La lettera del Dott. Paolo Roberti di Sarsina, Presidente dell’“Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona”, al direttore di Quotidianosanità.it.
Gentile direttore,
il prossimo 29 settembre si terrà presso il Senato della Repubblica il Simposio Nazionale dal titolo "Le Medicine Tradizionali, Complementari e Non Convenzionali nel Servizio Sanitario Nazionale per l’uguaglianza dei diritti di salute oltre le esperienze regionalistiche". In relazione alle critiche ricevute da un’associazione privata che si occupa di paranormale, e riprese dall’Istituto Superiore di Sanità, per portare maggiore chiarezza a beneficio di giornalisti e opinione pubblica, si precisa quanto segue:
Il Simposio Nazionale è stato organizzato dal Vicepresidente della XII commissione del Senato Sen. Romani, in collaborazione con l'Ente Morale “Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona” ONLUS e con le più importanti associazioni mediche di Medicine Tradizionali, Complementari e Non Convenzionali italiane;
E' stupefacente che un ente pubblico come l'ISS - che ha co-organizzato lo scorso ottobre il primo simposio internazionale sulla ricerca in agopuntura e che è stato anche direttamente coinvolto nella stipula di un accordo siglato con l’Università di Medicina Tradizionale Cinese di Tianjin (TUTCM) per sviluppare un laboratorio congiunto Sino-Italiano per la Medicina Tradizionale Cinese - si presti oggi alle prese di posizione faziose di associazioni private che si occupano di “paranormale”, e voglia "mettere il bavaglio" a un evento di confronto tra Medici e Istituzioni sul tema della Medicina integrata. Un atteggiamento che ci lascia quantomeno perplessi e che riteniamo francamente inopportuno per un’Istituzione il cui unico obiettivo dovrebbe essere il progresso scientifico della società, che si nutre e si sviluppa soprattutto grazie a confronti e contaminazioni tra discipline diverse e differenti paradigmi di salute;
- la Commissione Igiene e Sanità del Senato - che già in passato ha dibattuto questi temi - dimostra di essere aperta al confronto - senza pregiudizi - su questi paradigmi medici, oggetto di attenzione anche da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità con il suo poderoso paper "Traditional Medicine Strategy 2014-2023". E' sconcertante come argomenti oggetto di dibattito senza pregiudizi all'estero in numerose sedi fino all'OMS, che ha attivato dei “Collaborating Centers for Traditional Medicine” in tutti i continenti, debbano - per volere di pochi - continuare a rimanere "tabù" in Italia;
Nel nostro Paese il Parlamento, la Conferenza Stato-Regioni, numerose ASL, Ospedali ed Università considerano le varie forme di medicina complementare/tradizionale un argomento su cui confrontarsi in modo costruttivo. La stessa Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO) nelle sue linee guida disciplina le Medicine Tradizionali, Complementari e Non Convenzionali come “atto medico”, e le ritiene in Italia “rilevanti da un punto di vista sociale sia sulla base delle indicazioni della Risoluzione n. 75/97 del Parlamento europeo che della Risoluzione n. 1206/99 del Consiglio d'Europa”;
L’Unione Europea ha finanziato, nell’ambito del Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo, un’azione di coordinamento sulle Complementary and Alternative Medicine, il “Consorzio CAMbrella”, del quale l’Italia è stata parte, e anche il Scientific and Technologic Organization della NATO ha costituito il gruppo di ricerca “Integrative Medicine Interventions for Military Personnel” – del quale egualmente l’Italia è stata parte - per fornire alla NATO stessa proposte di intervento e utilizzo delle MNC in ambito militare. L’ignoranza da parte dei vertici dell’ISS di queste vicende desta sincera preoccupazione;
In Europa non meno di cento milioni di persone fanno uso di prestazioni sanitarie basate su Medicine Non Convenzionali, ed è quindi del tutto naturale che le istituzioni pubbliche si occupino, con una visione “laica” e senza pregiudizi, del confronto su queste tematiche; in Italia Le Medicine Tradizionali, Complementari e Non Convenzionali sono classificati farmaci sulla base della Direttiva Europea sul farmaco, e vengono impiegati da oltre 10 milioni di italiani e prescritti da 20.000 medici iscritti all'Albo, segno di un’apertura alla medicina complementare per la cura e per la prevenzione delle malattie;
Non è affatto vero che non esistano prove di efficacia delle MNC: gli studi indicizzati su PubMed sono decine di migliaia, anche su riviste a medio e alto impatto. Quegli stessi “estremisti in medicina” che per anni hanno ridicolizzato - solo per fare un esempio - l'agopuntura, ignorano deliberatamente ben 25.205 articoli scientifici pubblicati su questa disciplina non convenzionale, incluse le due ultime revisioni Cochrane sull'efficacia dell'Agopuntura.
Oppure - per citare un altro esempio tra le pratiche mediche che saranno oggetto di dibattito nell’evento del 29/09 – attaccano la chiropratica, che è una professione sanitaria la cui preparazione accademica è molto vicina a quella della Medicina allopatica in contenuto e durata - da un minimo di 7 anni post-secondari negli Stati Uniti, ai 5 anni ciclo unico in Europa – che investe molto sulla ricerca ed è apprezzata dalle ricerche commissionate da governi di USA, Canada, Nuova Zelanda e Australia; tutto ciò è vero – in misura diversa – per i vari paradigmi di cura protagonisti dell’evento del 29/09 in Senato.
Tali risultati in termini di evidenze di efficacia sono certamente da non trascurare, se consideriamo che sono maturati in un ambiente denso di pregiudizi, dove da un lato si nega non solo la necessaria collaborazione interdisciplinare per fare ricerca, ma addirittura anche solo di “parlare e dibattere” di ricerca, tanto meno di immaginare percorsi di formazione adeguati, al contrario ad esempio degli USA, dove negli ultimi 10 anni il numero di Scuole di Medicina che offrono percorsi di studio sulle Medicine Tradizionali, Complementari e Non Convenzionali è passato – secondo uno studio dell’University of Arizona Health Sciences – dal 68% al 95%;
Chi critica questo evento e le Medicine Non Convenzionali cita ripetutamente il concetto di Evidence Base Medicine, a sottendere che questi modelli terapeutici sarebbero carenti di prove di efficacia. Ma lo stesso autore del concetto di “Evidence-based medicine”, il Dott. David Sackett, specifica che essa deve basarsi – pur con “pesi” diversi - su 3 pilastri di pensiero:
1. evidenza “esterna”, ovvero ricerca scientifica;
2. evidenza “interna”, ovvero l’esperienza dell’operatore, che - se non può essere ancora provata - non significa di per se che non sia vera;
3. opinione del valore del trattamento dal punto di vista del paziente.Coloro i quali criticano le MNC si ostinano invece a ignorare due di questi pilastri, e utilizzano metodi di ricerca che poco si applicano a una professione, quella medica, che si occupa di salute, e non solo di cura dei sintomi. La medicina è tanto più scientifica, seria, rigorosa e attendibile quanto più aderisce alla considerazione del soggetto particolare, e tanto meno è scientifica quanto più si occupa di collettività considerata in modo aggregato.
L’unico modo di realizzare la scientificità della medicina è di tener conto che il suo "oggetto" è costituito da "soggetti", da considerare nella loro individualità e particolarità e portatori di una ben precisa storia personale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità per rispondere adeguatamente alle nuove sfide del XXI secolo, la medicina deve concentrarsi sulla salute della persona piuttosto che solo sulla malattia, un concetto, questo, da sempre alla base della Medicina Tradizionale.
Questo è un evento di altissimo livello, sotto ogni punto di vista, per l’obiettivo di integrazione di saperi che si prefigge, e per i curricula dei relatori coinvolti. Le prove di efficacia delle Medicine Tradizionali, Complementari e Non Convenzionali sono ormai così significative e promettenti che solo chi è in mala fede può ignorarle. Così facendo, non si aiuta certamente il progresso della scienza e della ricerca, bensì s‘ingessa il dibattito e si ostacola la libertà di scelta terapeutica degli stessi medici e dei pazienti.
Paolo Roberti di Sarsina
Fonte: quotidianosanità.it
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