No, qui non si parlerà di Grenada, Panama, Iraq, Somalia, Haiti, Bosnia, Kosovo, Afghanistan o di qualunque altra impresa militare statunitense che, per quanto stupida, potrebbe essere quantomeno rivestita di sembianze di vittoria, non importa quanto debole (come quella per esempio contro una manciata di ingegneri cubani armati di AK a Grenada). Oggi voglio condividere alcuni pensieri riguardo a due guerre in cui gli USA si sono impegnati per decenni, nonostante non abbiano, mai e poi mai, avuto la possibilità di vincerle: la guerra alla droga e quella alle armi.

Ti sciocca che io abbia messo queste due guerre nella stessa categoria?

Pensaci un momento.

Vero, la guerra alla droga è qualcosa che la (cosiddetta) Destra ama. La guerra alle armi è la preferita della (cosiddetta) Sinistra. Sicuro. Questa è una differenza che io non nego.

Ma il resto?

Primo, entrambe le guerre si basano su una fallacia logica: che un oggetto, una cosa, sia la sorgente del male. È per questo che politici di entrambi gli schieramenti (facciamo finta che ci siano davvero diversi “schieramenti” nello spettro della politica ufficiale statunitense, anche se non ce ne sono) le amano. Mettiti nei panni di un politico americano e chiediti cosa preferiresti: avere a che fare con problemi complessi (violenza/dipendenza) che hanno radici nel profondo della natura umana e che sono esacerbati dalla natura stessa della nostra società, la società che ha messo te, supposto politico statunitense, in una posizione di potere e che ora ti fa ciondolare davanti la promessa di far parte del selezionato gruppo dell’1% che governa; o semplicemente bandire un oggetto inanimato votando “sì” a una legge?

Pensa a tutti i rischi che un politico americano dovrebbe affrontare se volesse risolvere le vere cause, in special modo quelle che sono causate dal, o che sono il risultato del, nostro ordinamento politico e sociale così profondamente disfunzionale. E pensa a quanto tu, il politico, sembreresti intelligente, coraggioso, di principio, e perfino eroico se assumessi una “posizione decisa” contro le droghe/armi? 

Tutto quello che devi fare è verificare per prima cosa se la tua base è affetta da fobia per le droghe o da fobia per le armi, e voilà, sei un eroe! Semplice e molto, molto efficace.

Secondo, tutte e due le guerre sono facili da spiegare allo stupido e all’ignorante. Cerchiamo di essere onesti, come politico principalmente devi soddisfare il lato sinistro della Curva di Bell [in inglese] con una certa attenzione per il centro. Non solo le persone intelligenti tendono a non fidarsi dei politici, ma gradiscono anche arrivare alle proprie conclusioni, che spesso si basano su vaste ricerche e sull’analisi di argomenti complessi. A rendere le cose ancora peggiori, le persone intelligenti spesso tendono ad essere anti-autoritarie [in inglese] – individualisti che preferiscono la libera scelta contro leggi, regole e regolamenti statali.

Terzo, entrambe le guerre sono facilmente alimentate dal fattore paura: i “guerrieri anti-droga” hanno una fobia (nel senso di miscela di odio e paura) delle droghe proprio come i “guerrieri anti-armi” hanno una fobia per le armi, il che significa che anziché analizzare la questione, la loro posizione sarà decisa sulla base delle emozioni, senza nessuna considerazione per le complessità della vita reale. Un politico preferirà sempre una discussione emozionale rispetto ad una razionale, perché solo le emozioni producono il genere di lealtà  non meditata di cui ha bisogno un politico per assicurarsi il controllo della propria base.

Quarto, tutte e due le guerre sono una miniera d’oro burocratica e finanziaria. Perché? Perché entrambe sono guerre che mai e poi mai saranno “vinte”, e che, a loro volta, garantiscono non solo un flusso stabile di dollari, ma anche la creazione di agenzie specializzate come la DEA o l’ATF, la cui stessa esistenza dipenderà dal fatto che mai verranno vinte le guerre contro armi/droga. Il sogno di un burocrate che diventa realtà!

Quinto, c’è anche un aspetto molto più sottile ma non meno importante delle guerre contro droga/armi: danno la possibilità di individuare facilmente elementi potenzialmente sleali. I consumatori di droghe, dato che violano la legge per farlo, hanno già attraversato la linea psicologica di violare deliberatamente la legge e di disobbedire alla doxa dello stato e della società, inoltre è molto più probabile che siano soggetti coinvolti in altre forme di slealtà (come l’impegno in varie forme di psicoreato [in italiano]) anziché cittadini rispettosi della legge. 

I possessori di armi in regola negli USA sono estremamente rispettosi della legge (in Florida e in Texas, la percentuale di detentori di porto d’armi condannati per vari tipi di reato è un sesto di quella dei poliziotti; fonte [in inglese]), ma molti di loro sono fieramente individualisti, non vogliono affidare allo Stato la propria difesa, e spesso credono che il 2° Emendamento sia stato creato con lo specifico scopo di permettere ai cittadini di resistere contro uno Stato che diventasse autoritario (naturalmente, i possessori di armi fuori legge sono criminali per definizione, estremamente sleali nei confronti di ogni cosa che non sia essi stessi). Quindi, in un certo qual modo, l’uso di droghe o il possesso di armi è un buon modo per, diciamo, “fare un sondaggio” che individui quegli elementi che potrebbero trasformarsi in potenziali fonti di guai.

Certo, in questo momento, i possessori di armi se la passano molto, ma molto meglio dei consumatori di droga. Ahimè non c’è mai stato un emendamento costituzionale che protegga il diritto di ogni Cittadino a ingerire, fumare, iniettarsi o consumare in qualsiasi modo ogni sostanza volesse, semplicemente perché al tempo della stesura della Costituzione, questa libertà era una verità auto-evidente (le guerre all’alcool e alle droghe sono arrivate molto dopo). 

In effetti, si era assunto che la lista dei diritti specificamente garantiti dallo Stato fosse esaustiva, e che lo Stato non si potesse impegnare in nessuna legislazione non specificamente autorizzata, mentre oggi vediamo l’esatto contrario, cioè quanto segue: qualunque libertà non sia espressamente protetta è facile preda dei legali milionari che siedono al Congresso. E considerato il rischio molto reale di una Presidenza Hillary, molto presto anche il 2° Emendamento potrebbe essere eroso al punto tale da renderlo irriconoscibile. 

Anche i Repubblicani vantano un orribile elenco, soprattutto a livello locale, di promulgazione di regolamenti stupidi e meschini  che limitano costantemente il diritto costituzionale di detenere e portare armi. In alcune giurisdizioni il semplice possesso di armi da fuoco è già considerato reato, mentre in altre si tende a definire l’autodifesa un crimine in quasi tutti i casi. 

Quindi, sì, il 2° Emendamento è ancora valido, ma a malapena, e se Hillary avrà la possibilità di nominare la prossima Corte Suprema di Giustizia, presto potrebbe sparire. Inoltre, quello che gli odiatori delle armi non sono riusciti ad ottenere nei tribunali, lo hanno già raggiunto dal punto di vista culturale laddove, per esempio, un revolver viene percepito da molti come uno “strumento di morte” anziché uno strumento per la difesa domestica, per la caccia, per lo sport, o solo un innocuo simbolo di libertà (storicamente, gli uomini liberi avevano il diritto di portare armi, gli schiavi no).

Vorrei che fosse chiaro che io non sto facendo paragoni tra armi e droga di per sé. Sto solo paragonando le motivazioni e i metodi utilizzati dal regime di Washington per fomentare una guerra contro queste due cose peraltro completamente differenti.

Facciamo adesso un piccolo esperimento mentale.

Immaginiamo che il Congresso decida di legalizzare tutte le droghe e le armi da un giorno all’altro: tutte le droghe, mediche o ricreative, diverrebbero disponibili sul banco di qualunque negozio volesse venderle, e il diritto di portare armi sarebbe del tutto protetto dalle garanzie del “Constitutional carry[in inglese]. Cosa accadrebbe subito dopo?

Qualcuno dirà che gli Stati Uniti si trasformerebbero in una gigantesca zona di guerra, in cui milioni di cittadini strafatti di PCP e di crack inizierebbero a spararsi tra loro con fucili d’assalto, e quelli che non sono impegnati ad assassinarsi l’un l’altro giacerebbero in stato di sballo terminale. Anche tu lo pensi?

Io no.

In primo luogo penso che il numero di persone che fanno uso di droga o che possiedono armi cambierebbe di pochissimo. Certo, ci sarebbe un effetto di breve termine dovuto alla novità, ma di lì a poco i numeri si stabilizzerebbero. Anche le sparatorie e le overdose resterebbero più o meno allo stesso livello di oggi. Quello che diminuirebbe drasticamente e immediatamente sarebbe la percentuale di crimini, non tanto per l’effetto deterrente di una cittadinanza armata (proprio come oggi, la maggior parte della gente non andrebbe in  giro portandosi dietro armi da fuoco) quanto piuttosto al fantastico effetto di un completo crollo del mercato illegale della droga che farebbe seguito alla sua legalizzazione.

[Nota a margine: Un mio amico è detective nel Dipartimento di Polizia di Daytona. Ha lavorato per anni alla Narcotici. Gli ho chiesto recentemente in che percentuale i crimini di Daytona siano connessi alla droga. La risposta: “Quasi tutti”. Sembra che non solo il traffico di droga dia luogo ad una parte preponderante dei reati violenti a Daytona, ma la maggior parte di rapine, furti, effrazioni, ecc. sono commessi da tossicodipendenti. E anche se i trafficanti di droga e i consumatori non possono ottenere un’arma legalmente (i criminali condannati non hanno questo diritto in Florida), gli spacciatori hanno tutti armi da fuoco (anche se la maggior parte delle loro pistole sono in cattive condizioni, o addirittura fuori uso, e gli stessi criminali sono tiratori molto scarsi). La verità è che se le droghe venissero legalizzate, le dimensioni dei dipartimenti di polizia negli Stati Uniti si potrebbe ridurre rapidamente e drasticamente, e la restante piccolo forza potrebbe tornare alle “normali” funzioni di polizia civile, anziché combattere come un esercito questa guerra alle droghe con i veicoli blindati, gli elicotteri e le squadre speciali che tutti i giorni vi sono impegnati.]

Qual è il mio punto di vista?

Semplice: fondamentalmente dimostrare che chi vuole legalizzare la droghe (i cosiddetti “Liberali”) ha molto più in comune con i difensori del 2° Emendamento ( i cosiddetti “Conservatori”) di quanto pensi, e dimostrare a quelli che hanno a cuore il diritto di detenere e trasportare armi che essi, a loro volta, hanno molto in comune con i “cannati” che così volentieri vorrebbero condannare e mettere in prigione. Alla fine, non ha assolutamente più senso autorizzare droghe/armi e proibire armi/droghe di quanto ne abbia opporsi all’aborto e sostenere la pena di morte. Proprio come la vita è un valore sacro o non lo è, lo stesso vale per la libertà individuale di decidere come si vuole vivere. 

Il tutto si riduce a poche semplici domande: pensiamo che sia nostro diritto limitare le libertà dei nostri concittadini perché non approviamo le loro scelte? Crediamo che degli oggetti inanimati possano, di per sé causare mali come la violenza o la dipendenza? Crediamo che sarà mai possibile eliminare le armi o le sostanze psicotrope dalle nostre società? E, cosa più importante, crediamo che ogni individuo abbia il diritto di rispondere a queste domande per se stesso, o crediamo che lo Stato debba far rispettare la propria scelta a tutti noi?

The Saker

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 Pubblicato da Thesaker.is il 18/09/2016
Traduzione in italiano a cura di Mario B. per SakerItalia.it
[Le note in questo formato sono del traduttore]