Una prima domanda, reale e sincera anche se potrebbe apparire una provocazione, nasce spontanea: ma se i signori ministri per riunirsi e discutere hanno semplicemente bisogno di un convento, le cui rette vengono pagate di tasca propria, che senso ha mantenere i costosi palazzi romani come centro del potere, che costano ai contribuenti italiani fior di miliardi di Euro?
Detto questo, la strategia adottata da
Letta, o chi per lui, conferma quanto dichiarato dalla nostra testata in
occasione del suo insediamento, ossia di un governo fortemente
orientato verso indirizzi politico–economici molto simili a quello
guidato da Mario Monti, tanto che da più parti si parla di un esecutivo
“Bilderberg II”; e come da migliore tradizione massonico–lobbystica, la
simbologia ha da sempre un significato quasi fondamentale in ogni
azione.
Così, la scelta di fare riunioni sullo
stesso modello degli incontri del famigerato gruppo Bilderberg, è un
segnale molto forte di quali siano gli orientamenti della squadra di
governo nata dalla commistione dei due principali partiti italiani, che
per circa un ventennio hanno illuso la penisola di essere realmente
antagonisti.
Le colline toscane, hanno fatto da
sfondo a questo ritiro in convento dei 21 Ministri facenti parte
dell’esecutivo, un modo come un altro per decidere il destino e le sorti
del Paese lontano dagli sguardi indiscreti che a Roma iniziano a
circolare pesantemente, specie con l’avanzare della crisi economica e
dopo la sparatoria di palazzo Chigi di due settimane fa circa.
In barba ai principi di trasparenza
imposti da un sistema che, non si sa per quale motivo, viene definito
democratico ed in barba anche al buon senso che imporrebbe, in questo
momento particolare, una classe politica più vicina ai cittadini, ecco
che l’esecutivo si chiude dentro un monastero per 48 ore e, guarda caso,
le uniche informazioni fatte trapelare riguardano un ipotetico scontro
tra il premier Letta ed il vice–premier Angelino Alfano, sulla
partecipazione dei ministri ai comizi in occasione delle imminenti
amministrative.
Quella di far credere duellanti PD e
PDL, come in questa occasione, è un modo come un altro per far
distogliere lo sguardo dall’inciucio, far ancora credere che queste due
formazioni siano in contrasto e dare l’opportunità alla stampa
“tradizionale” di scrivere titoli sul ventennale falso antagonismo tra
Berlusconi ed il centro–sinistra.
Dunque, non sorprende che proprio i
diverbi, presunti, tra Letta ed Alfano siano le uniche notizie trapelate
dal convento, probabilmente anche nei prossimi giorni il teatrino della
politica italiana si metterà ancora in moto verso questa direzione,
specialmente, come accennato prima, in vista delle elezioni
amministrative in cui, è bene ricordarlo, si voterà nella capitale ed in
città chiave come Catania e Messina.
Mentre probabilmente, tra nomine,
incarichi e quant’altro, i 21 ministri continuavano nell’azione di
divisione del potere politico–economico italiano, la popolazione rimasta
fuori dal convento si concentrerà su contrasti montati ad arte da parte
dei due partiti che hanno condiviso gli ultimi 20 anni di politica
italiana.
Il circo politico del bel paese, cambia
dunque sede: dal palazzo, si trasferisce al convento e non c’è da
sorprendersi tutto sommato, visto che lo stesso premier è abituato a
riunioni in clausura grazie alla partecipazione alla riunione Bilderberg
del giugno 2012 e tanti altri ministri, chi più o chi meno, sono
“chiacchierati” in ambito massonico.
C’è da chiedersi adesso, se la decisione
di allontanarsi dal palazzo ed attuare lo stesso metodo di riunione
paramassonica, sia un segno di forza da parte dei poteri che tengono in
pugno lo stivale, oppure un segno di debolezza e di paura delle piazze
centrali della capitale, sempre più piene di gente disperata che vede
nei palazzi del potere la fonte di ogni male e la sede in cui si è
perpetuato il saccheggio dell’Italia.
di Mauro Indelicato
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