto delle milizie tribali
shaytat e dei PDC e il supporto aereo tenace e feroce di SAAF e RVVS,
ripristinava rapidamente il controllo sul jabal al-Thardah, eliminando
almeno 100 sporchi terroristi e distruggendo 10 autoveicoli, di cui 6 tecniche
armate con cannoni da 23mm. Le forze aeree continuano gli attacchi su
tutta l’area di al-Tharda, Panorama e al-Urfi, durante cui un MiG-23
siriano si è schiantato dopo esser stato danneggiato dal tiro dello
SIIL.
Il pilota rimasto ferito da un proiettile di una Dochka
non poté eiettarsi, morendo nell’impatto del velivolo. Non è stato
identificato prima di avvisarne la famiglia. Riposi in Pace assieme alle
62 vittime siriane del casinista e omicida esercito statunitense.
Ziad Fadel, Syrian Perspective 18/9/2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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