Era dai tempi dell’impero romano che i
signori della guerra regionali non avevano tanta autorità da avere una
propria politica militare e diplomatica rispetto al governo centrale.
Gli Stati Uniti chiamano i propri signori della guerra “comandanti
combattenti” e non sbagliano.
Tali comandanti combattenti sono sempre
alla ricerca di nuove guerre, sempre nell’interesse personali propri e
dei vertici militari, ma non certo del popolo statunitense. I comandanti
combattenti statunitensi dominano propri feudi virtuali, che il
Pentagono chiama “aree di responsabilità” o AoR. I signori della guerra
dell’impero romano venivano chiamati “proconsoli” ed erano comandanti
nominati per governare i territori appena conquistati. Questi AoR
romani, conosciuti come proconsoli imperiali, differivano di poco dai
moderni AoR statunitensi.
Tuttavia, i proconsoli romani erano molto più
responsabili verso gli imperatori dei comandanti combattenti verso
l’attuale presidente degli Stati Uniti. Il complesso militare e
d’intelligence degli Stati Uniti ha diviso il mondo in AoR su cui i
comandanti combattenti esercitano autorità su militari, politici,
diplomatici statunitensi, e sempre più sulle decisioni economiche.
Tali
comandi, Comando Centrale, Comando del Pacifico, Comando Europeo,
Comando Meridionale, Comando Settentrionale e Comando Africa degli Stati
Uniti, sono coinvolti anche nelle attività militari e politiche delle
nazioni delle rispettive AoR, alleate o dipendenti da accordi con gli
Stati Uniti. Per comodità, il capo del Comando Europeo degli Stati Uniti
era anche il Comandante supremo alleato in Europa, il capo militare
dell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO). In effetti, la
NATO è parte integrante dell’egemonia militare degli Stati Uniti.
Nel
terzo secolo d.C. vari governatori romani presero le armi l’uno contro
l’altro per la carica d’imperatore, al collasso dell’impero romano.
Oggi, lo stesso fenomeno avviene tra i signori della guerra statunitensi
che cercano di espandere le loro AoR a spese dei rivali. Uno dei più
aggressivi signori della guerra e comandante combattente degli USA è il
capo del Comando del Pacifico, o PACOM, ammiraglio Harry Harris. Da
avanguardia militare del “perno in Asia”, idea mal concepita e
pericolosa di Obama, Harris ultimamente ha esteso la sua AoR a zone già
appartenenti al Comando Centrale degli Stati Uniti, o CENTCOM.
Il capo
di CENTCOM, generale Joseph Votel, è occupato a confrontarsi
militarmente con l’Iran nel Golfo Persico: Harris, in un discorso a San
Diego, disse che la sua AoR comprende la regione “Indo-Asia-Pacifico”,
una chiara indicazione che Harris espande il suo governatorato militare
su Oceano indiano e Asia meridionale. Harris ha usato il termine
“Indo-Asia-Pacifico” per descrivere la sua “ciotola di riso” militare a
un gruppo di militari del complesso industriale-militare, il Consiglio
Amministrativo Militare di San Diego.
Come un generale romano dittatoriale, Harris avvertiva il Presidente delle Filippine Rodrigo Duterte e il suo governo dal fare altre dichiarazioni anti-americane. Duterte si è ribellato alla volontà di Harris adottando una politica conciliante verso la Cina sulla disputa sul Mar Cinese Meridionale e chiedendo che gli Stati Uniti ritirino le forze speciali dal sud delle Filippine. Duterte proviene dall’isola meridionale di Mindanao. Ulteriormente urtante per Harris è stata la dichiarazione del Ministro degli Esteri delle Filippine Perfecto Yasay, secondo cui il suo Paese non va più trattato come il “fratellino scuro” degli USA.
La tradizione della Marina di Harris è che gli amministratori
filippini una volta dovevano soddisfare ogni capriccio degli ufficiali
di marina statunitensi, cucinando pasti, lustrando scarpe, pulendo i
bagni e stirando le uniformi. L’atteggiamento paternalistico nei
confronti delle Filippine di ufficiali come Harris non è mai scomparso.
Harris lascia che il gruppo militarista di San Diego sappia che la sua
pazienza con Duterte si esaurisce avvertendo duramente il presidente
Filippine:
“Siamo alleati delle Filippine da lungo tempo. Abbiamo versato il nostro sangue per loro… Abbiamo combattuto fianco a fianco durante la seconda guerra mondiale. Ritengo che la nostra alleanza con le Filippine sia ferrea”. In altre parole,
Harris sfida Duterte
facendogli sapere che il Comando del Pacifico degli Stati Uniti non
tollera alcun movimento delle Filippine verso la neutralità o una
politica filo-cinese. Ciò che allarma della dichiarazione di Harris è
che da sempre competeva a presidenti e segretari di Stato degli USA
avviare iniziative verso i leader stranieri. Secondo Obama, tale
autorità è discesa sui comandanti combattenti, ulteriore segnale che la
diplomazia statunitense è sequestrata dal Pentagono e dai suoi vertici.
L’estensione in Asia meridionale degli interessi militari di Harris
significa che la sua AoR e quella del CENTCOM ora dominano la stessa
“linea di controllo” militarizzata nel Kashmir conteso, come tra i
militari di India e Pakistan. La regione di Gilgit-Baltistan nel nord
del Pakistan e nel Kashmir Ladakh, che rivendica legami culturali e
storici con i regni buddisti dell’Himalaya, vorrebbe percorrere una
propria strada. Ma è a cavallo del confine PACOM-CENTCOM. Forse Harris e
Votel giocheranno a poker al Fort Myer Officers Club, vicino
al Pentagono, per decidere chi avrà l’autorità finale su questi
territori secessionisti.
Come governatori romani rivali, Harris e Votel
concorrono per influenzare le stesse regioni. La differenza tra i due
generali che giocano ai videogiochi militari, Votel e il suo cliente
Pakistan, e Harris e il suo cliente India, è che sono concorrenti
nucleari in una regione pericolosa. Ogni scontro convenzionale lungo la
linea di controllo che separa le forze indiane e pakistane nel Kashmir, o
lungo il loro confine nazionale, rischia di accelerare rapidamente in
un conflitto nucleare regionale, che potrebbe precipitare gli Stati
Uniti in una guerra.
Harris si muove anche sul teatro Indo-Asia-Pacifico più vicino al CENTCOM, espandendo le manovre del PACOM all’Oceano Indiano. Recentemente, PACOM ha svolto esercitazioni con le forze dello Sri Lanka nella regione irrequieta del Tamil, nel nord dello Sri Lanka, e pretende gli stessi diritti a basi navali che ha con l’India, col memorandum d’intesa sullo scambio logistico, da Sri Lanka e Maldive. Harris prevede una coalizione navale alleata di quattro potenze composta dalle marine statunitense, australiana, indiana e giapponese, per affrontare la Cina nel Pacifico e nell’Indiano.
La Marina giapponese ha
recentemente aderito alle esercitazioni della Marina statunitense nel
Mar Cinese Meridionale per avvertire la Cina. Tuttavia, molti Paesi nel
Mar Cinese Meridionale ricordano ancora cose fosse il Giappone e la sua
Sfera di co-prosperità della Grande Asia orientale, quando soggiogò le
loro terre durante la Seconda Guerra Mondiale. Essi e la Cina subirono
la stessa sorte con l’aggressione militare giapponese. Harris e la sua
cricca di militari a Pearl Harbor e a San Diego sembrano dimenticare la
lezione della Seconda guerra mondiale e di come l’aggressione giapponese
unì i popoli del Sud-Est e dell’Asia orientale contro un nemico
imperialista comune. Per tali dilettanti della storia militare asiatica,
è come se l’attacco giapponese del 7 dicembre 1941 a Pearl Harbor sia
avvenuto in una realtà parallela.
Con il PACOM che va verso l’Oceano
Indiano e il CENTCOM che punta ad est, alla fine ci sarà una faida
militare su quale governatore militare dovrà gestire l’espansione della
presenza navale cinese a Gibuti, nel Corno d’Africa, quale governatore
degli Stati Uniti avrà il controllo delle proposte basi militari degli
Stati Uniti sull’isola yemenita di Socotra, nel Golfo di Aden, e quale
giurisdizione militare supervisionerà le Chagos a sud delle Maldive,
controllate dalla Gran Bretagna ma rivendicate dalle Mauritius, parte
dell’AoR del Comando Africa. Una questione prevale su tutte. Generali e
ammiragli statunitensi non hanno alcun diritto di dividersi il mondo in
campi da gioco personali. I comandanti combattenti dovrebbero diventare
oscure note della storia, come i loro antenati romani, oppure i principi
fondamentali del diritto internazionale verranno formalmente rigettati
dall’Impero Americano.
Wayne Madsen, Strategic Culture Foundation 19/09/2016
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
https://aurorasito.wordpress.com/2016/09/24/i-signori-della-guerra-dellimpero-americano-rullano-i-tamburi/
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