“C’è un altro all’interno grazie al quale
questi occhi sfavillano.”
(Jalāl al-Dīn Rūmī)
Gli
uomini dovrebbero nutrire gli uni per gli altri solo pensieri di
sacralità, grazie ai quali aiuterebbero tutti i loro fratelli e sorelle
ad evolvere e santificherebbero al tempo stesso anche se stessi. È un
concetto questo che contrasta con l’abitudine adottata dalla maggioranza
delle persone, di non vedere che il lato negativo della gente e delle
cose.
Quando
si notano le lacune e le debolezze degli altri, si passa per molto
intelligenti ma, poiché esiste una legge secondo la quale ciò che
vediamo negli altri è la proiezione di ciò che abbiamo in noi stessi,
colui che alimenta questo atteggiamento critico rivela in realtà le
proprie deficienze.
Ma
lasciamo da parte questo argomento e soffermiamoci piuttosto sulle
conseguenze dell’altro atteggiamento, che è di gran lunga preferibile:
fare degli sforzi per vedere negli altri sempre solo il lato buono.
Certamente molti diranno che , illudendosi di riuscire in questo intento
si rischia di cadere in trappola e di pagarla molto cara: l’essenza
della natura umana è malvagia; lo dice pure la religione! Allora perché
illudersi?
Ebbene
vi risponderò che non avete affrontato bene il problema e che vi siete
fermati al male; infatti è vero che nell’uomo il male esiste, ma l’uomo
ha anche un’anima, uno spirito. Questa anima e questo spirito non si
manifestano spesso, ma esistono e sono quindi suscettibili di
esprimersi, sempre che si predispongano a tale scopo delle buone
condizioni.
Non
è comunque decretando una volta per tutte che l’essere umano è
malvagio, che si possono predisporre le condizioni migliori affinché si
manifesti nell’uomo la sua condizione divina. Non crediate che un saggio
non veda il lato negativo degli uomini; per vedere questi aspetti
dell’uomo ha degli occhi molto sviluppati. Comunque non ci si sofferma,
perché sa che non potrà mai aiutare qualcuno limitandosi a considerarne
soltanto vizi e difetti; con un atteggiamento del genere, li
aggraverebbe soltanto.
Un
saggio, sapendo che uomini e donne sono tutti figli di Dio, si accosta a
ogni essere con tale consapevolezza; si tratta di un lavoro creativo, e
sviluppando il lato divino in tutti coloro che incontra, egli stesso si
sente felice. Credetemi: è il modo migliore di comportarsi verso gli
altri: cercate di scoprire le loro doti, le loro virtù, le loro
ricchezze, concentrandosi su di esse. Qualche volta, questi aspetti sono
così nascosti che la persona stessa non suppone neppure di averli.
Bisogna
abituarsi a gettare uno sguardo nel profondo degli esseri, invece di
soffermarsi sulle loro manifestazioni superficiali, che possono
ingannarci enormemente. I difetti sono troppo facili da trovare. Per
scoprire invece certe virtù che non si sono ancora manifestate, bisogna
conoscerne tutta la scienza. Ciascuno di voi possiede in sé delle
qualità divine, che attendono solo il momento per emergere e io, che mi
occupo di ciò, cerco in voi tutte quelle qualità che non sono ancora
affiorate.
In
questo modo lavoro su di voi e su di me, ed è così che voi pure dovete
lavorare. Ecco perché è bene nutrire pensieri di benevolenza gli uni
verso gli altri. Alimentando tali pensieri, non vi fermerete più su
dettagli poco brillanti, ma coglierete l’aspetto divino degli esseri.
Infatti, perché non si dovrebbero avere dei sentimenti di sacralità per
tutto ciò che è divino, immortale ed eterno nell’uomo?
Agendo
in questo modo, farete un buon lavoro su di voi stessi e aiuterete
anche gli altri. occupandovi dei loro difetti invece vi danneggiate,
perché vi nutrite di impurità e ne frenate l’evoluzione? Quanta
ignoranza! Si pensa di aiutarli a correggersi sottolineando i loro
difetti, mentre in realtà avviene tutto il contrario. Gli uomini sono
cattivi, crudeli e tutto quello che volete; questo è vero, tuttavia non è
una buona ragione per trascorrere la vita non vedendo che
quell’aspetto.
Certo,
dovete tenere gli occhi aperti, ma si tratta solo di una metà del
vostro compito. Se continuate a sminuire qualcuno, dimostrando di avere
di lui una cattiva opinione, non solo non vi si manifesterà più il suo
lato buono che comunque possiede, ma cercherà perfino di nuocervi; se
invece mostrate di credere in lui, cercherà di non deludervi.
Inoltre,
qualche volta, bisogna dare l’impressione di avere un’ottima opinione
di qualcuno; così facendo, toccate il suo amor proprio ed egli cercherà
di superare se stesso; in questo modo riuscirete a migliorarlo. Ecco la
vera pedagogia. Non ci si deve illudere di poter migliorare gli altri
sottolineando continuamente le loro imperfezioni e trattandoli da
incapaci, perché sentendosi considerati tali, non faranno più neppure il
minimo sforzo per migliorare.
Se
avete un’opinione così negativa di loro, perché dovrebbero fare degli
sforzi? Alla fine, diventano veramente degli incapaci, perché si tratta
di un’influenza magica che avete esercitato su di loro, per cui ne sono
rimasti ipnotizzati, soggiogati e paralizzati. Bisogna che sappiate
finalmente che si tratta del metodo peggiore…
Non
è giusto adottare un atteggiamento critico nei confronti delle persone,
perché così facendo le paralizzate e, al tempo stesso, le incitare a
cercare il modo di potersi un giorno vendicare. Spesso è preferibile
tenere le proprie opinioni per sé. Ciò non significa che dobbiate tenere
gli occhi chiusi e non vedere quando qualcuno vi sta svaligiando o
mandando in rovina. Non bisogna essere ciechi, ma dirsi:
“Poveretto,
per il momento è così, perché non ha avuto il tempo per evolvere, ma se
mi concentro sul suo spirito, sull’aspetto divino che è in lui, un
giorno cambierà.” Si tratta in ogni caso del lavoro che un Maestro fa
con i suoi discepoli, ed è così che accelera la loro evoluzione.
Consacratevi anche voi a questo lavoro; è questo il momento per voi di
svegliarvi alle attività spirituali…
So
benissimo che tutto ciò che vi sto dicendo non può essere ancora
accettato, ma in futuro tutti impareranno a proiettare col il pensiero
nei mondi di luce, i loro genitori, i loro amici e tutti gli esseri che
incontrano. Non proveranno più godimento alcuno nel deprezzarli e nel
mettere in evidenza i loro lati negativi, ma troveranno motivo di gioia
nel considerare unicamente la loro natura superiore, la loro natura
divina.
D’altronde,
quando parlare delle virtù di qualcuno, sebbene abbiate l’aria di
esagerare un po’, in effetti non esagerate affatto, perché bisogna
vedere di quale parte di lui parlate. Spesso, quando parlate di
qualcuno, non si tratta di lui ma, in realtà, dei suoi intestini, del
suo sesso, del suo ventre e dei suoi piedi.
Ma
lui, nella sua essenza, è una divinità. È detto nelle Sacre Scritture
che siamo dei. E perché questi dei non si manifestano? Sono sotterrati,
sommersi da strati di impurità; non riuscite a scoprirli, ma sono
presenti e sono proprio loro quegli dei che bisogna far apparire.
(Omraam Mikhael Aivanhov, Creazione artistica e creazione spirituale, Prosveta ed.)
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